I dati che continuamente giungono ogniqualvolta ci si accinge a parlare di una nuova riforma previdenziale in Italia sono sempre drammatici e portano continua agitazione nei lavoratori, soprattutto in quelli che dopo una vita di lavoro, si apprestano al giusto e sacrosanto pensionamento.
Ultime novità Riforma Pensioni 2023:l’ editoriale di Marino
Non ci sono soldi, ci sono troppo poche persone che lavorano con contratti continuativi, ci sono troppi pensionati, le persone vivono sempre di più, le donne fanno pochi figli, tra vent’anni l’INPS non sarà più in grado di pagare le pensioni, non è possibile operare una flessibilità in uscita, rimandiamo il tutto in attesa di tempi migliori, speriamo di trovare qualche risorsa nelle pieghe di bilancio, quota 41 non si può fare perché costa troppo, è tutto nelle mani del MEF.
Queste sono le frasi che si leggono continuamente sui giornali, o che si sentono in radio e TV pronunciate dai politici di turno o da cosiddetti esperti, improntate sul fatto che il nostro sistema previdenziale è a ripartizione, in pratica chi lavora paga la pensione di chi è già in pensione, e proprio per questo motivo non si può intervenire sulla previdenza se non aumentando ancora l’età pensionabile e riducendo ulteriormente i già miseri assegni che percepisce chi va in pensione. Il sistema come è oggi strutturato per essere in equilibrio prevede che ad ogni pensionato corrisponda almeno un lavoratore e mezzo a tempo indeterminato, ma poiché aumentano i lavori precari, le retribuzioni sono troppo basse e a causa della denatalità non ci sono persone che nei prossimi anni potranno approcciarsi numerosi al mondo del lavoro, questo rapporto scenderà vertiginosamente tra vent’anni a uno a uno, un lavoratore per ogni pensionato, con la conseguenza che il sistema non reggerà e il Paese, a causa delle pensioni, andrà in default.
Tutti i lavoratori ed in particolare quelli a cui mancano pochi anni al giusto pensionamento vanno in agitazione e si dicono ma perché io che ho già pagato 30-35 anni di contributi e ancora ne sto pagando, ho versato nelle casse dell’INPS centinaia di migliaia di euro, devo stare continuamente col patema d’animo a sentire queste affermazioni e devo andare in pensione magari col rischio di veder sfumare tra pochi anni tutta la fatica fatta in decenni di lavoro?
Tutte osservazioni assolutamente legittime da parte di persone che nei passati decenni non hanno usufruito di tutta una serie di privilegi come le baby pensioni, i prepensionamenti di aziende decotte, le pensioni a 55 anni, le pensioni che in certi casi superavano l’importo dello stipendio, le pensioni privilegiate, le doppie pensioni dei politici e dei sindacalisti, le false pensioni agli invalidi, eccetera, eccetera e che adesso sono giustamente arrabbiate perché dopo una vita di lavoro percepiscono un assegno previdenziale che per effetto del calcolo contributivo attivo ormai da quasi trent’anni diminuisce ogni anno di venti/trenta euro ed il cui importo netto arriva a malapena a 1.200 euro.
Pensioni 2023, la riforma passa dal sistema a ripartizione?
Ma il sistema a ripartizione introdotto in Italia subito dopo la Seconda guerra Mondiale nell’anno 1945 non è un totem che non si può abbattere, non è un qualcosa che deve rimanere intoccato per sempre, è stato semplicemente un sistema previdenziale che dura ormai da quasi 80 anni e che nel momento della ricostruzione post bellica e della forte espansione industriale e demografica che vi è stata all’epoca (negli anni 60 nascevano in Italia un milione di bambini, oggi a siamo a 400.000) ha garantito per effetto della numerosa forza lavoro e del ridotto numero di pensioni erogate e nonostante gli incredibili sprechi sopra evidenziati, una sua stabilità, ma se adesso questo sistema nei prossimi anni non riuscirà più a sostenersi e ad essere in equilibrio sarà obbligatorio, fin da subito, cominciare a pensare ad un nuovo sistema di calcolo per tutelare quanti hanno contribuito con i loro versamenti al mantenimento dell’attuale sistema.
Con il contributo di tutti ed in particolare di tutte le forze politiche di governo ed opposizione, le forze sociali, le organizzazioni di categoria e coinvolgendo anche esperti economici e previdenziali, studiare un meccanismo per determinare un assegno previdenziale che possa coniugare una parte pubblica garantita dallo Stato e una parte costituita da versamenti individuali che, investiti, accrescano il monte contributivo. Questo nuovo sistema di calcolo previdenziale potrebbe essere operativo a partire dal 2030, nel frattempo fin dall’anno prossimo operare una miniriforma che tuteli chi andrà in pensione nei prossimi anni consentendo un’amplissima flessibilità in uscita volontaria a fronte di una leggera penalizzazione e tutelando, con una pensione di garanzia, chi come giovani e donne ha una carriera discontinua e frammentata.
Rispondo, in seduta plenaria, al seguente commento di Mauro Marino:
“Mi sembra che si stia andando un po’ oltre quello che sono commenti su questioni previdenziale. Non ci devono essere commenti su questioni che riguardano aspetti personali. Rimaniamo nell’alveo di commenti puramente di natura previdenziale”.
A mio avviso, rimanere nell’alveo di natura previdenziale è come guardare un oggetto con un occhio solo: vediamo l’oggetto, ma non riusciamo a valutarne correttamente la distanza da noi.
Occorre invece guardare anche con l’altro occhio, quello del lavoro, in modo da mettere a fuoco la vi(s)ta sulla vita.
Mauro Marino invita i lettori ad astenersi dall’esprimere commenti di natura personale.
