Riforma pensioni 2023, Quota 41 per tutti: le risorse si potrebbero trovare, ecco dove

Riportiamo quest’oggi, senza molto aggiungere un’interessante considerazione del nostro esperto previdenziale il Dott. Claudio Maria Perfetto, che nei suoi commenti torna ad analizzare con la solita capacità critica che lo contraddistingue e di cui gli siamo immensamente grati, alcune affermazioni sulla riforma pensioni fatte in questi giorni da alcuni esponenti politici. Tra questi il Ministro Giorgetti, che parlando di riforma pensioni, Quota 41, Quota 103 o quant’altro, annunciando in generale la legge di bilancio, ha fatto presente che le risorse non vi sono, per poi passare al Ministro Tajani, Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, nonché Viceministro del Consiglio dei Ministrii, che invece dalla sua fa notare come le risorse per la finanziaria e dunque, il pensiero va direttamente alla riforma pensioni per chi legge l’articolo, potrebbero anche esserci. Lo spunto di riflessione arriva da un articolo che il Dott. Perfetto ci riporta in parte pubblicato dal collega su huffingtonpost.it , ove il titolo: “L’ideona di Tajani: ‘Per fare cassa vendiamo i nostri porti’ pare anche ironizzare, quella che per il nostro esperto in realtà, é davvero un’idea brillante, invece, e che pare anche molto in linea con quanto spesso lui stesso ci ha spiegato in differenti elaborati. Vi lasciamo alle sue considerazioni.

Riforma pensioni 2023, proposte relative alla Quota 41

Nel presente articolo si legge:Tra le diverse ipotesi di carattere tecnico in circolazione all’interno dei tavoli governativi, in vista dell’approvazione della prossima Legge di Bilancio, figurano anche proposte relative a Quota 41”.

Insomma, tutto dipende da quante risorse saranno disponibili per la Legge di Bilancio. Conosciamo già il pensiero del Ministro dell’Economia e delle Finanze Giorgetti: le risorse non ci sono.

C’è, però, un’altra voce, quella del Ministro Tajani, che dice: le risorse si potrebbero trovare.

Mi è passato sotto l’occhio l’articolo di huffingtonpost.it sulla idea di Antonio Tajani, Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, nonché Vicepresidente del Consiglio dei Ministri, e Segretario di Forza Italia.

L’articolo in questione, a firma di Claudio Paudice del 24 agosto 2023 delle 13:15, si intitola: “L’ideona di Tajani: ‘Per fare cassa vendiamo i nostri porti’”.

Nell’articolo vengono riportate le seguenti parole del Ministro Tajani espresse al meeting di Rimini: “Io ritengo che uno Stato liberale e moderno debba essere meno presente e favorire invece la presenza di imprese perché meno Stato e quindi meno tasse e più impresa significa poi trovare altri fondi per la crescita, si possono privatizzare alcuni servizi, anche i porti”.

Le parole del Ministro Tajani riflettono i principi che sono alla base dell’economia neoliberista propugnata da Friedrich von Hayek, principi saldamente ancorati alla teoria microeconomica e al libero mercato, in base alla regola “più imprese e meno Stato”.

Le parole del Ministro Tajani trovano anche ragione nel fatto che il Governo, nello stendere la Manovra Finanziaria 2024 (Legge di Bilancio che andrà in vigore dal 1° gennaio 2024), sta incontrando forti difficoltà nel reperire le risorse necessarie.

Ecco dunque che, vendendo parte del Patrimonio dello Stato (i Porti, per esempio), si favorisce da un lato il libero mercato (più imprese e meno Stato), e dall’altro si trovano le risorse necessarie per la Manovra Finanziaria 2024.

Il ragionamento del Ministro Tajani regge, e regge molto bene. Forse, varrebbe la pensa offrire qualche spunto di riflessione per il Ministro Tajani e per il Ministro Giorgetti.

Tra le imprese che vanno favorite (proprio in virtù del fatto che sono loro il motore della crescita economica), perché non considerare lo Stato come Impresa di prima istanza? Perché seguire la logica microeconomica di Hayek “più imprese e meno Stato” (più adatta ad una economia in espansione e non ad un’economia in contrazione) e non seguire invece la logica macroeconomica di Keynes “più Stato se meno imprese” (più adatta ad una economia in contrazione come quella in cui ci troviamo)?

Se la logica “più imprese e meno Stato” è dettata dalla necessità di reperire risorse vendendo il Patrimonio dello Stato (che, a dire il vero, è il patrimonio degli Italiani), ma allora, anziché pensare di metterlo in vendita, perché non pensare invece di darlo in pegno?

Riforma pensioni, Lo Stato per recuperare ‘denari’ dovrebbe imparare dalle strategie delle famiglie

Prosegue il Dott. Perfetto facendo una brillante analogia tra ciò che fanno le famiglie quando sono in difficoltà economica per far quadrare i conti in casa e quello che potrebbe effettivamente fare lo Stato per permetttersi una legge di bilancio e dunque una riforma pensioni, anche oggi in un momento di carenza di risorse: “Quando le famiglie si trovano in difficoltà economiche, o vanno dai “Compro Oro” a vendere i loro gioielli di famiglia, oppure vanno al Monte di Pietà (una istituzione finanziaria senza scopo di lucro) per ottenere un prestito in cambio di un pegno che potrà essere riscattato entro un anno oppure venduto all’asta qualora il prestito ricevuto non venga restituito entro l’anno.

Allo stesso modo potrebbe agire lo Stato: anziché vendere i suoi beni agli investitori esteri (ovvero, ai “Compro Oro”) in cambio di euro per poter avere i fondi per la Manovra Finanziaria 2024, perché non dare il suo Patrimonio in pegno al Monte di Pietà (ovvero, alla Cassa Depositi e Prestiti), ricevendo in cambio moneta digitale italiana di natura scritturale con la quale mettere a punto la Manovra Finanziaria 2024 che andrà bene sia per l’Italia che per l’Europa? (nota: si pone come necessità la moneta digitale italiana scritturale in quanto la CDP non può creare la moneta euro).

