Riforma pensioni, ultime news oggi: una testimonianza in strofa

Riforma pensioni 2023, ultime: Riforma Fornero va cambiata ma lasciandone le basi

Come dovrebbe essere la Riforma pensioni 2023? In tanti se lo chiedono ed in tanti ‘azzardano’ proposte, alcuni suggeriscono di portare avanti la proposta Tridico che prevedrebbe una pensione in due tranche, mentre altri continuano a chiedere ai sindacati di tornare a spingere, non appena si riapriranno i tavoli di confronto col Governo, per l’uscita flessibile dai 62 anni e la quota 41. Più volte sul nostro sito é intervenuto anche l’esperto previdenziale il Dott. Claudio Maria Perfetto proponendo una proposta complementare che ha avuto moltissimo successo tra i nostri lettori, stiamo parlando dell’ipotesi di fare versare i contributi alle macchine/robot che oggi sostituiscono nelle imprese la forza lavoro dell’uomo.

Questo permetterebbe ai lavoratori più anziani di poter accedere alla queiscenza qualche anno prima ed ai giovani di poter entrare nel mondo del lavoro. Dunque per il Dott. Perfetto la chiave di svolta dal 2023 non é sita tanto nel cambiare la Riforma Fornero che garantisce la sostenibilità del nostro sistema previdenziale, quanto nel modificarla dall’interno garantendo che le sue basi restino ben salde. Le sue parole faranno certamente meglio comprendere le sue considerazioni:

Riforma pensioni 2023: La riforma Fornero é una fortezza inespugnabile, meglio lasciarla ed agire per piccole modifiche

Così Il Dott. Perfetto: “La Riforma Fornero è una fortezza difficilmente espugnabile. Anzi, direi impossibile da espugnare. Se così non fosse, non esisterebbe ancora oggi, a distanza di dieci anni dalla sua entrata in vigore.

La Riforma Fornero va cambiata, ma lasciandola così com’è. Va cambiata all’interno delle sue mura, lasciando le sua mura così come sono. Lo so, è un discorso che disorienta un po’, ed è per questo che va lasciato agli “esperti”. Il popolo è interessato ai risultati, e non tanto a sapere come raggiungere i risultati.

La Proposta Tridico introduce flessibilità ALLA Riforma Fornero, ma non NELLA Riforma Fornero. La Proposta Tridico si configura come OPZIONE, come un accampamento al di fuori delle mura della Riforma Fornero. Un accampamento non tanto confortevole, ma che potrebbe comunque incontrare la soddisfazione di chi è già abituato ad andare in vacanza in campeggio piuttosto che in hotel. Ma non proprio tutti amano andare in vacanza in campeggio; qualcuno vorrebbe godere di maggiori conforti e quindi andare in hotel.

E qui entrano in gioco i Sindacati e articoli dotati di senno come questo. Essi non puntano ad una flessibilità configurata come OPZIONE; essi non puntano a costruire accampamenti al di fuori della fortezza Riforma Fornero. Essi puntano a cambiare la Riforma Fornero al suo interno.

E qui, per la verità, bisogna essere degli Einstein, il quale non aggiunse un elemento esterno alla Fisica come postulato per mantenere costante la velocità della luce nel vuoto (circa 300.000 chilometri al secondo), non cambiò la Fisica, ma cambiò i concetti tradizionali di spazio e tempo all’interno della Fisica stessa. Per cambiare la Riforma Fornero al suo interno, occorre cambiare i concetti tradizionali di lavoro e pensione“.

Riforma pensioni 2023: ogni Governo avrà lo stesso problema, inutile illudersi

Per chi sostiene che potrà cambiare qualcosa alle prossime elezioni, il Dott. Claudio Maria Perfetto, pare sedare gli entusiasmi e rivolgendosi ad un lettore stufo dell’attuale Governo che confida presto la regia cambi, dice: “Nel finale del suo commento, in riferimento ai componenti dell’attuale Governo Draghi, lei si esprime dicendo: “x fortuna fra poco sene vanno!!!” Bene. Quale Governo, lei crede, potrà arrivare?