Sarebbe come se un medico invitasse un paziente ad esprimere i sintomi della propria malattia in maniera distaccata, senza alcun coinvolgimento personale, come se stesse parlando della malattia di un’altra persona, senza quindi manifestare alcun sentimento di disagio personale, di smarrimento.
Sarebbe come occuparsi dei lavoratori pensionandi, lasciando “a casa”, per la seconda volta, i disoccupati, perché i disoccupati non compaiono nel rapporto attivi/pensionati che alimenta la Previdenza, ma compaiono nell’Assistenza, dove non si è più una persona che ha una identità sociale in quanto essere produttivo, e nemmeno più un individuo che ha una identità personale in quanto essere umano.
Sarebbe come parlare di Opzione Donna, senza conoscere le sofferenze profonde che una vita di sacrifici tra lavoro e sostegni familiari di ogni genere comporta per le lavoratrici.
Lavoro, pensioni, vita sociale e identità personale sono tra loro indissolubilmente legati e assolutamente inscindibili.
Eppure, Mauro Marino invita i lettori ad astenersi dall’esprimere commenti di natura personale.
Quando si parla di Opzione Donna quanti commenti personali vengono espressi! Ognuna delle lavoratrici che ambisce a Opzione Donna riporta la propria esperienza personale, la propria testimonianza di vita, a volte così straziante che è difficile, per chi li legge, mantenere il proprio controllo emotivo.
Il sito Pensionipertutti ha certamente un grande valore, in termini di notizie, di informazioni, di interviste, di articoli, riguardo a tematiche di natura previdenziale.
Ma un valore ancora più grande il sito Pensionipertutti ce l’ha proprio nel riportare i commenti, talvolta anche strettamente personali, dei lettori, consentendo loro di esprimere ciò che hanno di dentro, quasi che il sito fosse una sorta di seduta virtuale a carattere terapeutico dove l’anima cura le proprie ferite che ad altri sono ignote.
Eppure, Mauro Marino invita i lettori ad astenersi dall’esprimere commenti di natura personale.
Spegnere quella luce fioca che esprime le esperienze personali e quindi lo stato d’animo personale dei lettori, spegnere quella fioca luce che lampeggia tra abbattimento e speranza, significherebbe privare il sito Pensionipertutti di un valore immenso.
Grazie di cuore! Non aggiungo altro
Non aggiungo altro anch’io, evidentemente non sono stato compreso in quello che volevo esprimere.
Un caro saluto
Franco Giuseppe,
se ne hai voglia scrivimi a
mauromarinoeconomiaepensioni@gmail.com
CON TUTTO IL RISPETTO, IL MIO ABBRACCIO,L’AFFETTO PER GLI ALLUVIONATI, 2 ML DI EURO SONO STATI TROVATI SUBITO, PER QUOTA 41 NO!!!!!!! VERGOGNATEVI!!!! POLITICI
SPERO CHE I GESTORI DEL SITO PUBBLICANO QUESTO MIO POST.
GRAZIE
MATTEO
Mauro. Marino sempre polemico con chi ha dato invece che dire le cose come stanno I contributi versati dai lavoratori negli ultimi 20 sono stati utilizzati per salvare le banche per finanziare le grandi società italiane per essere benevoli con chi scappa dalle guerre da chi ancora oggi vuole armi armi armi.Come mai una famiglia come la mia in questi ultimi 20 abbiamo visto i nostri stipendi non aumentare mai(siamo al ultimo posto nella classifica UE) invece siamo al primo posto con il caro vita.Te lo spiego io come continuo a vivere in modo dignitoso io mia moglie e le mie figlie.Non sp erperiamo i soldi messi da parte dopo oltre 40 anni di lavoro.Invece come scritto sopra per tutte le beghe ( vedi ora Emilia Romagna) i2 miliardi stanziati sono sicuro che li prendono dal forziere dei lavoratori e a breve diranno che la coperta e ancora più corta
Caro Fausto non so di cosa mi accusi. Io sono sempre stato dalla parte dei lavoratori.
Un saluto
Togliere i mille privilegi che hanno politici amministratori ecc..togliere le pensioni privilegiata delle forze dell’ ordine e militari tranne quelle veramente gravi e poi abbassare le pensioni ai funzionari pubblici che prendono tantissimo basta guardare prefetti questori ecc
bla, bla, bla…NOI i contributi li stiamo versando da 40 anni ! Abbiamo diritto ad andare in pensione
Sig. Marco b, lei afferma che dopo 40 anni di versamento di contributi si ha il diritto di andare in pensione?
Bene!
Dopo 40 anni di versamento di contributi si avrà il diritto di andare in pensione quando i disoccupati avranno il diritto di andare al lavoro!
Non leggo i giornali, ma, mentre passeggiavo, ad una panchina dell’ATM di Milano c’era l’avviso che per il 26 maggio è stato proclamato lo sciopero generale nazionale.
Guarda caso è sempre di venerdì che si fa sciopero. Meglio sarebbe chiamarlo “fine settimana lungo”.
Lo sciopero è contro i lavoratori e a favore delle imprese, che hanno una miriade di esuberi e non sanno come disfarsene.
Lo sciopero è un privilegio dei lavoratori, che possono permettersi di perdere la paga di una giornata di lavoro.
Lo sciopero è una offesa ai disoccupati, che non possono permettersi di scioperare perché un lavoro non ce l’hanno.
Lo sciopero è a danno dei pensionati, perché riduce l’importo che i lavoratori versano in termini di contributi.
I lavoratori che scioperano meritano di andare in pensione il più tardi possibile, perché il danno morale che recano ai disoccupati e il danno monetario che recano ai pensionati deve essere recuperato.
Sig. Marco b, sento i lavoratori parlare sempre e solamente dei DIRITTI che hanno.
Non sento mai parlare i lavoratori dei DOVERI che essi hanno. Doveri verso la società, doveri verso la famiglia, doveri verso se stessi.
