Riforma Pensioni 2023: cosa aspettarsi dal prossimo tavolo Governo-Sindacati?

La riforma pensioni del 2023 è attualmente in una fase cruciale e si prevede un importante tavolo tra Governo e sindacati, anche se al momento non si ha la data certa della convocazione. Questo sarà il terzo incontro tra il Ministero del Lavoro, quello dell’Economia e delle Finanze e i sindacati allo scopo di definire la legge strutturale sulle pensioni che entrerà in vigore nel 2024.

Pensioni 2023 incontro Governo-Sindacati per quota 41 ma non solo

Il primo incontro si è tenuto il 19 gennaio, seguito dall’incontro successivo dell’8 febbraio. A un ritmo di circa venti giorni, i vertici del governo stanno lavorando per definire la riforma pensioni del 2023. Nonostante il ministro Calderone abbia annunciato l’obiettivo finale di introdurre la quota 41 universale senza vincoli di età anagrafica, ha anche precisato che si procederà gradualmente.

Pertanto, si prevede l’approvazione di una nuova legge che possa traghettare gradualmente tutte le parti sociali verso la quota 41 universale. La situazione attuale è caratterizzata da una certa incertezza e ci si aspetta che l’incontro possa chiarire ulteriormente le prossime mosse del governo in merito alla riforma pensioni del 2023.

I sindacati stanno avanzando richieste per una maggiore flessibilità per le donne e i giovani che potrebbero subire le conseguenze della riforma pensioni con quota 41 universale. In particolare, si chiede di ripristinare l’opzione donna (he l’ex ministro Andrea Orlando avrebbe voluto rendere strutturale) per garantire alle donne un anticipo pensionistico.

La revisione della misura contenuta nella manovra del 2023 deve essere accompagnata da coperture finanziarie adeguate, che al momento non sono ancora disponibili. Per questo motivo, il Ministero dell’Economia e delle Finanze sta studiando attentamente le possibili fonti di finanziamento per la riforma pensioni del 2023.

Riforma Pensioni 2023, l’opzione Tridico resta una possibilità?

L’incontro sarà un’opportunità importante per discutere tali questioni e cercare di trovare soluzioni accettabili per tutte le parti coinvolte. Dai sindacati ci si aspetta che, oltre alle richieste di maggiore flessibilità per le donne e i giovani, verranno sollevate anche altre questioni cruciali, come ad esempio il contrasto della precarietà e all’aumento dei salari.

Ci sono poi ancora diversi sostenitori della proposta di Tridico, che ritengono che questa possa soddisfare tutti gli interessi in gioco. Secondo questa proposta, i lavoratori potrebbero accedere a un assegno pensionistico ridotto a partire dai 62 fino ai 67 anni, ma garantito a pieno dal compimento dei 67 anni. La proposta di Tridico è stata oggetto di dibattito e analisi da parte dei rappresentanti del governo, dei sindacati e delle parti sociali, e potrebbe essere presa in considerazione come una delle possibili soluzioni per la riforma pensioni del 2023.

Tuttavia, vi sono anche critiche e obiezioni riguardo alla proposta di Tridico. Alcuni sostenitori delle quote di pensionamento anticipate sostengono che queste consentono ai lavoratori di ritirarsi dal lavoro in anticipo rispetto alla pensione ufficiale, mentre altri rilevano che la proposta di Tridico potrebbe essere troppo rigida e non tener conto delle differenti situazioni personali e professionali dei lavoratori.

64 commenti su “Riforma Pensioni 2023: cosa aspettarsi dal prossimo tavolo Governo-Sindacati?

  1. A mio parere chi e prossimo ai 41 anni di contributi o addirittura chi e prossimo alla Fornero se ne dovrebbe sbattere i coglioni del governo del posto di lavoro del proprio datore di lavoro del proprio medico della mutua.Questo perche siamo quasi arrivati.Forse togliendo il quasi tutti faremmo ancora le persone serie dove per 40 anni abbiamo amato la nostra patria abbiamo dato serietà e professionalità nel nostro lavoro abbiamo dato tutto per il proprio datore di lavoro e il medico non sapevamo neanche come si chiamava.Sempre e per sempre CHI MENO SPENDE PIU SPENDE

    1. Mi scusi, come potrei scrivere un commento?
      Serve iscriversi al sito?
      Vedo che si può solo rispondere ai commenti già presenti.
      Grazie

  2. Scusate ma ” quale fortuna ? ” chi ha lavorato per 41 anni è fortunato ? oppure è più fortunato chi per gli stessi anni si è goduto la vita ed ha fatto il mantenuto ? e adesso mi venite a dire che ha diritto alla pensione come chi ha sempre lavorato………diventa la storia del reddito di cittadinanza……….fosse per me……………

    1. L’ evidenza che poi ognuno guarda il proprio orticello…
      Esattamente cio’ che vogliono per non dare piu’ un czz a nessuno.