Nel libro “La guerra dei cinquant’anni” del Prof. Giuliano Cazzola il Capitolo 11 si intitola: “Elezioni politiche del 4 marzo 2018: arrivano i barbari”. Ecco. Io la penso così: la Storia non si ripete; ma gli uomini amano ripetere la Storia.

A mio avviso, non esiste un Governo italiano che potrà riuscire a governare bene. Perché non esiste un italiano che abbia veramente a cuore la vita degli italiani, e che con passione (con vigore e perseveranza) e compassione (comprensione degli stati d’animo altrui) porta l’Italia al riscatto da piaghe sociali come disoccupazione e povertà.

In altre parole, non esiste un italiano che abbia la statura etica, morale, spirituale del Mahatma Gandhi.

Per questo un Governo vale l’altro, ognuno di essi si arrabatta per tentare di fare qualcosa di buono per la popolazione, senza riuscirci, o comunque con risultati molto al di sotto delle aspettative degli elettori. La popolazione, insoddisfatta dei risultati, cambia ripetutamente il Governo. E la Storia si ripete. Ecco: è il popolo che ama ripetere la Storia“:

Voi cosa ne pensate di queste considerazioni, le condividete o meno? Fatecelo sapere nell’apposita sezione commenti del sito.

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36 commenti su “Riforma pensioni 2023, ultime: Riforma Fornero va cambiata ma lasciandone le basi

  1. Pensavo che il governo monti fosse stato il peggiore nella storia italiana non avrei mai immagginato che ne sarebbe arrivato uno peggio del peggiore.

    1. Buongiorno a tutti. Egregio Bruno è sempre stato così, chi arriva dopo sarà sempre peggio del precedente, inoltre bisogna aggiungere anche che ad oggi cosa è stato fatto per migliorare la situazione? NIENTE.
      Buon Lavoro

  2. Devono assegnare una pensione ai o alle caregiving con oltre 55 anni che non possono lavorare come mia moglie indipendentemente dai contributi versati per curare me che sono invalido al 100 per 100. Come può lavorare uno o una con un invalido a carico?

  3. Purtroppo sì! Occorre cambiare Governo e politici di opposizione. Ormai il patto sottinteso tra tutte le forze politiche è quello di oggi io e domani tu al Governo. Questo sistema garantisce il posto fisso a tutti in barba agli italiani che lavorano più per i politici che per il bene comune. Il pesce puzza dalla testa e io non so che pesci pigliare!

  4. A me fanno ridere alcune considerazioni/ipotesi espresse nei commenti.
    Avevamo quota 100, imperfetta, iniqua, tutto quello che volete ma ce l’avevamo. Si poteva migrare verso una più equa quota 41 ma no perché c’era il brutto e cattivo Salvini e l’Europa non lo voleva.
    Già, l’Europa… quella che il 2,3% di deficit/PIL era uno scandalo irricevibile e adesso viaggiamo attorno al 9%, se va bene ma deve andare da Dio, alla fine dell’anno siamo attorno al 6%.
    Ma Salvini era brutto e cattivo…

    1. Salvatore (primo ), cosa c’entra nel discorso pensioni “il brutto e cattivo Salvini” ? Sulla questione pensioni la lega ha fatto una cagata pazzesca, non risolvendo il problema vecchiaia che è rimasta uguale per milioni di lavoratori anche più anziani e ha premiato chi ha lavorato meno anni e questo è un dato di fatto. E’ davvero paradossale che lei affermi che quota 100 era imperfetta e iniqua ma per fortuna che c’era. E’ stata un bene per chi ? Lei è uno che propugna la bontà della disparità dei diritti, l’iniquità e l’ingiustizia. Lei afferma che è meglio la fortuna di pochi che di nessuno, ma il diritto alla pensione non è la lotteria di capodanno, un gratta e vinci milionario. Seguendo il suo ragionamento allora anche le baby pensioni ….. ” per fortuna che ce l’avevamo”.