Dott. Perfetto, non ci posso credere !!!! Ma davvero ha scritto Lei questo commento ? Si è riletto prima di inviare ?
Bene. Cari amici commentatori, Matteo, Fausto, Mario Di Michele, marco b, Ale, Bernardo, Anna, Sergio, etc. etc. , non so se lo ricordate o se non l’avete mai saputo, ma Il Dott. Marino e il Dott. Perfetto, due illustri editorialisti di questo sito, sono due pensionati con quota 100. Il primo con 63-41, il secondo con 64-41 ( se non ricordo male ). Entrambi quindi si sono pensionati in anticipo rispetto ai requisiti Fornero a cui è obbligata la restante platea di milioni di lavoratori. Entrambi si sono pensionati senza penalizzazioni. per ogni anno di anticipo rispetto alla Fornero.
Il Dott. Marino, in questo suo editoriale però propone un anticipo ma con penalizzazione. Voi si penalizzati, lui no.
1 ) Il Dott. Perfetto si spinge oltre, al punto di criticarvi. Dalla sua lista di rimproveri leggo:
“Si avrà il diritto di andare in pensione quando i disoccupati avranno il diritto di andare al lavoro.”
Sig. Perfetto, quando Lei è andato in anticipo in pensione, i disoccupati NON esistevano ?
2) ” Lo sciopero sarà di venerdì e sarebbe meglio chiamarlo fine settimana lungo”.
Dott. Perfetto, ora che Lei è in pensione stra-anticipata non si deve preoccupare di fare il fine settimana lungo, Lei fa la settimana intera lunga, il mese intero lungo e l’anno intero lungo.
3) Stia tranquillo, Dottore, gli ultimi governi, dx, sx, centro, fanno a gara per aiutare le imprese a disfarsi in qualche modo degli esuberi.
4) Lei chiama privilegio la perdita della paga di una giornata di lavoro ? Questo è un colpo basso, quasi osceno per chi percepisce uno stipendio di 1400 euro.
5) “Lo sciopero è un’offesa ai disoccupati”. Ora siamo passati ad incolpare chi il lavoro ce l’ha ma protesta per avere un aumento, aumenti che sono fermi da oltre 10 anni.
6) “Lo sciopero è a danno dei pensionati, perchè riduce l’importo che i lavoratori versano in termini di contributi.! Anche Lei Dott. Perfetto andando in pensione in anticipo ha portato un danno all’INPS. Mancano infatti nelle casse i due anni di versamenti mensili che lei effettuava essendo appunto andato in pensione due anni prima grazie alla quota 100.
7) “I lavoratori che scioperano si meritano di andare in pensione il più tardi possibile …… per recuperare il danno monetario arrecato e che deve essere recuperato.” Ora sappiamo che il Dott. Perfetto non ha mai scioperato in vita sua. Lui si è beato delle conquiste sindacali ottenute in 40 anni di lavoro da chi scioperava. Quando si otteneva qualcosa con la protesta e lo sciopero di chi perdeva la paga giornaliera, alla fine anche lui ne beneficiava economicamente ma senza scioperare. Da brividi la sua affermazione.
E arriviamo al gran finale: ” I lavoratori non parlano mai dei doveri che hanno, verso la società, verso la famiglia, verso se stessi. ” Stavolta Perfetto si è superato. Chi ha lavorato per 40 anni secondo lui non ha dato un contributo alla crescita della società nel suo insieme, non ha tirato su una famiglia, non ha dato un senso alla sua vita ?
Che brutto commento Dott. Perfetto. Che pochezza, che tristezza. Questa caduta di stile da Lei non me l’aspettavo. Mi ha profondamente deluso. Sono certo che potrà fare a meno della mia stima. Non ha importanza, le rimarrà comunque quella di Paolo Prof insieme a un po di bava.
Approvo il commento solo per dare al Dott. Perfetto la possibilità di replica, anche se il tono polemico non mi fa impazzire
Ha ragione Erica forse è troppo polemico concordo., ma quello che ha scritto il dott. Perfetto sul diritto di sciopero è gravissimo. Lo rispettavo molto come persona, ma c’è gente che è pure morta per avere il diritto allo sciopero…..mi sento offeso!
Signora Erica, trova il mio commento polemico e quello del Dott. Perfetto no ? Eppure lui rispondeva in tono altrettanto polemico a mauro b. Oltretutto lo ha fatto con un pessimo gusto mentre io ho precisato cose vere. Comunque cara Erica, se da fastidio criticare un vostro collaboratore al punto che deve comunicarmi lei di non apprezzare il mio tono, il prossimo passo cosa sarà, la censura ? Senza peraltro aver offeso nessuno e senza nemmeno una parolaccia ? Poteva pensarci prima, per esempio quando qualcuno mi ha augurato ” una brutta fine ” solo perchè contestavo la quota 100. Abbiamo capito; il Sig. Perfetto e il Sig. Marino non si possono criticare, dobbiamo accettare silenti il loro pensiero unico anche quando sparano : ” I lavoratori che scioperano si meritano di andare in pensione il più tardi possibile. Detto da uno che è stato favorito da quota 100 , l’unica cosa che posso dire è: Tanti auguri amici.
No Veramente criticavo la sua ultima frase molto giudicante nei confronti del Dott. Perfetto ‘ pochezza, tristezza’ etc, poteva fermarsi a dire la sua sullo sciopero. La censura non fa parte del sito come può notare, qui tutti coloro che portano rispetto possono parlare e confrontarsi ed essendo un giornale libero non le permetto di accusarci di cose mai fatte o di insinuarle.
Sig. Tury, non ho bisogno del suo rispetto, mi basta il rispetto che ho di me stesso.
