La bozza della legge di bilancio, con la relativa manovra per la riforma delle pensioni 2021 sta facendo discutere in queste ultime ore, e non accontenta di fatto nessuno, né sindacati né industrie né tantomeno i lavoratori. Per quanto riguarda il comparto pensionistico si parla di rinnovare con 255 milioni per un altro anno Ape sociale e Opzione donna, le due modalità per anticipare il pensionamento già in vigore. Ma la delusione nasce dal fatto che l’Ape sociale viene ampliata solo ai disoccupati senza Naspi, non ad altre categorie, come i lavoratori fragili al Covid, come chiesto più volte al Governo.
Ultime novità Riforma Pensioni 2021 oggi 15 novembre: Sindacati delusi dalla sola Opzione Donna e Ape Social
Oltre a quanto detto, come beffa aggiuntiva nella bozza della Legge di Bilancio si legge a sorpresa che slitta di un anno il ritorno alla piena rivalutazione delle pensioni all’inflazione: dall’1 gennaio 2022 all’1 gennaio 2023. “Inaccettabile”, per la Cisl Fnp. La Spi Cgil ha così commentato questa notizia, mostrando grande delusione: “Si profila l’ennesima beffa per i pensionati italiani con il prolungamento del blocco della rivalutazione degli assegni. Si fa riferimento nello specifico all’articolo 61 che prevede lo slittamento al 2023 del sistema di rivalutazione in vigore prima dei molteplici blocchi messi ripetutamente in atto dal 2011.
Tale meccanismo doveva essere ripristinato dal 1° gennaio 2022 e avrebbe garantito un maggiore recupero del potere d’acquisto delle pensioni, fortemente eroso negli ultimi dieci anni. Ancora una volta – conclude lo Spi-Cgil – si sceglie quindi di mettere le mani nelle tasche di una categoria che ha già dovuto pagare pesantemente le scelte politiche ed economiche dei vari governi che si sono succeduti. È un errore e una profonda ingiustizia, resa ancora più insopportabile perché fatta di nascosto e senza passare da alcun confronto con i Sindacati che rappresentano milioni di pensionati”.
Riforma Pensioni 2021 ultime news: in legge di bilancio delusione anche per l’ isopensione
Inoltre stando alla Bozza della legge di bilancio anche l”isopensione torna al vecchio tetto dei 4 anni dai 7 attuali di anticipo che l’azienda può finanziare, rispetto all’età di pensionamento ed il contratto di espansione viene sì ampliato alle aziende con meno di mille addetti, ma si ferma a 500 e così esclude le piccole e medie imprese. In prattica i vari punti discussi e trattati al tavolo pensioni tra Governo e sindacati sono finiti nel cestino e al momento c’è davvero poco in ballo in legge di bilancio per quanto riguarda la prossima riforma delle pensioni.
Certo qualcosa potrebbe arrivare in un secondo momento via emendamento parlamentare ma i tempi e i modi restano comunque molto stretti come riporta anche repubblica: “Il Quirinale vuole un nuovo passaggio in Cdm, dopo quello del 18 ottobre. Subito dopo arriverà alla Camera per il dibattito parlamentare. I deputati possono contare su modifiche per 800 milioni. Sarà dunque, con ogni probabilità, una manovra “monocamerale”. Il Senato non potrà cambiarne il testo e l’approverà tal quale, entro il 31 dicembre. Pena un esercizio provvisorio da scongiurare”.
Sindacati inermi, presi in giro da un governo arrogante. La mancanza della Isopensione a 7 anni è una vergogna !!!
Vorrei cortesemente chiedere se l’APE sociale per disoccupati senza naspi comprenderebbe anche chi ha cessato una attività di libero professionista con chiusura di partita iva ed è attualmente iscritto alle liste di collocamento.
Grazie per la risposta che vorrete fornirmi.
Ho 39 anni e mezzo di contributi e pochi mesi fa ho deciso per la prima volta di iscrivermi al sindacato. Bene lo metto sul podio come errori della mia vita.
visto che le Aende sotto i 500 dipendenti non hanno i privilegi di isopensione e solidarietà almeno facciano 3 anni di prepensionamento (Naspi,) con contributo integrativo da parte delle aziende per arrivare all’80% dello stipendio !
Infatti, isopensione con 3 anni di naspi dentro….accontenta imprese lavoratori e rende modesta la spesa dello stato…quest ultimo infatti si troverebbe comunque a pagare 2 anni di naspi in caso di licenziamento e sarebbe modesta la spesa per inserirne tre nell’isopensione- Raggiungendo di fatto l’obbiettivo di preservare il lavoro ai più giovani a favore del ricambio generazionale.
Francamente, non sono sorpreso, chissà cosa si aspettavano lavoratori e sindacati, forse non ci si è accorti che periodo storico stiamo attraversando. C’è un governo che invece di operare in fatto di economia nazionale, giusto o sbagliato che faccia, come d’altronde hanno potuto operare tutti i governi precedenti, sta combattendo una guerra sanitaria e tutto il resto è naturalmente passato in secondo piano. Leggo invece che ancora oggi tutti inveiscono contro una persona e una legge di ben nove anni fa, fatta in un altro pessimo periodo storico dove invece il grande problema era di natura economica. Nel 2018 un governo verdestellato che si è trovato in una situazione favorevolissima, senza spread e senza pandemia, ha partorito una miserrima legge delle pensioni, che ha creato più nefandezze che pregi, ( i pregi sono solo per chi ne è stato beneficiato) ed ha penalizzato tutto il resto del parco lavoratori, bloccando per giunta per ben tre anni una seria riforma valida per tutti e noi stiamo pensando ancora alla Fornero. Chissà cosa avrebbero combinato chi oggi critica il governo. Vi piace vincere facile stando all’opposizione, poi quando sono al governo riescono a produrre solo debito pubblico e una quota 100.
Penso che i sindacati siano presi in giro da questo governo è tempo di mobilitarsi e far abolire la fornero finalmente.
Finalmente hanno capito i legislatori che l’accesso al ape social rispetta la finalità della legge i disoccupati di lunga durata sono coloro che hanno perso il lavoro nel 2008 e vivono attualmente solo con il reddito di cittadinanza.