    2. Mi diverte che c’è chi assimila 41 anni di lavoro con 41 anni di contributi e mi diverte ancora di più che qualcuno dica che se hai lavorato in nero o non hai gli anni per arrivare a 41 vuole dire che ti sei divertito da giovane non lavorando Ma dove vivete a Lugano?! Ma conoscete la realtà del sud o pure conoscendola non ve ne fotte niente!? Vi comunico una notizia ma mantenete il segreto: l’altra volta quando sono andato a farmi visitare dal medico questi mi ha domandato quanto anni avessi e non quanti anni di contributi nell’estratto conto INPS!!!

    3. E’ sempre la stessa storia, anche gli schiavi venivano considerati “fortunati” poichè avevano un tozzo di pane e una baracca in cui vivere e se non altro “potevano” lavorare.

  3. Egregi signori, forse alcuni che sono prossimi alla pensione non ha presente cosa significa la storiella delle penalizzazioni prima dei 67 anni, infatti i nostri governanti, con la legge Fornero ci hanno prima detto che chi non aveva 18 anni di contribuzione al 1995 andava con in pensione con il sistema di calcolo misto (contributi ante 1995 retributivo – post 1995 contributivo) adesso, come nei miraggi, si mette in discussione pure questo e quindi eventualmente si prevede di mandare via con il calcolo tutto contributivo (è sarebbe la prima penalizzazione) ma forse parecchi non sanno che vi è di già un’altra penalizzazione nei coefficienti di calcolo che determinano il montante che viene spalmato negli anni previsti dalla legge per l’aspettativa di vita, infatti se qualcuno va a vedere la tabella dei coefficienti, si evince che più giovane si va in pensione più basso è il coefficiente a prescindere dal fatto che hai 41 anni di contributi. Come potrete notare non fanno altro che studiare come fregare e mettere le mani nelle tasche di chi lavora da una vita! un’autentica vergogna!

    1. Hai proprio ragione! Io lavoro da quando avevo 19 anni … a luglio 1986 ho finito gli esami di stato ed il primo settembre ho iniziato a timbrare il cartellino… sono una madre di due figli, coniuge che per varie vicissitudini ha dovuto chiudere la PI da ex artigiano…. Pagava l’Iva con la mia produttività… faceva l’autotraportatore…ora facciamo salti mortali per campare…
      Ed io sarei tra le PRIVILEGIATE a lavorare da giovane… hanno scatenato la guerra tra poveri!!!! È un vergogna!

    2. La solita furbizia di chi ci governa, e con quei soldi che risparmia si possono divertire con i loro lauti stipendi, con spese folli e diritti acquisiti, tanto la regola vale sempre e soltanto per gli altri.

  4. In risposta a diversi commenti che ho letto: innanzitutto mi si dovrebbe spiegare perchè si da per scontato che uno che ha lavorato 41 anni a 58/60 anni sia giovane ,integro e in buona salute e fortunato non solo per gli anni che ha lavorato ma perchè può continuare a lavorare? io ho 60 anni, 41 passati a fare i turni in fabbrica tutta questa mia fortuna non riesco a vederla,però ho visto tanti assunti a tempo indeterminato nella mia fabbrica che dopo 5/6 mesi si licenziavano ,forse non riuscivano ad abituarsi a tanta fortuna,riguardo alla salute ho avuto 2 inerventi al ginocchio ed uno alla spalla e non perhè giocavo a pallone o a tennis ,ma per il lavoro che faccio e vi assicuro che tra i miei colleghi siamo in 170 c’è chi sta peggio, per questo prima di scrivere bisognerebbe conoscere l’argomento.Saluti

