Riforma Pensioni 2023, rebus quota 103, 41 o 96: le ipotesi al vaglio

Le prossime tappe per la riforma delle pensioni in programma sono il tavolo tecnico fissato per il 26 luglio, focalizzato sulla delicata questione della flessibilità in uscita dal lavoro e poi i nuovi incontri tra parti sociali e l’Osservatorio sul monitoraggio della spesa previdenziale il 5 e il 18 settembre per affrontare i temi riguardanti i trattamenti pensionistici delle donne e la previdenza complementare. Solo al termine di queste riunioni, il governo prenderà una decisione riguardante le misure pensionistiche da adottare nel 2024, basandosi sulle risorse disponibili e sull’esito delle discussioni con le parti coinvolte. Tra le ipotesi più accreditate ecco rispuntare quota 96, ma anche le ormai note quota 41 e quota 103.

Pensioni 2024 ultime news, il dilemma delle quote: quota 96 potrà tornare?

Sul tavolo ci sono già diverse proposte per le pensioni, tra cui la Quota 96 riservata ai lavoratori impegnati in attività gravose e usuranti, che permetterebbe di uscire con 61 (o 60) anni di età e almeno 35 anni di contributi versati. Inoltre, è stata discussa la Quota 41 “contributiva” e si sta valutando la possibilità di prorogare la Quota 103.

La Quota 96 consentirebbe l’uscita dal mondo del lavoro con 61 anni di età e 35 anni di contributi previdenziali, ma questa agevolazione sarebbe riservata solo a determinate categorie di lavoratori. Tra queste, dovrebbero essere incluse quelle persone che svolgono lavori particolarmente gravosi e usuranti, riconosciuti come tali dalle disposizioni previste. Questa ipotesi però non sembra trovare il favore dei lavoratori e anche i sindacati paiono scettici.

Ultime novità Riforma Pensioni 2024: tra quota 103 e quota 41

L’esperienza annuale di Quota 103, che consente la possibilità di uscita dal lavoro con 41 anni di contributi e 62 anni di età, terminerà il 31 dicembre. Tuttavia, a causa delle limitate risorse finanziarie a disposizione del governo, sembra che un prolungamento di tale misura per l’intero anno 2024, eventualmente con alcune modifiche, sia attualmente considerato come una soluzione tra le più papabili.

L’obiettivo della Lega e di una parte della maggioranza è quello di aprire la strada, prima della fine della legislatura, a una forma secca di Quota 41, che permetterebbe il pensionamento con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica. Tuttavia, questa misura è considerata molto costosa, stimata intorno ai 4 miliardi di euro solo nel primo anno di attuazione.

Proprio per abbassarre questa spesa elevata, la Lega sarebbe favorevole all’introduzione temporanea di una Quota 41 vincolata al ricalcolo contributivo dell’assegno pensionistico. In tal caso, l’assegno subirebbe una riduzione del 10-15% rispetto a quello calcolato secondo il sistema pensionistico precedente.

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44 commenti su “Riforma Pensioni 2023, rebus quota 103, 41 o 96: le ipotesi al vaglio”

  1. Bisogna ricalcolare tutte le pensioni del passato con il metodo contributivo, il sistema retributivo ha divorato le casse Inps pagando più soldi da quei versati.
    Gli errori e sacrifici devono pagarli tutti. Io non ci sto di lavorare per mantenere gente che prende più del dovuto

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  2. Sindacati svegliaaaaaa, basta giochi sulla pelle dei lavoratori questi giochetti delle quote 100 102 103 41 ora 96 e peggio ancora Ape Social devono essere eliminate per sempre, l’unica vera Riforma è abbassare l’età pensionabile per Tutti a 63 64, come sarà in Francia, così con una certa flessibilità reale si consenta di Andare in Pensione a chi veramente non c’è la fa più a quest’età a lavorare senA paletti e senza se e senza ma!!

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  3. Il fine giustifica i mezzi, legittima difesa, si salvi chi può.
    Ho trovato la soluzione personale (lecita sfruttando le norme) per non lavorare e continuare a prendere lo stipendio. Potrei andare in pensione l’anno prossimo ma ovviamente rimango per principio sino a che non mi pensionano d’ufficio.
    Se potete e/o ci riuscite trovatela anche voi una soluzione personale, altrimenti morirete di speranza.