Risultato finale: il Patrimonio italiano non va in mani estere ma resta saldamente nelle mani dello Stato italiano, e il Governo italiano può fare la Manovra Finanziaria 2024 con le risorse di cui necessita

Chissà se che il Governo e il Ministro Tajani in primis che comunque un’ idea brillante dalla sua l’ha avuta, pur passando per ‘matto’ e controcorrente, decideranno di dar ascolto ai consigli del Dott. Perfetto e magari chiamarlo ‘nei palazzi’ per confrontarsi su tali tematiche. Dalla mia sono certa del valore delle idee del nostro esperto, ed in cuor mio mi auguro sempre che qualcuno decida di dargli voce o solo ascolto.

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62 commenti su “Riforma pensioni 2023, Quota 41 per tutti: le risorse si potrebbero trovare, ecco dove

  1. Assolutamente d’accordo su tutto. È tutto qui, in realtà. E tutto questo è talmente evidente che qualsiasi altra considerazione è del tutto inutile, se non addirittura fuorviante

  2. Ho sentito dire che in futuro i politici saranno sostituiti dall’intelligenza artificiale per poi diventare intelligenza somara.

    1. Per chi ancora avesse dubbi sul tipo di politici con cui abbiamo a che fare, Inviterei a rileggere l’intervista di Durigon al quotidiano Il Tempo nel settembre dello scorso anno…Quota 41 SUBITO, senza SE e senza MA…e nessun dubbio su dove e come reperire le risorse…
      Da quando SUBITO significa …entro 5 anni ? e senza SE significa …con dei paletti ? …per non parlare del taglio all’assegno !
      Spero di vedere presto dei servizi giornalistici sulle false promesse elettorali !

  3. La Fornero ha detto NO a pensioni troppo basse che ci rendono poveri. Grazie, ma poveri siamo già. In compenso la Fornero è già precipitata nella povertà intellettiva.

  4. Sto studiando “Erlkönig” (il “Re degli Elfi”), una poesia di Goethe musicata da Schubert. Mi avvalgo di alcuni video su youtube per esplorarne la trama e la pronuncia delle parole tedesche. Per provare a me stesso di avere compreso il significato delle parole, il loro ritmo, unitamente ai sentimenti che tali parole esprimono, mi sono cimentato nell’impresa di tradurre questa bella poesia in lingua italiana, in versi endecasillabi a rima baciata.

    Dopo aver visto decine e decine di volte le rappresentazioni animate di Erlkönig, i miei occhi si sono sollevati dal video, fissi a guardare ma senza vedere, e mentre sul video scorrevano le immagini animate, la mia mente divagava su quanto avevo appena letto: “Nuove scintille tra vicepremier, Salvini stoppa l’idea di Tajani: ‘Privatizzare i porti? Non è nell’agenda di Governo’” (La Repubblica, 26 agosto 2023, ore 15:14).

    I miei occhi sono tornati a guardare il video e a vedere le immagini di Erlkönig che scorrevano. Ma, caso strano, al posto del Re degli Elfi “mit Kron’ und Schweif”, ovvero, “con corona e con mantello”, ho visto l’Italia!

    Erlkönig è una poesia bella ma triste, appassionata e appassionante. Come l’Italia.

    Ho visto un’Italia invecchiata, ma recante intatti i tratti della sua antica bellezza. Una vecchia zoppicante sulla sua gamba destra, e alquanto incerta su quella sinistra. La mano destra leggermente protesa in avanti come quando si chiede l’elemosina, e la mano sinistra tremante come quando il Parkinson avanza. Una vecchia affetta da tic all’occhio destro che ammicca ripetutamente, al quale fa da contrappunto l’occhio sinistro che lo imita nelle sue irregolarità. Un contrappunto, però, non polifonico ma cacofonico. Il cervello, quest’organo di governo, sembra non essere capace di dar vigore ad un corpo così invecchiato.

    Quando arrivo al verso finale, e vedo l’immagine finale proiettata sul video, ecco che la mia mente riprende contatto con la realtà, e sulle note di Schubert sento dire: “In seinem Armen das kind war tot” (Tra le sue braccia suo figlio era morto).

    Titoli di coda. La mia mente divaga ancora. L’Italia era morta, e non più una vecchia malmessa. Era invece una Giovine Italia, proprio quella di Giuseppe Mazzini, che entrò far parte della Giovine Europa, assieme alla Giovine Germania, alla Giovine Polonia, alla Giovine Svizzera e alla Giovine Francia.

    Il motto della Giovine Italia del 1831 era “Unione, forza e libertà!”. Mi sorprende molto, e piacevolmente, come questo motto sia così vicino all’Inno tedesco che dal 1952 inizia dalla terza strofa con “Einigkeit und Recht und Freiheit” (Unità, giustizia e libertà).

    Io spero che il Governo Meloni risolva i suoi disaccordi interni in maniera non così plateale, che eviti sovraesposizioni di immagine su copertine patinate, che sia né troppo mamma né troppo papà, che dia al popolo italiano la certezza che ci sia qualcuno al Governo che sappia dove guidare l’Italia.

  5. Certamente non prolungare quota 103 per il prossimo anno sarebbe un vero autogol in vista delle elezioni europee.
    Inoltre, guardando più avanti, sarebbe interesse della maggioranza prolungarla fino al 2026 in modo di riutilizzare nuovamente lo slogan “Quota 41 senza se e senza ma a partire dal 2027 per tutti!!!” in campagna elettorale per le politiche.
    Passati gli anni la gente, purtroppo, dimentica e tanti ricadrebbero nel tranello delle promesse elettorali.
    Un saluto a tutti e un sentito grazie ai gestori del sito

    1. La danno per molto probabile la riconferma di quota 103, ma a domanda diretta agli esponenti della maggioranza non rispondono direttamente con un si o un no… tergiversano sempre, per cui certezze zero fino a novembre su quello che faranno per l’anno prossimo secondo me.