    1. Caro Francesco, come ti capisco. La situazione che hai presentato è comune ha tantissime persone e non si sa per quale ragione venono considerati Fortunati. Aggiungici anche che se hanno iniziato a lavorare a 15 anni, non possono nemmeno sfruttare i soli 41 anni per via dei famosi paletti. Queste sono le generazioni che più di tutte hanno contribuito a far crescere l’italia e che all’inizio gli si promettevano 35 anni per la pensione, poi 40, ora 43 e chissa’ dove andremo a finire, (ovviamente ridugendo sempre la quota delle pensione attraverso calcoli macchinosi fatti ad hoc per “risparmiare”. Ma quando si risparmia su qualcosa, qualcun’altro paga, e ci risiamo a pagare sono sempre gli stessi i “fortunati”.

  5. Il fatto di introdurre eventualmente la soglia di 41 anni di contribuzione, come unico requisito per uscire prima della vecchiaia, non aumenta, bensì semmai diminuisce (e di parecchio, ed in maniera del tutto evidente e macroscopica) il grado di flessibilità in uscita. E se la flessibilità – da applicare sulla platea generale italiana – era il fine principale che si voleva raggiungere, è del tutto ovvio che questo non verrà mai raggiunto. Ed anzi, così operando, si introdurrebbe un ennesimo criterio di (notevole) rigidità al sistema. Esattamente il contrario di ciò che si voleva raggiungere.

    In sintesi, tutta questa sorta di “cortina fumogena” legata all’anzianità contributiva, e non all’età – che resta invece l’unico criterio stabilizzante e capace di donare realmente equità e sostenibilità al sistema – induce a pensare che non ci sia in realtà nelle forze politiche alcun reale intento di rendere realmente sostenibile, sotto il profilo sociale ed economico, un’eventuale riforma previdenziale.

    La contribuzione è infatti il principale criterio che deve stabilire l’ammontare dell’emolumento (quindi il QUANTO), laddove principalmente dev’essere l’età ad orientare il momento del pensionamento (ovverossia il QUANDO). Mischiare di continuo il tema sostanziale dell’ammontare dell’emolumento (anzianità contributiva) con quello del diritto a cessare il lavoro (anzianità anagrafica), certamente non aiuta a trovare soluzioni. Soluzioni che siano oltretutto nel contempo eque e sostenibili.

    In sostanza, non si può pretendere che un lavoratore di 60 anni possa andare in pensione solo perché ha avuto la (rara) fortuna di iniziare a lavorare a 19 anni, senza avere mai avuto in quarantuno anni un vulnus contributivo dovuto ai centomila motivi che la natura la sorte le vicende aziendali la salute o la sfortuna ci para davanti nell’arco di una vita e nel quadro di generale complessità che contraddistingue il nostro Paese, mentre un lavoratore di 64 o 65 anni che non ha avuto un tal coacervo di fortunate combinazioni debba esser penalizzato, restando “obbligato” a lavorare fino ai 67 anni od oltre.

    Quindi, nulla vieta che si decida di avvantaggiare sotto il profilo del Quando chi ha una certa (notevole) anzianità contributiva (41 anni), ma questa “valvola di sfogo” per pochi non può essere l’unica via ad esser creata. Bensì può valutarsene l’introduzione esclusivamente all’interno di una riforma sostanziale che stabilisca – per l’intera platea – limiti d’età uniformi per tutti.

    Ed a quest’ultimo riguardo, è del tutto evidente che un limite d’età che oltrepassi i 64 anni appare del tutto insoddisfacente e irrealistico.
    In conclusione, una flessibilità congegnata attorno alla soglia dei 64 anni (e certamente non oltre) per tutti, con eventuale lieve penalità dell’emolumento fino ai 67 anni, che preveda altresì una quota 103 STRUTTURALE come “valvola di sfogo” in ottica premiante per chi abbia un numero particolarmente ragguardevole di contributi (41) mi parrebbe soluzione accettabile.

    Lo dico da persona che quest’anno a Dio piacendo compirà 61 anni, ed essendo nell’imminenza di completare il 38° anno di contribuzione inps.

    1. Quando dico “è del tutto evidente che un limite d’età che oltrepassi i 64 anni appare del tutto insoddisfacente e irrealistico” intendo ovviamente un’eventuale proposta di riforma che contempli un’età SUPERIORE ai 64 anni. Poiché 64 anni è età che qualsiasi idea di ragionevolezza non consente di travalicare.

