Riforma Pensioni 2023: critiche da Brambilla su minime a 1000 euro, non sono sostenibili

In un articolo pubblicato sull’inserto del Corriere della Sera, l’economista Alberto Brambilla ha lanciato un nuovo allarme riguardo le pensioni minime, affermando come la proposta di Forza Italia di aumentare le pensioni minime a mille euro al mese e azzerare la contribuzione previdenziale per le nuove assunzioni metterebbe in pericolo la sostenibilità a lungo termine del sistema pensionistico, violando il patto intergenerazionale e compromettendo le pensioni adeguate per i giovani. Brambilla è scettico su queste proposte poiché i conti dell’INPS sarebbero messi in difficoltà nel breve periodo, come dimostrato da ulteriori calcoli.

Riforma Pensioni 2023: Brambilla su aumento minime a 1000 euro

L’economista Alberto Brambilla ha espresso scetticismo nei confronti della proposta di Forza Italia di aumentare le pensioni minime a 1000 euro al mese e di azzerare la contribuzione previdenziale per tutte le nuove assunzioni. Secondo Brambilla, queste proposte potrebbero mettere in difficoltà i conti dell’INPS e rischiare di creare un buco contributivo ancora maggiore.

Brambilla ha anche sottolineato che molte persone che percepiscono pensioni minime sono ex lavoratori in nero, evasori e elusori, che hanno già beneficiato di un aumento della rivalutazione dell’8,8% dell’assegno e di un aumento della rendita a 600 euro per gli over 75. Brambilla afferma poi che “Per coprire le maggiori uscite previdenziali, però sono stati colpiti gli ex lavoratori con rendite che vanno dai 2.100 euro lordi al mese in su, linite non particolarmente elevato, che godranno di un minore adeguamento degli assegni alla corsa dei prezzi. Nessun taglio agli sprechi nella spesa pubblica, ma si toglie a qualcuno per dare a qualcun altro senza un attenta considerazione della situazione reddituale italiana. “.

Ultime notizie Pensioni 2023: le parole di Brambilla contro la proposta di Forza Italia sulle pensioni minime a 1000 euro

Brambilla ha evidenziato che c’è già un’evasione di contributi sociali di oltre 20 miliardi l’anno e che il rischio di aumentare il lavoro nero e gli evasori sarebbe ancora maggiore con la certezza di prendere 1000 euro netti al mese esenti dal prelievo fiscale. Il conto della maggiore spesa ricadrebbe sulle spalle dei contribuenti che subiscono il prelievo alla fonte.

Brambilla fa i conti e spiega che: “Se si vogliono integrare a 600 o a mille euro al mese le rendite, considerando i 4,552 milioni di pensionati (su un totale di 16 milioni) potenzialmente beneficiari, il costo totale nell’ipotesi di aumenti a 600 euro è di 4,275 miliardi mentre a mille euro al mese il costo è di 27,779 miliardi, una spesa strutturale che crescerà ogni anno per i nuovi pensionamenti, per l’aumento della speranza di vita e per inflazione.”

Brambilla ha infine affermato che l’innalzamento delle pensioni potrebbe non essere una soluzione a lungo termine per la sostenibilità del sistema pensionistico e che sarebbe necessario un maggiore impegno per prevenire l’evasione dei contributi e per ridurre gli sprechi nella spesa pubblica.

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21 commenti su “Riforma Pensioni 2023: critiche da Brambilla su minime a 1000 euro, non sono sostenibili

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  5. Purtroppo sempre provvedimenti massimalisti dove, colme già detto dal medesimo Brambilla, in nome di una minoranza di realmente bisognosi si va a remunerare un contesto di complessiva elusione contributiva , visto che da “in nero” nasce “in nero”, si va ad incoraggiare anche l’evasione fiscale con buona pace dei proclami inconsistenti e per captazio benevolenza. E questa è irresponsabilità amministrativa.

  6. Buonasera! Spero che il Governo Italiano aumenti le pensioni anche agli invalidi civili parziali. Ringrazio tutti vivamente.

  7. A parte le critiche del Sig. Brambilla e le giuste considerazioni fatte che sono solo propagandistiche io mi domando, ma come è possibile che si voglia dare una pensione minima di 1000 euro al mese e poi mandiamo in pensione donne con OP che con oltre 35 anni di contributi rischiano di prendere a mala pena 1000 euro.
    Da oltre 10 anni sia la sx che la dx che il centro ma soprattutto lei la professoressa anno scombinato un sistema che reggeva da oltre 40 anni.Con una semplice regola di nome CONTRIBUTI.
    Io mi ripeto non avere il coraggio di fare la cosa giusta sta comportando un continuo esborso da parte dello stato che mi ricorda un detto CHI MENO SPENDE PIU’ SPENDE.
    Q41 è la soluzione giusta corretta equa dove prevale la legge della meritocrazia.
    Un piccolo accenno alle prossime votazione in lombardia e lazio.Compagni votate quello che volete ma chi ci ha preso per il culo deve fare la fine di gigino di maio.Ci siamo capiti

  8. Il problema non si porrà ! Sono i soliti slogan per prendere un voto in più approfittandosene “cinicamente” dei “poveri” anziani. Porteranno a 700 euro sopra gli 85 anni , poi 800 euro sopra i 95 anni , a seguire 900 euro sopra 105 anni e infine 1000 euro sopra i 115 anni ! Ecco fatto .. promessa mantenuta !