C’è gente che è pure morta per avere diritto allo sciopero? Sì, è vero. Fu gente che credeva in un’idea per la quale era disposta a morire.
Ma lei, sig. Tury, per quale idea invece è disposto a morire? Non si faccia scudo della morte di altri per salvaguardare il diritto allo sciopero che tutela i suoi interessi.
Lei dice che le mie parole la offendono? Oh, no, sig. Tury, non sono le mie parole ad offenderla.
Sono le sue stesse parole che la offendono.
Sì, sig. Franco Giuseppe, quando ho inviato il mio commento in risposta al commento del sig. Marco b, mi sono riletto. È mia abitudine rileggere ciò che ho scritto prima di renderlo pubblico.
Io mi sono pensionato con Quota 100, con 65 anni di età e 41 anni di contribuzione. Ho fatto fare i calcoli dal Patronato e la pensione che avrei percepito mi soddisfaceva. Mi trovavo nella favorevole condizione di poter scegliere se andare in pensione oppure restare al lavoro per altri due anni. Ho scelto di andare in pensione con Quota 100.
Io non mi ritengo un editorialista di questo sito. Gli articoli non sono firmati a mio nome.
1) Io non critico nessuno. Esprimo solo il mio punto di vista, che può benissimo non coincidere con quello di altri. Quando io sono andato in pensione, certamente esistevano i disoccupati. Comprendo bene cosa significa essere disoccupato. Anch’io, nel 2011, ho attraversato un periodo di 9 mesi di disoccupazione volontaria (senza aiuti di Stato ma con una incentivazione all’esodo). Disoccupazione volontaria, è vero, ma pur sempre disoccupazione a 55 anni.
2) Ora che sono in pensione non è solo il fine settimana ad essere lungo. Ancora più lungo è il mese che trascorro in Germania. Non parlo il tedesco, non ho interlocutori italiani, e solo e pensoso vago per vie solitarie sentendomi più un migrante che un europeo integrato. La prima, la più importante forma di integrazione, è la conoscenza della lingua. Comprendo bene cosa significa essere un migrante.
3) I Governi, di qualunque coalizione essi siano, giocano sempre a favore delle imprese, sin da quando agli inizi degli anni Novanta è partita la “privatizzazione”. Le cosiddette “Partecipazioni Statali” degli anni Sessanta (IRI, ENI, EFIM) si sono dissolte nelle privatizzazioni.
4) Quando sono andato in pensione, ho accettato di rinunciare ad avere 200 euro nette in più al mese, che avrei invece avuto qualora fossi andato in pensione a 67 anni. Ma altri lavoratori non sono potuti andare in pensione con Quota 100, non potendo rinunciare nemmeno a 100 euro netti al mese, e quindi hanno deciso di continuare a lavorare e andare in pensione con la Fornero. Solo un privilegiato come me avrebbe potuto rinunciare a 200 euro nette mensili. Applico la logica del mio discorso anche ai lavoratori che possono permettersi di rinunciare alla paga di una sola giornata (anche se in una prospettiva, ancorché incerta, di vedere riconosciute le proprie rivendicazioni di aumento salariale). Per questo considero tali lavoratori dei privilegiati.
5) Non do colpa a chi lavora. So bene che il lavoro, qualsiasi tipo di lavoro, usura, logora. Ma il lavoro logora di più chi il lavoro non ce l’ha. E so questo per esperienza diretta, per aver trascorso 9 mesi da disoccupato con l’incertezza di trovare nuova occupazione; una nuova occupazione da lavoratore a partita IVA, e quindi in una posizione estremamente svantaggiata rispetto a quella di un dipendente, assai vulnerabile, perché il lavoratore a partita IVA è facilmente ricattabile da parte delle aziende.
6) Andando in pensione due anni prima, non credo proprio che arrecherò danni all’INPS. Non credo proprio che vivrò oltre gli 82 anni per recuperare l’intero montante che ho accumulato in 41 anni di lavoro. Invece, il mio pensionamento anticipato, entrando in risonanza con altri pensionamenti anticipati Quota 100, a causa della conseguente riduzione di versamento di contributi, ha certamente ridotto la possibilità di altri lavoratori (magari anche più meritevoli) di poter andare in pensione. Ma di questo, con estrema franchezza, sig. Franco Giuseppe, non posso attribuirmi alcuna responsabilità.
7) Non ho mai scioperato in vita mia. Nemmeno quando nel 1976, da studente universitario, lavoravo d’estate in campagne estive presso uno zuccherificio del mio paese di origine, con la qualifica di manovale di sesto livello. In un giorno di luglio gli operai si astennero dal lavoro. Io solo entrai in fabbrica per lavorare. Tra gli operai i “crumiri” non vengono perdonati. Ma non mi fu torto un capello, perché, pur non essendo “uno di loro”, e pur essendo un ventenne, venivo rispettato.
Gran Finale.
Io non sono nessuno. Non supero nessuno. Nemmeno me stesso. Non osservo chi lavora, perché il lavoratore ha diritto al suo salario.
Osservo quel disoccupato alla ricerca di un lavoro che gli possa dare la possibilità di rendersi utile alla società, di potersi creare una famiglia, di poter migliorare se stesso. Osservo quel disoccupato che anch’io un tempo sono stato.
Sig. Franco Giuseppe, perché mai lei dovrebbe nutrire aspettative nei miei confronti? Perché mai dovrebbe sentirsi deluso? Deluso, di che cosa? Se trova i miei commenti così brutti, perché li legge? Perché spende così tante parole per esprimere il suo disappunto? Perché si preoccupa di poter perdere la mia stima? Perché si rende interprete dei pensieri altrui (di Paolo prof, per esempio)?
Non è necessario che lei risponda alle mie domande. Rispondendo, si metterebbe nella disagiata condizione di doversi giustificare. Ed io non desidero affatto mettere le persone nella condizione di doversi giustificare.