    2. Ma volesse il cielo, Antonello! La tua proposta la firmerei non una, ma cento volte. Sarebbero accontentati i “quarantunisti” e ci sarebbe salvezza per i più anziani. Personalmente quest’anno avrò raggiunto 35 anni di contributi, pochini per quelle che sono state le possibilità date con le ultime soluzioni di uscita dal lavoro. E, ad inizio 2024, compirò 64 anni. Sto sperando con tutto il cuore di poter lasciare, per me sarebbe già un successo se portassero l’età di vecchiaia a 65. Ma che abbassino due anni così in un sol colpo, sembra una chimera.

    3. Analisi perfetta.I partiti e soprattutto chi ha governato nel passato e chi attualmente governa, non hanno volontà di costruire un sistema previdenziale equo, sostenibile e giusto.Fermi,dove vogliono , a guardare i criteri di bilancio senza avere la volontà di trovare le risorse necessarie nel mondo occulto del lavoro, dimenticando che lavoro e pensioni sono due facce della stessa medaglia. Non ci resta che lottare per difendere i nostri diritti…stimolando le rappresentanti sindacali a spingere sull’acceleratore, perché chi ha 64 o più anni, non può ancora aspettare.

      1. Giovanni io li stimolerei con una bella purga e li chiuderei a chiave nel bagno, buttando la chiave- altro che spingere sull’acceleratore, questi furbastri segretari della triplice stanno spingendo per entrare in parlamento….. ecco perché non si mettono di traverso con Meloni e company.

  6. Cosa ci possiamo aspettare? Visto quello che vedo e quello che non vedo, oltre a quello che ho visto in passato, mi aspetto rogne ed ingiustizia paludate di qualche forma di accettabilità per il presente e per il futuro. Quanto alla proposta Tridico la controparte ha una storia di categoria e personale di inaffidabilità per cui io non la firmerei. Sono 43 anni che firmo e non firmo con questo criterio e la prima fregatura la prenderò perchè i casi miei li firmeranno altri. Per dirne una in Italia 15 milioni di famiglie, un sacco di persone, dichiarano di vivere con meno di 10 mila euro lordi l’anno e il 50% dell’intera popolazione paga meno del 3% dell’Irpef . Questo è il treno da cui proveranno di non farci scendere, questo è lo schema che ha governato anche la gestione del comparto previdenziale. In italia c’è un’evasione di contributi sociali di oltre 20 miliardi l’anno ed è nota e nessuno propone soluzioni valide in proposito. E gli evasori sanno che comunque a 67 anni lo Stato una pensione sociale, magari pure integrata, la concede su semplice richiesta senza distinguo se sei uno sfortunato od un’elusore. A fronte dell’abitudine alla collusione con questi schemi cosa mi aspetto? Come minimo una forte pressione per replicarli.

  7. salve
    forse non avrò risposta . ma ci provo lo stesso
    Ho 64 anni 65 a luglio , sono trapiantato di fegato ormai da 12 anni ,ho solo 32 anni di contributi con il 90% do invalidità ,
    secondo voi potrei andare in pensione?
    Visto che nei ultimi anni la prospettiva di vita ,non sarà tutta rose e fiori ,preferirei godermi un po di vita , prima di andare in pensione con il catetere….
    grazie , speriamo bene per tutti Giancarlo

    1. Giancarlo, ti avevo già risposto ma non vedo il commento per cui lo faccio di nuovo: intanto grande solidarietà; chiedi a un patronato e magari anche all’inps; chiedi intanto se hai diritto ad una pensione di invalidità visto l’invalidità al 90%; forza e coraggio; saluti a te e ai gestori del sito

    2. Ciao Giancarlo,
      il tuo è l’esempio lampante di quanto sarebbe giusto introdurre la flessibilità in uscita.
      Altro che continuare a menarla con la quota 41 per tutti, i fortunati che hanno un lavoro e che magari godono anche di buona salute.

