Nell’articolo di oggi mi permetto di dare voce alle domande che i lavoratori hanno posto al Dott. Perfetto, il nostro esperto previdenziale, e alle sue sempre preziose risposte, preziose perché offrono un motivo di confronto e soprattutto di riflessione su aspetti che spesso non vediamo. Per non dilungarmi visto già la lunghezza dei contenuti, vi lascio direttamente al ‘botta e risposta’ che sicuramente permetterà ai nostri lettori di risolversi qualche dubbio su Quota 103, opzione donna, quota 41, o meglio sul perché il Governo ancora temporeggi su queste misure. Buona letture e grazie sempre al Dott. Claudio Maria Perfetto. Nella giornata di oggi vedremo il perché a detta del Dott Perfetto il Governo non vede come priorità la riforma pensioni, nei prossimi giorni, chiedo dunque scusa ai lettori che non stanno vedendo il loro commento pubblicato, darò spazio ad altre insteressanti considerazioni emerse. Quindi le vostre domande non sono state affatto cancellate, saranno tema dei prossimi articoli, così come le risposte del nostro esperto, vi chiedo solo di temporeggiare e vi ringrazio per la pazienza, ma gli argomenti sollevati meritano il giusto spazio e la giusta visibilità.
Riforma pensioni 2023, La priorità del Governo non sono le pensioni
Bernardo: “Parto da una sua affermazione: “Focalizzarsi sulla separazione tra Previdenza e Assistenza, o sulla rimozione di privilegi acquisiti, o su altri fattori che non tengano conto dell’influenza della Banca Centrale Europea e dei mercati finanziari sui prestiti che lo Stato italiano chiede attraverso l’emissione di titoli del debito pubblico, non risolve il problema delle pensioni, perché distoglie l’attenzione da uno dei principali ostacoli alla riforma delle pensioni: il debito pubblico. ” Le dirò francamente il mio parere. Correlare insistentemente il debito pubblico alla previdenza in un rapporto di effetto e causa preminente è errato perchè quanto da lei menzionato e anche altro non hanno titolo per essere contabilizzati come previdenza. Il debito pubblico elevato stà penalizzando pesantemente anche sanità, istruzione, pubblica sicurezza servizi pubblici in genere. Il debito pubblico elevato è un ostacolo generalizzato alla buona azione politica e non solo alla riforma pensionistica. Il problema del debito eccessivo è dello stato che abitualmente carica in capitoli impropri cifre che andrebbero nominate in modo appropriato. Come? Accetto il suo suggerimento, un bel capitolo denominato: Assistenza, Privilegi acquisiti, e aggiungo io rimanendo in linea, eccedenze di spesa da gestione incontrollata e irrazionale, et similia” oppure, ricordando un vecchio contabile che lavorava anche a casa quando non andavo ancora a scuola, oltre 56 anni fa,”regalie, mance e provvigioni”. Non risolve certo il problema di reperire risorse un tale cambio di contabilizzazione ma orienta correttamente l’analisi, fa uscire la previdenza dai riflettori e toglie materia alle continue e nauseanti pressioni per il ridimensionamento fino all’impoverimento coatto di tale settore che finisce per sembrare l’unico responsabile del deficit elevato. Come ha detto lei in altro articolo, la cito a senso per quel che ricordo, pensioni e sanità sono le voci più rilevanti del bilancio pubblico ed è ovvio che, visto la rilevanza del debito, tutti i fautori interni ed esterni di un suo ridimensionamento partono dal ridimensionare quelle voci lì. Sono cresciuto in italia ma evidentemente non sono italiano per cui credo che con 43 anni e un mese di contributi e tasse io e molti altri abbiamo fatto la nostra parte, che sacrifici e penalizzazioni siano naturalmente a carico di chi ha concorso a spese idonee al capitolo privilegi e assistenza incontrollata ecc. ecc.. Se lo stato non sa governare mi costringerà alla sua irrazionalità, ma la subirò per quello che è: un’atto forzoso e oppressivo, in latino una vis, in italiano una violenza.
