Riforma pensioni 2023, i lavoratori:  Si o No al part time come ‘scivolo’?

Nei giorni scorsi vi abbiamo annunciato gli ultimi rumors in campo previdenziale, ossia l’ultima idea del Governo per accompagnare alla pensione i lavoratori prossimi alla quiescenza e permettere allo stesso tempo il turnover generazionale. L’idea sarebbe quella di un part time per i lavoratori più anziani che potrebbero affiancare i giovani facendo una sorta di tutoraggio, per loro dunque metà stipendio e metà pensione, con i contributi però versati fino al raggiungimento dei 67 anni al fine di non avere buchi contributivi ed avere poi la pensione piena al termine della loro carriera lavorativa. La proposta sta facendo molto discutere e la nostra ‘piazza virtuale’, leggendo i commenti sul portale, si divide: tra chi é completamente contrario, quasi la maggioranza, chi é scettico, e chi tutto sommato la vede comunque come una possibilità qualora non vi fossero alternativa. Come a dire ‘piuttosto che nulla, meglio piuttosto’. Di seguito alcuni commenti:

Riforma pensioni 2023: NO al part timeper l’uscita anticipata

Paolo Prof, scrive: Guarda che sono veramente dei dritti; le pensano tutte; il pensionato che forma per 2 anni no perchè lo devi pure pagare per la formazione del giovane neo assunto; allora si inventano la formula del pensionato che non è un pensionato perchè pensionato è uno che ha finito di lavorare ; almeno io la intendo così; certamente ci sono quelle persone che tutto sommato vogliono continuare a lavorare con meno ore e magari andare avanti ben oltre i 67 anni (ne conosco); c’è anche quello che non ne può più e gli pesa fare non 2 anni in più, 2 mesi in più; se fosse un’ opzione e basta ci sarebbe chi aderisce e chi no; magari facessero una norma anche per chi non arriva ai 41 anni e sono tantissimi; fra 2-3 mesi vedremo; saluti a te e ai gestori del sito

Roberto, incalza:Quindi fatemi capire: mi stanno proponendo che, invece di andare in pensione “anticipata” a 64 anni (avendo iniziato a lavorare al termine delle scuole superiori), posso decidere di continuare a lavorare part time fino ai 67 anni? Bella idea, non ci avevo pensato, sono dei geni

Antonello molto perplesso aggiunge: “Vorrei capire quanto (poco) stipendio dovrebbe ricevere il giovane la cui assunzione si vorrebbe ipoteticamente “favorire”, posto che il suo emolumento (che sarebbe full-time) + il mio (quantunque adesso diverrebbe part-time) sarebbe uguale a quello mio full-time di prima.
Uhm… vuoi vedere che in una sola mossa riescono perfino a fregare entrambi?

Sergio assolutamente contrario ci scrive: “Questi stanno delirando perché le stanno sparando grosse ora- invece di far uscire i vecchi per far spazio ai giovani, ora si inventano che noi anziani dovremmo tirare il carro fino a 67, facendo da tutor e prendendo meno soldi col part-time e un po’ di pensione- roba da matti….. se volete aiutare i giovani che a migliaia aspettano di occupare i posti che noi anziani occupiamo….. allora fateci uscire già da 64 anni , come in tanti paesi , finendola con questa altalena che ha rotto le scatole a tutti – questi ragazzi scalpitano e sono freschi di mente e salute, mentre noi siamo stanchi e stufi- perciò che si faccia quota 103 pure e poche storie!

MimmoSessanta in modo sarcastico si rivolge al Governo: Pensione part time? Perché non un governo part time? Governano mezza giornata e l’altra mezza cercano qualcuno in grado di farlo veramente…se esiste

Franco Giuseppe, utente molto attivo sul nostro portale, considera questa proposta l’ennesimo palliativo che non porterà ad esiti utili, anzi: “Un altro palliativo che si concluderà con un doppio flop: Abbiamo già gli stipendi tra i più bassi d’ europa, strangolati da un’inflazione galoppante e i lavoratori prossimi alla pensione dovrebbero accettare un ulteriore taglio dello stipendio mensile tramutato in metà assegno da lavoro e metà assegno pensionistico notoriamente minore, avendo comunque una mezza giornata impegnata. Lavoratori che non hanno l’impiego dietro l’angolo di casa ma che ogni santo giorno devono sobbarcarsi anche più di un’ora per raggiungere il luogo di lavoro e stessa cosa al ritorno. Che vantaggio sarebbe ? Le aziende poi siamo certi che apprezzano di avere un lavoratore specializzato part-time e uno da formare ? Non rendono allo stesso modo e con la stessa qualità. Aggiungiamo altre agevolazioni alle aziende che significano meno entrate allo Stato. Che dire poi di quei lavoratori che già oggi operano in posizione di part-time e hanno magari 40 anni di lavoro e di contributi ? Cosa faranno, il part-time del part-time ? Possibile che in questo disgraziato paese si inventano opzioni astruse senza senso e costrutto, opzioni che avvantaggiano solo chi può permetterselo, mentre alla moltitudine rimane solo la Fornero ? Si continua con opzioni utili solo per qualcuno. Ma l’obbiettivo non era una legge equa e giusta per tutti ?” Poi vi é anche chi cerca di trovare del buono nella psoposta, magari perché non vede al momento alternative sul ‘tavolo’:

Pensioni 2023, part time? Magari potrebbe funzionare, chissà…

Sandro, commenta ragionando sulla propria esperienza personale: Scrivo a titolo personale nel mio caso visto che non arriverò mai ai 43 anni salvo ricongiungimento di due gestioni separate mooolto oneroso, entro i 67 anni . Nel mio caso l’ idea potrebbe essere accettabile visto che ho 64 anni e sono un pò stanchino. Certo la proposta Tridico sarebbe ancora meglio . Vedo difficile che le aziende la prendano in considerazione se non hanno dei ritorni , noi anziani “d ‘ufficio” siamo una sorta di consulenti un pò su tutto e le aziende faranno molta fatica a darci un part-time se non quasi obbligate piuttosto ci tengono a fare poco ma non ci mollano”.

Luciano aggiunge mostrando un pizzico di ottimismo: “Una misura del genere se implementata correttamente (basterebbe copiare dalla Svezia che lo fa da anni) potrebbe essere una buona soluzione per chi svolge lavori impegnativi ma di natura impiegatizia o intellettuale (come è il mio caso) e che sarebbe contento negli ultimi anni di non dover scegliere tra smettere del tutto o non riuscire a star dietro agli impegni lavorativi. Per essere appetibile per i datori di lavoro il costo dovrebbe essere leggermente inferiore a quello del normale part-time (altrimenti non lo concedono) e si potrebbe ottenere semplicemente con qualche agevolazione specifica per le assunzioni dei giovani. Per lo stato che coprirebbe la quota mancante di stipendio con una quota di pensione anticipata ci sarebbe un anticipo di cassa ma sarebbe sempre meno costoso che mandare la persona in pensione con una Quota come 103. Sono un poco scettico sul riconoscimento dei contributi pieni che secondo me alzerebbe troppo i costi per lo stato. A me non dispiacerebbe come alternativa ad altre forme di anticipo e comunque amplierebbe le possibilità di scelta anche a favore di chi ha più impellenti necessità di andare in pensione vista la riduzione dei costi per lo stato“.

E voi dalla vostra sareste pro o contro tale proposta, accettereste se mai il Governo l’approvasse? Fatecelo sapere nellapposita sezione commenti del sito.

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73 commenti su “Riforma pensioni 2023, i lavoratori:  Si o No al part time come ‘scivolo’?”

  1. Sono medico di 65 aa e 38 aa di contributi (con cumulo ENPAM + riscatto). Le 38 e passa ore di lavoro ormai mi pesano. Sarebbe andato benissimo l’ape contributivo a doppia quota di Tridico, o anche una Quota 103 dove valesse davvero la somma (non solo i 41 aa di contributi). Ma in mancanza d’altro anche l’opzione due aa in partime mi andrebbe benissimo!

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  2. Se ne è parlato già anni fa di una proposta che prevedesse il part time per i lavoratori anziani, e non se ne fece nulla… sono solo degli espedienti dei governi per tirare in là la questione, oltretutto da noi sarebbe concepita in modo peggiorativo rispetto alla formula scandinava, perché già peggiore è la nostra normativa.
    Non vi fidate!

    Qui serve un atto plateale, non basta una manifestazione. Contro una falsa democrazia, tutti in piazza a stracciare la scheda elettorale!

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    • Cara Veronica, d’accordo con te che è un modo per dirti : fatica più che puoi, non ti mando in pensione e ti sfrutto fino a spolparti; sulla scheda elettorale non sono d’accordo; loro fanno apposta a comportarsi così per convincere la gente a non andare a votare; i loro amici e gli amici degli amici sicuramente votano e alla fine dicono: ho preso il 30%; se è andato a votare il 60 % a loro non gliene frega niente; saluti a te e ai gestori del sito

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      • Già, piano a stracciare le tessere elettorali, basta guardare nel mondo dove non hanno democrazia anche sgangherata per capire. Io non protesto procurandomi dei danni ma provando ad alzare il livello dei ragionamenti. Capisco che venga spontaneo cercare un gesto eclatante ma per quello che mi riguarda non quel gesto.

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    • Brava Veronica, queste sono parole adatte a questo tragico momento che stiamo vivendo, per colpa di questi pusillanimi individui che ci stanno trattando come carne da macello, vantandosi poi di stare facendo il bene degli italiani- venduti , farabutti e truffatori…. se siamo solidali per una volta e scendiamo nelle vie…… avranno la lezione che si meritano….. tutti…… nessuno escluso.