    2. Gli elettori a mio avviso si ricordano delle false promesse elettorali, non crederanno mai più a Quota 41 SENZA SE e SENZA MA, a cui poi Durigon aveva aggiunto SUBITO , poi SUBITO lo hanno trasformato in 5 anni , durata di una legislatura …chi crederà più a questa gente che prima delle elezioni a parole trova le risorse economiche e dopo le elezioni dice che c’è un problema di risorse ?
      Per fortuna le Europee sono vicine !!

    3. Carissimo Paolo Rossi,riconfermare 103”fissa”sarebbe veramente un autogol.Chi ha 41 anni di contributi e un lavoro non ha nessun problema di tempo.Fac59

    4. Ma stiamo scherzando Paolo? L’autogol sarebbe prolungare ancora questa quota capestro così come, con paletti irraggiungibili per la maggioranza dei lavoratori- se non si tagliano questi infami paletti, portando la quota 103 ad una dimensione umana, senza più giocare al lotto per centrare l’ambo, ma basandola su criteri democratici e logici, cioè la somma anagrafica e contributiva-solo così si rende un minimo di giustizia ai precoci, agli anziani ed alle donne, finendola una volta per tutte di trattare la gente come figli e figliastri- questo governo ha scocciato e se vuole continuare ad usare il pugno di ferro, faccia pure ma, si aspetti prima o poi qualche reazione violenta da chi non ne può più di essere trattato come bestia da soma- il modello dittatoriale è passato da tempo e se qualcuno ha intenzione di riproporlo, sappia che la gente non starà con le mani in mano.

    5. Caro Paolo mio omonimo; oltretutto mi ricordi un grandissimo campione del calcio purtroppo deceduto; prolungarla quota 103 per 3 anni? ho tanti dubbi che la prolunghino di 1 anno, figurarsi 3 anni; chi comanda vuole ribadire che per loro esiste solo legge fornero e quasi niente altro; ma potrebbero anche farlo ma a condizioni impossibili tipo tutto contributivo; credo che il 99% rifiuterebbe; vedremo tra novembre e dicembre ma ho tanti dubbi; saluti a te e ai gestori del sito

  6. Si sta parlando di opzione donna che viene assimilata in ape sociale. Questo vorrebbe dire che i paletti a 63 anni e non a 60 rimangono e diventano quelli dell ape sociale. Per esempio disoccupato vuole dire solo se licenziato mediante accordi con l azienda e in presenza all ispettorato del lavoro. Se sei semplicemente disoccupato non puoi ricorrere all ape sociale. Ma qualcuno se ne rende conto ? Insomma sarebbe la pietra tombale su opzione donna e ce la spacceranno come la soluzione. Ogni stato ha il governo che si merita. Mi auguro che le donne ne tengano conto di come sono state trattate .

  7. Aristotele due mila anni fa diceva ;come mezzo di scambio per soddisfare i bisogni e nata la moneta , cioè lui che era nato in un epoca che la moneta era fatta d oro , aveva capito che la moneta era nata per convenzione, per questo si chiama nomisma, perché non nasce in natura, ma si crea per legge. La truffa dell euro è tutta qui, uno stato non può più inventarsi la moneta da spendere dal nulla. E con la benzina piu di 2 euro, il caro vita triplicato, non chiamatela deflazione. Usate il Q i non il QR informatevi

  8. Ma è vero che un estracomunitario ormai regolare in Italia con moglie e tre figli… riesce ad ottenere sussidi per oltre 2000 € mensili (duemila).?? In più ha pensato bene di far arrivare anche la suocera, così 600 € in più mensili???? Qualcuno vuole dirmi come fare a diventare estracomunitario, FORSE si riuscirebbe a fare ecografia e visita nel giro di due mesi e non due anni. Saluti

  9. Il problema dei fondi si può risolvere come fanno i comuni con i rilevatori fanno soldi a palate il governo potrebbe istallarli sui treni autobus navi aerei etc.rilevatori di scorregge.o ci sono già?

  10. Che stupidi i governi passati a non averci pensato prima !! E perchè non dare in pegno, che so, il Colosseo o gli Uffizi, e perchè no anche Pompei. E le nostre bellissime Alpi, il parco del Gran Sasso e via discorrendo. Sarà forse che, vista la capacità intellettiva ed economica dei governi che si succedono è certo che quel pegno non verrà mai riscattato e i denari incamerati verranno sparpagliati in migliaia di rivoli di spese inutili che non aiuteranno nuove riforme ne ad abbassare il debito pubblico. Tutto ciò che lo Stato Italiano ha venduto si è trasformato in un guadagno a privati. Il Gruppo Benetton, dalla vendita a Cassa Depositi e Prestiti del rudere del Ponte Morandi ci ha guadagnato 8 miliardi di euro. .Vogliamo parlare del passato con le vendite dell’ IRI, della Telecom, della Tirrenia navigazioni ? I consumatori, cioè noi utenti, ci abbiamo guadagnato ? No ! Onorato deve da anni allo Stato 180 milioni di euro e le navi sono state regalate. Servizio pessimo su carrette del mare, prezzi che aumentano ogni anno e ritardi sulle linee quotidiane. Sulle autostrade manutenzioni nulle, code chilometriche e pedaggi che aumentano ogni anno. Alla fine del girotondo, i privati aumenteranno i prezzi che immancabilmente alla fine della filiera saranno scaricati sui consumatori. Pensate davvero che alla fine di tutti i passaggi di qualsiasi prodotto, qualcuno rinunci al suo piccolo guadagno senza scaricare tutto sui clienti ? Alzi la mano chi crede davvero che i beni dello Stato dati in pegno saranno riscattati dallo stesso governo che li ha ceduti. E’ più verosimile che i pegni saranno lasciati al governo successivo esattamente come sta succedendo con il debito pubblico. Cà nisciuno è fesso !!!!!!

