Sebbene il tema delle pensioni sia ancora una priorità per il governo, coloro che attendono notizie sull’annunciata riforma strutturale del sistema previdenziale devono al momento prepararsi a rimanere delusi. Non sono ancora state presentate proposte concrete o piani dettagliati per una nuova riforma delle pensioni, ma soltanto qualche correttivo come la proroga di Opzione donna e di quota 103, mentre l’annunciata quota 41 (tema caldo in campagna elettorale) al momento sembra dimenticata.
Ultime novità sulla Riforma delle pensioni: proroga quota 103, ma quota 41 che fine fa?
L’esecutivo attualmente sta discutendo la possibilità di prorogare per un altro anno Quota 103, il regime di pensionamento introdotto dall’esecutivo Draghi che consente il pensionamento a 41 anni di contributi e 62 anni di età. Tuttavia, Giorgia Meloni ha già fissato le sue priorità per la prossima Manovra, e la riforma del fisco è in cima alla lista. Questo significa che il governo concentrerà tutte le risorse disponibili su questo fronte, lasciando in sospeso la questione di Quota 41 e limitando le risorse per la riforma delle pensioni.
Si prevede che la Lega potrebbe cercare di realizzare la propria promessa di campagna elettorale addirittura soltanto nel 2025, in quanto il governo ritiene che in quel momento avrà trovato un meccanismo alternativo al ritorno della legge Fornero per consentire alle persone di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro.
Riforma Pensioni 2024, news su Quota 41: costi proibitivi e alternative possibili
I costi rappresentano un ostacolo significativo per la realizzazione di Quota 41. Per implementare questo regime di pensionamento ampliando la platea, infatti, sarebbero necessari ben 9 miliardi di euro. Attualmente, la sola Quota 41 esistente riguarda coloro che hanno svolto almeno 12 mesi di lavoro effettivo prima del 19° anno di età. In questo caso, sono ammesse cinque categorie di lavoratori: disoccupati, caregivers, invalidi civili, lavoratori gravosi e usuranti.
Tuttavia, sono state proposte alternative sul fronte dei prepensionamenti. Il governo Draghi, infatti, ha mosso i primi passi verso l’ipotesi Tridico, che prevede un assegno che consente il prepensionamento a 63 anni, calcolando l’importo con il metodo contributivo integrale. Questa soluzione potrebbe permettere di superare gradualmente e in modo meno traumatico il possibile ritorno della legge Fornero. Bisognerà però capire le penalizzazioni come saranno applicate e di quanto sarà il taglio dell’assegno pensionistico rispetto alle attuali uscite con il sistema misto al posto del contributivo. Voi cosa ne pensate? Come sempre vi aspettiamo nei commenti!
Pensionipertutti.it grazie alla sua informazione seria e puntuale è stato selezionato dal servizio di Google News, se vuoi essere sempre aggiornato sulle nostre ultime notizie seguici tramite GNEWS andando su questa pagina e cliccando il tasto segui.
Solo una cosa costa troppo in Italia ė la politica e i sindacati e i vari esperti del Ca……
Io ho 57 anni e ho 41 anni di contributi con lavoro precoce e lavoro usurante mi hanno detto che ottobre / novembre facendo domanda a luglio posdi andare in pensione ma sono penalizzato ? Nel senso perdo qualcosa ?
Andate in Culo politici tutti ladri !!!
Secondo me ,la proposta di Pasquale Tridico è più che ottima. Sono le persone se uscendo prima solo con il calcolo contributivo gli conviene..È una decisione che prenderà il lavoratore se uscire o no….A me personalmente scappo subito anche se ci saranno penalizzazione. Cento duecento o trecento euro in meno non ti cambiano la vita
D’accordo con te Vito ma questi assassini non ne vogliono sapere perché dobbiamo rimanere prigionieri per mantenere i pensionati di prima , con le succulenti pensioni che prendono da 40 anni- qua ci vorrebbe solo la forca per questi maledetti politicanti da strapazzo, che solo una rivoluzione li manderebbe al diavolo definitivamente.
