Riforma pensioni, Cazzola: nessun Governo concederà il via da 62 anni o Quota 41

Lucida e ‘spietata’ l’analisi che il Professor Giuliano Cazzola ha fatto su Start Magazine circa quella che definisce la ‘telenovela’ sulle pensioni, il riferimento é chiaramente al recente incontro tenutosi tra Governo e sindacati in cui si é tornati a parlare, appunto solo parlare, di pensioni. Per Giuiliano Cazzola le proposte dei sindacalisti, ricevuti dal nuovo Ministro del Lavoro Calderone, non sono efficaci: sono sempre le solite, dice. A lui ricorda una telenovela, Sentieri, che guardava sua madre da piccolo, ove variavano i personaggi, per cambi contrattuali, ma le scene su cui si basava la storia erano più o meno sempre le stesse.

E come, prosegue ironico, se i sindacati fossero costretti imperterriti a sostenere le proposte su cui puntano da anni (uscirta dai 62 anni o con quota 41) in quanto “ricevute sul Monte Sinai insieme alle tavole della legge’. Proprio per questa ragione, visto che le proposte non sono al ‘passo con i tempi’ , ma il Ministro non ha avuto, secondo Cazzola, il coraggio di farlo notare ai sindacalisti l’incontro si é concluso con risposte vaghe che non hanno soddisfatto ad esempio Landini, segretario generale della Cgil. Le richieste 62 anni d’età o 41 anni di contributi senza penalità e senza limiti anagrafici, a detta del Professore, non sono condivisibili da nessun Governo di buon senso. Ecco le ragioni ed alcune considerazioni di merito.

Riforma Pensioni: Calderone conferma impegno per ripristino opzione donna

 Così Cazzola: “Nessuno governo con la testa sulle spalle è in grado di condividere, a fronte degli scenari demografici che si intravvedono, le proposte che avanzano i sindacati per il pensionamento: 62 anni di età con 20 di versamenti contributivi oppure 41 anni di anzianità di servizio a prescindere dall’età anagrafica”. Il ministro ha assicurando di nuovo solo il massimo impegno per rivedere opzione donna.

L’equilibrio su cui si punta il nostro sistema previdenziale per reggere deve restare in equilibrio, e affinché si mantenga, come ha spiegato Brambilla, Presidente di itinerari previdenziali nel suo X rapporto sul sistema pensionistico, é necessario che si considerino 4 principi fondamentali: età uscita di pensionamento che é tra le più basse d’Europa nonostante aspettativa di vita alta a livello mondiale. L’invecchiamento attivo dei lavoratori, attraverso misure volte a favorire un’adeguata permanenza sul lavoro delle fasce senior della popolazioni, la prevenzione, intesa come capacità di progettare una vecchiaia in buona salute e le politiche attive del lavoro. Insomma servirebbe un bel cambio di rotta, precisa il Professor Cazzola nel suo ultimo elaborato su Start Magazine, occorre tenere d’occhio il rapporto attivi e pensionati. Per questo il Governo a modo suo a cercato di barcamenarsi dopo le promesse elettorali. Vediamo come:

Riforma pensioni, il Governo prima ha dato e poi ha tolto

Secondo Cazzola, il Governo ha modo suo ha cercato di barcamenarsi per non fare eccessivi danni con le misure proposte: “perché è con una mano nega ciò che riconosce con l’altra. In sostanza introduce una pensione anticipata flessibile (quota 103) ma la rende impraticabile e non conveniente, attraverso le condizioni per avvalersene. Ma comunque è indubbia l’iniquità dell’operazione.

Poi passa a citare i dati del Governo per spiegare quanto é costata Quota 103: “Cito i dati del governo: per anticipare di qualche mese il pensionamento di 41mila lavoratori (quasi tutti maschi per le ragioni già dette) si è massacrata Opzione donna (da 20mila a meno di 3mila) e si è ridotta, per due anni, la perequazione automatica all’inflazione (nel momento in cui è in crescita) a 3,3 milioni di pensionati. E adesso?