  5. Caro Dott. Claudio Maria Perfetto,
    in merito al suo nuovo artico mi sembra che abbia voluto rispondere direttamente alla mia critica: i riferimenti alla mancanza di senno ed alle ” capacita intellettive” alla Einstein lo confermano. Mi spiace averla offesa e provocata a tal punto. La sua proposta di far versare i contributi previdenziali alle macchine/robot delle imprese per poter rivedere tutto il sistema pensionistico e concedere una qualche forma di flessibilità senza penalizzazioni, logicamente non può che suscitare un grande riscontro tra i lavoratori. Ma mi sembra piuttosto evidente che, semplicemente, sposti il costo economico dallo stato alle imprese. Ritengo tale proposta non applicabile in stati democratici che basano la propria economia in un sistema di libero mercato. L’effetto sarebbe quello di metterle fuori mercato le nostre aziende ed anche qualora riuscissero a mantenere il loro livello di competitività il costo finale verrebbe scaricato sul mercato stesso e quindi anche sui futuri pensionati con quindi una effettiva penalizzazione. In definitiva anche se ritengo la sua proposta eticamente e filosoficamente apprezzabile, nella realtà la stessa è non solo irrealizzabile ma potenzialmente dannosa , tanto che sono convinto che nessun sindacato “moderno” possa sostenerla.

  6. Io insisto. Pensate ai poveri e ai disoccupati ultra60enni. Magari come me che hanno 22 anni con INPS e altri 12 con una cassa obbligatoria. Sono tagliato fuori da tutto. Secondo Voi è giusto che io prenda 500 EUR. Di RDC dopo aver versato un mare di imposte e contributi? Chi è contrario al RDC e alla pensione anticipata si faccia un esame di coscienza. 5 milioni di poveri ITALIANI non possono aspettare!

  7. Spero che questi mangia stipendi lascino le cose invariate altrimenti possono solo peggiorare la situazione delle personi che è già abbastanza stringente e con ampi paletti, parlo da disoccupato finita la naspi e precoce almeno pagando i contributi volontari con i dovuti sacrifici riesco ad andare nel 2023 con quota 41 precoce e, sicuramente in questa situazione molti altri
    Saluti ai gestori del sito e tanti saluti al dott. Marino è al Dot. Perfetto e un’appello proprio a loro, non mollate!

    1. Buongiorno, leggo sempre con attenzione le ultime notizie riguardanti la flessibilità in uscita. Poiché si chiama flessibilità dovremmo lasciar decidere ai lavoratori come è quando andare in pensione. Personalmente la proposta tridico a me non dispiace. Avrò 64 anni il prossimo gennaio con 25 anni di contributi dopo il 1996 e 22 mesi di contributi prima del 1995. Se non si cambia dovrò aspettare il compimento dei 67 anni. Purtroppo bisogna fare i conti con le casse dello Stato. Ci sono alcune domande: 1.perché non ci sono i milioni per mandare in pensione i lavoratori però ci sono i miliardi per le armi? 2. Oltre che tassare le aziende che con l’automazione hanno licenziato i lavoratori e aumentato i loro profitti, tassiamo le aziende che hanno avuto un aumento dei profitti negli ultimi anni? 3. Perché non tassare progressivamente, come la costituzione ci dice, in maniera progressiva? Per esempio 50% sulla parte eccedente di un reddito di un milione, 60% sulla parte eccedente di un reddito di un milione e mezzo e così via. Grazie