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  4. Cominciamo con il dire che quota 96 è un’opzione per pochi intimi quindi ti piace vincere facile seconda annotazione quota 103 è il compromesso subdolo o non dipende dai punti di vista per non essere sbugiardati completamente in campagna elettorale perché cari amici i soldi per quota 41 non ci saranno neanche a fine mandato per questo governo che dati alla mano consente a 63 anni e 41 di contributi di portare via i maroni dal lavoro ovvero due anni prima della legge della “signora” più antipatica della terra e questo è un dato oggettivo quindi evitiamo frasi del tipo lasciamo tutto così che è meglio perché come dico sempre il poco lo conti il nulla no e visti i tempi purtroppo è già qualcosa che si muove.

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    • Il problema è che è sempre un terno al lotto, poi qualcuno fa l’ambo secco e gli va bene ma non è così che si mantengono le promesse, da qui la paura che potrebbero peggiorare anche le cose e navigare a vista non è un buon modo di operare..

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    • Ma il presidente dalla repubblica non può intervenire e fare rispettare le promesse fatte in campagna elettorale? Possibile che a noi Italiani non ci tutela nessuno?

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  5. A mio parere è innanzitutto importante che qualsivoglia riforma che comporti un qualsiasi tipo di auspicabile miglioramento rispetto all’attuale normativa, e che implichi una maggior flessibilità in uscita, sia attuata in maniera Strutturale. Non è possibile vedere ogniqualvolta interventi normativi meramente limitati ai successivi 12 mesi. Perché così, a parte la barbarie intrinseca della cosa, si toglie qualsiasi possibilità a lavoratori e aziende di fare un qualunque tipo di programmazione, e frustra ogni aspettativa singola e collettiva. Riterrei pertanto, a prescindere da qualsiasi altro aspetto, comunque profondamente errata una ipotetica riproduzione per soli singoli 12 mesi delle misure attuali – inclusa ovviamente quota 103 – in scadenza il prossimo dicembre. Le leggi in tema previdenziale – per motivi del tutto ovvi – devono avere sempre un respiro quanto meno di medio lungo periodo. Nel senso che le riforme che modificano, peraltro in maniera così profonda le aspettative, la serenità e la vita stessa di tutti i lavoratori di un determinato Paese, e le pur legittime esigenze di programmazione delle imprese, devono essere sempre progettate per avere una durata congrua rispetto alle suddette aspettative. Quindi, se si vuol fare quota 103 ben venga, ma questa dev’essere una misura formalmente introdotta con indispensabili requisiti di strutturalità. Se poi, dopo tot anni, si volessero o dovessero attuare delle modifiche, anche queste dovrebbero avere ancora una volta caratteristiche strutturali. L’alternativa, appunto, è la barbarie. Ovverossia il trattare un argomento così essenziale ed incisivo per la società, l’economia, e il modo stesso di funzionare di una collettività di persone, in maniera non degna di un paese civile. Con barbara improvvisazione, ed insipienza in ordine ai gangli più intimi che si vanno a modificare all’interno di una comunità di persone. Rendendo oltretutto impossibile qualsiasi programmazione di qualunque tipo, per chicchessia. E – com’è noto – sotto il profilo psicologico individuale, e quindi sociologico collettivo, è di per sé l’incertezza continuata che genera ansia. Questo paese soffre di (parecchia) ansia indotta, anche per questo motivo, inteso innanzitutto come modo (profondamente sbagliato) d’agire, e di porre le cose. Questa situazione fatta di normative instabili, soggette a continue mutazioni, annuali o perfino infraannuali, è intollerabile. E fonte di per sé di guasti, perfino a prescindere dalla sostanza stessa dei provvedimenti continuamente modificati.

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    • Analisi perfetta,lo sto provando sulla mia pelle,questa continua incertezza mi toglie serenità perché non riesco a capire cosa posso fare o non fare da qui ad un anno essendo al limite tra età e contributi con tutte queste quote (sperando non tocchino,peggiorandola, l’anticipata Fornero). Almeno togliessero le finestre,che creano ulteriore confusione sulle date di uscita, ma nemmeno quello sono capaci di fare….

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    • Un analisi condivisibile, non poter sapere se si potrà andare in pensione l’anno prossimo con quota 103 o quello dopo nel mio caso con la Fornero , come in molti altri, fa tutta la differenza del mondo!

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  6. 62 anni flessibile. Chi vuole può accedere. Chi non vuole che continui a lavorare,nessuno ti obbliga. Ricordati che devi morire,prima o poi…….