Sempre gli stessi discorsi, non ci sono i soldi, i Francesi hanno le palle ,noi no! Una domanda mi chiedo, INPS non ha i soldi, allora perchè erroga prestiti?
Quando si danno delle cifre si dovrebbero fornire i conteggi altrimenti valgono meno delle previsioni del mago Otelma.
Nello specifico vorrei vedere il conteggio che porta al costo di 9 miliardi della quota 41.
Vorrei sbagliarmi ma prevedo che non riceverò alcuna risposta.
Oramai prendere in giro gli Italiani è diventato lo sport più praticato almeno fino a che l’80% della popolazione crede anche alla favola di Biancaneve.
devono ripristinare OPZIONE DONNA ai vecchi requisiti……perchè così è stata TOLTA altro che prorogata…..è UN’ALTRA COSA NON E’ UNA O P Z I O N E ……..NON C’è PIù UNA SCELTA DA PARTE DELLA DONNA COME TALE……GOVERNANTI RIMETTETE LE VECCHIE REGOLE DI OPZIONE DONNA CHE C’ERANO ORAMAI DA CIRCA 18 ANNI
QUESTO GOVERNO RIPRENDEREBBE LA LEALTA’ VERSO CHI LO HA VOTATO PER LE PROMESSE FATTE E NON MANTENUTE….
GRAZIE E COSI’ SAREBBE DAVVERO UNA SERENA PASQUA 2023
Non mi fido.
Quota 41 costa quasi quanto tutti i politici italiani?
Credo che puntare tutto sulla soglia 41 – ovverossia esclusivamente su un requisito puramente contributivo, senza neppure far cenno alla reale scriminante che dovrebbe viceversa guidare qualsiasi riforma effettivamente basata sulla flessibilità: cioè l’età anagrafica – dimostri in maniera chiara di come NON si abbia alcuna reale intenzione di fare una riforma qualsivoglia.
Perché – a parte l’ovvia assenza di qualsiasi sorta di flessibilità laddove si impedisca ai 66.enni (ad esempio) di smettere di lavorare ove non raggiungano la ‘mitica’ soglia dei 41 anni di contribuzione inps – è evidente che il sistema appare insostenibile sotto il profilo finanziario, posto che si consentirebbe di far andare in pensione platee di persone con aspettative di vita sensibilmente superiori rispetto ai 66.enni (o ai 65.enni, o ai 64.enni, o ai 63.anni, e via progressivamente dicendo) di cui all’esempio sopra.
In sintesi, l’abbaglio, o il frammischiamento fra età anagrafica (che dovrebbe guidare una qualsiasi riforma pensionistica) ed età contributiva (che dovrebbe invece ovviamente valere sotto il profilo del QUANTO, ma certo non del QUANDO) a questo punto sembra decisamente doloso. O quantomeno grandemente tendenzioso.
Poiché asserire di voler far andare teoricamente in pensione i 60.enni (perché hanno magari 41 anni di contribuzione) e non invece i 66.enni (che magari di anni Inps ne hanno 40, o 39, o 38) appare folle. E ciò sia sotto il profilo etico, sia sotto quello – ben più concreto – della reale sostenibilità finanziaria.
Ecco perché dico NON hanno alcuna reale intenzione di uscire dall’angolo. La promessa elettorale proveniente dalla Lega a questo punto è divenuta il grimaldello per non far passare NESSUNA riforma delle pensioni qualsivoglia.
Con benefici per Nessuno. Ma con
effetti abbastanza devastanti su Tutti.
Superare l’ostacolo ormai divenuto prevalentemente ideologico sulla soglia 41, consentirebbe di praticare – molto più agevolmente, e quindi prevedibilmente anche più rapidamente – una riforma (realmente flessibile, nonché di gran lunga più sostenibile sia nell’immediato sia nel lungo termine) basata sull’età anagrafica. Ma RIPETO la mia personale opinione è che sulla scorta di questa “pregiudiziale” (soglia 41) ormai si sia capito che è più facile bloccare qualunque processo di riforma. E quindi – scientemente (ahinoi) – si “punti” su questo. Cioè sulla totale paralisi.