  8. Ci sono due lavoratori, uno vive nel paese A, dove vigono le regole della fornero in materia di pensione e l’altro che vive nel paese B, dove vige la libertà di scelta quindi con regole più umane e sensate. Per fare un paragone omogeneo supponiamo che abbiano entrambi iniziato a lavorare all’età di 20 anni dopo aver conseguito il diploma e che entrambi abbiano avuto la stessa retribuzione per tutto il periodo che hanno lavorato. Il signore del paese B decide a 57 anni di fare il nonno a tempo pieno ed essendo in un paese dove c’è libertà di scelta, decide che, dopo 37 anni di lavoro, è giunto il momento di pensionarsi e dedicarsi alla gioia di essere nonno. Quel giorno si reca al suo ente previdenziale che sommando tutti i suoi contributi versati e rivalutati gli comunica che l’importo ammonta a 500.000€, e poiché la vita media attualmente nel paese B è di 81,5 anni quel capitale gli sarà restituito nei successivi (81,5-57) 24,5 anni in 319 rate (24*13 mensilità + 6 mensilità + 1 rata di 13.ma riproporzionata) di 1.567,40€ mensili lordi. Costo totale per l’ente 500.000€. Tutto ciò che è stato pagato verrà restituito al lavoratore e ciò sembra rispondere ad un criterio di giustizia senza fare torto a nessuno e senza pesare su nessuno.
    Anche il signore del paese A vorrebbe fare la stessa scelta ma non può. Grazie alla bontà dei governanti, che lo prendono pure per il naso, gli dicono certo che puoi andare in pensione prima, abbiamo la pensione anticipata, basta che versi “solo” 43 anni di contributi. Rassegnato il signore continua a lavorare fino a quel fatidico giorno, poi si reca dal suo ente previdenziale e gli comunica che ha versato 581.080€ di contributi e avrà una bella pensione anche perché sarà calcolata col sistema “misto”, oltre al fatto che percependola per meno anni la rata sarà più ricca. Certamente suddividere il capitale (581.080€) in 241 rate anziché (500.000€) in 319 porterà a un risultato migliore dal punto di vista dell’importo, ed in effetti applicando pure il calcolo misto, il signore del paese A avrà un bel assegno mensile di 2.650€ mensili lordi per un costo totale di 638.650€ a fronte di 581.080€ di contributi versati con un “bonus assistenziale” di 57.570€ pagati dalle tasse di tutti i cittadini oltre alla sua contribuzione. Questo sistema è ottimo e soprattutto sostenibile ed è un fortino che non si può pensare di scardinare, l’altro un sistema del tutto deprecabile perché nell’11esimo comandamento, ebbene si, lo so che vi è sfuggito leggendo la Bibbia ma se cercate bene c’è scritto che c’è l’inferno a chi si pensiona prima dei 60 anni.
    Premesso che tra il paese A e il paese B, personalmente preferisco vivere nel paese B dove ognuno è libero di scegliere quello che meglio si adegua alle sue speranze e aspirazioni e soprattutto ricordo che tra A (1.567€) e B (2.650€) ci sono infinite sfumature di grigio.
    Credo che la riforma proposta da Dini, quella che prevedeva la possibilità di pensionarsi tra i 57 e i 65 anni a libera scelta del lavoratore sia la proposta migliore che sia stata fatta dal 1995 in avanti. Ha in se tutta le flessibilità necessaria. Ci sono degli aspetti da migliorare, certamente come in tutte le cose. Ad esempio, visto che col sistema misto viene restituito più di quanto versato, ovvero oltre alla previdenza c’è anche una quota di assistenza incorporata nell’assegno si può prevedere di aggiungere al mero calcolo contributivo che prevedeva la Dini, su cui questa proposta si basa, una certa quota di bonus assistenziale ad alcune categorie più disagiate. In effetti se una persona sceglie di pensionarsi a 57 anni con magari 35 di contributi versati prenderà l’assegno contributivo puro, se però il futuro pensionato 57enne è un precoce e arriva all’appuntamento con 40 anni di contributi avrà il suo assegno maggiorato di un 7,5% ovvero 1,5% per ogni anno oltre i 35. Questo è solo un esempio di come si può stemperare l’effetto del contributivo puro, ovviamente bisogna pensare anche ai disoccupati, alle madri lavoratrici, agli invalidi e dirottare le poche risorse sulle categorie più disagiate ma certamente questo è compito dei politici e sindacati trovare la quadra non di noi lettori di questo interessante sito.
    Chi lo stabilisce che è giusta la flessibilità dai 62 anni di età e 20 anni di contributi mentre è ingiusta magari con 61 e 35, oppure con 59 e 30? Ho letto più volte che alcuni esperti dicevano che non potevamo permetterci di pagare la pensione per più di 20/25 anni, ma da 57 a 81,5 non ci sono più di 25 anni se la matematica non è un’opinione. Quindi per rimanere nel recinto del contributivo come piace al nostro Grisù il draghetto io prenderei in considerazione l’idea di riesumare questa legge migliorandola per rendere il contributivo un po’ più “misto” soprattutto per le categorie più deboli ma ormai è certo che nessuno proverà nemmeno ad espugnare il fortino.