Al mio commento in risposta a quello del sig. Marco b, lei attribuisce termini di “bruttezza”, “pochezza”, “tristezza”, “caduta di stile”.
Credo di non avere elementi sufficienti per poter valutare con la giusta cognizione di causa queste sue espressioni. Posso solamente, assorbendo lo stato d’animo che lei mi comunica, tristemente prenderne atto.
Dott. Perfetto, Grazie per il tempo dedicato e per averci raccontato uno spaccato della sua vita passata che non ci era nota e che poteva tenere per sé, visto che dalle parole che ho letto, le ha arrecato anche frustrazione e dolore ( intendo la condizione di disoccupato). Grazie perché cerca sempre di dare risposta ai nostri lettori anche quando uno potrebbe sentirsi attaccato ingiustamente. Di Franco Giuseppe non criticavo la polemica sullo sciopero, ognuno resta della propria idea, ma il finale assolutamente giudicante e polemico. Ma il Dott. Perfetto é andato oltre, pur patendo quei termini pesanti, ed ha comunque deciso di rispondere. Grazie, Erica
Mi sembra che si stia andando un po’ oltre quello che sono commenti su questioni previdenziale. Non ci devono essere commenti su questioni che riguardano aspetti personali. Rimaniamo nell’alveo di commenti puramente di natura previdenziale.
Grazie a tutti
Sig. Marino , il mio commento era composto di 38 righe, 35 delle quali di natura previdenziale, dove ho ribattuto punto su punto alle affermazioni di Perfetto. Solo nelle ultime tre ho espresso tre aggettivi che erano il sentimento che provavo dopo la lettura del suo commento. Non suo suo, ma di Perfetto. Gli aggettivi erano: Bruttezza, pochezza, tristezza rivolti al commento. Vi hanno scandalizzato a Lei ed a Erica ? Su, siamo grandi abbastanza. Come ho scritto, a me, due anni addietro, mi hanno augurato una brutta fine, ( tradotto una brutta morte ), ma nessuno si è sollevato in mia difesa, ne Lei, ne Perfetto, ne Erica. Distinti saluti.
Vedi di capirmi bene franco Giuseppe mi hai insertion bella tua risposta e ora leggiti bene questo comento; si ho stima del dott. Perfetto anche se non lo conosco di persona; dai commenti si capisce che e’ una copersona competente e soprattutto per bene; ti sei chiesto perche’ qualcuno to ha augurato ” una brutta fine”? Forse perche’:…… adesso te lo spiego anche se non ti conosci di persona: sei per caso uno con la testa dura? Sei per caso uno che vuole sempre avere rationed? Sei per caso uno che racconto ballet tipo quando hai detto che durinvon e salvini hanno perso in giro milioti di italiano ma non te ….( forse tu sei svizzero? Guarda dentro te stesso non e’ impossible lie cambiare anche all’ ETA’ tua ……. basta volerlo ti saluto perche’ sono per bene, non lo meriteresti in saluto a tutti da 130 km da capo nord ….. 660 km ……in …bicicletta dalla lapponia
Non sono per nulla d’accordo.
Il diritto di andare in pensione dopo 40 anni è una cosa che non dovrebbe assolutamente essere connessa con un diritto di lavorare di un disoccupato.
La Costituzione cita “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro…” ed è più che giusto come concetto. Ma non si parla assolutamente di pensione. Quella è stata una regola scelta tanti decenni addietro quando c’era una rivoluzione industriale e la possibilità di lavorare era molto diversa da oggi.
Siamo giunti ad un bivio dove non si potrà più sostenere questo metodo a ripartizione che crea un assurdo “obbligo” e una devastante iniquità di trattamento tra lavoratori e pensionati passati, presenti e futuri.
Lottiamo per cambiare questo metodo a ripartizione, lottiamo affinchè il lavoratore si costruisca il futuro di persona non più lavorativa per se stesso e non per un altro, e non per ultimo, lottiamo, facciamoci in quattro ,ognuno con il suo piccolo contributo che può dare nella vita, per fare in modo che si creino situazioni favorevoli per una sempre maggior diffusione del lavoro regolare , per giovani adulti e disoccupati.
concordo con marco b e trovo GRAVISSIME le parole del dotto Perfetto, il diritto di pensionamento e di sciopero devono rimanere diritti e basta, come l’aborto ecc.. (anche se uno non li mette in atto).
Molti hanno sofferto causa condizioni economiche e si sono pagati gli studi a partire dai 15 anni di età e hanno fatto figli da soli senza aiuti (in Italia non ci sono strutture sufficienti per supportare le donne che lavorano).
Piuttosto bisogna ASSOLUTAMENTE RIVEDERE TUTTE LE PENSIONI ATTUALI, DEVONO FINIRE I PRIVILEGI, LO FACCIANO ALMENO PER I LORO FIGLI
Sempre detto che il sistema a ripartizione attuale ormai è solo un ricatto perso i lavoratori. ricatto utilizzato dai politici e vari esperti del non ci sono soldi per rovinare la vita ai lavoratori. Si deve cambiare metodo. Il lavoratore lavora per crearsi il proprio sostentamento quando sará in pensione non quello di altri.
E pensi che se c’è la volontà ed una presunta “convrnienza” a ricattare un’altra sistema farebbe la differenza? Io credo di no.
Con un sistema dove i contributi rimangono a lei ed è lei che se li gestisce tutti questi discorsi del numero di lavoratori per ogni pensionato, delle nascite, dei vecchi, di un INPS che sperpera 5 miliardi in gestione dei suoi immobili alquanto fantasiosa, di un sistema che obbliga lei e me a lavorare 8 anni di più per pagare anche la pensione a categorie che hanno il privilegio ad oggi di andare in pensione quasi a pieno stipendio a 59 anni di età…ecc ecc non si sentirebbero più.