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  3. Da queste proposte si vede bene che questi personaggi non hanno mai lavorato, e che vivono in un mondo diverso da quello reale.
    A malincuore mi tocca dire che spero non modifichino la legge fornero

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  4. Vorrei sottoporre alla riflessione comune un mio pensiero. Allora… Il pensionamento sotto il profilo finanziario comporta per il lavoratore sostanzialmente un duplice effetto. Dal lato delle entrate, l’accredito dell’emolumento da pensione in luogo di quello da stipendio, mentre, sotto il profilo delle uscite, la cessazione del versamento mensilmente dovuto all’ente previdenziale. Nella generalità dei casi quest’ultimo è attualmente pari al 33% della retribuzione lorda, di cui poco più del 9% è a carico del lavoratore (visibile in busta paga) ed il restante 23% circa o poco più a carico dell’azienda. Ciò posto, l’equilibrio del sistema previdenziale, lato Inps, è conseguentemente legato sia alle uscite, per il pagamento del monte pensioni, sia alle mancate corrispondenti entrate collegate alla trasformazione dei rapporti di lavoro attivi in altrettanti pensionamenti (i quali non producono alcun beneficio in entrata per l’ente di previdenza). Si tratta dunque di un doppio contestuale aggravio a carico dell’ente, che vedrà ovviamente appesantire il piatto della bilancia “pensionati” (che Non versano contributi) rispetto al piatto della bilancia “lavoratori attivi” (che viceversa versano ogni mese i contributi). A prescindere quindi dal numero e dalla misura delle pensioni erogate esiste dunque un ulteriore fardello essenzialmente costituito dalla circostanza che il rapporto “lavoratori attivi contributori” / “pensionati non contributori” si aggrava nella stessa misura in cui aumenta in parallelo il numero dei pensionati non (più) contributori, i quali divengono così soggetti esclusivamente percettori. Ed è tale rapporto che a prescindere da qualsiasi altra considerazione costituisce elemento sensibilmente sfavorevole – alla luce altresì della situazione demografica attuale – alla creazione d’ulteriori vie d’uscita pensionistiche, ovvero alla rimozione dei paletti attuali che contingentano le vie già esistenti. In definitiva, è proprio l’assenza di contribuzione che fa sì che la via venga ristretta per tutti. Mi chiedo, a tal punto, se vi sia modo eventualmente di mitigare tale ultimo aspetto, al fine di evitare che si verifichi una doppia strozzatura in capo all’ente a seguito dell’unico evento (costituito dal pensionamento). Venendo al dunque, se si consentisse la possibilità di continuare a contribuire in favore della propria posizione previdenziale – scardinando uno dei due effetti di cui sopra – potrebbe venirsi a stabilire un sistema che faciliterebbe sensibilmente l’allargamento delle attuali strettissime maglie normative. Per esempio, potrebbe valutarsi di concedere il pensionamento potenzialmente a tutti all’età di 62 anni laddove per un intero quinquennio lavoratore e azienda provvedano con la medesima progressione mensile al versamento dell’intera quota contributiva di spettanza. L’importo a carico del lavoratore (9%) potrebbe essere addebitato mensilmente direttamente dall’Inps nel cedolino di pensione fino all’età di 67 anni (quindi fino all’età della vecchiaia) mentre il datore provvederebbe a versare all’ente, sempre per max un quinquennio, la propria quota parte (il restante 23% circa). Quanto sopra comporterebbe pertanto altresì il coinvolgimento delle parti datoriali sebbene per un periodo di tempo limitato. Il risparmio per il datore sarebbe costituito dal non mantenere il lavoratore in servizio nell’età (assai meno produttiva rispetto ad un giovane) fra i 62 e i 67 anni, evitando di pagarne lo stipendio per un quinquennio, col solo costo del 23% circa per il medesimo periodo, che sarebbe versato progressivamente direttamente nelle casse dell’Inps. In cambio sarebbe possibile più o meno col medesimo costo risparmiato investire nell’eventuale assunzione di un giovane. Starebbe poi all’esecutivo trovare il modo per favorire tali assunzioni con manovre facilitative. Per il lavoratore il vantaggio sarebbe rappresentato dal poter finalmente cessare fin da un’età pur anziana ma ancora ragionevole il lavoro attivo, percependo emolumento pensionistico fin da subito, e sebbene l’importo sarebbe defalcato della somma contributiva trattenuta in busta paga (il 9% circa dell’ex emolumento da stipendio) purtuttavia tale versamento contribuirebbe a sua volta a creare un emolumento man mano leggermente superiore per gli anni successivi, vitanaturaldurante. Ovviamente, se tale meccanismo sarebbe applicato tout court dal datore di lavoro pubblico, non è detto che tutte le aziende private siano massivamente disponibili a versare per un quinquennio l’importo del 23% alle casse dell’ente di previdenza. in tale ultimo caso, tuttavia, non dovrebbe poter essere impedito ai lavoratori che intendano versare dal canto loro la propria quota parte (del 9%) di beneficiare quantomeno di un bonus temporale proporzionale all’interno del quinquennio in questione, consentendo il pensionamento del lavoratore contribuente 1 anno e 6 mesi prima. Potrebbe essere altresì lasciata alle aziende la possibilità di optare per una partecipazione percentuale ridotta rispetto al circa 23% previsto per la platea dei lavoratori attivi. Ne conseguirebbe, per esempio che una partecipazione datoriale attorno al solo 9 o 10% potrebbe consentire un “abbuono” di 1 ulteriore anno e 6 mesi, che sommato all’anno e sei mesi derivante dalla contribuzione dell’ex lavoratore attivo sommerebbe 3 anni di anticipo rispetto ai 67 anni della vecchiaia, consentendo l’uscita – nell’esempio in discorso – di un uscita coincidente col 64° compleanno. Senza “finestra” alcuna. Lato Inps, l’ente di previdenza godrebbe massivamente di versamenti contributivi fino all’età della vecchiaia, con scardinamento del problema delle anticipate cessazioni dei versamenti contributivi, che come noto in un sistema come il nostro sono essenziali per la sostenibilità di lungo periodo del sistema previdenziale. Diciamo che quella prefigurata potrebbe costituire una soluzione apparentemente in stile ‘proposta Tridico’, ma senza alcun ricalcolo contributivo, senza finestre, e soprattutto assicurando all’ente di previdenza un flusso contributivo per un periodo ben maggiore. È solo un’idea. Forse storta. Ma volevo semplicemente sottoporla alla comune attenzione, così come l’ho pensata, ovviamente per quel che vale.