    1. Il tuo discorso non farebbe una piega. Ma vai a convincere un signore nato l’1 gennaio 1960 che sarebbe giusto perdere mediamente 500 euro al mese di pensione rispetto ad uno nato il 31 dicembre 1959. Altrimenti si dovrebbe mettere mano agli intoccabili “diritti acquisiti” di tutti i pensionati (ipotesi lunare)

    2. Sig. Emilio63, ogni Paese è differente da un altro per: cultura, valori, tradizioni, risorse, tecnologie, conoscenze. Per questo salari e pensioni sono differenti in Paesi differenti.

      Su salari e pensioni sono diversi i parametri che incidono: tasso di natalità, versamento di contributi in percentuale del reddito lordo, produttività del lavoro, tasso di crescita della nazione, indebitamento della nazione, credibilità sui mercati finanziari, stabilità del Governo, forza contrattuale dei Sindacati.

      L’esercizio che lei ha prodotto è lodevole. Ma a quale considerazione concreta ci porta? Non potendo uniformare le pensioni (perché non si può importare la cultura di un altro Paese), la sola conclusione cui perveniamo è che un pensionato italiano con la sua pensione vive meglio in Portogallo piuttosto che in Italia.

      La prima azione che il Governo potrebbe fare è recuperare i pensionati italiani emigrati riducendo le tasse sulle loro pensioni. Questa è un’azione concreta, che darebbe vantaggio ai pensionati (perché vivrebbero altrettanto bene nel loro Paese senza dover espatriare), e recherebbe profitto allo Stato (perché i pensionati consumerebbero in Italia pagando l’Iva allo Stato italiano piuttosto che allo Stato estero). Io credo che il Governo ci stia già pensando a come far rientrare in Italia i pensionati espatriati.

      Per quanto riguarda la sua considerazione finale di migliorare ciò che esiste, è legittima. Ma il miglioramento che io vedo si debba apportare non è nel fare meglio le cose che facevamo già prima, ma nel farle nel modo migliore. Usando una metafora, per fare andare più veloce una diligenza non bisogna prendere cavalli più veloci, ma trasformare la diligenza trainata da cavalli-animali in una “diligenza” trainata da cavalli-vapore, una macchina (e per far questo credo che il Governo non debba scomodare la fatina di Cenerentola, ma debba riuscire ad usare la propria bacchetta magica per trasformare il lavoro-umano in lavoro-robotico).

    3. Buongiorno Emilio 63.

      Il chiodo che continuiamo a battere è quello del “diritto acquisito” perdendo di vista che, nei fatti, abbiamo dormito e qualcuno lo ha tolto ai molti attuali e ai futuri pensionati … (sarà sempre peggio!).

      Pertanto se trovo corrette parte delle parole usate da Emilio 63, le circoscrivo a: “io prenderei in considerazione l’idea di riesumare questa legge migliorandola per rendere il contributivo un po’ più “misto” (giustissima idea!).
      Ho tagliato volutamente la parte che segue ”soprattutto per le categorie più deboli” … (perché seguendo questa logica non se ne esce più!).

      A mio parere:

      Se si parla di previdenza si parla di versamenti e quindi di livello di stipendi.
      Se si parla di “categorie deboli” si deve chiarire se ci si riferisce alla assistenza oppure al fatto che: livelli retributivi insufficienti produrranno poi assegni pensionistici ancor più insufficienti.

      Oggi, la massa delle pensioni, seppur basate sul metodo retributivo, sono spesso già d’importo contenuto a causa degli stipendi percepiti e soprattutto per i pochi contributi versati; in particolare suppongo lo siano per coloro che hanno lavorato nel privato (non godendo spesso di un posto fisso, sicuro!).