Preciso di avere già 38 anni di contributi e quest’anno compirò 61 anni. Dunque non ho riserve mentali, né ho alcun particolare “interesse” a parteggiare per una soluzione o l’altra.
Viva i francesi.
Veramente tosti questi francesi, domani altre manifestazioni e noi a guardare e sperare che si cambi rotta qui da noi- ma tanto non succederà nulla e i potenti di turno al governo affonderanno i coltelli nelle nostre piaghe, ma verrà un giorno che questi maledetti la pagheranno cara , per tutto il male che ci stanno facendo.
Ho letto che il 23 marzo u s la ministro Caderone ha istituito una commissione per monitorare la spesa pensionistica e proporre proposte per riforme pensinistiche. Dott Perfetto ci faccia sapere di più…… Saluti
Non posso, sig. Lucky. I miei commenti non vengono pubblicati.
Dott. Perfetto,
si faccia una domanda e si dia una risposta…
Cordiali saluti,
Matteo Fulminato
La ministra Calderone non sa nulla dei lavoratori e delle lavoratrici di qualsiasi settore. Sa solamente quello che le viene dal suo mestiere Consulente del lavoro che notoriamente si occupa di collocare dirigenti. L’incompetenza è totale. Lilli Reolon
Riflessione. Pensate quanto è iniquo il sistema pensionistico attuale: premesso che io non credo sia vero, ma ufficialmente l’aspettativa di vita oggi in Italia è 81,90 anni per gli uomini e 85,97 per le donne. Ora, dal momento che si afferma che, a spanne, due anni di versamenti contributivi consentirebbero di pagare un anno di pensione (ma anche in questo caso ce ne sarebbe da dire per confutare tale tesi), un uomo che andasse in pensione a 67 anni, avendo davanti a sè teorici 15 anni di vita, giustificherebbe il suo assegno con 30 anni di contributi versati, tutti gli anni lavorati in più di fatto sono un gentile regalo allo Stato (fatta salva l’eventuale reversibilità,che però vale a prescindere). Un uomo che avesse cominciato a lavorare a 20 anni, con la Fornero andrebbe in pensione a 63 e i suoi 43 anni di contributi gli permetterebbero di “pagarsi” 21,5 annualità pensionistiche (dunque 63 + 21,5 = 84,5, regalerebbe 2,5 anni allo Stato). Faccio un solo esempio per le donne (delle mi attirerò gli strali): inizio del lavoro a 20 anni, con la Fornero pensione a 62 anni e 21 anni di annualità “guadagnate” (ma 62 + 21 = 83, dunque 3 anni avuti in “regalo” dallo Stato, perché, ricordate, 86 anni è aspettativa di vita per il gentil sesso). Basta, mi fermo qui, ognuno può fare le simulazioni che vuole, ma la morale è che le donne oggi sono avvantaggiate ( si badi bene, può essere una condivisibile scelta politico-sociale, se i “nostri” ne comprendessero il significato) e che l’età per la pensione di vecchiaia (67 anni) è immorale, ingiusta, contro natura oserei dire blasfema. Poi se uno/una vuole lavorare finché morte non lo colga, sono ,com dire, c…i suoi!