Così il Dott. Perfetto: “Sig. Bernardo, probabilmente le sarà sfuggita la mia osservazione riguardo alla relazione che intercorre tra spesa pubblica e pensioni, che viene riportata nell’articolo precedente avente il titolo “Pensioni 2023, l’ostacolo per Quota 41, OD, Quota 103 sono o no le risorse?”.
La mia osservazione in quell’articolo è la seguente: “Ma qui occorre precisare una cosa importante: è vero che occorre ridurre la spesa pubblica, ma le pensioni vengono finanziate con i contributi dei lavoratori attivi, e quindi le pensioni non hanno nulla a che vedere con i prestiti chiesti al mercato. Quindi, sulle pensioni non si fa sufficiente chiarezza.”
Con tale affermazione intendo dire questo: per ridurre il debito pubblico in modo da ricondurre il rapporto “Debito pubblico/PIL” al 60% (come prescritto dal Trattato di Stabilità e di Crescita) occorre ridurre la Spesa Pubblica, ovvero, quella parte di Spesa Pubblica che viene finanziata con i prestiti da parte di investitori o delle famiglie (la Spesa Pubblica, come affermano peraltro anche i testi universitari, va finanziata con le tasse. Se, poi, si promette alla gente di ridurre le tasse, allora è chiaro che occorre chiedere i prestiti e quindi il debito pubblico aumenta). E allora, come fare a ridurre il debito pubblico? Lo si riduce finanziando la Spesa Pubblica solo con le tasse senza ricorre ai prestiti, e rimborsando anno dopo anno i prestiti ricevuti. Talvolta lo Stato ricorre anche alla vendita di parte del suo Patrimonio per ridurre il debito pubblico. Qui le pensioni non c’entrano per nulla, perché le pensioni vengono finanziate con i contributi versati dai lavoratori attivi.
Perciò, sig. Bernardo, non c’è alcuna causalità diretta tra debito pubblico e pensioni. Ma c’è una “causalità indiretta”, per così dire, che si traduce nel concetto di “priorità”. I nostri Governi (indipendentemente dal colore politico che hanno) hanno tutti, ma proprio tutti, lo stesso problema da risolvere: dove trovare le risorse per far fronte alla Spesa Pubblica.
Nella lista delle priorità da seguire, è la copertura della Spesa Pubblica l’elemento che assorbe la quasi totalità dell’attenzione del Governo. Spesa pubblica fatta di: Sanità, Istruzione, Difesa, Pubblica Sicurezza (Polizia), Pubblica Amministrazione, Assistenza, Pensioni di invalidità, NASPI (Indennità di disoccupazione), Reddito e Pensione di Cittadinanza, Infrastrutture e Trasporti, Disastri e Calamità naturali, Interessi sul Debito Pubblico, e qualche altra voce ancora. Ora, mi dica, sig. Bernardo, con tutte queste priorità da risolvere, e che potrebbero essere tutte unificate nella voce “Spesa Pubblica”, lei riesce ad immaginare che il Governo metta le Pensioni sullo stesso piano di priorità da affrontare?
Per il Governo le pensioni non sono affatto un problema da risolvere. Perché? Ma perché c’è già un meccanismo automatico di stabilità del sistema previdenziale, e questo meccanismo, come tutti noi sappiamo, si chiama “Legge Fornero”.
Pensioni, la Legge Fornero resta solida: le considerazioni di Perfetto su quel che farà il Governo
Poi prosegue: “Quindi: PRIMA occorre trovare le risorse per finanziare la Spesa Pubblica senza far crescere il Debito Pubblico, e POI trovare come realizzare le aspettative dei lavoratori in tema pensionistico.
Questa sequenza temporale tra PRIMA e POI è ciò che io chiamo “causalità indiretta” (anche se un po’ impropriamente) .
Se si fa in modo di sgombrare la mente del Governo sulla preoccupazione riguardo a dove trovare le risorse per la Spesa pubblica (in modo da non fare aumentare il Debito Pubblico), allora si potrà affrontare con maggior grado di attenzione il problema riguardo alle pensioni. Questo è il tema del presente articolo.