Già e Adesso? cosa succederà? si cercherà di ‘mettere una pezza’ almeno alla misura opzione donna affinché vengano riprostinati i requisiti originari? Questo se lo chiedono in tanti.

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91 commenti su “Riforma pensioni, Cazzola: nessun Governo concederà il via da 62 anni o Quota 41”

  1. Io sono andato in pensione con quota 100 con 42 anni di lavoro………mi hanno penalizzato un pochino sulla pensione….e mi sta bene…….Ma che mi diano il TFS come dipendente della PA dopo 24 mesi mi sembra ridicolo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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    • no so andrea di che anno sei e fa differenza; uno dei vincoli di quota 100 era , oltre a non poter avere altri redditi oltre le 5000 euro lordi all’anno, riguardava il tfr ma non sapevo dei 24 mesi; erano i famosi paletti che hanno messo per scoraggiare la gente; fattene una ragione anche perchè c’è poco da fare; saluti a te e ai gestori del sito

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    • Evidentemente non avevi letto fino in fondo le condizioni, oppure non ti sono state comunicate a chi ti sei rivolto.
      In ogni caso rallegrati, io di anni ne ho 42 e passa e non ho potuto cogliere l’opportunità che ti è stata data.
      Pertanto sono ancora qua a lavorare.

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    • Qui è tutto ridicolo Alfio, a cominciare dall’atteggiamento dei sindacati che abbiamo la sfortuna di avere come pseudo difensori dei nostri diritti e delle nostre aspettative, a cominciare dalla sacrosanta pensione che si allontana sempre di più, diventando irraggiungibile per le irragionevoli pretese di questo dannato governo, che pretende che dobbiamo tirare avanti stremati fino alla morte , per pagare la pensione a quelli che se la godono da anni – e questi sindacati di bassa categoria, invece di andare al braccio di ferro col governo, proclamando lo stato di agitazione e scioperi ad oltranza con vere e proprie sommosse in strada….. fa spallucce e prende tempo, facendo lo sporco gioco dell’esecutivo, che ne esce sempre vincitore e noi solo e sempre sconfitti e distrutti fisicamente e moralmente…….a questo ci siamo ridotti in Italia, facendo ridere il mondo intero per ridicolaggine.

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  2. Sig cazzuola lei dice che nessun governo concederebbe 41 anni o 62 gli dov’era lei quando è stato mandate persone in pensione con 19 anni e 6 mesi in più 24 6 mesi se non vado errato questa bellissima Italia e alla rovina avete fatto politiche per immigranti e non per gli italiani preciso io non sono razzista e non dico altro sennò farei notte

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    • Sarebbe interessante se la redazione riuscisse a intervistare il dr. Tridico, che invece di difendere a spada tratta la legge Fornaro ha ideato una proposta per poterla veramente superare, con costi sostenibili (meno di un decimo dei costi annuali del reddito di cittadinanza) . Secondo me ha dimostrato di essere un vero esperto, ha fatto una proposta concreta e costruttiva, pur migliorabile come tutte le cose…
      Purtroppo il governo continua a ignorarla, per motivi che bisognerebbe chiedere al ministro Calderone e a Durigon …invece penso che potrebbero considerarla una buona base e con qualche ritocco migliorarla ulteriormente, oppure “fonderla” con la proposta del gruppo UTP e ricavarne una valida versione intermedia
      Invece temo che sprecheranno tempo ed energie per predisporre qualche proposta basata su calcolo interamente contributivo (come voleva fare il governo Draghi) penalizzando così al massimo i lavoratori

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      • Sono d’accordo perchè la proposta Tridico era ben fatta e poi da un esperto come lui- quindi non si capisce perchè non se ne parla e perchè Tridico non la cita più- forse perche vuol salvare la poltrona? potrebbe fondersi la Tridico con la Utp e ci salviamo tutti…. ma a che prezzo e con l’aiuto di chi ? questo è il dilemma, ma che si valuti e si discuta e noi scendiamo in piazza per ricordaglielo .