    1. Condivido Antonella, non ci avevo pensato. Magari adottano stesso metodo anche per le pensioni normali, contributivo fino a 100 anni e poi retributivo.

    2. no, antonella , anche così un pò la prenderanno: solo ai 90 anni se accompagnati non dai figli ma dai genitori; ci sarà oltre al festival di Sanremo anche il festival delle sparate più grosse per prendersi voti ; saluti a te e ai gestori del sito

  9. visto che fra 2 settimane ci sono le votazioni in Lombardia e Lazio mi sento di dire che è una uscita elettorale dell’esimio ex presidente Silvio ; nulla più; saluti ai gestori del sito

  10. Aumentare a 1000 euro sarebbe corretto dal punto di vista sociale. Allo stesso tempo aumentare l’ importo per chi ha contribuito per tanti anni.
    Nb. Far si che si possa scegliere se dare i propri contributi allo stato o ad altri soggetti.

    1. Scusi Max … ma chi sarebbero gli altri “soggetti” … quando non ci va bene nemmeno che il “soggetto” sia lo STATO.

      1. Lo stato trattiene alla fonte i nostri contributi, per poi decidere cosa farne , cambiando le carte in tavola tutti i momenti. Dobbiamo essere noi a decidere a chi dare i nostri soldi in base a delle regole concordate. Un po’ come quando si va ad aprire un mutuo per la casa… si valutano le varie proposte delle banche e poi si sceglie….

        1. Buona sera Max
          Certo, la risposta è un quella che mi attendevo.

          Mi pare di rammentare, ma non ne ho certezza, che in Germania la categoria degli autonomi o qualcosa di simile non sia tenuta a versare contributi pensionistici allo Stato, come avviene normalmente e per legge per i lavoratori dipendenti.
          Credo che possano operare una specie di “libera scelta” su come destinare una parte del loro risparmio per le future pensioni ma, ripeto, non ho certezza.
          Altre situazioni simili non le conosco.

          Io confido maggiormente nello Stato, cosa diversa dal confidare nei partiti, e confido meno anche nelle banche e/o assicurazioni; quantunque io sia stato tra gli aderenti a un fondo pensione di categoria.
          Dico questo per due ragioni:

          La prima perché quella gestita dallo Stato, solitamente, è regolata a livello collettivo, impostata sulla solidarietà tra generazioni e come tale dovrebbe risultare più efficiente e vantaggiosa che non quella in cui ognuno si occupa della propria previdenza.
          Lei teme che i partiti ci facciano quello che vogliono, non credo. Certamente è vero che ogni tanto ci cambiano le regole, ma anche perché mutano i presupposti.
          Ma allora bisogna decidere se, come diceva Perfetto, ci sono parole che al popolo piace sentire, oppure riforme che quando arrivano non si vuol digerire.

          Per restare nella nostra discussione, il secondo motivo è perché, come dimostrato nel recente passato, si possono subire le crisi dei mercati finanziari a causa della deregolamentazione permessa.
          E in quelle non rare occasioni le posizioni individuali degli aderenti, in particolare quando si è possessori di quote significative di titoli azionari negli accantonamenti, e ci si trova vicini al pensionamento si rischiano danni ingenti.
          E quando il danno oltre che ingente e diffuso (non solo in fatto di pensioni) vediamo quanto sia coinvolto nel porvi rimedio lo Stato.

          Negli USA non è raro che accada e si abbia notizia.

          Saluti

          1. Lo stato e il privato sono ormai un unica entita’ il cui scopo e’ il profitto. Lo stato e’ infiltrato dalla finanza in tutti i suoi settori..

  11. Ma l’aumento a 1000 euro delle pensioni minime lo paga Berlusconi per risarcire lo Stato Italiano della sua imponente evasione fiscale? Mi sa invece che dovranno pagare come sempre quelli che dopo 43 anni di duro lavoro e di versamenti dei contributi fino all’ultimo centesimo andranno in pensione con un tozzo di pane e un calcio sui denti da parte di uno Stato che li fa pure sentire dei ladri perchè osano andare in pensione prima di 67 anni! E’ facile farsi belli con il c…lo degli altri!

    1. Tra berlusconi e salvini fanno quelli che ” tanto non sono soldi miei ma dello stato.” Ora, quei 23 miliardi di euro spesi per la quota 100 appena 4 anni fa, devono ripagarle le donne con OD aumentata, chi aveva versato e non avrà la rivalutazione piena e probabilmente i futuri pensionati con il tutto contributivo. Quando si buttano soldi in stronzate, qualcuno deve ripagarle. Grecia …….. arriviamooooo.

  12. Sarà forse un discorso egoista ma non possono aumentare le pensioni minime a 1.000 a chi non ha mai versato un centesimo di contributi e poi a noi che abbiamo lavorato magari 41 anni ci danno una pensione da fame. Seguendo il ragionamento di Berlusconi dovrebbero aumentarle tutti soprattutto a chi ha versato i contributi altrimenti l’ingiustizia sarà doppia. Noi nati nel 1960/1964 andremo in pensione sempre più tardi e con pensioni da fame. Basta disparità o promesso solo per raccattare qualche voto, ci vuole equità nella vita altrimenti lo prenderanno nel didietro sempre i soliti.

  13. Pagano sempre quelli……
    Quelli che fra l’altro non possono andare in pensione dopo aver pagato regolare per più di 40 anni.
    Grazie ai nostri politici e sindacati collusi.
    Ancora GRAZIE…………

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