L’ aspettativa di vita in buona salute per poter lavorare e’ tra i 58 e 60 anni di eta’…. per cui…
Mariano, l’impostazione è diversa: nella concezione la donna che lavora deve anche sobbarcarsi tutta una serie di impegni aggiuntivi: i figli, i nipoti, etc; una volta , una mia collega disse: siamo quelle messe peggio: star dietro ai figli, ai nipoti, ai genitori anziani etc; le donne in pensione a 60 anni, gli uomini a 65; poi hanno alzato a tutti; speriamo in qualcosa di buono; saluti a te e ai gestori del sito
Totalmente in accordo con Mariano, perché è assolutamente immorale portare gli uomini al limite, e per limite intendo i 67 anni, con un’aspettativa di vita a 81 anni- le donne stanno a 86 e quindi la soluzione più giusta ed equa dovrebbe essere 65 massimo per gli uomini e 67 per le donne, visto che campano 5 anni in più- ma tanto questi satanassi se ne fottono di queste evidenze, ed intanto si continua a pagare col nostro sangue 400 mila pensioni da 40 anni e oltre…….ma mi chiedo……a chi abbiamo fatto male , per pagare un prezzo così alto? Rispondano Meloni e i tre compari della triplice……..
Riflessione.
Pensate quanto è iniquo il sistema pensionistico attuale: premesso che io non credo sia vero, ma ufficialmente l’aspettativa di vita oggi in Italia è 81,90 anni per gli uomini e 85,97 per le donne. Ora, dal momento che si afferma che, a spanne, due anni di versamenti contributivi consentirebbero di pagare un anno di pensione (ma anche in questo caso ce ne sarebbe da dire per confutare tale tesi), un uomo che andasse in pensione a 67 anni, avendo davanti a sè teorici 15 anni di vita, giustificherebbe il suo assegno con 30 anni di contributi versati, tutti gli anni lavorati in più di fatto sono un gentile regalo allo Stato (fatta salva l’eventuale reversibilità,che però vale a prescindere). Un uomo che avesse cominciato a lavorare a 20 anni, con la Fornero andrebbe in pensione a 63 e i suoi 43 anni di contributi gli permetterebbero di “pagarsi” 21,5 annualità pensionistiche (dunque 63 + 21,5 = 84,5, regalerebbe 2,5 anni allo Stato). Faccio un solo esempio per le donne (delle mi attirerò gli strali): inizio del lavoro a 20 anni, con la Fornero pensione a 62 anni e 21 anni di annualità “guadagnate” (ma 62 + 21 = 83, dunque 3 anni avuti in “regalo” dallo Stato, perché, ricordate, 86 anni è aspettativa di vita per il gentil sesso). Basta, mi fermo qui, ognuno può fare le simulazioni che vuole, ma la morale è che le donne oggi sono avvantaggiate ( si badi bene, può essere una condivisibile scelta politico-sociale, se i “nostri” ne comprendessero il significato) e che l’età per la pensione di vecchiaia (67 anni) è immorale, ingiusta, contro natura oserei dire blasfema. Poi se uno/una vuole lavorare finché morte non lo colga, sono ,com dire, c…i suoi!
“La riforma delle pensioni priorità per il governo?!?” ma quando mai…..se veramente fossero intenzionati valuterebbero le diverse opzioni sul piatto ed applicherebbero da subito quella meno impattante sui costi pubblici e più soddisfacente per lavoratori ed imprese.
Lo ripetiamo in molti di lasciare margine di flessibilità e libertà di scelta. Dai 63/64 anni o anche prima prevedendo una accettabile penalizzazione e poi ognuno deciderà sulla base della propria situazione. In alternativa la possibilità di anticipare la pensione di vecchiaia a 65 anni. Per quanto la proposta Tridico sia e rimanga ancora la migliore
Sono favorevole alla proposta Tridico che era così formulata :
a 63 anni passi nel sistema contributivo fino a 67 anni . A 67 anni ritorni nel sistema Misto .
Devi avere 20 anni di contribuzione .