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        • Certo, molti si considerano esperti ma di proposte concrete per superare la fornero non ne fanno, invece Tridico ha ideato una proposta che non è puramente contributiva e non è basata su quote e non ha costi proibitivi…mi sembra una buona base di partenza ma politici e sindacalisti sembrano ignorarla completamente

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    • Buongiorno Stefano, correva l’anno 1973 quando – con la Legge Rumor (art.42 del DPR 1092/1973- si cominciava con le baby pensioni, eliminate con la riforma Dini del 1995. La questione è stata risolta. E adesso dopo tanto dobbiamo andare in pensione molto dopo i 60 e con 42/43 anni di lavoro con la Pensione anticipata Fornero. Parlo per esperienza, ho cominciato a lavorare il 16/11/1981, avevo 21 anni- Previdenza ENPAS. Successivamente con previdenza INPDAP e finalmente nell’UNIVERSALE INPS. Adesso ne ho 62 e mezzo e 63 e mezzo ed in data 1/1/2024) sarò in pensione: avrò lavorato 42 anni ed un mese. E’ abbastanza. Saluti a tutti. Lilli Reolon

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      • Così ho scoperto che anche tu sei del 1960 come me; piccola correzione; nel 1995 hanno eliminato la baby pensione ma anche no; hanno incrementato di 5 anni dai 14 anni 6 mesi e 1 giorno ai 19 anni 6 mesi e 1 giorno; vero tutto il resto; un saluto a te e ai gestori del sito

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  3. Cortesemente professor Cazzola riesce con la sua autorità a monitorare quante giornate di malattia sono state pagate nei primo quadrimestre ,2022 e metterli a confronto dopo questo primo quadrimestre 2023.Io che sono ignorante posso solo dirle che al mio paese ovunque vado trovo tutte le persone amici amici degli amici conoscenti che mi dicono e oggi sono a casa in malattia.Lei non si immagina neanche quanti giorni sono stati pagati dallo stato sotto forma di mutua solo in queste prime 3 settimane.Morale non mandare in pensione chi a 40 e oltre anni di lavoro sta comportando la creazione di una generazione di finti malati..E vero che sempre nostri soldi sono pagati nelle trattenute in busta paga ma e veramente squallido sto paese

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    • Buonasera.

      Niente di nuovo sotto il Sole; ma non nascondiamoci dietro il pretesto della pensione che non arriva.
      Nella Società in cui lavorava mia moglie vigeva la regola che: il premio annuale veniva vincolato alle giornate di assenza per malattia. Il risultato è stato pari a quello di recarsi a Lourdes.
      Ma, al di la delle battute, è una questione di serietà non di essere o sentirsi dei Superman o delle Superwoman.
      Anche se, pur conoscendo qualcuno che inoltre 40 anni di servizio non ha fatto un solo giorno di assenza per malattia, devo ammettere che alla fine dei conti non sempre l’essere corretti paga.

      Saluti

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    • Dal suo ragionamento traspare smaccatamente la profonda iniqua aberrazione del concetto pensionistico. Da quanto Lei afferma le persone, per non andare a lavorare, si fingerebbero malati causando un danno erariale a carico dello Stato e tutto ciò per “… non mandare in pensione chi ha (correggo) 40 e oltre anni di lavoro …” ma si rende conto di quello che scrive?! Se c’è qualcuno che dovrebbe fingere di essere malato è il 65 enne, magari carico di acciacchi, e non già il 58 enne che avuto la fortuna di cominciare a lavorare in regola da giovane! Un leggero calo dell’egocentrismo no?

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  4. Buongiorno, vorrei porre una domanda al dott. Perfetto
    – supponendo di voler fare un salto di paradigma, passando dall’attuale Sistema pensionistico “a ripartizione”: vale a dire che i contributi versati dai lavoratori e dalle imprese sono destinati al pagamento delle pensioni di coloro che hanno già cessato la loro attività lavorativa,
    ad un Sistema pensionistico a Capitalizzazione –> le risorse versate dagli individui (solitamente con i contributi) sono accumulate in conti individuali, investite in mercati finanziari, rivalutate e convertite in rendita al momento del pensionamento, TIRANDO UNA RIGA, OSSIA PARTENDO DA ZERO, IL SISTEMA SAREBBE SOSTENIBILE E COMUNQUE INFLUENZATO DALLE NASCITE O SI REGGEREBBE DA SOLO?