      Poter uscire dai 62/63 anni con un minimo di 20 anni di contributi e con piccola penalizzazione (1,5-2,5%) per ogni anno di anticipo rispetto ai 67, sarebbe un segno di grande civiltà ed uguaglianza.
      Un augurio a te Giancarlo.
      Ciao

      1. Mi associo a Giuseppe per esprimere tutta la mia solidarietà a Giancarlo- purtroppo c’è ne sono a centinaia di casi così e questo governo non mette mano , non capendo che oltre 41 che premia pochi ed in buona salute, c’è una marea di gente oltre i 60 anni che non raggiungeranno mai i 41 e non stanno per niente bene- purtroppo regna la diseguaglianza e l’inciviltà totale dei governanti e nessuno li mette alla sbarra, a cominciare dai sindacalisti- basti pensare che non hanno detto una parola in vista del tavolo di oggi. E ‘insopportabile questo atteggiamento, dovrebbero essere messe a ferro e fuoco le piazze , come in Francia.

      2. Le pensioni sono una cosa. Mentre in questo caso dovrebbe esserci una forma di assistenza separata.
        Il loro intento e’ quello di creare occasioni per cui siamo noi a chiedere flessibilita’ per dare poco adesso e niente a tutti domani.

    3. Un’abbraccio a Giancarlo,purtroppo quella dei precoci con invalidità annessa è una legge studiata da delle menti diaboliche,anche io ho un’invalidità al 75% 41 anni di contribuzione…però c’è (questa e la parte diabolica) bisogna avere almenno 52 settimane versate prima del diciannovesimo anno di età, e io presumo che solo pochi fortunati che hanno cominciato a lavorare negli anni 78-79-80-81 si siano ritrovati con dei contributi pagati dal datore di lavoro…prima purtroppo era cosi! nel mio caso sono di novembre 61 ho compiuto 19 anni a novembre 1980 quindi avevo solo 48 settimane…e per 4 sono rimasto fregato,ora attendo novembre 2023 quando avrò 62 anni e 42 di contributi e vedremo che tipo di penalizzazione ci sarà con quota 103(non ho bei presentimenti)…nel frattempo continuo a resirare fumi tossici e altre schifezze sul mio posto di lavoro…ma non mollo, so che per ogni anno di invalidità vengono riconosciuti 2 mesi in piu di contribuzione per un massimo di 5 anni,come ti hanno già consigliato rivolgiti a un buon caf per farti seguire,saluti a tutti e forza.

  8. Questi bei tavoli corposi servono solo per andare a tavola tutt’insieme e starnazzare come oche giolive.
    Non ne verrà fuori nulla, e dove sta’ la novità – sono piu’ di otto anni che si va avanti in questo modo.
    L’unico insegnamento che si puo’ trarre è il seguente:
    Beati i Lazzaroni, i Fannulloni e i percepitori di reddito di cittadinanza, tutto il resto è il gregge che deve produrre..

    1. ma 65 anni per tutti no?????? loro non hanno problemi di pensioni, quei farabutti che poggiano il culo sulle poltroncine a Roma: che schifo di paese l’Italia, altro che il bengodi……

  9. Buon pomeriggio! Spero che il prossimo incontro tra Governo Italiano e Sindacati sia foriero di buoni propositi. Grazie a tutti di cuore!

      1. ” Nulla impedirà al sole di sorgere ancora, nemmeno la notte più buia, perché oltre la nera cortina della notte c’ è un’ alba che ci aspetta.” ( Kalil Gibran).

  10. Ci troviamo tra i 42 anni e 10 mesi o 67 anni fornero e la proposta sindacati 41 o 62.
    In mezzo ci sono state le quote 100, 102, 103 , OD .
    Ora si pensa ad una revisione STRUTTURALE .
    La Tridico sta in mezzo come altre proposte .
    E’ facoltativa da 6X a 67 sei in regime contributivo poi a 67 ritorni in misto o retributivo .
    Visto che a 41 o 62 non ci arriveremo mai ( magari ma non ci crede nessuno neanche i sindacati) , la Tridico va benissimo risolverebbe tanti problemi.
    Certo va scritto col sangue che a 67 ritorni nel misto o retributivo se no sarebbe una fregatura da marcia su roma …

    1. Paolo 1959, qui si continua a parlare di 42 anni e 10 mesi. la realtà è che sono 43 anni e un mese! Voglio vedere quanti di noi possono permettersi di stare a casa per tre mesi senza stipendio.

      1. E non solo, dal 2027 riprende la scalata della Fornero: 4 scatti da 3 mesi ogni biennio.
        Dal primo gennaio 2027 si applicheranno gli incrementi dei requisiti legati alla speranza di vita ISTAT che fino al 2026 sono congelati.