      Nel merito dei diritti acquisiti ciascuno vanterà sempre le proprie ragioni, in particolare sostenendo di avere versato tanto e di aver pagato anche tante imposte.
      Per questo vi riporto un link quale esempio.

      https://www.dirstat.it/pdf/BOIARDI24febbraio2022.pdf

      Ne riporto un’ulteriore di link a dimostrazione che da altre parti ci si è da sempre comportati in modo diverso, forse più intelligente?

      https://www.dirstat.it/pdf/artgermaniapensionidoro15febbraio.pdf

      Ma, a mio parere, è il solito dilemma: è meglio più Stato o più Libero Mercato?

      Saluti

  9. Sarebbe ingiusto penalizzare, abolendo il misto, chi è giunto, tra sacrifici, al traguardo previsto dalla Fornero, per poter finanziare la pensione di chi tale traguardo non l’ha ancora raggiunto.

    1. Sono capaci di fare questo e altro qualquno di loro magari con la faccia di latta si mette un’altra volta a piangere e non sarebbe la prima volta come purtroppo tutti noi ricordiamo.

  10. cambiarla dal di dentro? bel enigma; intanto cominciamo a fare qualcosa per gli ……………………………nati nel 1960 che hanno visto quota 100 con il minimo a 62 anni; raggiunti i 62 anni il minimo è diventato 64; se poi vuoi andare prima ti mangi la pensione integrativa; si come dice Franco giuseppe abbassare a 65 anni? se succedesse grideremo al miracolo ma i miracoli non avvengono; e poi nel 2023 ci saranno le elezioni; sai quali promesse faranno? le più inverosimili; riepilogando:…………………………………………poveri noi; saluti ai gestori del sito, al dott. Perfetto e al dott. Marino

  11. Ma è così difficile capire?pare di si. Chi lavora da 40 anni e specie i lavoratori tipo tute blu e loro simili in pensione prima possibile.potete dare uno o due anni in più ai colletti bianchi o mettendoli scelta.

    1. Perché uno o due anni in più ai colletti bianchi? E ora di smetterla di pensare che il lavoro d’ufficio non sia usurante, lo stress psichico è decisamente molto più impattante rispetto a chi “tira il bullone ” per 8 ore.
      Se mai decideranno (cioé mai) di ridurre l’anzianità contributiva, quella deve esser uguale per tutti.

      1. Con quota 100 è successo il contrario. A beneficiarne maggiormente sono stati dirigenti e impiegati con livelli superiori ( vedi Corriere della Sera ). Che poi lo stress sia maggiore a livello psichico che fisico è tutto da vedere. Ogni anno oltre mille morti sul lavoro e mai che uno sia morto schiacciato da una tastiera di computer. Uguale per tutti SI, come la Fornero, e non come le quote.

  12. “Un accampamento non tanto confortevole, ma che potrebbe comunque incontrare la soddisfazione di chi è già abituato ad andare in vacanza in campeggio piuttosto che in hotel. Ma non proprio tutti amano andare in vacanza in campeggio; qualcuno vorrebbe godere di maggiori conforti e quindi andare in hotel”. Scusate, datemi il vostro indirizzo. Io abito lungo la via Emilia in zona Bologna e con 600,00÷900 €/mese, considerando tutte le spese non vivo. Forse in una tenda tutto l’anno se la terra è la mia. Poi che per i disoccupati la Tridico possa sembrare una soluzione capisco ma li si sta usando come cavallo di Troia, come ricatto morale per affamare tutta la categoria dei futuri pensionati. Poi tra l’altro con buona pace di chi ha avuto creando una sperequazione spacciata per diritto e dandola per acquisita. Così son capaci tutti di governare. La soluzione Tridico si mangia la liquidazione e oltre della maggior parte dei suoi sostenitori e le spese della vecchiaia non sono il campeggio o l’hotel. A 64 anni il 40% della popolazione è pluripatologica e già dopo i 50 anni la popolazione nata in un dato anno inizia ad assottigliarsi, assottigliamento che consiste in un 15÷20% di decessi ogni decennio. Non generalizziamo sempre le condizioni migliori per basare le analisi, è come minimo forviante.
    Quanto poi al fatto che non vi siano in Italia persone di statura etica, morale e spirituale paragonabili al Mahatma Gandhi gent. dott. Perfetto, mi perdoni, mi viene spontaneo tirare decisamente il freno. Abbiamo avuto in Italia parecchie persone che come uomini di diritto, d’impresa, di stato si sono contrapposti al malaffare ed alla mala politica e, come Gandhi, alcuni sono arrivati solo all’assassinio morale anche con denunce e processi privi di fondamento ma altri sono stati eliminati fisicamente: Falcone, Borsellino, Grassi, Spinelli Mattarella ecc., la lista è enorme. Certo, al rinnovo degli organi istituzionali vi sono molti elementi inerziali perchè la storia si ripeta, e nella migliore delle ipotesi gli spiriti migliori verranno isolati, costretti ad emigrare, ma tra i compiti della politica c’è anche contribuire alla formazione ed all’utilizzo delle stature migliori e anche in questi aspetti, come negli elementi macroeconomici, i colonizzatori del potere hanno e continuano a fallire. In Italia comunque a dispetto e condanna dei loro antagonisti, spiriti alti ci sono stati e ci sono, purtroppo non riescono a fare sistema e prevalere come da altre parti. Per capire le conseguenze concludo con le parole della figlia di un amico che chiarisce bene: le ho chiesto perchè sei andata a vivere all’estero? risposta, perchè li avevo attorno un sistema che funziona. Quanti cervelli vengono in Italia? Quanti turisti tornano più di una volta in Italia e dove? ecc. Le risposte fanno pensare che siamo tutti spiriti bassi ma così non è.