    1. Sig. Franco Giuseppe, nel paradigma economico che io propongo, relativamente all’utilizzo della moneta digitale di Stato, non è contemplato lo scambio di beni tra Stato e privati in cambio di euro.

      Nel mio paradigma economico, euro e moneta digitale di Stato sono due circuiti separati (come anni e anni orsono avveniva con l’ECU e le monete nazionali. Anzi, a dirla proprio tutta, per i primi due anni, da inizio 1999 a fine 2001, l’euro esisteva solo come moneta scritturale parallelamente alle monete nazionali).

      Nel mio paradigma economico, la moneta digitale di Stato è fortemente ancorata ai beni dello Stato (anche agli Uffizi di Firenze, se vuole, perché no? Al Colosseo, alla Fontana di Trevi, non sono forse tali monumenti di valore come possono essere Palazzo Chigi, Palazzo del Quirinale, la mia casa o la sua casa, sig. Franco Giuseppe?)

      Nel mio paradigma economico, la moneta digitale non si accresce per interessi, e quindi non interessa agli speculatori di Borsa, anche per il fatto che la moneta digitale di Stato non potrebbe essere scambiata sui mercati finanziari perché non può essere convertita in altra moneta – eccetto in casi particolari, e comunque scambiato solo con euro per chi ha eccedenza di moneta digitale di Stato, e comunque solo in Italia).

      Lei sig. Franco Giuseppe dice: “Alzi la mano chi crede davvero che i beni dello Stato dati in pegno saranno riscattati dallo stesso governo che li ha ceduti”. Ebbene, io alzo la mano, perché credo che il Governo potrà ben riscattare i beni che avrà dato in pegno in quanto tutti i contribuenti dovranno pagare le tasse in moneta digitale di Stato, e lo faranno sicuramente perché sarebbero tentati di “sbarazzarsi” PRIMA della moneta digitale dello Stato italiano e POI dell’euro della BCE.

      Nel mio paradigma economico, tutte le transazioni in moneta digitale di Stato avverrebbero via POS senza alcuna commissione da pagare né da parte dell’esercente, né da parte del consumatore e le transazioni sarebbero tutte tracciate con il risultato che diventerebbe più difficile l’evasione fiscale.

      Infine, sig. Franco Giuseppe, mi pare che lei viva in Sardegna e che quindi forse avrà più di me familiarità con il Sardex, che l’enciclopedia Treccani online così riporta: “Moneta virtuale e complementare di scambio, utilizzata in alcuni circuiti di compravendita in Sardegna. Ma a differenza della moneta corrente, è immune dagli interessi e i possessori non sognano di metterne insieme un capitale.”

      Insomma, sig. Franco Giuseppe, la moneta digitale di Stato che io propongo la può considerare un po’ (ma non proprio) come il Sardex esteso al livello nazionale.

  11. Non siamo sull’orlo del baratro, bensì palesemente stiamo già precipitando, serve quindi solo la volontà di dire alle braccia di allungarsi e tentare di attaccarsi a qualche appiglio. Ma è la volontà che non c’è. L’idea di dare in pegno beni pubblici a cassa depositi e prestiti in cambio di emissione di moneta parallela può forse funzionare a dare un po’ di sangue a questo corpo anemico, ma ovviamente è determinante che cassa depositi e prestiti resti statale (cioè nostra) poiché altrimenti chi emette la moneta parallela cesserà semplicemente di farlo e sarà indotto a “passare all’incasso” escutendo così i pegni (beni pubblici – che è poi il fine di tutto: interesse privato e appropriazione privata della res publica, creata con la fatica e il sangue della comunità). Però – mi chiedo – questo può rappresentare un appiglio trovato dalle mani per non arrivare al fondo del baratro, ma la testa dirà alle braccia di tendersi? Oltretutto non comprendo se Tajani dica la castroneria di “meno stato più privati” credendoci sul serio (e l’altra perla di dire il solito ritornello che così saremmo un “un paese moderno” mi induce purtroppo a crederlo) oppure per una sorta di “mossa furba” per far sì che (celando il vero intento) si giunga esattamente all’opposto, ciò restituire allo stato il compito propulsivo che la nostra costituzione (keynesiana) gli assegna

  12. Anche la Fornero e i Sindacati dicono stupidaggini. “Un assegno troppo basso ti fa cadere nella povertà” Ma chi è già povero e non ha nulla? Chi è disoccupato? Si salvi chi può……

  13. Idea Tajani buona se fatta in maniera seria cioè con onestà intellettuale….vero la donna sicuramente in generale ha una vita lavorativa più travagliata di noi uomini quindi qualche agevolazioni in più ci stanno anche se preso letteralmente il continuo voler parità fra uomo e donna contraddice ogni differenza anche a favore. Poi riguardo alla Fornero è vero che la sua riforma tiene i conti abbastanza in ordine ma ricordiamoci anche i soldi spesi annualmente x salvaguardare gli esodati .Poi se vogliamo dirla tutta son capaci tutti di aumentare in maniera indiscriminata l’età pensionabile senza nessuna differenza di mansioni che ogni persona fa.Non si può mettere sullo stesso piano un dirigente e un operaio magari a cottimo….e non mi si venga a dire che la distinzione è di quanti anni deve essere spetta ai sindacati o ai governi di turno perché sappiamo bene che i costi di questa distinzione vengono subito contestati in Europa e da qualche furbacchione camuffato da intellettuale