Per quanto riguarda le tante cose che non funzionano (e mi riferisco all’evasione fiscale, all’elusione fiscale, ai privilegi acquisiti, al lavoro nero, e a tante altre cose che non vale nemmeno la pena nominare), ebbene, malgrado tutto ciò, le famiglie continuano a consumare e le imprese continuano a produrre.
E questo è un fatto“.
Concordate con le considerazioni del nostro esperto? Fatecelo sapere nell’apposita sezinone commenti del sito.
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Sig Perfetto la ringrazio x avere dato valore alla mia”lamentela”,anche se non lo era..forse più rabbia..ma leggendo le sue parole sembra che giriamo in tondo al problema..non c’è chi lavora che può sostituire i vecchi..non ci sono versamenti.. bisogna integrare nel mondo del lavoro gli stranieri e avanti,ma c è la reale volontà delle istituzioni?non mi risulta,si cerca di agevolare “i non lavoratori”italiani e stranieri con forme economiche che pesano tantissimo, però su di chi?senza essere drastico, possibile che ad oggi non si riesca a soddisfare chi ha veramente necessità e punire chi abusa i non ne ha proprio diritto? sembra la fregatura tipo canone Rai, nessuno lo pagava ma milioni di abbonati Sky o Dazn,poi x rimediare bolletta luce con canone inserito e tanti,ora, zitti e pagano!sono deluso di questo mondo politico che mi rappresenta, grazie a chi ha voglia di lottare x noi e i nostri figli e a Lei, che mi dà attenzione
VITALIZI… UCRAINA… fra poco arriveranno anche i barconi dall’Egitto… anche l’Egitto sta per scoppiare e arriveranno in Italia a migliaia…. Dobbiamo mantenere tutti… POVERI NOI
La cosa tragicomica di questa società è che convinta di vivere una realtà, invece è tutta un illusione della mente. Siate padroni della vostra mente, altrimenti qualcun altro lo sarà per voi .Uno stato a moneta sovrana non può crearsi un debito da solo , è logica, avrà un debito estero che un altra cosa. Che lo può ripagare creando sempre moneta. Quindi se una persona vuole lavorare fino a 90 anni in un paese di buon senso faccia quello che vuole , ma non venga a imporre a chi è stanco umiliato con lavori stupidi alienanti che possono fare le macchine, che se esce prima devono toglierli dei soldi, cioè quei pezzi di carta colorata; che se vengono stampati dal nulla, creano inflazione, cioè 3 euro al litro la benzina, il caro vita triplicato ecc come la chiamate deflazione. Non umiliate il vostro cervello.
Purtroppo qualsiasi governo ci sarà in futuro con tutti i problemi che ci sono nessuno metterà mai come priorità la riforma pensionistica.Il più grave errore fatto soprattutto da Salvini è stato quello di propagandare a vanvera l’eliminazione della pur ingiusta legge Fornero mettendosi contro praticamente tutta l’Europa. Molto più saggio e verosimile era proporre possibili uscite anticipate come 41 e62 42 e61 40e 63 senza sconvolgere i conti e soprattutto senza illudere tutte le persone che pur ribadisco giustamente dopo una vita lavorativa si sentono prese in giro da questo inutile balletto di numeri e aspettative mancate.Penso che se questo governo dicesse senza tanti giri di parole possiamo fare al massimo 41e 62 o63 ma non possiamo eliminare la legge Fornero al meno fino al 2026 2027 pur con persone giustamente arrabbiate perché illuse ogni 6 mesi dimostrerebbe un minimo di serietà e onestà
E dai con ste quote! Ma è cosi difficile immaginare una pensione anticipata facoltativa senza aggravi per INPS?