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    • di fatto è un’appropriazione indebita e una limitazione della liberà di scelta di chi ha lavorato e pagato (e non chiede niente allo Stato)

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    • Già, in un paese serio la gestione contabile rispetterebe il principio di veridicitá delle scritture e con la raccolta previdenziale non si pagherebbe altro e non chiamerebbe previdenziale cio che non lo è.

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    • Invece dobbiamo ringraziare qualcuno che ha bloccato l’età a 67 e per l’anticipata 42,10 anni fino al 2026, altrimenti eravamo ben oltre…

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      • Infatti dobbiamo ringraziare tutta la classe politica, nessuno escluso, che ci ha portati in questo baratro previdenziale, dove i nostri contributi sono sequestrati per farne quello che vogliono, quanto invece dovremmo decidere noi cosa fare e come impiegarli per andare in pensione prima o dopo , secondo libera scelta- quindi diciamo a questi aguzzìni di stato grazie, per tutto il male che ci hanno fatto e ci faranno, in barba a tutte le leggi , a cominciare dai principi costituzionali che vengono barbaramente disattesi, senza nemmeno una parola del Capo dello Stato, che ne è garante- pertanto non ci resterebbe che rispondere a costoro con la stessa moneta, scendendo in strada ad oltranza, ma dubito che si farà mai, perché siamo non solidali tra noi, ci fidiamo di sindacalisti che non ci supporteranno mai, continuiamo a votare politici da strapazzo che pensano solo a come arricchirsi e in ultimo…..non abbiamo la grinta dei francesi…… morale…… siamo condannati senza speranza alcuna.

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    • 65? Un sogno, questi si allineano all’Europa per tutto ma in previdenza non se ne parla proprio- in quasi tutti i paesi europei si va a 64 e qui siccome abbiamo una classe politica di cacca, si va a 67 – sono ridicoli e furbastri, si aumentano a dismisura i loro stipendi, investono miliardi per il ponte , guerra , banche e via dicendo, e noi qui fermi sequestrati, condannati, frustrati , ad aspettare il giorno della libertà che non arriverà mai, o probabilmente coinciderà con quello della morte…. questo vuole Meloni , Calderone e compagnia bella…….IN STRADA….IN STRADA……IN STRADA….. questo ci è rimasto da fare …..ed anche presto !!!!!!

