Riforma Pensioni 2023 l’editoriale: una manovra deludente in ambito previdenziale

Le Commissioni ed il Parlamento sono impegnate in una lotta contro il tempo per approvare entro il 31 dicembre la legge di bilancio ed evitare l’esercizio provvisorio. Probabilmente si riuscirà nell’intento ricorrendo per l’ennesima volta al voto di fiducia senza che, in pratica, ci sia una discussione in Aula Parlamentare. Ormai sono diversi anni che si verifica questa situazione e forse sarebbe ora di modificare qualcosa per restituire all’Organo Legislativo il ruolo che gli compete.

Riforma Pensioni 2023: una legge di bilancio deludente e peggiorativa

In ambito previdenziale sicuramente la legge di bilancio è deludente e peggiorativa rispetto alla situazione corrente. Rinnovata nella sua interezza solo l’Ape Sociale, istituita “Quota 103” rigida con i paletti dei 41 anni di contribuzione e i 62 anni di età, oltretutto limitata nell’assegno fino a cinque volte il trattamento minimo, mantenute le finestre d’uscita e soprattutto stravolta Opzione Donna che secondo l’intento del Governo passerebbe da una scelta seppur dolorosa fatta dalle donne con riduzione dell’assegno previdenziale oltre il 25% ad una sorta di Ape Social Donna destinata solo a categorie svantaggiate.

Ulteriore motivo di delusione la volontà del Governo di indicizzare pienamente per effetto dell’inflazione a doppia cifra solamente le pensioni fino a 1.600 € nette al mese istituendo sei fasce decrescenti al posto delle attuali tre con penalizzazioni consistenti già per assegni previdenziali assolutamente non elevati.

Fino all’approvazione della legge, comunque, il Governo, anche per le proteste sindacali e dei partiti dell’opposizione, può fare marcia indietro almeno per quanto riguarda Opzione Donna e indicizzando le pensioni al 100% fino a cinque volte il trattamento minimo (2.100 € nette) evitando di penalizzare la classe media che è l’ossatura della popolazione italiana e quella che fornisce il maggior contributo in termini di imposte e tasse. Dal momento che l’anno prossimo è programmata, finalmente, la nuova riforma previdenziale sarebbe stato logico ed intelligente da pare del Governo continuare per un altro anno con le regole attuali in attesa di dare un nuovo assetto stabile e definitivo a tutto l’ambito previdenziale.

Riforma Pensioni 2023 ultime news: Calderone in audizione al Senato

A questo proposito il Neoministro Calderone questa settimana ha svolto un’audizione alla Commissione Lavoro del Senato e proprio su questo argomento ha illustrato quelli che saranno gli intendimenti del Governo per una nuova riforma previdenziale da attuare il prossimo anno. Finalmente ha affermato che sarà abbandonato il sistema delle quote che tante divisioni ha creato tra i lavoratori perché consentiva l’accesso al pensionamento solamente a quelli che azzeccavano “l’ambo secco” discriminandone altri che magari avevano più anni di contributi.

Calderone ha poi parlato della necessità di un sistema flessibile compatibile sia con le necessità personali e sanitarie del lavoratore nonché di un ricorso a forme di sinergia tra previdenza pubblica e privata con campagne per incentivare l’adesione alla previdenza complementare con corposi sconti fiscali e agevolazioni nell’accesso alla propria posizione economica. Inoltre, ha ancora affermato che a favore delle generazioni più giovani nel caso di carriere contributive discontinue saranno istituite delle forme di garanzia. Per far questo ha invocato una sinergia con le parti sociali, già convocate per il 19 gennaio, nonché delle varie associazioni di categoria. Il tutto con l’obiettivo di raggiungere un’intesa entro 6/8 mesi per rendere operativa la legge dal 1° gennaio 2024.

Mi sembra un buon inizio anche se non ho sentito nulla, invece, sulla necessità di separare previdenza da assistenza, sull’eliminazione delle finestre d’uscita, sul blocco dell’aspettativa di vita, sulle donne, sulla necessità di attuare una minus tassazione sulle pensioni che all’attualità sono le più tassate in Europa, su un ricalcolo degli assegni previdenziali che con la quota contributiva ormai oltre i due terzi del totale determina importi che dopo oltre quarant’anni di lavoro non permettono una vita decorosa.

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4 commenti su “Riforma Pensioni 2023 l’editoriale: una manovra deludente in ambito previdenziale

  1. Totalmente deluse le promesse elettorali che si sono trasformate in slogan finalizzati a conquistare la “poltrona”, solo per citarne uno Opzione Donna. Non solo l’hanno stravolta, ma l’hanno resa discriminante e incostituzionale. Limitare alle tre categorie di accesso con i criteri scelti, fa capire quanto sia assurda la decisione nei confronti delle donne vivono le stesse condizioni di difficoltà, ma in modo differente: caregiver che hanno accudito per anni un familiare che ora è mancato, donne che non hanno avuto figli o, peggio ancora, hanno accudito un figlio che ora è morto, donne che si sono dovute dimettere (e non sono state licenziate), per poter faticosamente gestire un familiare, caregiver che ospitano e curano un familiare in casa, ma che ha una residenza diversa ecc.. Non servono altri esempi, ma solo una parola VERGOGNA!

  2. Purtroppo dobbiamo prendere atto che non ci sono risorse da impiegare nelle pensioni e questo succede ormai da anni.
    Da un lato la “coperta corta” delle risorse finanziarie, dall’altra la mancata e sistematicamente disattesa della spending rewiew con contorno di investimenti velleitari (ponte sullo stretto) e frammentazione dei finanziamenti in mille rivoli; ci aggiungiamo il clientelismo, i favori agli amici degli amici, interi comparti statali che non funzionano (basta pensare alla giustizia).
    Insomma di anno in anno si rimanda una riforma seria del welfare sciorinando piccoli interventi che se non inutili sono ridicoli come aumento pensioni minime con “paletto” dei 75 anni (perché è noto che prima dei 75 non c’è bisogno di mangiare…) per non parlare del “pasticcio” Opzione Donna e via di queste tristezze “pallettate” di vincoli, indici, certificazioni,…

    Che fare allora? Concludo che allo stato generale dell’Italia e con sguardo più ampio dell’Europa, non è possibile fare niente.
    Mettiamocela via.

  3. Buongiorno, le donne percepiscono paghe inferiori e pensioni ancora più basse rispetto agli uomini: perché allora hanno inventato Opzione (SIC) Donna che vale ancora meno di quello che sarebbe la pensione ordinaria? E parlano di diminuirla ancora.
    I lavoratori e le lavoratrici- che pagano le tasse- sono trattati alla stregua di palla al piede, un impiccio per chi deve governare- che “tutela” gli elusori attraverso fumose leggi fiscali, non persegue gli evasori totali e permette prebende faraoniche per i “soliti noti”.
    Aspettiamo la Legge di Bilancio (Finanziaria) e vedremo il topolino che avrà partorito la montagna.
    Un caro saluto a tutti Lilli Reolon

  4. Siamo in mano a gente che fa leggi per salvare i corrotti. Abbiamo più di 100 miliardi di evasione fiscale. Io ho fatto il fiscalista e mio padre era dottore commercialista. Vi assicuro che, l’ evasione si potrebbe ridurre facilmente almeno del 50%, cosa che ci rimetterebbe in linea con i parametri europei. Mandare le armi all’ Ucraina, finanziandole con il taglio del RDC è roba che si commenta da se. E gli Italiani dormono davanti alla TV.

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