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  7. Diciamo che le soluzioni sono tra un pugno in faccia, un pugno sullo stomaco o anche peggio; per fortuna che ci sono i sindacati………………………………………………..; e attenzione al mese di agosto; di solito provvedimenti fregatura li fanno in quel mese; ma questa volta si sono ingegnati; praticamente è tutto l’anno che fanno così; saluti ai gestori del sito

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  8. Ciao sono Nicola ho 35 anni ho cominciato a lavorare da 16 anni e Rovigo fino 1993 e poi e falitto la fabrica da 1997 ho per anno custode campo sportivo e poi 1999 lavoro nella stessa scuola HO UNA PICCOLA INVALIDA HO 50 % APPOSTO DI ANDARE IN PENSIONE A 67 ANNI E MEGLIO DI IN PENSIONE TUTTI A 35 ANNI COME UNA VOLTA SE VOLETE PARLARE CON NE MI CHIAMO ZANETTI NICOLA ABITO A PADOVA CELL 379 103 0776

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  9. Si parla tanto di quote ma a nessun lettore salta in mente che le forze armate hanno anni di abbuono e tutti gli altri lavoratori devono andare a 67 anni o 42 anni di contributi ma a voi sembra normale?

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  10. OPZIONE DONNA, . ogni donna a 60 anni deve poter scegliere. Già per una donna è difficile riuscire ad avere 35 anni di contributi. Famiglia, genitori, suoceri, ecc. Anni dedicati all’assistenza attualmente o nel passato che debbono giustamente essere riconosciuto.

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  11. Possono fare a meno di fare i tavoli con i sindacati . Rimane la fornero , rimane la 103, OD cancellata di fatto , forse con quota 96 guadagna qualcosa chi ha fatto un lavoro usurante che ora va con 97-98 anni . 41 contributivi saranno un flop e lo sanno benissimo perchè per fare questa scelta bisogna essere “alla frutta”. Alla fine l’unica forma di flessibilità per uscire prima dal calderone per un lavoratore “normale” rimarrà la 103. La fornero ha portato un risparmio di 80 miliardi in 10 anni allo stato alle spalle di tutti i sessantenni che devono ancora tirare la carretta e non vedono la fine del tunnel. Certo possiamo dire che noi sessantenni abbiamo salvato lo stato dalla bancarotta e permesso agli attuali pensionati di andare in portogallo , canarie, etc.. e Il bello è che quando incontriamo amici baby pensionati o che sono riusciti ad uscire prima in qualche modo , ci prendono pure in giro … lavorate che ci dovete pagare le pensioni, ci dicono . Becchi e bastonati. siamo nel belpaese perfortuna.

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  12. Al di là delle varie proposte, che prendono i nomi più svariati, vi è una sola ed innegabile verità:
    chi ha iniziato a lavorare giovane o molto giovane, non godendosi certo la vita come altri hanno fatto, e che ha visto sfuggire ogni traguardo pensionistico (35 anni, 40 anni, quote varie legate alla età anagrafica ecc…) resta cornuto e mazziato e dovrà continuare a lavorare pensando di pagare i contributi per se, ma pagandoli per mantenere un sistema pensionistico che negli anni ha elargito pensioni a chi ha lavorato MOLTO MENO DI LUI.

    NON TOCCATE LA FORNERO, RIUSCIRESTE SOLO A PEGGIORARLA, non avrei mai pensato di scrivere questa cosa qualche anno fa…

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  13. Quota 41; 103; 96; … chi offre di più ? sembra quasi il gioco della tombola.
    Che la smettano di prenderci per il naso ogni giorno
    41 anni di lavoro e di contributi versati, sono un’infinità. Bastano e avanzano

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  14. Sempre il solito discorso: quota 41 da sola è iniqua, perchè si addice solo a chi ha iniziato a lavorare a 15 max 20 anni e non ha mai avuto interruzioni lungo tutta la carriera lavorativa. Mentre, in realtà, la maggior parte delle persone ha iniziato a versare i contributi dopo i 25 anni di età, e di quota 41 non sa che farsene: mi sembra impossibile che Salvini e Durigon non se ne rendano conto, probabilmente fingono di non accorgersene.
    Quota 96 è altrettanto iniqua, perchè rivolta solo a un ristretto numero di categorie di lavoratori, mentre dovrebbe essere rivolta A TUTTI.
    L’unica cosa fattibile, equa, sostenibile e che accontenterebbe tutti, e lo ribadisco per l’ennesima volta, è l’uscita flessibile per tutti a 62 anni col sistema contributivo e un’anzianità di servizio che vada da un minimo di 20 (pensionamento di vecchiaia), ad un massimo di 35 anni di servizio (pensione di anzianità): si tratta della proposta Rizzetto, di cui incredibilmente nessuno parla più, compreso lui stesso. Si tratterebbe semplicemente di abbassare di qualche anno l’età del pensionamento di vecchiaia attualmente fissato dalla Fornero a 67 anni. Proposta semplicissima, fattibilissima e adatta a tutti i tipi di lavoratori, operai e impiegati, donne comprese.