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      • IN STRADA!
        Eh si…ma quanti poi lo faranno?
        Ho iniziato a manifestare nel ’74 (1974) da studente. Ho continuato nel 1979 da neolavoratore e proseguo ora da neo Pensionato 43.2 di contributi e 63 di età (la bellezza di quota 106!). Molti di voi saranno più giovani ed è certo che non sanno cosa sono state le manifestazioni del 1977/78 e cosa si rischiava.
        Ma dove eravate quando c’era da lottare contro l’abolizione della scala mobile, o da scioperare anche solo per un morto sul lavoro, da fischiare Lama, da fischiare Tentin e la” concertazione”…
        Mi dispiace dirvelo ma, per molti, i pensionati e i pensionandi sono dei rompicoglioni, malthusiansmente “mangiatori a sbafo”, che però hanno il pregio lentamente ma regolarmente di sparire…quindi da sopportare solo un po’.
        Non sarà facile trovarci in molti “in strada”, anche perché pochi hanno voglia di tutelarci.
        Ma a tale proposito, basta con le lamentazioni a vuoto, basta col non voto; se solo vi foste sforzati un pochino (senza arrivare a immaginare rivoluzioni infattibili) se solo vi foste informati avreste visto che c’erano formazioni politiche (oggi non in parlamento)
        con programmi nettamente diversi in materia sociale, previdenziale , del lavoro , di guerra, di NATO, di libertà di cura, contro NWO…
        Almeno si poteva scegliere diversamente senza credere alle promesse dei soliti.
        Guardate che l’anno prossimo si rivota!
        Ho iniziato a scrivere su questo sito 5 anni fa e mi ero ripromesso di non farlo più. Poi però…
        Un saluto comunque ai gestori, ai “vecchi” Franco Giuseppe e Paolo prof.
        Una curiosità: Teodora Moira, sei un loop informatico o esisti davvero? Se si un saluto anche a te.

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  5. in un sistema rigido, come quello italiano, ogni proposte volta ad accrescere la flessibilità è da accettare di buon grado, anche perché l’ipotesi è su base volontaria. i margini per altre soluzioni sono ristretti: i francesi protestano perchè dovranno andare in pensioni a 64 anni Noi a 67. semmai ci dovremmo chiedere perchè non ci lasciano andare in pensione in base ai contributi che ognuno di noi ha versato (senza chiedere nulla allo stato: di fatto un’appropriazione indebita!)

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    • ti spiego alcune cose: ti permettono di terminare e non tanto presto (62 anni) ma il concetto è: fatti i tuoi calcoli perchè ti mangi la pensione integrativa; quella ufficiale solo con la legge fornero e visto che gli anni non li raggiungi rimane solo l’età; con questa ultimissima proposta ti sfruttano fino all’osso e ti dicono: lavora fino ai 67 anni anche ridotto ma ho bisogno che fatichi e versi i contributi; poveri noi; saluti a te e ai gestori del sito

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  6. Non prendete in prestito il wellfare dei paesi nordici. Ho vissuto in Svezia. E quindi vi dico che confrontare il ns wellfare con quello dei paesi nordici è come confrontare il cioccolato con la Cacca. Nei paesi nordici una ragazza single può mettere alla luce tanti figli perché lo stato l’aiutera’ veramente prendendosi cura di lei e dei figli. In italia avrebbe solo la strada della prostituzione. Lasciate perdere. NON DITE CAZZATE.

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  7. Non sono d’accordo sul part time perché costringe comunque a restare sul posto di lavoro; la pensione invece dà al cittadino il diritto di godersi in libertà e senza preoccupazioni lavorative l’ultima parte della sua vita.
    Personalmente sarei propensa a ripristinare il traguardo di pensione di vecchiaia ai 64-65 (com’era prima della famigerata legge Fornero) in linea con la stragrande maggioranza degli altri Paesi europei.

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  8. Ha ragione Luigi. Stiamo ancora troppo bene. Mi domando sempre :”Ma come fanno?”. Sì, finché i nonni passeranno il mensile ai figli per pagare il mutuo e andare in vacanza…. Ma un giorno finirà..

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  9. Cioè, fatemi capire, dovrei aspettare di avere 65 anni per poi fare il part time??? Ma questi dove vivono?? Almeno in Svezia l’opzione parte da 61 anni e a 65 si va in pensione!! Robe da matti. Tanto semplice ed economica sarebbe l’opzione Tridico ma poiché l’ha proposta lui, non se ne parla. E i sindacati? Invece di proporre l’impossibile, si facessero venire qualche idea brillante altrimenti ci dobbiamo sorbire ste cagate del governo

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    • Bravo Carlo, hai compreso bene quello che si sono messi nella zucca questi geni- invece di farci uscire dalle patrie galere a 64 come quasi tutti i paesi europei, ci impongono di fare i formatori fini a 67 ….. sono matti e criminali e dobbiamo rispondere sul campo altrimenti siamo FOTTUTI !!!!!!

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  10. Non sono d’accordo sul part time perché non è andare in pensione. Quando si va in pensione il mondo del lavoro viene completamente lasciato con tutte le due incombenze e si inizia una nuova vita. Sarei d’accordo a ripristinare i 64-65 anni come traguardo della pensione di vecchiaia in linea con la stragrande maggioranza dei Paesi europei.