Nel 2011 Monti-Fornero fecero la carneficina degli esodati… E allungarono di 6 anni la pensione di vecchiaia in un sol colpo. SINDACATI e associazioni varie zitti zitti. . In Francia sciopero per non spostare la vecchiaia dagli attuali 62 anni ai 64 nel 2030. È come i 6 mesi di mutua, e poi il licenziamento. In FRANCIA passati i 6 mesi, significa che stai male veramente e ricevi più denaro….
questa Italia è incredibile, sono anni che chi ci governa BUTTA via i nostri soldi in spese che si potrebbero evitare, giacchè nulla hanno ha che fare con l’interesse dei cittadini. Non è una questione politica (ne di destra ne di sinistra), ma sorgono spontanee alcune domande:
– quanto ci costano tutti questi continui sbarchi dei “poveri” migranti , tenendo conto delle spese per il personale medico, cibo, forze dell’ordine impiegate ecc; ?
– quanti soldi nostri il Governo ha speso per armare il “povero” Zelensky ? (e noi che c’entriamo con la guerra Ucraina-Russia?)
-quanti soldi nostri spendiamo per i vitalizi e i ben sostanziosi stipendi dei Parlamentari ?
Tutti questi denari si potrebbero risparmiare e mandare in pensione noi sessantenni STANCHI…. cos’ da poter lasciare il nostro posto ai giovani.
Ringraziamo i sindacati che come sempre NON FANNO NIENTE !!!
Come trovare risorse?stop sbarchi, risparmio di personale,medici, medicinali, viveri e gasolio x navi,meno irregolari nelle città,meno forze dell’ordine e delinquenza varia,meno zuffe o sparatorie e meno medici che devono stare a fare ore di straordinario x salvare, purtroppo,sta gentaglia..e potrei andare avanti..ora sarebbe possibile trovare i fondi necessari?scusate lo sfogo,ma vorrei andare in pensione…
Sig. Oscar, anche volendo attuare le misure che lei suggerisce, non sarebbe comunque possibile trovare i fondi da destinare al pagamento delle pensioni, le quali vengono pagate attraverso il versamento dei contributi dei lavoratori attivi.
I fondi vanno trovati, per esempio, recuperandoli dall’evasione contributiva che, si stima, essere intorno ai 10 miliardi di euro l’anno. Se si riescono a recuperare 10 miliardi dall’evasione contributiva, dal punto di vista della copertura finanziaria non ci sarebbe alcun problema nel mandare in pensione le persone con Quota 41 indipendentemente dall’età anagrafica., con Opzione Donna e quant’altro. Ma… c’è un “ma”.
Se la gente va in pensione, chi lavora?
Il tono della domanda potrà sembrare scherzoso. Ma la domanda in sé non è affatto banale.
Nei Paesi ricchi di petrolio, per esempio, i cittadini possono permettersi di non lavorare perché vengono remunerati dall’abbondanza di petrodollari che il Paese incassa vendendo petrolio.
I Paesi ricchi di petrolio, però, hanno bisogno di lavoratori, e quindi ingaggiano manodopera proveniente da altri Paesi.
Perciò, sig. Oscar, pur avendo copertura finanziaria per finanziare un qualsivoglia numero di pensioni, occorre avere anche “copertura lavorativa” (per così dire).
Quindi, sig. Oscar, dalla sua lista di “stop” da effettuare, mi permetta di togliere qualche stop, e di trasformare l’immigrazione illegale e clandestina in immigrazione legale e dichiarata, indirizzando tale “forza lavoro” verso la realizzazione di obiettivi sociali di cui si avverte concreta esigenza.
Il Governo sta già pensando di incentivare la natalità per avere più lavoratori. Se tale strategia dovesse funzionare, avremmo molti nuovi lavoratori tra trent’anni.
Ma per poter mandare in pensione i lavoratori anziani, oggi, di nuovi lavoratori ne abbiamo bisogno adesso, non tra trent’anni. Si cominci quindi a dare occupazione ai giovani disoccupati e agli immigrati clandestini messi in regola.
È un problema sociale non da poco, me ne rendo perfettamente conto. Ma si può fare!