Le voci di quelli che dalle loro posizioni di privilegiati ci chiedono continuamente di fare sacrifici per un sistema di pensioni ormai iniquo da decenni cesserebbero una volta per tutte.
SI, FAREBBE LA DIFFERENZA, ed è per questo che non lo faranno mai, ovvero perché i pensionati sono molti di più dei lavoratori e quindi elettoralmente contano di più
Faccio i miei personali complimenti al Dott: Marino che nonostante tutto cerca di trovare soluzioni che possano in qualche modo riparare ai guasti provocati nel sistema previdenziale da norme astruse, divisive, oserei dire indecenti. Il sistema a ripartizione già esiste ed è quello attuale: Chi sta lavorando e versa contributi sta pagando la pensione a chi è già fuori dal mondo del lavoro. Marino sta indicando un nuovo sistema di ripartizione che in certi ambienti , haimè, già esiste. I Fondi privati infatti raccolgono appunto fondi personali che verranno investiti per far crescere quel montante. P.e. Nella scuola esiste il fondo Espero dove vengono convogliati, a domanda del singolo, una parte dei contributi versati.
Forse il dott. Marino quando parla di nuova ripartizione intende che lo Stato ci metta una parte a fondo perso una tantum per tutti, e il resto sono fondi pensione gestiti da privati. Così mi è parso di capire. Resta da comprendere chi sarebbero questi privati e se ci si possa fidare. Già le banche mostrano crepe mostruose nei loro investimenti e non poche sono con l’acqua alla gola. Lo Stato garantirebbe anche la parte di questi fondi privati in caso di fallimento ?
Dott. Marino Lei parla di una leggera penalizzazione a chi dovrebbe andare in pensione prima della SUA potenziale proposta qui espressa. Ora però ci tolga una curiosità. Come si coniugherebbe la parità di trattamento tra chi è andato in pensione con quota 100 a 62-38 e chi ci andrà con 62- 41 ? Chi è andato con quota 100 ha un assegno calcolato per 38 anni di contributi senza penalizzazione per ogni anno di anticipo, chi andrà con 41 dovrà sostenere una penalizzazione per ogni anno di anticipo. Morale: Chi ha versato per 41 percepirà un assegno pari se non inferiore a chi ha versato solo per 38. I primi hanno la penalizzazione mentre i secondi no. Corretto ? Saluti a tutti.
Discorso giustissimo Franco Giuseppe, ma purtroppo noi lavoratori ancora bloccati da questo esecutivo torturatore, anche con una piccola penalizzazione saremmo disposti ad approfittarne- eh si, perché già se passasse la flessibilità di Marino o quella di Tridico, sarebbe un miracolo, coi tempi che corrono e con questi feroci politici, che snobbano totalmente i problemi e le esigenze dei lavoratori.
Sig. Sergio, forse per Lei sarà così, ma le assicuro che una penalizzazione, giunti a 41 anni di versamento, sarà sicuramente un’altro flop. I più giunti a 1 anno e mezzo dalla Fornero non accetteranno una decurtazione dell’assegno pensionistico e la cosa apparirà nuovamente un favore a chi si potrà permettere il taglio. Quella che lei chiama piccola penalizzazione, per chi guadagna 1400 euro e fatica ad arrivare a fine mese, si traduce in un carrello della spesa semivuoto che a pochi piacerà spingere. Cordiali saluti.
Il discorso della penalizzazione Franco Giuseppe è legato ad esigenze di chi ha problemi fisici e personali che non gli consentono di tirare avanti e mi creda ce ne sono tanti – quindi la scappatoia sarebbe il toccasana per tanti, secondo libertà di scelta con tasca propria e testa propria
Franco Giuseppe sempre polemico.
Il sistema ripartizione/capitalizzazione con garanza da parte dello Stato è l’unica via di uscita se si vorrà avere in Italia ancora una previdenza. Prima i nostri politici lo capiranno e prima si metterà in salvo il sistema. Stupisce che una cosa talmente semplice e ovvia sia completamente assente dai discorsi di tutti gli addetti ai lavori, compresi i sindacati.
Quanto alla quota 100 che ormai fa parte dei libri di storia come le pensioni baby o il calcolo retributivo sappiamo perfettamente tutti che non potrà mai più essere riproposta ed attuata.
Un caro saluto
Ma quale polemica !!!! Cercavo di capire cosa stesse proponendo e se fosse perseguibile questa strada. Mi chiedevo e le chiedevo se fosse possibile che lo Stato garantisse queste società private che raccolgono i contributi dei lavoratori per investirli. Non c’è il timore che qualcuno ….. “prendi i soldi e scappa”, che tanto poi ripiana tutto lo Stato ? Non stiamo parlando di noccioline ma di miliardi di euro. Intanto per cominciare questo vorrebbe dire l’abolizione dell’INPS che a quel punto non servirebbe più a niente se non a essere il tramite tra il lavoratore e la società privata per il passaggio della moneta non fittizia ma vera. Vorrebbe anche dire che i politici non potrebbero più contare sulla cassaforte INPS e in caso di necessità finanziarie, prelevare qualche miliardo per fare cassa come successo con la Legge Fornero. Ma poi, sarà un obbligo girarli ad un fondo pensioni o magari sarebbe meglio che i nostri soldi ce li gestiamo da soli ? Quanto renderebbero questi fondi ? A gennaio l’ENI ha proposto delle obbligazioni per 5 anni al tasso fisso di 4,30. Un affare. Perchè non posso investire direttamente io quei soldi e prendermi io quegli interessi ? Mal che vada, se perdo tutto, rimarrà sempre la pensione sociale. Le sembra polemica questa ?