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    • d’accordo, cara elena, che partime è una cosa e pensione è un altra e lo so perchè l’ho fatto gli ultimi 2 anni di scuola prima di terminare; abbassare la vecchiaia fino a 64-65? è più facile andare su Marte non tra 15 anni e forse ci arriveranno, adesso: mission impossible; gli rode che è bloccata fino al 2026, vorrebbero già aumentarla adesso; saluti a te e ai gestori del sito

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  11. Ogni giorno le menti malate che ci hanno governato hanno partorito delle idee a dir poco imbarazzanti che non meritano nemmeno di essere commentate.
    Riassumendo negli ultimi 10 anni abbiamo avuto per 8 anni governi con la sinistra e non hanno fatto nulla per le pensioni, un anno il governo giallo-verde (Di Maio Salvini) che ha partorito un’imbarazzante “quota 100” e l’ultimo con la Meloni che non sa ancora oggi cosa partorire. I sindacati sono inesistenti, ormai hanno perso anche la pur minima credibilità quindi è inutile aspettarsi da loro la benché minima idea in merito e peggio la pur minima azione per ottenere qualcosa, quindi visto che rimarrà la fornero secondo me andrebbe affiancata con un “OPZIONE TUTTI” dai 58 anni (come la vecchia opzione donna) altro che queste boutade del part-time

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  12. Non sono d’accordo sul part time per il semplice fatto che si è ancora legati al mondo del lavoro. Pensione significa libertà da problemi lavorativi e voltare pagina. Sarei propensa ad un allineamento con gli altri Paesi europei: 64-65 anni come traguardo della pensione di vecchiaia perché oltre con l’ età diventa faticosissimo.

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    • Giorgio è vero immensa pazienza ma è anche corretto dire che le rivoluzioni scoppiano nei paesi poveri andiamo a dire a quelli seduti al ristorante o agli sciatori i crocieristi ecc. ecc. di muovere il paniere su siamo obiettivi evidentemente la maggior parte del popolo sta ancora bene con la benzina a due euro al litro e le strade zeppe di auto da cinquantamila euro. Mi spiace ma sono disilluso per vedere qualcosa ci vorrà ancora tempo e sai quando? Sperando il più tardi possibile quando verranno a mancare i pensionati degli anni 80/90 allora si che ne vedremo delle belle o meglio vedranno perchè la mia generazione sarà già bella che andata.

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    • Il governo deve avere più a cuore Noi italiani, possibile fare sempre i pecoroni dietro alla UE per bilancio e politica internazionale? E stanziare risorse per dare armi al cretino di Zelensky sempre in maglietta con moglie s fare shopping a Parigi?E il sovranismo nazionalismo sbandierato in campagna elettorale?Sveglia Meloni pensiamo più agli italiani che onestamente lavorano da 40 anni,è civile un paese che manda in pensione con 43 anni di contributi o 67 anni di età?Ma per favore!

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  13. Incompetenti allo sbaraglio, non hanno capito niente e navigano a vista.
    In campagna elettorale avevano idee chiarissime….blocco navale, accise, quota 41……appena si sono seduti, hanno cambiato totalmente le proprie idee .
    Poi ci siamo noi……popolo di lamentosi e leoni da tastiera che non alzeremo mai un dito per farci sentire e temere
    Ribadisco…..quota 103, opzione tutti e ape sociale …quest’ ultime a 60 anni…..un operaio edile o un agricoltore con 35 anni di contributi deve andare in quiescenza.

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  14. Proposta difficilmente realizzabile in questo paese gestito solo x far cassa .con le pensioni.Ma è così difficile creare quota 103 flessibile e strutturale da rendere le persone dopo tanti sacrifici un po serene e orgogliose di essere governate non da personaggi venduti ai poteri forti? E creare una soluzione umana x disoccupati e invalidi? Certo che tutto ciò ha un costo ma non credono coloro che ci governano che le persone siano esseri umani e non numeri?Altrimenti se pensiamo solo ai costi invece che prolungare in continuazione l’agonia a chi non ne può più ( perché dopo una certa età far certi lavori è un tormento) con una pastiglietta lo eliminiamo del tutto così lo stato risparmia e i grandi filosofi ed esperti possono solennemente dire di aver risolto il problema. Ci vuole rispetto x chi ha veramente pagato contributi x tantissimi anni altro che continue strampalate soluzioni da chi probabilmente non ha la minima idea di cosa sia il duro lavoro……

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  15. Questa proposta visto ciò che passa il convento non è il massimo ma neanche da scartare a priori sono stanco datato scoglionato scusate il francesismo lavoro la metà nel frattempo qualche giovane a maggiori opportunità ovviamente mi devi almeno garantire la stessa somma che percepisco lavorando a tempo pieno part time più pensione parziale devono dare lo stesso importo altrimenti si che diventerebbe una proposta insensata. Ripeto sono sicuramente palliativi ma meglio che due dita negli occhi che ti offrivano quelli che governavano senza essere votati per conto mio lo sono con quota 103 in aggiunta qualcosa si porta a casa dopodiché De gustibus….