  14. Forse se dicessimo alle persone che il cervello è un App inizierebbero ad usarlo. Usate il Q I non il QR .Aristotele due mila anni fa diceva come mezzo di scambio per soddisfare i bisogni e nata la moneta , cioè lui che era nato in un epoca che la moneta era fatta d oro , aveva capito che la moneta era nata per convenzione, per questo si chiamava nomisma, perché non nasce in natura, ma si crea per legge. Non ci sono I soldi per le pensioni e per tutto il resto, cioè l unica cosa che si crea dal nulla per legge, un invenzione sociale nati per sostituirsi al baratto, per semplificare gli scambi, un pezzo di carta colorata come quelli dei falsari, lo diceva anche Maurice Allais, premio Nobel per l’economia nel 1988, amava ripetere questa frase sulla moneta creata dal nulla dalle banche: “L’attuale creazione di denaro dal nulla operata dal sistema bancario è identica alla creazione di moneta da parte di falsari. Oggi un numero sul display. Uno stato a moneta sovrana può tutto, oggi siamo schiavi di banchieri privati, che giocano a risico con le popolazione del pianeta, perché il loro scopo non è l efficienza la sostenibilità, neanche l economia…ma il capitalismo.

  15. Perchè non dare la possibilità di avere restituito quanto versato. Mi è stata data questa possibilità dalla Cassa dei Commercialisti: ho comprato un appartamento che sto affittando e ci sto guadagnando.

    1. giorgio, fammi capire: perchè ridati indietro? forse servivano al momento della pensione? non li potevi utilizzare? erano onerosi per riscattarli? e come anni di contributi? saluti a te e ai gestori del sito

  16. Non si vuole comprendere, se il popolo italiano non scende nelle strade faranno sempre le stesse cose, gli stessi discorsi di sempre.
    Bisogna farsi sentire…..

  17. l’idea della vendita o il pegno di alcuni beni patrimoniali dello Stato,fosse anche un’idea intelligente,perche’ venga votata e attuata passera’ tanto di quel tempo che chi aspetta la pensione ora ,sara’ gia’ morto e seppellito.Quando si dira’ che sarebbe stata una buona idea, tutti andranno in pensione solo con il contributivo e assegni da fame e non se ne fara’ nulla. Noi Italioti,questi politici e sindacati, ci mettono tutti ad angolo retto e ben ci sta.

  18. Si l’idea è buona per ricuperare risorse. Ma se poi queste risorse vengono investite male, e vengono utilizzate solo per mettere pezze qua e là o per accontentare il proprio elettorato e non per fare delle riforme serie che permettano poi di costruire un futuro anche per le nuove generazioni, rischiamo che fra non molto siamo punto a capo.

      1. Non è proprio così, sig. Franco Giuseppe, i beni dello Stato li avremmo ancora con noi. Il mio paradigma economico si fonda su quattro elementi: moneta digitale e beni dello Stato, lavoro e pensioni.

        Lei senz’altro conosce l’equazione di Einstein “energia = massa per la velocità della luce al quadrato” che significa che si può trasformare la materia (descritta dal membro di destra dell’equazione) in energia (descritta dal membro di sinistra dell’equazione).

        L’equazione di Einstein può essere letta anche al contrario come “massa = energia diviso la velocità della luce al quadrato” (sono in pochi a sapere che è proprio questa la forma originale della famosa equazione di Einstein, in quanto Einstein riteneva l’energia – il membro di destra dell’equazione – più fondamentale della materia).

        Io assimilo la moneta all’energia, e assimilo i beni alla materia; la relazione matematica che lega la moneta ai beni è quella che gli economisti chiamano “equazione degli scambi di Fisher” (MV=PQ, dove M è la moneta e Q rappresenta i beni reali).

        Nel mio paradigma economico, i beni dello Stato (materia) possono essere convertiti in moneta digitale di Stato (energia), e la moneta digitale di Stato (energia) può essere riconvertita in beni dello Stato (materia), proprio come avviene nella celebre equazione di Einstein.

        Una volta che i beni dello Stato vengono convertiti in moneta digitale di Stato, la moneta digitale, circolando, stimola la domanda interna di consumi e investimenti. Durante la trasformazione di beni in moneta, i beni vengono “pignorati” ovvero “ipotecati” presso la Cassa Depositi e Prestiti, la quale emette la moneta digitale di Stato. Una volta che i beni sono stato “ipotecati”, non potranno né essere venduti agli investitori esteri (o anche italiani), né convertiti ancora in moneta digitale di Stato.

        Le tasse vengono pagate in moneta digitale di Stato e quindi, dopo avere incassato le tasse, lo Stato restituisce alla Cassa Depositi e Prestiti la moneta digitale di Stato ricevuta, e la Cassa Depositi e Prestiti rimuove l’ipoteca sui beni e li restituisce allo Stato. Il ciclo può ripetersi.

        Perciò, sig. Franco Giuseppe, dando in pegno i beni dello Stato, ipotecandoli presso la Cassa Depositi e Prestiti, i beni dello Stato non andranno perduti. Rimangono saldamente radicati in Italia perché appartengono al Popolo Italiano.

        1. Quelli sono i soldi meglio spesi da uno Stato che spende per ciò che non serve ne culturalmente ne economicamente ne socialmente. Un bene ben conservato attira più turisti che fanno girare l’economia intorno ad essi. Abbiamo migliaia di siti che visitati da anni da milioni di turisti vengono bistrattati per mala conservazione. Le sembra normale ? Questa estate le nostre coste sono criticate per la sporcizia e il caroprezzi. Dobbiamo continuare ad accettare questo andazzo ? Sono entusiasti della presenza di più stranieri e meno italiani. Hanno guadagnato di più con meno presenze totali, il che vuol dire guadagnare di più lavorando di meno. Più stranieri e meno italiani. ormai nemmeno le vacanze nel nostro paese possiamo fare. Forse i cittadini italiani valgono meno per i nostri governanti, non sono fonte di lucro se non per tasse e schiavitù verso gli imprenditori. I miei genitori, emigranti dal sud italia anni 60 erano più ricchi di me oggi. Eppure ho lavorato legalmente per 43 anni.