Quindi la “penalità” si riduce a 4 anni di tutto contributivo
Punto a favore della proposta Tridico è che un lavoratore è libero di scegliere , se ritiene di non potere andare in pensione con la proposta Tridico perchè il coefficiente di trasformazione e il sistema contributivo lo penalizza troppo allora rimane a lavorare fino alla fornero o ad una quota ( quale bho ? ) . La tridico è meglio della regola già in atto del tutto contributivo a 64 anni per i “contributivi puri ” perchè a 67 anni i misti possono tornare nel regime misto. Se poi questi politici fatta la Tridico a 67 ti lasciano nel contributivo cambiando le regole allora anche la Tridico sarebbe una presa per il ….
ottima la spiegazione; chiaro che se poi ti lasciano solo la parte contributiva le cause abbonderanno; ma la proposta tridico è bella per cui la cestineranno; saluti a te e ai gestori del sito
La proposta Tridico è doverosa soprattutto per i disoccupati. Non mi interessa contributivo o no, decurtazioni o meno. Meglio del RDC a 500 Eur. Spero che la ragione prevalga.
Così stanno le cose Paolo, la Tridico è di gran lunga migliore dell’uscita a 64 col contributivo, ma tanto questi scellerati non faranno niente e i sindacati le faranno passare tutte senza interferire- ed ora c’è pure l’ultima novità di questa furbastra della Calderone che si è inventata l’Osservatorio per il dopo 103- siccome questi ne sanno una più del diavolo, ci sono tutti i presupposti per calare un’altro asso a nostro danno- sicuramente sarà una diavoleria studiata a tavolino, con la presenza dei paggetti sindacalisti… ..vero landini ?
per loro esiste la legge Fornero e basta; qualsiasi altra proposta per loro non va bene e quindi mettono tanti paletti da far spavento; cosa fare? pensare alla salute, tirargli tanti accidenti, magari campare fio a 100 anni ; saluti a te e ai gestori del sito
Dicono che bisogna aver fiducia nella nostra classe politica, e lo ha dimostrato pienamente rispettando le nostre aspettative pensionistiche, con le note riforme avvenute negl’ ultimi 30 anni, per cui anche questa volta con la proposta Tridico sara’ cosi’…: poco oggi e niente domani ?
Non mi fido.
L’unica soluzione sostenibile ed equa è dare la flessibilità di uscita passando al contributivo (una sorta di opzione tutti con, ad esempio, 35 anni di contributi e 62 di età). E’ vero che chi oggi è nel sistema misto verrebbe penalizzato ma sarebbe comunque una opzione non obbligatoria … rimarrebbe comunque valida la legge Fornero che consente, aspettando, di andare con un importo maggiore rispetto ai contributi versati.
una domanda al dott. Rodino’: cosa vuol dire proposta tridico dai 63 anni applicando il metodo contributivo integrale? la parte retributiva sparisce o ci verrà data al compimento dei 67 anni? perchè se proprio sparisce è da d……………………………………i; saluti ai gestori del sito
Dobbiamo essere realisti, le promesse elettorali sono una cosa poi bisogna fare i conti con le risorse che ci sono. Naturalmente non voglio riprendere tutti i discorsi che noi lavoratori in attesa di pensione facciamo come per il RDC i soldi ci sono, per le armi anche ecc. .l’elenco potrebbe essere lunghissimo, ma dobbiamo essere pragmatici come già ho evidenziato in diversi commenti e pertanto basterebbero poche cose in attesa di una riforma sostenibile: 1. abbassare la data di vecchiaia da 67 a 65 anni mantenendo inalterata la Legge Fornero; 2. ripristinare OD con i vecchi requisiti. Altro argomento è di non farci imbrogliare con una riforma flessibile in uscita a62 anni perché oltre al problema delle penalizzazioni potrebbero fregarci abbassando i coefficienti di calcolo per la futura pensione. In particolare sui coefficienti bisogna vigilare e lottare perché non siano diminuiti altrimenti ci ritroveremo con 40 anni e oltre di contributi pagati e con delle pensioni da fame. Un saluto ad Erica e ai gestori del sito che ci permette di sfogarci e confrontarci.
Va bene quota 103 , ma con la proposta Tridico chi ha tanti anni di contributi ci rimette parecchio per cui devi per forza andartene con l’anticipata Fornero sempre che rimanga. Forse dovrebbero coesistere sia quota 103o104 e Tridico per chi non ha il misto.