Buongiorno,avete sentito giorgetti numero due della laga e ministro dell’economia ?”con questa denatalità nessuna riforma delle pensioni”! Il che stona con quello detto da bankitalia! Quando fa comodo ascoltano bankitalia invece quando non vogliono fare una cosa non ascoltano nessuno! Io non ho più parole anzi ne avrei tantissime ma è meglio che sto zitto. Saluti a tutti
Io continuo a pensare che la Fornero non debba essere toccata. Piuttosto rendere la pensione anticipata facoltativa con decurtazioni. Io, per esempio, ho 65 anni e sono inabile al lavoro.
Deve pensarci l’ assistenza a erogare il servizio.
Le pensioni sono un altra cosa.
Ma non divideranno l’ assistenza dalla previdenza, perche’ devono dimostrare che il sistema e’ in perenne deficit per imporre tagli a 360° a tutti.
Mi associo per dare forza. Tutto ciò che è assistenza ma anche tutto ciò che non è previdenza (assegni baby, assegni da ristrutturazione di carrozzone pubblico ecc va contabilizzato a parte. Dopo è più facile parlare di vere ed efficaci soluzioni.
Per Matteo Don e Bernardo invertendo l’ordine che avete citato il prodotto non cambierebbe a prescindere per i motivi elencati dal Dottor Perfetto e dal Prof. Paolo, dobbiamo tutti quanti smetterla di fantasticare, il mondo è cambiato in maniera esponenziale l’alta finanza L’Unione Europea le politiche mondiali, rassegniamoci al peggio pensando che le generazioni future vedranno cose che noi umani non potremmo immaginare: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastoni di Orione…… Ho volutamente modificato la citazione del film Blade Runner per dimostrare il mio pessimismo cronico (o sano realismo) sul futuro della “nostra” amata terra.
Gent.mo sig. Luigi Rassegniamoci è un termine fuori dal mio orizzonte e dal mio vocabolario anche perchè credo che tutti i benefici di cui tutti usufruiamo non vengano da rassegnati, anzi. Inoltre sono fermamente convinto che ogni problema italiano viva del silenzio anche da rassegnazione dei coinvolti. Detto questo, giusto per citarti, il mondo sarebbe una noia se la pensassimo tutti uguale e perciò ti auguro ogni bene ……….. così magari il tuo ottimismo migliora.
Bernardo qui non si tratta di essere ottimisti realisti o pessimisti qui si tratta di guardare in faccia la nuda e cruda realtà la demagogia la lascio ad altri. Allora possiamo eliminare gli sbarchi che in termini di percentuale portano delinquenza? ( guardiamo i numeri dei detenuti e la nazionalità) Risposta NO con questi signori guadagna il governo le Onlus ed altri enti, possiamo eliminare l’evasione fiscale? È dai tempi di Andreotti che se ne parla e se non è stato mai fatto nulla qualche domanda poniamocela, dobbiamo creare nuovi posti di lavoro se non erro uno slogan di un certo politico recentemente scomparso al momento del suo insediamento politico trent’anni fa, vuoi che vada avanti? Ti ricordo che le guerre che nessuno di noi si augura scoppiano nei paesi poveri non con stadi ristoranti crociere e alberghi pieni dopodiché se vogliamo continuare a perseverare con gli stessi slogan utopistici libero arbitrio.
non è questione di rassegnazione; è leggere la realtà e non farsi illusioni; ti faccio un esempio: se non ti aspetti nulla al momento che non hai nulla non ne soffri; poi l’ironia della sorte sarà che quando uno raggiunge la meta abbasseranno ad esempio gli anni di contributi a 39-40; vedremo in autunno cosa decideranno; saluti a te e ai gestori del sito
Si, sei molto pessimista, ma non bisogna, secondo me, smettere di crederci e lottare per migliorare le cose!
La Storia dell’asino di Buridano non insegna davvero nulla: a furia di tagliare, taglieranno , materialmente, noi, ci sopprimeranno! E glielo stiamo già consentendo !!