          1. Anche io la penso così, le cose in fondo sono abbastanza semplici, per chi le vuole vedere…

  19. La vendita o il pegno di alcuni beni patrimoniali dello Stato potrebbe essere una buona idea…anche se appare piuttosto “rivoluzionaria” e quindi di complessa attuazione, perlomeno nel breve periodo. Ovviamente, magari, toccando ferro e non pensando ad alcune vicende analoghe gestite disastrosamente per la parte pubblica (es. Autostrade).

  20. Come ho specificato in altre occasioni, il Governo a volte ricorre alla vendita dei beni dello Stato per ridurre il debito pubblico. Nella proposta di Tajani, il ricorso alla vendita dei beni dello Stato sarebbe invece finalizzata a dare maggiore spazio alle imprese private. Quindi, l’idea di “vendere beni dello Stato” è un’idea già acquisita dal Governo e dagli Organi istituzionali che vigilano sul Governo (la Corte dei Conti).

    La proposta di Tajani farebbe anche buon gioco a Giorgetti, il quale si trova davvero in acque agitate: da un lato, è sotto pressione da parte dei suoi stessi compagni di partito, la Lega, per attuare le promesse elettorali (tra cui Quota 41); mentre dall’altro è sotto pressione per l’imminente riattivazione nel 2024 (dopo la breve sospensione dovuta alla pandemia) delle clausole del Patto di Stabilità e di Crescita riguardo al contenimento del rapporto “Spesa pubblica/PIL” e al contenimento del rapporto “Debito pubblico/PIL”.

    Giorgetti chiede all’Unione Europea di non conteggiare come debito gli investimenti statali. Ma gli investimenti, in genere, vengono fatti a debito, e sono quelli che Draghi chiama “debito buono”, il debito cioè per investimenti che creano occasione per la crescita economica, distinto dal “debito cattivo” che serve per alimentare lo status quo.

    Da quando si è iniziata la Pandemia si è smesso di parlare dei cosiddetti “Paesi frugali” (Germania, Austria, Svezia, Danimarca, Paesi Bassi) che chiedono rigore nei conti pubblici. Ma ora che il Covid si è trasformato da pandemico a endemico ed è stato declassato al rango di influenza, tra poco, io credo, risentiremo la voce dei Paesi frugali che insisteranno che l’Italia ricorra al MES (Meccanismo Europeo di Stabilità, o fondo salva Stati).

    Con la prospettiva dello “spettro” del MES, con la enorme difficoltà di reperire risorse, con le pressioni esercitate su di lui dal suo stesso partito (la Lega) il Ministro Giorgetti potrebbe essere allettato dall’idea del Ministro Tajani.

    La “variante”, per così dire, che mi sentirei di inserire nella eventuale vendita di beni patrimoniali è quella di trasformare la cessione degli immobili da “vendita” a “liquidazione”, intesa nel senso di rendere liquidi gli immobili dello Stato in moneta, non euro ma digitale italiana, in modo che i beni rimangano “ipotecati” presso Cassa Depositi e Prestiti e non vadano in mano agli investitori esteri.

    1. MA FRUGALI DE CHE?? Basta con la storiella dei paesi frugali. Il problema è politico, e lo dovrebbero sapere tutti, siamo governati da un sistema etero diretto, che si serve di politici, nella migliore delle ipotesi, incapaci per tenere soggiogati i cittadini (NOI). Altro che vendere i beni pubblici, toglietevi le bende dagli occhi, non lei ,dottor Pefetto, che conosce perfettamente la realtà e, tutto sommato, come a molti, troppi, conviene andare avanti così. Gli altri continuino pure a prenderlo nel solito posto. Finché morte non arrivi.

    2. MA QUALI PAESI FRUGALI, MA PER FAVORE, ANCORA CON QUESTA STORIELLA DEI PAESI DEL NORD EUROPA VIRTUOSI E NOI SEMPRE SPENDACCIONI, FANNULLONI E CHI PIÙ NE HA, PIÙ NE METTA,

      1. Sig. Mariano, le confesso che anche a me piace poco la parola “frugale” (tanto è vero che ho utilizzato il termine “cosiddetti” per designare i “Paesi frugali”, espressione che ho posto tra virgolette, perché non è la mia espressione ma è quella che utilizzano di solito i giornali).

        Ogni Paese ha la propria cultura, lingua, tradizione, non si può neanche dire con certezza chi è al Nord e chi è al Sud, perché, come acutamente osservò Luciano De Crescenzo nel film “Così parlò Bellavista”, “si è sempre meridionali di qualcuno”.

        Che ci siano Paesi dell’eurozona economicamente più forti ed altri Paesi economicamente più deboli, è un dato di fatto. Tanto è vero che l’economista Premio Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz suggerisce di adottare ciò che egli chiama “euro flessibile”, creando due gruppi di Paesi dell’eurozona con due monete euro differenti: euro1 e euro2.

        In termini più pragmatici, vediamo come reagirà l’Unione Europea quando il nostro Governo proverà a chiedere (qualora fosse costretto) di poter sforare il bilancio.

  21. Finché avrò voce continuerò a dire NO alle quote, NO 41, NO 103. L’unica riforma sensata è l’uscita facoltativa anticipata con decurtazioni. E precedenza ai disoccupati che non possono essere trascurati in favore di chi lavora.
    Tutto il resto è costoso, accontenta pochi e non attenua le crescenti povertà. Scusate se mi ripeto sempre. Ma la priorità sono quelli senza reddito sufficiente. Vogliamo risolvere il problema di chi non ha mezzi o continuiamo a disquisire su chi propone la quota più bella?