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    • Sig.Agostino_62, la sua domanda è interessante, perché va al nocciolo del sistema pensionistico (e anche oltre).

      Il sistema pensionistico si REGGE DA SOLO se ci sono sufficienti nascite, da cui hanno origine sufficienti lavoratori, che riescono ad alimentare le pensioni necessarie. Per questo gli esperti (Fornero, Cazzola, Brambilla, Tridico) insistono a più riprese nel sottolineare l’importanza del rapporto “lavoratori attivi/pensionati”. Il rapporto ritenuto pressoché ideale è 1,5 ovvero, 1 lavoratore e mezzo per ogni pensionato. Stiamo quindi parlando di RISORSE REALI.

      Il sistema pensionistico è SOSTENIBILE se ci sono sufficienti risorse finanziarie per poter finanziare l’erogazione delle pensioni. Tali risorse finanziarie derivano dai contributi dei lavoratori attivi. Quindi, in un certo qual modo, anche qui entrano in gioco le risorse reali. Ma, se i contributi dei lavoratori attivi non sono sufficienti, dal momento che le pensioni devono essere pagate, si ricorre o alla fiscalità generale aumentando le tasse, oppure ai prestiti tramite emissione di titoli di Stato (BOT, BTP, ecc.) che vanno ad aumentare il debito pubblico.

      I due approcci sono tra loro complementari, la maggior parte degli economisti li considera un tutt’uno, ed è per questo che insistono da un lato sulle RISORSE REALI (rapporto attivi/pensionati) e dall’altro sulle RISORSE FINAZIARIE (per erogare gli importi pensionistici).

      Che si adotti il sistema a ripartizione oppure a capitalizzazione non modifica l’impianto concettuale del sistema pensionistico, ciascun sistema ha i suoi punti di forza e i suoi punti di debolezza (come in tutte le cose, d’altronde).

      Il sistema a capitalizzazione è a carattere individuale: la persona versa i soldi in un fondo pensioni, secondo una cadenza temporale definita, il fondo pensioni li fa fruttare (sperando che i gestori del fondo siano bravi) e quando la persona decide di ritirare la somma di denaro, la ritira con gli interessi che nel frattempo sono maturati ed hanno accresciuto il capitale finanziario iniziale.

      Il sistema a ripartizione è a carattere sociale: la persona versa i soldi ad un Istituto previdenziale (INPS, per esempio) che li utilizza per pagare la pensione di un’altra persona, quella di un pensionato. In base a tale criterio, la cassa dell’Istituto previdenziale è sempre vuota, perché da un lato c’è chi deposita, e dall’altro c’è chi ritira. In questo caso, la persona che versa i soldi non può chiedere di ritirare quanto ha versato, perché i soldi in cassa non ci sono. Quando l’Istituto previdenziale, in base alle leggi stabilite dal Parlamento verifica che la persona ha i requisiti per andare in pensione, allora restituisce alla persona quello che ha versato, con gli interessi che nel tempo sono maturati, e lo fa mese per mese fino a scadenza della vita.

      Non entro in profondità in merito al sistema di calcolo retributivo, misto e contributivo. Dico solo che incidono sull’importo pensionistico e tale importo incide sulla durata del trattamento pensionistico e quindi su quando poter andare in pensione. I politici, cercando di andare incontro ai lavoratori, per lasciarli andare in pensione quanto prima, sono costretti a diminuire gli importi, ma vengono comunque frenati sul fronte delle risorse reali: se vanno in pensione i lavoratori anziani, la forza lavoro si riduce al di sotto della soglia di sostenibilità REALE (attivi/pensionati) e poi della sostenibilità FINANZIARIA (contributi/pensioni).