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    • Giusto, ma non lo capiranno mai che c’è gente che lavora da 40 anni e purtroppo non per colpa Sua ha pochi contributi versati, quindi l’unica vera Riforma è quella di Abbassare l’età pensionabile per Tutti a 62 63 anni anche con qualche piccola penalizzazione.

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  15. Quota 103 parla 41 anni di contributi e 62 anni di eta’ in realta’ per i pubblici dipendenti gli anni di contributi sono 41+6mesi di finestra.
    Peche’ anche se si puo’ andare con 41e 62 anni si rimane senza stipendio e pensione per 6 mesi e quindi bisogna lavorare 6mesi in piu’

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    • Caro Massimo; al di là che lo sapremo a novembre-dicembre cosa sarà per l’anno prossimo per la scuola la data è unica ed è 31 agosto; le domande di solito si fanno quasi 1 anno prima almeno così è stato nel 2021; vedi bene i termini ma adesso è prematuro; comunque hai ragione tu; verifica; saluti a te e ai gestori del sito

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  16. Quota 103 con varianti chissà cosa vuol dire! Sicuramente qualche paletto economico.
    Comunque meno toccano a questo punto per me e meglio è!

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  17. Bene così, quota 96 che non vuole nessuno, 41 solo contributivo per sempre e rinnovo di quota 103, ma con varianti. Anche per il 2024 pensione solo per coloro che raggiungono i requisiti Fornero…
    complimenti per la “riforma “.

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  18. Se il governo non ha i fondi per attivare la riforma delle pensioni , occorre prelevare questi fondi dalle tredicesime e quattordicesime dei 18 milioni di pensionati. Per almeno 2/ 3 anni. In questo modo i pensionati si dimostreranno solidali con chi ha perso il lavoro dopo i sessantanni o gli ultrasessantenni. Vi piace??

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    • Non si può togliere a chi prende già poco
      Taglia pensioni d’oro,vitalizi e tutte quelle oltre una certa cifra (per me dai 6000 euro mese)

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    • Sono d’accordo, secondo me hanno concesso tanto ai pensionati che già erano privilegiati per i calcoli pensionistici favorevoli. Loro però sono in tanti, sono la maggioranza ed il loro voto conta elettoralmente più dei lavoratori attuali.

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    • Affermazione massimalista degna dei noti politici. Tra i 18 milioni ci sono poveracci, ricchissimi, sfortunati e furbastri e non si possono trattare tutti in modo uguale pena il seppellimento totale e di fatto dello stato di diritto. In più inoccupati, inoccupabili, ecc. sono un problema assistenziale e non va risolto con strumenti previdenziali. In uno stato con un rapporto deficit / pil pari a oltre 150/100 la motivazione è ovvia.

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      • si, giusto, ma non posso pagare io con il mio stipendio attuale ne decurtando la mia pensione e non mi si può costringere a lavorare fino a 70 anni per pagare tutte le misere e le alte pensioni d’Italia, devono rivedere il sistema intero.

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        • D’accordo ma non si rimedia all’ingiustizia con una ingiustizia ma con un buon governo che ad esempio allinea i salari ai livelli europei come il tasso di precarietà e la natalità attraverso politiche di stimolo reali come in altre parti d’Europa. Da noi questi problemi servono solo a giustificare tagli.

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          • UTOPIA allineare gli stipendi italiani a quelli europei, … cominciassero almeno a RINNOVARE I CONTRATTI SCADUTI invece di speculare anche su quelli per poi dirottare i soldi verso dove?
            (il calcolo del mio montante contributivo sarà ovviamente decurtato).
            I giovani vivono meglio all’estero, i pensionati sono troppi in Italia ed i loro non ce la fanno a mantenerli tutti.

          • Nessuna utopia Anna ma solo rassegnazione e fatalismo, lo dici anche tu he basta che i giovani vadano all’estero per avere maggiore prospettiva e quindi semanticamente nessuna utopia. A parte 1/6 del popolo italiano che vive in regioni in avanzo fiscale i 5/6 hanno questo problema della rassegnazione e del fatalismo e sono complici culturali delle proprie difficoltà.

  19. Sperando di aver capito bene,a fine anno raggiunto il limite dei 41 anni effettivi,precoce e usurante,posso chiedere la pensione anticipata?e se così fosse ci sarebbero delle riduzioni? Grazie x eventuali chiarimenti

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