Quanto alla quota 100 , non ho chiesto se potrà essere riproposta, ho chiesto se è vero o no che con le penalizzazioni un lavoratore con 41 anni di contributi finirà col prendere tanto quanto un quota 100 che di contributi ne ha versato solo 38 e che ha anticipato di ben 5 anni la Fornero ? Se c’è una cosa che mi fa imbestialire è un quota 100 che propone penalizzazioni per gli altri, penalizzazioni che lui non ha subito. Intanto anche con quota 102 e 103 nessuno subisce penalizzazioni, ma lei le vorrebbe inserire per i prossimi pensionandi. Che cosa le hanno fatto per subire questa cattiveria ? La prenda a ridere, io non ce l’ho con lei. Con rispetto.
Franco Giuseppe sei una persona intelligente e preparata.
A presto
Cos’è una battuta o lo pensa davvero ? Perchè nel secondo caso mi conferma che non sono una persona polemica, ……… nel primo caso invece pare che mi prenda per il culo, ed io non glielo permetto perchè con Lei non ho mai fatto altrettanto. Sono una persona diretta, ma il rispetto prima di tutto.
Franco Giuseppe,
se ne hai voglia scrivimi a
mauromarinoeconomiaepensioni@gmail.com
Caro franco Giuseppe la tua vena polemica e’ inesauribile anche in questo posto sperduto in Norvegia alta a 200km circa da capo nord sei unico rilassati come disse in una battista. Dio c’e….. ma non sei tu un saluto a tutti la lakselv 70 latitudine nord Norvegia
E perché dal 01 2024 il montante di un anno di lavoro destinato alle casse dell’ Inps pari al 33% del RAL annuale non viene lasciato al lavoratore?
Caro Fausto ma si sa che molta gente li sperperebbe tutti prima che arrivi al momento di smettere di lavorare.
Cazzi oro
E poi caro Fausto con cosa si finanziamo gli armamenti gli sbarchi le calamità .
Cazzi loro.
Ringraziamo questo editoriale sul tema LE FUTURE PENSIONI
Parole sante…quelle del dr. Marino!! Adottare provvedimenti ragionevoli…a cui dare stabilità nel tempo, dando solide garanzie ai cittadini lavoratori in questo delicato campo. Fare rivoluzioni ogni “3×2” sarebbe deleterio e controproducente. La sensazione: prospettiva estremamente improbabile, come riuscire a scalare l’everest con le superga da tennis!!
I politici sono capacissimi ! maestri di cinismo affaristico… sanno come tutelare gli interessi propri e dei loro datori di lavoro, che, ovviamente non siamo noi….
Franza e Spagna, purche’ se magna !
D’accordo con Max perché è inconcepibile che ad oggi ci siano solo ombre sulla questione previdenziale, dimostrando che il governo non ha alcun rispetto per chi lavora da anni per mantenere in piedi il sistema pensionistico, dando la possibilità a migliaia di persone di accaparrarsi la pensione da oltre 40 anni, in barba a tutti noi che soffriamo nel girone dantesco dei dimenticati e , scusatemi il termine…… degli inculati !
Politici sempre più coglioni perché gli italiani li tollerano non lo capisco.
Non faranno mai nulla.Mai visto un governo di incapaci come questo.Fac59
Ancora meglio sarebbe RI-TOCCARE TUTTE LE PENSIONI-DOPPIE E TRIPLE-AGEVOLAZIONI-BONUS-BABY-FALSE-VITALIZI-PREPENSIONI-REVERIBILITA’ ECC…ATTUALMENTE iN ESSERE.
Per una questione di giustizia sociale, imparzialità e correttezza morale, se tutti avranno una pensione adeguata ai contributi versati, tutti potranno scegliere quando accedervi ed avanzerebbero pure soldi per coloro che non possono realmente più lavorare (disabilità, invalidità).
Siccome però ci sono più pensionati che lavoratori … questi ultimi dovranno lavorare fino alla morte per mantenere i primi.
Giustissimo lo dico da parecchio tempo ormai
Se c’è da fare sacrifici lì devono fare tutti anche chi ha avuto grandi PRIVILEGI con i sistemi passati
Ah, Dott. Marino, ma lei allora insiste !!! Ma non vede che il governo è impegnato in ben altre cose e che visto che soldi non ce ne sono, la maggioranza tutta, ha deciso di presentare una legge che tolga l’IVA per la chirurgia estetica. Saranno ben felici le nostre operaie e anche qualche operaio che decidendo di rifarsi il seno o il viso non pagheranno più l’IVA sull’intervento. Visto che non arrivano a fine mese almeno potranno risparmiare sulle rughe. Questa è l’ultima perla dell’attuale governo.
Bando alle ciance. Piuttosto invito la Redazione a scrivere un articolo e mettere al corrente i nostri amici lettori della sentenza della Corte Costituzionale dell’11 maggio 2023 a riguardo del problema TFR-TFS dato con grave ritardo ai soli dipendenti pubblici. Chiedo anche l’aiuto del Dott. Perfetto e del Dott. Marino a rendere comprensibile a tutti questa sentenza, non essendo io in grado di spiegarla.
Quello che ho capito è che è stata rigettata l’impugnazione della Regione Sicilia riguardo ai propri dipendenti essendo la materia di competenza esclusiva dello Stato. Riporto quanto enunciato alla Corte dagli avvocati dell’INPS e dell’Avvocatura dello Stato essendo la frase di una gravità inaudita: ” Per un dipendente pubblico, ricevere la liquidazione anche dopo 1-2 anni NON sarebbe poi un gran sacrificio”.