Sono sempre più convinto che bisogna cambiare politici.Tutto il resto verrà di conseguenza.Fac59
Il Governo non cambiera’ in maniera sostanziale la legge Fornero non per motivi economici ma politici. Ci sarebbero molti modi per fare modifiche pur avendo poche risorse, la proposta UTP per esempio con incentivi e disincentivi volontari per chi volesse uscire in anticipo o oltre l’eta’ pensionabile e ancora mettendo un tetto a 4.000 euro netti al mese a pensioni non coperte da corrispondenti versamenti previdenziali (dopo verifiche giuridiche ) ed implementando la previdenza complementare ma ha intenzione invece da subito di fare una riforma fiscale che costa molti miliardi di euro. Ed in piu’ non vuole contrastare troppo l’UE da sempre contraria al cambiamento della Fornero. Poiché il Governo ha bisogno della benemerenza della UE per fare una manovra a debito e non si metterà mai contro le istituzioni europee. E poi diciamolo francamente alla Meloni la Fornero non dispiace e lei e’ piu’ interessata ad acquisire considerazione in Europa e nel mondo piuttosto che impuntarsi su una legge che esiste gia’. Quindi concludendo i motivi sono politici e non economici. La situazione potrebbe cambiare forse dopo le elezioni europee del 2024 ma questa e’ un’altra storia.
Per il dott. Perfetto. Non riesco a capire come mai nessuno parla del debito pubblico Giapponese che ormai tocca il 250 % contro il nostro del 150%. Attenzione il debito degli altri paesi europei oscillano tra il 140 % e il 110 %. Nessuno naviga nell’oro ad eccezione della Germania . Ora quando si vuole sviare il discorso sulle pensioni in italia si tira in ballo il debito pubblico. Ma la Francia neanche scherza con il suo debito . Perché l’Europa non ha mai aperto il discorso sulle pensioni in Francia?. In Francia si va in pensione a 62 anni e tra molti anni si andrà a 64 anni. Come mai l’Europa non parla??? Se la fanno addosso ? In Italia si parlava di sostenibilita della spesa pubblica anche quando il debito era alla parità. Governo Prodi. Non ci credo, non ci credo più che tutto dipende dal quel 150%.
Sig. Rino, il debito è solo una faccia di una medaglia la cui altra faccia è il credito.
Una banca, per esempio, sarebbe disponibile a concedere un credito ad una famiglia o ad un’impresa a fronte di una quasi-certezza (la certezza totale non c’è mai) di riceverne il ritorno. In altre parole, il creditore (la banca) concede un credito se ha la ragionevole certezza che il debitore (famiglia/impresa) potrà restituire il credito ricevuto.
Il Giappone ha il debito pubblico più alto del mondo, pari a 258% del PIL (fonte Money.it al 29/04/2023). Se il Giappone ha un debito così alto, evidentemente è perché ci sono creditori che hanno la ragionevole certezza di rientrare in possesso dei loro soldi.
Da una parte gioca anche il fatto che il Giappone ha la sovranità monetaria, può stampare a volontà tanti yen quanto le bastano per restituire ai creditori quanto è loro dovuto (se il debito contratto è in yen, naturalmente).
La medaglia, le cui due facce sono credito e debito, ha un nome che racchiude una grande varietà di attributi tra cui solidità patrimoniale, reddito, reputazione, e via dicendo: fiducia.
Occorre comunque usare prudenza, perché, se il debito continua ad aumentare, potrebbe diventare talmente oneroso da non essere più sostenibile, ovvero il debitore potrebbe non essere più in grado di restituire i prestiti ricevuti e quindi va in default. È proprio il caso riportato in questi giorni dai giornali riguardo alla società cinese Evergrande che opera nel settore immobiliare.
Avendo un debito pubblico relativamente alto, il Governo giapponese può tenerlo sotto controllo (e di fatto lo fa) aumentando l’IVA e la pressione fiscale, incidendo quindi in maniera significativa sulla vita dei giapponesi.
Veniamo, sig. Rino, in casa nostra, in Europa. Lei domanda: “Perché l’Europa non ha mai aperto il discorso sulle pensioni in Francia?” Evidentemente non c’è motivo di aprire un discorso. Anche il governo francese deve affrontare il problema dell’invecchiamento della popolazione e quindi si sta preparando innalzando progressivamente l’età di pensionamento da 62 anni a 64 anni (come lei stesso ci ricorda).