    1. Sig. Stefano 1991, mi lasci dire che lei mi lancia un colpo basso. Lei mi forza a fare paragoni tra persone, una cosa che rientra raramente nel mio stile, e solo in casi eccezionali, quando per esempio riporto il pensiero di alcuni economisti che considerano Léon Walras il Newton dell’economia e John Maynard Keynes l’Einstein dell’economia.

      Mi ha mai sentito dire “dobbiamo fare come i francesi?” Mi ha mai sentito dire “Draghi deve fare come Macron?”

      Perché mi cita Falcone, Borsellino, Grassi, Spinelli, Mattarella? Perché vuole mettermi in difficoltà? So poco di loro, ma ne so quanto basta per considerarle persone degne di rispetto, onorabili e con un profilo morale superiore a quello di molti altri (anche del mio, se preferisce, visto che loro sono morti ed io sono ancora in vita).

      Vede, sig. Stefano 1991, Guido Guinizelli, l’iniziatore del Dolce stil novo, ha un posto di rilievo nella nostra letteratura italiana. Ma ricordo bene, molto bene, che nel mio libro di Letteratura italiana di terza liceo, Guido Guinizelli era collocato tra i “Poeti minori”. Non già perché fosse considerato un “minore”, ma perché era difficile mantenere il confronto con la figura gigantesca di Dante Alighieri, un’aquila solitaria che domina nel cielo della letteratura italiana.

      Sig. Stefano 1991, conosco Gandhi, il Mahatma, la Grande Anima, riconosciuto come tale da Hindù e da Mussulmani; ha vissuto a contatto con la gente locale, ha vestito i loro stessi miseri abiti, ha sofferto con il suo popolo, ha portato all’indipendenza una Nazione di 350 milioni di persone.

      Nessun italiano che io conosca ha liberato gli italiani dalla schiavitù del lavoro (del caporalato, del precariato, della criminalità organizzata).

      Posso dirle che gli uomini da lei citati sono grandi uomini. Ma passeri, sotto l’ala di un’aquila.

      Viviamo in un modo di relatività. Ci sono passeri ed aquile, attori e comparse. Tutti servono per la rappresentazione di scene di vita. Io conosco il mio ruolo, conosco il mio impegno, che è solo uno: recitare bene il mio ruolo di comparsa.