Chi mantiene questa gentaglia?i lavoratori come sempre.
Come volevasi dimostrare anche questo governo come tutti gli altri ha il solito motto: “sei tutto chiacchiere e distintivo”.
Sono nuda vergogna questi politici bisognerebbe solo asfaltarli tutti nessuno escluso. La politica ormai è morta, la soluzione è solo la rivoluzione .
La soluzione migliore per ogni governo è rinviareeeeeeeeeee.
Va bene qualsiasi cosa, purché si faccia
Quota 103 non è stato l’esecutivo Draghi a proporlo ma l’attuale esecutivo.
Draghi fece quota 102.
Detto questo lascino stare la Fornero che sono capaci pure di peggiorarla.
QUOTA 41 SENZA SE E SENZA MA come da promessa elettorale per cominciare.
Le promesse vanno mantenute se non sono burattini.
Secondo me bisogna istituire il reato di FPE False Promesse Elettorali , con la pena accessoria di decadere dalla carica .
Le prese in giro fatte con cavilli e paletti dovrebbero essere delle aggravanti
Lei é uno dei potenziali lavoratori che sarebbe andato con quota 41 ma non hs potuto a causa del paletto anagrafico quota 103? mi faccia sapere che Mediaset sta cercando qco da intervistare tra oggi e domani. se disponibile mi scriva a erica.venditti@yahoo.com, grazie. Erica
Si,si abbiamo capito resterà la Legge Fornero, intanto noi andiamo a comprarci la Vasellina.
Grazie Stato di esistere.
Ma fatela pure la riforma con questa proposta Tridico basta che la finiamo con questa pagliacciata che va avanti da anni. Le quote 100, 102, 103 sono ingiuste perché privilegiano solo alcuni a discapito di altri. Per cui avanti con la proposta Tridico
“L’esecutivo attualmente sta discutendo la possibilità di prorogare per un altro anno Quota 103, il regime di pensionamento introdotto dall’esecutivo Draghi che consente il pensionamento a 41 anni di contributi e 62 anni di età”…………… questo è ovviamente un refuso giornalistico già fatto presente alla testata giornalistica che l’ha scritto……. ed è figlio della funzione “copia e incolla” …….ovviamente è stata l’ultima legge di bilancio del governo Meloni ad aver adottato detto provvedimento………. quello che penso è che al momento sia tutto fermo ….. la certezza si quello che varrà per il 2024 la avremo il prossimo 29 dicembre….ultimo giorno lavorativo dell’anno……. adesso si cerca la notizia….che non c’è
Un saluto
Ribadisco che le povertà sono un emergenza.
Subito pensione anticipata a costo zero per INPS su base facoltativa. L’alternativa sono ancora sussidi di Stato. Convincerò qualcuno?
Si, però pro quota con Casse obbligatorie non INPS, per non creare le solite discriminazioni.
Per quanto mi riguarda ogni soluzione mi penalizza. Ho attualmente 60 anni e 40 anni di contributi pagati . Ciò significa che a 63 anni ne avrò 43 di contributi pagati = quota 106 . A 62 anni ne avrò 42 di contributi = quota 104 . Dunque spero che rimanga la Fornero che permette a chi ha lavorato di andarsene con 41 anni e 10 mesi . Tutto il resto ha rappresentato solo propaganda elettorale non mantenuta e l’ennesima presa di giro a danno di chi lavora davvero
Cara Ale 63; qual’è il problema ? per te esiste la riforma Fornero e basta con i 41 anni e 10 mesi; le quote per te non esistono; raggiungi prima i requisiti Fornero; tieni duro, manca poco; saluti a te e ai gestori del sito
Credo che avendo fatto Quota 103 per l’anno 2023 il Governo non possa fare passi indietro o peggiorare questa opzione, quindi nella peggiore delle ipotesi, Quota 103 dovrebbe essere quantomeno confermata.