  11. Speriamo non tocchino la legge Fornero almeno sappiamo che dobbiamo fare i 42 anni e 10 mesi e punto, con quota 103 hanno per l’ennesima volta preso per i fondelli i lavoratori precoci, che hanno 42 anni e più di lavoro ma non i 63 anni di età, e devono restare al lavoro e vedere colleghi con meno contributi versati andare in pensione.
    I 41 anni proposti a fine legislatura ormai non serviranno più ai lavoratori precoci che saranno in pensione con la legge Fornero, ecco perché spero non la tocchino, ogni volta che modificano la legge pensionistica peggiorano sempre di più le cose.

  12. L’opzione Tritico è una buona soluzione che potrebbe accontentare molte persone che in questi ultimi anni di quote sono rimaneste fuori per un pelo e ora si trovano ad avere 64 65 anni e 39 o 40 di contributi senza poter andare in penzione

  13. L’esperienza insegna!!!
    Non carichiamo di troppe aspettative questo incontro di domani…perchè poi il giorno dopo con la delusione e la rabbia per l’inconcludenza, gli improperi vanno alle stelle!!
    Personalmente non ho nessuna fiducia che dal predetto tavolo di domani esca qualcosa di buono e costruttivo. Spero di sbagliarmi!
    Stiamo a vedere!

  14. Quota 41 è troppo onerosa per le casse dello stato.

    Meglio fare la flessibilità in uscita con la proposta Tridico oppure, meglio ancora, con la proposta UTP.

    Quota 41 va a favorire solo coloro che hanno carriere lunghe ignorando tutti gli altri che non hanno quella fortuna.
    E coloro che non volessero arrivare fino ai 42 e 10 mesi potrebbero comunque anticipare a 41 anni con una piccola penalizzazione.

    Questa sarebbe una vera riforma strutturale basata su principi di uguaglianza!

    1. Onerosa? cominciassero a risparmiare veramente come farebbe un buon padre per la propria famiglia.
      I governi spendono e spandono senza sapere cosa fanno.
      Lavoro nella sanità da 30 anni e posso garantire che con le scelte scellerate fatte negli anni passati si stanno facendo debiti sempre maggiori a fronte di un peggioramento del servizio. Ma un enorme peggioramento!
      Bastasse rimendiare andando veramente a mettere il naso su cosa combinano i nostri politici e quali sono le scelte scellerate nei vari servizi pubblici, a cominciare da tutti gli appalti, che di miliardi ne salterebbero fuori, e molti.
      Fanno schifo!
      Altro che non ci sono i soldi!

    2. CARO GIUSEPPE, quota 41 non favorisce nessuno. Tantè che quelli delle carriere lunghe attualmente si trovano con 42 anni sul groppone e stanno continuando a lavorare perchè incatenati dalla legge Fornero. La flessibilità in uscita va bene per quelli che non raggiungono i 41 anni di contributi o in stato avanzato d’eta’ esempio 65.

  15. La proposta Tridico è facoltativa e serve soprattutto a sistemare i “non occupabili” cioè gli ultra60enni disoccupati. Parliamo di persone che non hanno reddito. Difficile da capire?
    Se a te non sta bene non la fai.

  16. Tridico resta un’opzione, è vero, ma da 62 a 67 anni ne passano 5…. se anche la mettessero, chi si potrebbe fidare che fra 5 anni, con chissà quale governo, si passerebbe al sistema misto auspicato? Io no.
    Un saluto ai gestori ed a tutti voi

    1. nessun governo ha mai messo in discussione la cristallizzazione dei diritti. Con codesto criterio anche andare in pensione col misto pieno non garantisce che un governo tecnico futuro possa ricalcolarla.

    2. intanto mimmo dai 62 anni è quasi impossibile; forse 63 ma tanto forse; a mio parere anche dai 64 anni sarebbe un mezzo miracolo; fidarsi? entra nell’ottica di non fidarti; loro calcolano che il 10% , nel caso, li porterà in causa; una causa collettiva? con i sindacati attuali? sperare non costa nulla; saluti a te e ai gestori del sito

  17. l’ho già detto e lo ripeto: la proposta tridico non mi sembra male; è un opzione e come tale una persona può o non può aderire in base alle proprie situazioni personali; tutto qui; saluti ai gestori del sito