    1. Buongiorno Guidobis
      ma da quanti anni è che lavori?
      ma quanti anni hai di contributi?
      ma da quanto tempo sei disoccupato?
      Se, non dobbiamo dimenticarci i disoccupati e invece secondo te dobbiamo dimenticare quota 41 per tutti.
      Volevo ricordarti che ci sono prima i LAVORATORI PRECOCI che hanno iniziato presto a contribuire per le pensioni di altri e che oggi dopo 41 anni di contributi non riescono ad andare in pensione perché è necessario avere una disgrazia di salute famigliare.
      Ti pare giusto?
      Devono inserire per prima i LAVORATORI PRECOCI nei lavori GRAVOSI dandogli la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi senza se e senza ma.
      E poi ritengo giusto quello che dice il il Dott. Claudio Maria Perfetto.

  22. Abbiamo perso la spinta delle proprie passioni della voglia di scoprire di far qualcosa di bello…fare parte di qualcosa piu grande di se stessi. Io mi domando come si può essere realizzati, in un lavoro stupido alienante ,come la maggior parte delle donne e uomini fanno,Pazzia. Allora fin dal inizio della civiltà quelli al potere sono riusciti a contenere gli interessi dei popoli, modificando i loro valori e le risorse attraverso il denaro, e una cospirazione, questa gente che si incontra in luoghi oscuri e si impegnano per come mantenere il loro potere, in realtà no , non tanto quanto possiate pensare , vedete ,la cosa divertente di tutto questo è che questo processo di manipolazione, è auto generante , via via allineato agli interessi personali, che dirigono l intero processo di manipolazione la vera corruzione , sta in come voi , la gente, tollerate , perpetuate sostenete il sistema di fondo che vi opprime. Si chiama modello mentale, il cervello e un ricevitore di pensieri è immagini, programmato dalla tenera età. La vita è un illusione, voi approfondire, joe dispenza , uno dei piu grandi studiosi del cervello umano.

  23. Rinegoziare il debito pubblico…….. è tempo di scelte importanti , minacciare l uscita dalla Nato e dalla comunità Europea…..ci vogliono politici con attributi.
    Così schiavizzati dall’ America non si va da nessuna parte.

  24. Si parla solamente del caldo…. Non uscire nelle ore più calde… Bere tanto…. Come fossimo tutti cretini che a 40* col cappotto e il berretto di lana… Fra qualche giorno parleranno del freddo…. I SINDACATI.?? Pensano alle loro poltrone e fosse anche soltanto uno sgabello… Le PENSIONI??? non interessano al governo… Adesso dobbiamo sapere se su quell’aereo c’era o non c’era quel tale… Oltre al caldo… Le vacanze in Albania… Argomento di tutti i TG… con le corna dei due di Torino…. Questi i problemi…. Saluti.

    1. Ok l’idea è buona. E’ di chi le dovrà poi gestire, che non mi fido. Soprattutto visto i precedenti, perché se siamo ridotti così, di qualcuno sarà pure la colpa.

  25. Nell’ultima intervista rilasciata dall’ex ministro Elsa Fornero a Repubblica, questa donna politica dimostra tutta la sua scarsa intelligenza, o, in alternativa, il suo odio ideologico verso l’uomo inteso come “maschio”.
    Infatti, da un lato essa afferma che “è impossibile abbassare l’età pensionabile”, sia perchè i conti dello Stato non reggerebbero, sia in quanto si avrebbero pensioni “troppo basse per vivere dignitosamente”.
    Dall’altro lato, però, senza rendersi conto di contraddire in toto quanto da lei stessa appena affermato, dice che Opzione Donna dovrebbe tornare alla sua forma originale. Quindi, secondo questo “genio”, le donne possono tranquillamente andare in pensione a soli 58 anni con appena 35 anni di contributi, anche con importi bassi, mentre gli uomini o aspettano di avere 67 anni (pensione di vecchiaia), oppure, a 64 anni, possono andare in pensione col sistema contributivo esclusivamente se l’importo della pensione raggiunge le 2,8 volte la pensione sociale, in quanto diversamente non verrebbe loro garantita una vita dignitosa!!! Quindi per le donne tutto è concesso, non esiste neppure più la questione della “vita dignitosa” (evidentemente perchè chiaramente del tutto pretestuosa), mentre gli uomini devono lavorare fino a 67 anni, in quanto soltanto loro non potrebbero vivere con una pensione troppo bassa! Mai sentito un ragionamento più contraddittorio (per non dire cretino) di questo! In realtà, è ovvio che o la questione della “vita dignitosa” vale per tutti o non vale per nessuno, non può valere soltanto per metà del cielo! Segno che, quando si tratta di difendere a spada tratta i presunti “diritti delle donne” (a ragione o a torto che sia), la gente ideologizzata perde letteralmente la razionalità e il comune buon senso e si rende perfino ridicola. Tacciando persino di “maschilismo” l’attuale governo!

    1. Credo come sempre che le parole siano state lette in modo errato, o secondo propri filtri cognitivi, su una cosa ho la certezza, avendo avuto odo di conoscere la Fornero, può avere idee distanti dal parere comune, ma certamente non fa discriminazioni tra uomo e donna, e la riforma Fornero ne é un classico esempio. L’unica legge che per quanto rigida, ha dato certezza del proprio destimo previdenziale a tutti in egual modo. Io ad esempio trovo maggiormente discriminatoria per le donne una quota 41 o una quota 102, vsta la difficoltà per il genere femminile di avere una carriera continuativa.

      1. chi ha avuto la sfortuna di non avere una carriera lavorativa contiunua, a prescindere dal genere uomo o donna, è discriminato.
        Non tutti arrivano a 67 anni di età con i contributi richiesti. Pertano si deve studiare un sistema che non discrimini.