      1. Gent. dott. Perfetto grazie per l’attenzione. Mi creda nessuna intenzione di lanciarle un colpo ne basso ne alto. La ringrazio per avermi partecipato delle sue considerazioni. La motivazione delle mie considerazioni era questa parte “non esiste un italiano che abbia veramente a cuore la vita degli italiani, e che con passione (con vigore e perseveranza) e compassione (comprensione degli stati d’animo altrui) porta l’Italia al riscatto da piaghe sociali come disoccupazione e povertà. ” Per la mia sensibilità mi è parsa una affermazione un po’ estrema. Nel mio, e ripeto mio, modo di concettualizzare la statura morale di un individuo è una variabile endogena che si forma ed esprime anche in relazione a variabili esogene spesso non totalmente disponibili, variabili esogene che incidono inevitabilmente sui risultati. Per questo rispetto la statura morale a mio avviso altissima di chi ha provato di riscattare l’Italia senza magari i risultati alla Ghandi. Ma perchè non ha avuto gli stessi risultati e risonanza del Mahatma non mi sento di non considerare la statura morale, lo spirito di passione, compassione e dedizione con cui ha agito, anzi. Poi in età giovanile sostenevo con la mia prof. di italiano che avrei visto volentieri maggiore spazio nei programmi per il pensiero di personalità elevate tra cui Ghandi e continuo a pensarlo ma per valorizzare ad esempio la dimensione individuale non violenta delle future generazioni facendo scoprire a ciascuno in se le radici di quella elevatezza, dimensione che per il Mahatma era parte della natura di ciascun individuo. Comunque nessuna intenzione di colpire.

      2. Buonasera sig. Perfetto. Ho trovato fortunatamente il tempo di leggere la sua ammirevole e incommensurabile conoscenza filosofica che purtroppo non affronta minimamente il problema della tematica in questione… grazie buona serata e buon lavoro…saluti.

  13. Nel 2023 accadrà quello che si è già verificato in passato: riforma pensioni in urgenza punitiva per i lavoratori causa crisi economica con persone ormai prossime alla pensione che si troveranno improvvisamente costrette a lavorare per ulteriori 2 o 3 anni! E’ un film già visto e si ripeterà inesorabilmente tra urla di giubilo da parte dei sindacati!

  14. Dalla fine degli anni ottanta ad oggi la maggior parte dei lavoratori ha iniziato il suo iter lavorativo oltre i 19 /20 anni,quindi supponendo di lavorare 42 anni e dieci mesi senza mai perdere il lavoro si arriva a 63 anni.Cari politici e cari sindacalisti ma quanto volete spremerci ancora?Penso che 41 anni di lavoro siano più che sufficienti!!!!

  15. Già diamo x scontato che una riforma , se ci sarà , avverrà nel 23 nel 21 si parlava di riforma nel 22 ….ma il drago non fa prima a dire che la Fornero non si cambia .

  16. L’unico modo per cambiare la Fornero lasciandone però le basi è quello di abbassare leggermente i requisiti. Come da me già proposto portare la vecchiaia a livello europeo di 65 anni e porre un limite ai contributi utili 41-42. Fuori da questi requisiti, in pensione solo ultrasessantenni disoccupati da tempo che hanno esaurito qualsiasi beneficio, tipo cassa integrazione naspi o RdC. Basta quote, OD, che favoriscono solo chi può permettersi un taglio sull’assegno. In alternativa, per giustizia ed equità, riproporre una quota 100 aperta a tutti per pareggiare i diritti degli esclusi che con maggiore età o maggiori contributi sono rimasti fregati. E’ stato indecente assistere a pensionamenti con quota 100 mentre al lavoro rimanevano chi aveva già quota 103- 104. Finchè si trattava di disoccupati OK, ma non chi un lavoro e uno stipendio lo aveva ancora. Se poi i conti dello Stato non tornano, chi se ne frega. Improvvisamente qui ragioniamo della tenuta dei conti dello Stato mentre 4 anni fa quel governo gialloverde se ne è fregato altamente.

  17. il giusto sicuramente 41 per tutti a qualsiasi età senza penalizzazioni ,e 62 anni di età con minimo
    20 anni di contributi..

  18. A questo punto mi pare di capire che noi lavoratori scoppiati non abbiamo alcuna speranza e di conseguenza moriremo disperati. Quindi non ci resta che boicottare le prossime elezioni politiche e ripagare i nostri politici (tutti!) con la stessa moneta che loro riservono nei nostri confronti, maledetti politici e sindacati andassero all’inferno, la misura è colma!!!

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