    1. Paolo Prof.ti aspettavo al varco.Giovani la proposta Tridico è una scelta personale.Condivido anche la proposta di Sergio con 103 senza paletti.Naturalmente bene anche 41 secca.Ma un minimo di contributi e una certa età li devi avere.Credo,senza far innervosire chicchessia.Marco

      1. marco, sai qual’è il problema? le varie quote che siano 100, 102, 103 ma anche prima della fornero 92, 95 hanno sempre visto paletti in continuazione: con 92 erano 35 e 57 anni; 35-60 anni; lo fanno apposta per escludere la gente; con 100 bastavano i 62, poi alzato a 64 , quest’anno 2 in meno ma 3 in più di contributi; ma se l’alternativa è dover raggiungere i 42 anni e 10 mesi + finestra o i 67 anni e ti dicono: a 64 ti do la parte contributiva, a 67 quell’altra è meglio di non avere nulla prima dei 67 anni; tutto qui; la faranno? secondo me no ma sperare non costa nulla saluti a te e ai gestori del sito

  18. Buongiorno la legge Fornero resterà, questo si sa.
    Fate pure tutte le opzioni che volete .. ricordatevi Burocrati ci avete rovinato l’esistenza, provate voi a timbrare il cartellino ogni santo giorno per oltre 40 anni consecutivi.La vergogna non ha Mai limite.

    1. Quota 102 punto!
      nessun altro vincolo o paletto e nemmeno finestre o tantomeno decurtazioni.
      Anni di età + anni di contributi deve fare 102. Stop!

  19. Questi tavoli mi sembrano inutili se non si hanno idee chiare. Io avevo pubblicato qui un decalogo di punti fermi. Senza avere la presunzione che i miei fossero giusti, mi sembra che i sindacati vadano a braccio.
    Dal momento che ci possono essere soluzioni che sistemino i “non occupabili”, e altre che superino gradualmente la Fornero in maniera sostenibile, il tutto mi sembra fattibile.
    Passando dal rigido al facoltativo.
    Non dimenticando di unificare i criteri per INPS e altre gestioni obbligatorie.
    Ma mi pare anche che i sindacati abbiano una posizione debole e confusa sulle pensioni.
    Avendo i conteggi giusti sulle simulazioni dei costi, mi piacerebbe partecipare al tavolo del Governo con Andrea, Franco Giuseppe, il Dott. Perfetto, Stefano, Wal52 e altri che non posso citare tutti, che contribuiscono a questo forum con pensiero critico e intelligente.
    Se Durigon e i sindacati sono “tecnici”, forse è meglio che ci andiamo noi…..

    1. Concordo pienamente con te Giovanni purtroppo i sindacati hanno le idee confuse e non produrranno niente di nuovo anzi ci sarà il solito rinvio senza nessuna novità.
      La solita presa in giro e hai ragione quando dici che siamo più esperti noi su blog che i tecnici del governo e i sindacati, si leggessero i nostri commenti e le nostre proposte potrebbe essere un punto di partenza e invece sarà il solito nulla di fatto.

  20. Domani si deve tentare di far passare la quota 103 senza paletti, seppur partendo dai 37 anni di contributi, con la somma di età e contributi- favorirebbe precoci , anziani e donne- se proprio non cede la Calderone, bisogna spingere per la proposta Tridico che comunque apre una porta a tantissimi- mettiamoci in testa che questi Governanti non cederanno e quindi è inutile chiedere la luna, a meno che non si va allo scontro frontale, cosa impossibile per i sindacati che abbiamo e perché non abbiamo la cazzimma dei francesi- quindi avanti con quota 103 libera, proposta Tridico e si tenti la Utp, anche se non credo che la valuteranno- l’importante è creare dei corridoi d’uscita per salvare migliaia di persone allo stremo e piene di problemi- se nemmeno il 28 si combina qualcosa, bisogna urgentemente scendere in piazza.

  21. L’opzione Tridico è appunto un’opzione, non un obbligo, per molti potrebbe rappresentare una soluzione, ma non preoccuparti non l’adotteranno mai!

  22. Se ne uscirà con l’ennesimo nulla di fatto, rinviando tutto al prossimo incontro. E noi sempre ad aspettare che succeda qualcosa. Questi( governo e sindacati) si ritrovano per la rivincita della partita di scopa d’assi della volta precedente. Si deve scendere in piazza. Non ci sono alternative.

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