Il debito pubblico della Francia è 111% del PIL, mentre quello dell’Italia è il 140% del PIL (fonte Money.it al 29/04/2023): due economie differenti, due prospettive differenti, due Paesi versi i quali si indirizzano differenti gradi di fiducia da parte dei creditori.
Più della Francia, potrei dire, l’Italia ha da guadagnare credibilità per innalzare il livello di fiducia da parte dei suoi creditori, e potrà farlo in un solo modo, agendo proprio come il Giappone, anzi a maggior ragione come il Giappone, non godendo della sovranità monetaria: diminuendo il debito pubblico e evitando di ridurre la pressione fiscale.
Caro Rino, ti risponderà meglio il dott. Perfetto ma tento anch’io; il nostro, a parte la Grecia, è il peggiore; parliamo di stipendi e pensioni; cosa fanno? non pagano più stipendi e pensioni? quindi chi è riuscito ad andare in pensione beato lui; per i nuovi? a parte legge Fornero quasi nulla; poi credo , ma dati alla mano non ne ho, che gran parte del nostro debito sia in mano a stranieri; ma anche se fosse in mano agli italiani non è in mano alle persone, ma a grandi fondi di investimento; speriamo in bene e credo che a Novembre Dicembre sapremo qualcosa per l’anno prossimo ma non mi faccio tante illusioni; saluti a te e ai gestori del sito
Si ma forse non lo sai: il Giappone è il paese più indebitato al mondo………….ma tu vuoi mettere l’economia del Giappone con quella dell’Italia? Mi faccio una risata!!!! Quanti automobili giapponesi vedi sulle strade italiane? Quante automobili italiane vedi sulle strade giapponesi. Ti sei risposto alla domanda!!!!
Non mi risulta che altri paesi europei abbiano deficit tra il 110 ed il 140 a parte la Grecia? Quali sarebbero?
Ringrazio la Redazione e il Dott. Perfetto per l’attenzione e la puntuale rassicurazione. Ritengo che il debito possa abbassarsi tra l’altro con una gestione maggiormente razionale della cosa pubblica, razionalizzazione, come detto anche da altri, che ad esempio riduca gli enti ad essa deputati. Tale riduzione però contrasta con il n° di poltrone residue a disposizione della politica e qui saltano tutti i giovani, i vecchi, i poveri, quelli a rischio povertà ecc. ecc.. Purtroppo la razionalità del suo ragionamento è una inferenza sulla razionalità decisionale di un ambito dove la razionalità decisionale non è sempre una dinamica preminente, sempre palesata ma a consuntivo non sempre riscontrabile. Già in via deduttiva uno stato come l’italia, con le sue potenzialità, potrebbe avere un tenore di vita diffusamente migliore e problemi di bilancio notevolmente inferiori. Opinioni personali naturalmente. Grazie comunque e buona domenica.
Per liberare risorse e ridurre il debito pubblico perché non eliminare le Regioni, carrozzoni clientelari costosissimi? La Sanità torni allo Stato in modo da essere uguale in tutta Italia e le altre competenze in mano alle Regioni passino ai Comuni o allo Stato.
Penso che il risparmio sarebbe enorme e le risorse probabilmente gestite meglio
Se non proprio le regioni sicuramente le provincie ed accorpare i comuni piccoli nei comuni più grandi vicini. Vedi quanti soldi in più saltano fuori. Ma politicamente non lo faranno mai, troppi interessi in gioco.
Concordo. I comuni non devono avere meno di 200.000 abitanti per avere un minimo di efficenza. La superficie oggi come oggi conta poco. Così però saltano poltrone, poltroncine e sgabelli per cariche politiche e questo viene prima dei giovani, dei vecchi, della scuola ecc. ecc..
Caro Bernardo, sicuramente non hai letto la statistica dei comuni d’italia; la trovi su internet; se ti fermi a 200.000 avremo solo 14 comuni d’Italia; mi sembrano pochini, cosa dici? io abbasserei veramente di molto; saluti a te e ai gestori del sito