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  16. Questo governo e’ veramente incredibile! Promettono quota 41 e invece ora parlano di part-time come “scivolo”……
    Sono proprio dilettanti allo sbaraglio, se qualcuno vota ancora questi e’ autolesionismo puro (non che votando l’opposizione sia meglio).
    Povera Italia e poveri italiani.

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  17. Proposta da dementi. Ma mandate in pensione I sessantenne e vedrete come i figli saranno invogliato a sposarsi e avere figli. Ci saranno i nonni a dare una mano. Per una volta siate statisti e non politici che pensano solo alle prossime votazioni. Razza di coglioni .

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    • Ottima proposta. Concordo su tutto al 10.000%. È ora che umilmente ci facciamo domande ed impariamo qualcosa da chi fa meglio. Gli insulti servono come le promesse non mantenute.

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  18. Ono misure che creano disparità tra i lavoratori, come l’isopensione ecc.
    Solo i lavoratori delle grandi aziende (eni-tim ecc) e delle banche ne possono usufruire, chi lavora in piccole e medie imprese (la maggioranza delle imprese italiane) li può solo sognare.
    Norme che non sono altro che specchio per allodole…

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  19. Ma stiamo scherzando?
    Andare in pensione significa MOLLARE il lavoro, riappropriarsi della propria piena libertà, godersi gli ultimi anni in santa pace! Loro ci impongono di continuare e in più di formare pure i neo assunti: doppia funzione da bancomat
    No,se si parla seriamente occorre ripartire dai 65 come pensione vecchiaia, in linea con la stragrande maggioranza dei Paesi europei.

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    • Andare in pensione significa MOLLARE il lavoro, riprendere in mano la propria vita in piena libertà. La loro proposta continuerebbe a subire fino a 67 anni e in più dovremmo pure formare i neoassunti: doppia funzione da bancomat. Personalmente sarei per i 65 come traguardo di vecchiaia in linea con la stragrande maggioranza dei Paesi europei.

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  20. Ma stiamo scherzando?
    Andare in pensione significa MOLLARE il lavoro, avere diritto ad una nuova vita senza impegni lavorativi obbligati, godere pienamente delle proprie scelte. Qui ci impongono ancora obblighi lavorativi sommati alla formazione dei neoassunti…e tutto questo oltre i 64.
    E poi come la mettiamo con chi è già part time da tempo? Nuova presa per i fondelli dell’attuale governo.

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  21. Leggo molti commenti negativi . Questa proposta è dedicata solo a chi non arriverà mai ad una anticipata prima dei 67 anni e ne ha 64 o 65 quindi è un quasi vecchio. Io sono in questa condizione, perchè mi hanno chiesto quasi 60000 euro di ricongiunzione contributi per potere uscire con la quota 103. Mi dispiace ma non regalo 60000 euro all’ inps/stato. Dovrei ricongiungere una cassa professionale con INPS e i professionisti non hanno lo sconto del 50 % della ricongiunzione forse perchè pensano che i professionisti facciano i soldi a palate non lo so . Detto questo visto che la proposta TRIDICO nessuno la prende in considerazione concordo che qualcosina e meglio che niente e in questa ottica accetterei la proposta . Il mio dubbio principale e che le aziende non la accettino e facciano muro perchè se non incentivata dallo stato alle aziende non conviene !. Nel mio caso a tre anni dai 67 mi hanno già affiancato dei giovani full time a cui ho insegnato il mestiere. Uno di questi dopo avere imparato se ne è già andato e l’altro manca poco . Ora i giovani crescono come professione e come stipendio solo se cambiano azienda ogni due/tre anni . Non si cresce più come una volta stando dentro la stessa azienda . I giovani lo sanno molto bene non sono stupidi e non hanno passione per il lavoro ma hanno molta passione per i soldi. Insomma riassumendo per quelli messi come me può essere una proposta accettabile ma devono fare in modo che lo sia anche per le aziende e per farlo serve che l’azienda ci guadagni qualcosa e non ci rimetta.

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  22. “La riforma Fornero è stata votata dalla coalizione di partiti che sostenevano il governo Monti, composta da PD, PDL, Unione di Centro e Futuro e Libertà per l’Italia e altri gruppi minori. La riforma venne emanata ai sensi dell’art. 24 del D.L. 6 dicembre 2011”.
    Con i loro ‘pianti’ e la narrazione di un quadro tragico della situazione italiana, sono riusciti a fare accettare al popolo Italiano e ai sindacati questa riforma. Avranno la volontà di cambiarla?
    Recentemente quando la Francia era alle prese con le proteste per l’innalzamento dell’età dai 62 ai 64 anni per il pensionamento, ho avuto la sensazione che i politici italiani si facessero grandi nei confronti della Francia per non avere questo tipo di problema, anzi di essere stati bravi per averci già fatto ‘ingoiare’ i 67 anni e più.
    Detto ciò, penso che non basti stare qui ad aspettare che i politici decidano, ma credo che i sindacati debbano prendere in mano la situazione, non con semplici proposte ma con azioni concrete volte a riportare l’accesso pensionistico a condizioni giuste ed accettabili e comunque in linea alla gran parte dei paesi europei

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  23. Anche per me e no,i giovani che hanno voglia di imparare ci deve pensare l’azienda che li assume, io non vedo l’ora di scappare via! fate una cosa seria per favore non le toppe!