A parte il fatto che magari fossero 1-2 anni !!!! Io pensionato Fornero, ho ricevuto la prima tranche dopo 2 anni e 8 mesi e solo perchè mi sono messo di impegno a rompere i c…, pardon, a fare solleciti tutti i giorni per due mesi. Voi con le quote state quindi freschi se dovete attendere di raggiungere prima i requisiti Fornero e a seguire quasi altri 3 anni. Gli stessi avvocati hanno anche ricordato a giustificazione che è stato istituito a febbraio, l’anticipo della liquidazione su richiesta pagando naturalmente degli interessi. Quindi siamo a questo punto: Ritardano apposta l’erogazione della liquidazione in modo che se ti servono soldi subito devi farteli prestare dall’INPS pagando interessi su soldi che sono già tuoi. Interessi che sono più alti di quelli che riceverai per il ritardo accumulato nel pagamento. Siamo arrivati alla follia totale. Un caro saluto a tutti voi.
Hai perfettamente ragione a portare all’attenzione di tutti noi la incredibile discriminazione di cui sono oggetto i pubblici dipendenti, Francesco Giuseppe.
È una vergogna che lo Stato lucri sul TFS e TFR di chi, tra vari settori anche strategici, lo “serve”. Perché di questo si tratta, visto che l’indennità in questione viene liquidata, ormai da molto tempo, dopo anni dalla cessazione del lavoro e a volte anche con ulteriore ritardo. Sulle attuali quote ho letto che ciò può avvenire anche dopo 6-7 anni.
Immagino che la sentenza della Corte Costituzionale, di cui fai cenno F.G., non abbia risolto nulla circa la differenza di regime giuridico tra TFS e TFR, ma mi riservo di approfondire la questione.
Saluti a tutti, Mars
Coloro che hanno conseguito una laurea non vanno mai in pensione. Aggiungete 42 anni e 10 mesi di lavoro previsti dalla fornero ad una età media di inizio lavoro di 25 anni. Ammesso e non concesso non ci siano interruzioni dell’attività lavorativa. Oltre a spaventare chi vorrebbe iscriversi all’universita, è davvero discriminante lavorare fino alla soglia dei 70 anni. Anche perché con una laurea oggi non sempre si fanno fulgide carriere come un tempo, anzi, e quindi le pensioni saranno costituite da una manciata di euro.
”una parte pubblica garantita dallo Stato e una parte costituita da versamenti individuali che, investiti, accrescano il monte contributivo.”
Garantita dallo stato ?
Garantita dal privato ?
Pinocchio e’ piu’ sincero….
Con 41 anni e 3 mesi di contributi,80%dInvalidita’ con patologia riconosciuta , lavoro a bordo treno nel settore della ristorazione che dovrebbe essere usurante, non capisco come mai non mi mandano in pensione.
Mi pare che il passaggio da un milione di nati all’anno a 400 mila, insieme a tutti gli altri problemi elencati, non sia un problema finanziario solo per le pensioni ma per tutto ciò che c’è di pubblico e anche di privato considerato ad esempio che il volume complessivo della domanda della popolazione è destinato a contrarsi proporzionalmente.
Due domande: 1) perchè tale contrazione di risorse a genesi varia ed in concorso è paventata come pericolo solo per le pensioni? Già avere una buona sanità a volte è difficoltoso; 2) Continuiamo a vedere il terreno meno fertile e quindi piantiamo meno piante (modello di conduzione passiva a razionalità recessiva) o prevediamo lavorazioni e concimazioni periodiche (modello di conduzione attiva a razionalità quindi imprenditoriale)?
Considerato che in zona politica ed affinità circostanti si fa carriera prevalentemente, e a volte solamente, per fedeltà di bandiera vogliono lor signori al potere, di qualunque potere si tratti, guardare dove si hanno qualità della vita comparabile ed indicatori migliori per deficit, sistema sanitario, qualità delle competenze, servizi agli anziani, n° di contratti a tempo indeterminato ecc. ecc. ecc.
Assolutamente d’accordo, noi lavoratori vicini alla pensione siamo sempre più preoccupati nel leggere gli scenari apocalittici che non mancano di propinarci giornali e televisioni da parte di politici o opinionisti pensionati da anni con il retributivo.
Noi lavoriamo da oltre 40 anni e abbiamo diritto ad una pensione decente senza ulteriori penalizzazioni ma non nel duemilamai, subito!
Parole sante quelle di Marino che come al solito fotografa l’attuale situazione e da anche le soluzioni da tempo e peccato che nessuno al governo lo ascolti , mettendo in campo le vie di uscita da questa terribile situazione che ci tiene tutti col fiato sospeso, non sapendo nulla di come si uscirà da questo orrendo stallo in cui annaspiamo da anni- quindi perché non rivedere il sistema a ripartizione, perché non attuare la flessibilità con piccole penalizzazioni, perché non dare seguito almeno alla proposta Tridico…..perché perché perché….tanti perché tutti inascoltati – e per fare ascoltare e capire a chi non vuole capire bisogna agire alla francese, battendo i piedi a terra e battendo alle porte dei palazzi, senza dargli tregua e senza togliere il fiato dal loro collo- questo bisogna fare per obbligare Meloni e la sua compagine ad ascoltare, a capire, ad agire, ma subito, perché non c’è più tempo da perdere e noi lavoratori, precoci, anziani, donne , giovani, non possiamo più aspettare e dobbiamo salvarci, come hanno salvato e premiato i baby pensionati che vivacchiano anche da più di 40 anni alle nostre spalle e sulla nostra pelle, senza che si muova un dito per porre rimedio a questa vergognosa ingiustizia, in contrasto con i principi fondamentali della carta costituzionale .
In Italia non si riesce a decidere mai nulla…figuriamoci una riforma del genere che sarebbe più che necessaria….
Il sistema a ripartizione non è scritto nella Bibbia e neppure del Talmud. Non c’è motivo per non pensare ad un nuovo sistema di composizione dell’assegno previdenziale che maturi in misura dignitosa dopo un numero ragionevole (non spropositato come adesso) di anni di lavoro.