Non è molto ma meglio di nulla od appunto di altre riforme peggiori.
Una girandola di ipotesi e proposte di cui francamente l’unica cosa che si capisce con certezza è: sono sempre “i soliti noti” a prenderla “in quel posto”!!
Un’altra certezza è che qualcuno ha promesso sapendo di non poter mantenere quella promessa, ha preso i voti e adesso si sollazza in parlamento a 15.000 euro al mese che pagano quelli che sono stati derubati del loro voto. Meditate gente, meditate.
Ma che dobbiamo pensare ormai , qua la situazione è incandescente con questi aguzzini che trovano soldi per tutto e non cacciano una lira per una questione cosi importante che coinvolge migliaia di lavoratori e migliaia di famiglie che stanno aspettando da una vita che si metta mano a questa maledetta riforma Fornero, con la professoressa che se la sta spassando in tutte le trasmissioni , con la soddisfazione che la sua creatura non viene smantellata…….per colpa di questi maldestri politici, di questi voltagabbana sindacalisti …….e colpa anche nostra che non abbiamo il coraggio di provare ad imitare almeno i francesi– ora la triplice ha indetto una serie di manifestazioni e nel programma non viene menzionata la questione riforma pensionistica…….con questi presupposti dove andiamo a parare, evidentemente fanno il gioco della Meloni, , mettendo in primo piano altre questioni e buttando nel dimenticatoio ciò che ci sta a cuore e ci sta torturando— VOGLIAMO QUOTA 103 O 104 LIBERA DA PALETTI O ANCHE LA PROPOSTA TRIDICO CON PICCOLE PENALITA’………basta con tentennamenti e pause infinite, tirate i soldi fuori e non rompete più le scatole a chi non ne può più di garantire le pensioni quarantennali ai soliti che non vengono mai toccati, mentre noi ormai siamo carne da macello……..spero che un giorno sarete macellati voi miei cari politici e sindacalisti…..la ruota gira , eccome se gira !!!!!!!!!!!!
Dobbiamo essere realisti, le promesse elettorali sono una cosa poi bisogna fare i conti con le risorse che ci sono. Naturalmente non voglio riprendere tutti i discorsi che noi lavoratori in attesa di pensione facciamo come per il RDC i soldi ci sono, per le armi anche ecc. .l’elenco potrebbe essere lunghissimo, ma dobbiamo essere pragmatici come già ho evidenziato in diversi commenti e pertanto basterebbero poche cose in attesa di una riforma sostenibile:
1. abbassare la data di vecchiaia da 67 a 65 anni mantenendo inalterata la Legge Fornero;
2. ripristinare OD con i vecchi requisiti.
Altro argomento è di non farci imbrogliare con una riforma flessibile in uscita a62 anni perché oltre al problema delle penalizzazioni potrebbero fregarci abbassando i coefficienti di calcolo per la futura pensione. In particolare sui coefficienti bisogna vigilare e lottare perché non siano diminuiti altrimenti ci ritroveremo con 40 anni e oltre di contributi pagati e con delle pensioni da fame.
Un saluto ad Erica e ai gestori del sito che ci permette di sfogarci e confrontarci.
Abbiamo capito come “non” si muoverà il Governo Meloni sul fronte pensioni. Forse, molto forse, accennerà a qualche riforma verso la fine della legislatura, quando già gran parte dei pensionandi avrà raggiunto i requisiti per andare in qualche modo con la Fornero. E così avrà risolto il problema alla radice, eliminare il folto gruppo dei nati negli anni ’60, quello che pesa di più in termini numerici e che ancora appartiene al sistema misto. Poi fingeranno di fare una piccola riforma e di aver tenuto fede alle promesse. Ma qui non siamo tutti scemi, il giochino lo abbiamo capito. E poi non è detto che loro riescano ad arrivare a fine legislatura, lo sappiamo come funziona in Italia.
Infatti, a fine legislatura non ci arrivano, poco, ma sicuro!