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  24. A me questa soluzione non piace per nulla, c’è da rimetterci dei soldi.
    In pensione non voglio lavorare più e finalmente vorrei sentirmi libero di fare le cose che mi interessano in questa fase della mia vita senza essere ancora costretto a lavorare part-time, quindi un no secco da parte mia.

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  25. Basta con queste cretinate costose e complicate, quote o scivoli. Le pensioni, pure anticipate, devono essere per tutti. Senza gravare INPS. Ognuno scelga al bisogno. Lo capirebbe un bambino delle elementari. Lo scivolo è quello del parco giochi.

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  26. Trattasi di una cagata pazzesca, partorita da menti (?) malate. Per cortesia , chiudiamola qui, non c’è nulla da commentare, ci sarebbe da Fare e molto, soprattutto ci sarebbe da dare un sacco di …..

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    • In sintonia con Mariano e aggiungerei che il tutto è stato partorito da menti perverse oltre che malate , che andrebbero rinchiusi in un manicomio criminale, per la gravita delle loro azioni- noi part-timisti e loro coi loro privilegi , i loro stipendioni e le loro succose pensioni dopo 5 anni di dolce far niente- e mi associo a Mariano nel dire pure …… andate a cagare

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  27. Io mi domando: ma perchè cercano di prenderci in giro?
    Ci credono degli stupidi, ignoranti e minorati mentali, ma non sanno che se il popolino (come li chiamano loro) s’incazzano veramente son cazz… loro?
    E’ ora di finirla , mi rivolgo a loro: sapete cosa vi può capitare? Riuscite ad immaginarlo? E non c’è scorta che possa bastare.

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  28. Buongiorno a tutti i nostri politici sarebbe ora che smettessero di mangiarsi tutto loro ora sarebbe giusto che cominciassero a pensare anche al popolo e non solo ai vitalizzi che togliessero i vitalizi e mandassero in pensione a noi io a 65 anni non mi vuole nessuno anche se sto bene in salute quindi come dovrei fare per andare avanti tutti cercano trentenni che mi trovassero loro un lavoro buffoni

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  29. Detta così, in modo un po’ generico, a sensazione non mi entusiasma molto, nè penso che il governo abbia la fregola di introdurre una tale misura. Staremo a vedere!

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  30. Mi sembra che ogni giorni facciano una sparata con proposte irrealizzabili. Devono abbassare l’età di pensionamento da 67 anni almeno a 65 per allinearci alla media europea. Non mi interessa che poi dicano che in Italia tutti vanno prima, io devo andare con la legge Fornero perchè avendo studiano ho iniziato tardi a lavorare per questo motivo non raggiungherò mai 42 anni di contributi. Non voglio favori ma a 64 anni vorrei andare in pensione calcolando la stessa in base ai contributi che ho versato e non pretendo un centesimo di più.

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  31. ma per carità se le inventano tutte pur di non pagare. e uno dovrebbe restare in servizio pagato part time per insegnare ad un altro il lavoro? Ma andate a fare in c..o!!!
    La proposta di Tridico è l’unica intelligente ma siccome loro intelligenti non sono non la vogliono prendere in considerazione.

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  32. ribadisco: facoltativa; quota 103 con minimo 39-40 di contributi; io la penso così; saluti ai gestori del sito e grazie che ci permettete di dire la nostra

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    • Prof buongiorno.103 con la somma di anni anagrafici e contributi credo sia più umana.E se si vuole,a questo punto, la proposta Tridico affiancata da 103 con 39-40 di contributi.Fac59

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      • Marco, sarebbe troppo bella; il problema è che per loro esiste 41 e oltre; anzi esiste solo la Fornero e basta come legge; in che mani siamo; saluti a te e ai gestori del sito

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  33. Ho già scritto nel precedente articolo quanto segue: La proposta nasce da una legge in vigore in Norvegia e Svezia e che propone questa opzione, ma nel vostro articolo manca un dato importante: La norma è valevole a partire da 61 anni di età. Poca differenza rispetto a quota 103 (62-41 ) e soprattutto peggiora i requisiti di OD ( oggi 60 ). Vuoi vedere che vogliono cancellare definitivamente OD ?

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  34. Io sarei favorevole, per la serie meglio di niente ma sicuramente non se ne farà nulla, è solo un’arma di strategia dilatoria del Governo (pronta la scusa che richiede tempo per studiarsela) a fronte di una evidente incapacità, causa incompetenza, di affrontare le tematiche previdenziali.

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