      Ora vengo al punto cruciale. PERCHÉ ESISTE IL PROBLEMA PENSIONI? E qui espongo il MIO punto di vista.

      Il “problema pensioni”, a mio avviso, nasce dal fatto che vengono posti sotto i riflettori gli EFFETTI, la componente finanziaria, la spesa pubblica, il debito pubblico, il rapporto spesa pensionistica/PIL, che è tutto valutato in RISORSE FINANZIARIE, mentre le CAUSE, le componenti reali, rimangono per così dire nell’ombra, le nascite, i lavoratori, il rapporto attivi/pensionati che è tutto valutato in RISORSE UMANE.

      Io affronto il “problema pensioni” indagando sulle CAUSE, e quindi sulle RISORSE REALI.

      I modelli economici che ho sviluppato vertono principalmente sulle risorse reali: beni reali (per esempio, casa), servizi reali (per esempio amministrazione condominiale) lavoro (per esempio idraulico), capitale fisico (per esempio, automobile, nel caso di un commesso viaggiatore). I miei modelli esplicitano le relazioni tra i beni reali anche in termini nominali, ovvero monetari, ma non finanziari, non ci sono azioni come BOT, non c’è il tasso di interesse che fa aumentare la moneta, e, soprattutto, la moneta è ancorata ai beni reali.

      Forse mi sto dilungando, sig. Agostino_62, e se la sto tediando mi spiace, ma lei ha citato una parola chiave che è “SALTO DI PARADIGMA”.

      Mi corre l’obbligo di precisare che il passare da un sistema a ripartizione a un sistema a capitalizzazione non è un “salto di paradigma”, e solo un cambiamento di metodo, che sono entrambi validi, entrambi con vantaggi e svantaggi. Tutto qua.

      Il cambio paradigma è qualcosa di più radicale. Un cambiamento radicale è, per esempio, il passaggio dal sistema tolemaico (la Terra al centro del “sistema terrestre” e il Sole al posto della Terra) al sistema copernicano (il Sole al centro del sistema solare e la Terra quale terzo pianeta del sistema solare).

      Così io affermo che occorre cambiare paradigma, modo di pensare, non solo sulle pensioni, puntando i riflettori sulle CAUSE più che sugli EFFETTI, ma sull’intera economia, puntando i riflettori sulla ECONOMIA REALE piuttosto che sulla ECONOMIA FINANZIARIA.

      E qui il discorso si allarga su molti altri fronti, sulla moneta digitale (che serve solo come mezzo di scambio e non anche come riserva di valore alimentata soprattutto con speculazioni finanziarie); sul lavoro robotico (per supplire alla mancanza di lavoratori a seguito del calo delle nascite); sulla robot tax (per poter finanziare le pensioni e riempire i vuoti contributivi di quei lavoratori che diventano disoccupati a causa dell’impiego del lavoro robotico).

      SENZA UN CAMBIO DI PARADIGMA NON SARÀ ATTUABILE NESSUNA RIFORMA PENSIONI.

      Ma ora devo fermarmi proprio qui, perché siamo andati già molto oltre: oltre il confine delle pensioni.

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      • ADDENDUM

        Volendo aggiungere una precisazione sul “cambio di paradigma”.

        Ho portato l’esempio del sistema tolemaico e del sistema copernicano come cambio di paradigma.

        Contestualizzando l’esempio al mondo delle pensioni, quando il Governo e Sindacati si incontreranno l’8 febbraio parleranno di pensioni, cioè metteranno al centro del tavolo di confronto le pensioni.

        Io chiamo “Sistema Pensionistico Tolemaico” questo: le pensioni al centro, e il lavoro che ruota attorno alle pensioni.

        Governo e Sindacato dovrebbero invece mettere al centro del loro confronto il lavoro.

        Io chiamo “Sistema Lavorativo Copernicano” questo: il lavoro al centro, e le pensioni che ruotano attorno al lavoro.

        Questo è il cambio d paradigma cui mi riferivo.

        Un Sistema Pensionistico Tolemaico è fuori tempo, non ha alcun senso in una economia digitale.

