Riforma Pensioni 2020 ultim’ora: sindacati ancora in piazza oggi 17 dicembre

Per i sindacati la manovra di Bilancio che non dà adeguate risposte ai temi relativi alla riforma delle pensioni, alla crescita, e allo sviluppo. E per questo anche oggi 17 dicembre si torna in piazza con una manifestazione unitaria di CGIl CISL e UIL. Vediamo il comunicato dei sindacati con i temi della manovra di bilancio “bocciati” e non sufficienti e le ultime parole di Pedretti (SPI).

Ultime novità Riforma Pensioni 2020: manifestazione dei sindacati

I sindacati chiedono, anzitutto, meno tasse “su lavoratori e pensionati che già contribuiscono al gettito Irpef per il 95,5 per cento. Occorrono molte più risorse per abbassare il carico fiscale nel triennio, dunque bisogna subito aprire un confronto per definirne la redistribuzione, anche ai pensionati. La progressività è il modello delle nostre proposte per garantire un fisco equo e giusto.

Per Cgil, Cisl e Uil le risorse messe a disposizione per il cuneo fiscale dei lavoratori “dovranno essere aumentate per consentire un reale incremento netto sulle buste paga, salendo significativamente oltre i 5 miliardi di euro previsti per il 2021”. L’intervento sul cuneo fiscale va anche accompagnato da “una misura di detassazione degli incrementi contrattuali, pubblici e privati, oltre che dei premi di risultato”. E deve essere “l’anticipazione di una più vasta riforma dell’Irpef che, agendo su detrazioni, aliquote e scaglioni, rafforzi la progressività e riduca la tassazione su salari e pensioni”.

Pensioni 2020 e sindacati, le richieste di CGIl CILS e UIL

Proprio per quanto riguarda la riforma delle pensioni 2020 non sono stati fatti abbastanza passi in avanti nella manovra di bilancio e i sindacati chiedono “La pensione di garanzia per i giovani e per i lavoratori discontinui, il riconoscimento del lavoro di cura e dei carichi familiari, in particolare per le donne, la tutela dei lavori usuranti e gravosi, nonché la soluzione definitiva per gli esodati”.

Cgil, Cisl e Uil inoltre sollecitano il superamento della legge Fornero, “Con flessibilità di uscita a 62 anni e la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contribuzione a prescindere dall’età“. Infine su quota 100 “Serve una conferma senza peggioramenti fino al 2021”. Per i sindacati, infine, occorre sia “dare una risposta immediata a 16 milioni di pensionati con un’effettiva rivalutazione delle pensioni e con l’allargamento della 14a mensilità per sostenere le pensioni più basse, sia incentivare e rilanciare la previdenza complementare, anche rafforzando le agevolazioni fiscali”.

Ultime notizie Riforma Pensioni oggi: Pedretti su non autosufficienza

Non usa mezzi termini il segretario generale dello Spi Cgil Ivan Pedretti, riferendosi agli errori commessi nella manovra: “Il governo continua a ignorare un tema di estrema rilevanza per il paese come quello della non autosufficienza delle persone anziane. È un errore clamoroso perché significa non aver capito cosa sta succedendo nella nostra società e le conseguenze dell’invecchiamento della popolazione, che è un fenomeno in crescita e diventato ormai strutturale”.

Abbiamo più volte sollecitato governo, politica e Parlamento – continua Pedretti – a intervenire e a definire una legge quadro nazionale che affrontasse alla radice un problema che riguarda tre milioni di persone non autosufficienti e le loro famiglie. La nostra era una richiesta di buon senso e non abbiamo preteso tutto e subito. C’erano anche delle proposte di legge già depositate, peraltro scritte da esponenti della stessa maggioranza di governo, che non sono state nemmeno prese in considerazione. Ci sentiamo francamente presi in giro – conclude il segretario generale dello Spi Cgil – e per questo porteremo in piazza tutto il nostro malcontento, a partire da oggi in piazza Santi Apostoli per poi proseguire il 19 e il 20 dicembre davanti al Parlamento”.

3 commenti su “Riforma Pensioni 2020 ultim’ora: sindacati ancora in piazza oggi 17 dicembre

  1. I Sindacati chiedono, i Sindacati “bocciano”.
    Sono richieste legittime quelle dei Sindacati, soprattutto quelle che puntano alla realizzazione dello Stato Sociale, con standard minimi di reddito, di salute, di assistenza (con particolare riguardo alle persone anziane non autosufficienti).
    Il segretario generale dello Spi Cgil Ivan Pedretti fa riferimento a “errori commessi nella manovra”, come per esempio all’“errore clamoroso” di “non aver capito cosa sta succedendo nella nostra società e le conseguenze dell’invecchiamento della popolazione”.
    Le richieste dei Sindacati non sono state accolte dal Governo, e per questo i Sindacati bocciano i temi della manovra di bilancio.
    Il Governo “boccia”, il Governo chiede.
    Sono bocciature legittime quelle che il Governo muove alle richieste dei Sindacati, soprattutto quelle che minano la sostenibilità del sistema pensionistico proprio a causa dell’invecchiamento della popolazione che tende ad assorbire risorse in quantità sempre maggiori.
    Il Governo non ha commesso errori nella manovra. Non esistono scelte errate, ma soltanto scelte. Non esistono errori, ma solo deviazioni dagli obiettivi. Una scelta che si rivelerà “errata” è soltanto una scelta che non avrà prodotto i risultati attesi.
    Il Governo chiede all’Europa flessibilità e la ottiene, ma non nella misura sufficiente per portare in porto tutte le cose che ci sarebbero da fare, ed è per questo che il Governo boccia le richieste dei Sindacati.
    La verità è che i Sindacati e il Governo navigano con la bussola del Patto di Stabilità e di Crescita nel mare agitato del debito pubblico ma senza avere delle mappe affidabili, come dei novelli Ulisse in rotta verso il risanamento costretti a disfarsi del prezioso carico di welfare per evitare che la Barca Italia affondi nella bancarotta.
    Il mare del debito pubblico è agitato perché i Sindacati e il Governo affrontano problemi nuovi (come la disoccupazione digitale) con soluzioni vecchie (interventi sul cuneo fiscale e sgravi alle imprese che assumono).
    Una sola idea basterà per sedare la tempesta del debito pubblico: una “economia nuova” (la “nuova economia” – la new economy – c’è già stata agli inizi degli anni 2000).
    Una sola mappa basterà per seguire la rotta giusta: dal poter andare in pensione al poter trovare lavoro, dal poter trasformare i vecchi modi di lavorare con i lavoratori nuovi nativi digitali.
    Un solo orizzonte da scrutare nella plancia di comando: impedire l’evasione fiscale.

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