        1. Parole sante Marco , tutti compreso io lo stiamo dicendo da tempo che il tempo delle discriminazioni deve finire- la gente è stufa , specialmente chi ha superato i 60 anni e non raggiungerà mai il traguardo imposto da loro con questa lurida quota 103- i sindacati nicchiano volutamente, quando invece dovrebbero mettere in mora il governo su questo punto osceno che ci hanno propinato…… ambo secco 62-41 ….. che schifo…. la forca ci vorrebbe per chi l’ha ideata e votata- solo la piazza ci può salvare!

      2. Concordo pienamente con Erica , questo governo di fatto ha cancellato opzione donna in vigore dal 2004 , la carriera lavorativa in termini di continuità di una donna in italia non può essere paragonata a quella di un uomo per mille motivi per lo più di carattere familiare. figli genitori anziani nipoti la famiglia da mandare avanti etc.. poi c’è la difficiltà delle donne ad essere assunte in determinati ruoli prettamente maschili e questo fa si che se per gli uomini ci sono 10 posti di lavoro accessibili per le donne ce ne sono 5, quante donne possono raggiungere i 41 anni e 10 mesi continuativi prima dei 67 anni senza un licenziamento , senza una cassa integrazione? forse il 50 % degli uomini … Opzione donna ha un senso SOCIALE ed è inoltre estremamente punitiva in quanto è completamente contributiva e con una finestra di 12 mesi e quindi chi la sceglie sa a cosa va incontro. Averla eliminata considerando i costi ridicoli e considerando la volontà dello stato ad andare verso un sistema puramente contributivo è stata una porcheria e un controsenso . Eliminare opzione donna e insistere sui 41 anni anche se contributivi per tutti è un ‘altra porcheria perchè non si tiene conto di tutte quelle donne che a 41 anni di contributi prima dei 67 anni non ci arriveranno mai e comunque si passerebbe da 35 a 41 da un giorno all’altro . Il ripristino di opzione donna è un atto dovuto e se la pensa così perfino la Fornero questo vuole dire che siamo arrivati a raschiare il fondo del barile e a fare leggi da paese fallito.

        1. Caro Alex, hai detto cose giuste e anche altre; è stata una porcheria come tu dici eliminare opzione donna come era prima di quest’anno? facciamo 2 calcoli: la donna vive in media 3-4 anni più dell’uomo; all’uomo quest’anno , a parte legge fornero, non bastavano i 61 anni; alla donna 58-59; all’uomo non bastavano 40 anni, alla donna 35?; mi si potrebbe dire: ma è tutto contributivo; certo, ma la pensione te la devono dare; uno lo capisce quando non gli danno nulla e ti gestiscono la pensione integrativa ma quella ufficiale non ce l’hai; riepilogando a quell’età lì la pensione, anche decurtata, non vogliono darla salvo casi estremi come è successo; tutto chiaro Alex? poi magari l’anno prossimo ricambia nuovamente ma stai certo che bastoneranno altri in alternativa; saluti a te e ai gestori del sito

      3. Erica mi perdoni ma leggere che la signora simpatica come due dita negli occhi non fa discriminazioni tra uomo e donna non è corretto, la donna può uscire dal lavoro con 41 anni e 10 mesi l’uomo un’anno dopo con 42 e 10 mesi di questo passo continueremo a parlare della guerra tra poveri e di classi sociali ma questo è solo un mio modesto parere. Saluti a lei e al Dottor Perfetto.

        1. Le ricordo che da tempo si chiede il riconoscimento del lavoro di cura delle donne, che volente o nolente, resta, inutile essere ipocriti, sulle spalle delle donne, che proprio perché devono sopperire ad un welfare assente ed essere tutto fare in casa e caregiver faticano ad avere carriere continative e ribadisco che raggiungere 41 anni e 10 mesi per una donna é pura utopia….

          1. Rispetto le sue idee Erica ma non le condivido trovo e mi ripeto discriminante la disparità di un’anno di lavoro in più per gli uomini quando dato oggettivo alla mano i numeri non mentono sono le donne ad essere più longeve. Punti di vista diversi.

      4. Una discriminazione è presente nella legge Fornero, la pensione anticipata per gli uomini era di 42 anni e 1 mese (ora arrivata a 42 e 10 mesi) mentre per le donne era di 41 e 1 mese (ora arrivata a 41 e 10 mesi), infatti c’è una procedura di infrazione presso la corte della comunità europea (2013/4199)

    2. Lei ha fatto un quadro del soggetto che trovo perfetto e al suo commento necessita aggiungere che la grande “economista” ha dichiarato pochi giorni fa che 9 euro per il salario minimo sono un po’ troppi. In funzione di tutte le perle sottolieate, il paradosso consiste nel fatto che ci sono ancora quelli che le danno retta

  26. Salve, la proposta di vendere beni dello stato è stata più volte evidenziata su questo sito già qualche anno fa. Non ci vedo nulla di strano. Se poi siamo capaci di cedere oltre a beni anche aziende statali che da anni non fanno utili (vedi ad esempio RAI – ALITALIA ecc. ecc. ) meglio ancora. Del resto è ciò che fa un buon padre di famiglia, in caso di necessità per sfamare i propri figli vende tutto ciò che ha prima di farli morire.
    ALTRO PROBLEMA DA AFFRONTARE IMMEDIATAMENTE E’ LA RIDUZIONE DEL COSTO DELLA POLITICA E DELLA BUROCRAZIA.

  27. Sono d’accordo anch’io su queste proposte, sono fattibili ed intelligenti… Ma proprio per questo penso non se ne farà nulla…

    1. Caro Don, non essere così pessimista; vedrai che le prenderanno in considerazione……………………… nel 2025 dopo le europee; speriamo in bene ma la vedo dura; saluti a te e ai gestori del sito

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