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        • Dott. Perfetto La ringrazio per la pronta ed esauriente risposta, piena di spunti e precisazioni. Mi rimane ancora un dubbio:
          – Ho sempre pensato che il sistema a capitalizzazione si reggesse da solo e non fosse minimamente influenzato dal numero degli aderenti ne tanto meno dalla loro eta. In pratica Il lavoratore si costruisce piano piano (mese, mese) la sua pensione nel rispetto degli accordi siglati.
          Se così fosse, introduco il salto di paradigma,
          con questo sistema togliamo la possibilità alla Politica di mettere mani ai soldi accantonati per la pensione senza per altro intaccare l’economia e con questo sistema ogni lavoratore si può ritirare quando vuole nel rispetto degli accordi formulati all’inizio, togliendo pure la possibilità alla politica di interferire.
          Sbaglio da qualche parte?

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          • Sig. Agostino62, le posso assicurare, senza tema di essere smentito, che politici e sindacalisti sarebbero felicissimi di sposare il suo ragionamento, di passare al sistema a capitalizzazione gestito magari da un Fondo Pensioni.

            La politica si scrollerebbe di dosso il problema di dove recuperare le risorse per pagare le pensioni. I sindacalisti si rallegrerebbero perché le Associazioni sindacali partecipano alla gestione dei fondi pensione.

            Questo è il mio pensiero poco nobile. Ma sono sicuro che i politici e i sindacalisti saprebbero esporle pensieri più nobili dei miei.

            Ma lasciamo da parte politici e sindacalisti, e parliamo di chi è più vicino al concetto di “Stato”.

            Chi pensa in termini di Stato pone sempre due paletti alle pensioni: età anagrafica e anzianità contributiva.

            Accettando il suo ragionamento, sig. Agostino62, potremmo eliminare il paletto dell’anzianità contributiva, dal momento che la gestione dei fondi pensionistici non è più a carico dello Stato ma a carico dei privati. Ma c’è ancora il paletto dell’età anagrafica.

            Perché nei pensionamenti rimane il paletto dell’età anagrafica?

            Perché tutta l’Europa insiste nell’aumentare l’età del pensionamento?

            Perché mancano i lavoratori!

            Proprio due giorni fa la Repubblica titolava: “L’allarme del premier giapponese: “Troppi pochi figli, siamo sull’orlo della paralisi””.
            https://www.repubblica.it/esteri/2023/01/23/news/giappone_crisi_natalita_figli-384795630/

            L’articolo riporta che “il Giappone ha continuato ad applicare leggi severe sull’immigrazione nonostante alcuni allentamenti, ma alcuni esperti affermano che le regole dovrebbero essere ulteriormente allentate per aiutare ad affrontare l’invecchiamento della società”.

            Perciò, sig. Agostino62, se non si trova il modo per aumentare il numero di lavoratori senza obbligare i lavoratori anziani a restare al lavoro, è giocoforza allungare progressivamente l’età anagrafica o comunque aumentare gli anni di contribuzione che vorrebbe indirettamente dire aumentare l’età anagrafica.

            I politici, promettendo “Quota 41 indipendentemente dall’età anagrafica”, fanno i conti senza l’oste.

            Ma poi viene l’oste, che i conti li sa far meglio dei politici.

          • Buongiorno Agostino.

            Immagino che si tratti di sconforto non vedo altre ragioni.

            Perché qualcosa mi dice che trascorsi quasi due anni a leggere e scrivere (io senz’altro molte sciocchezze), mentre Perfetto, al contrario, dedicandoci molto del suo tempo con: dati, spiegazioni, proposte e quant’altro di esposto in modo semplice, pacato e gentile.
            Ancora ci risulta se non facile accettare, quantomeno assimilare come stanno le cose. Sarà perché forse lo si vede come fosse un contratto sottoscritto 40 anni prima che poi, trascorsi, uno dei due contraenti sembra non essere più in grado di rispettare.
            Che il mondo sia imperfetto lo si può immaginare ma, a grandi linee sul come funziona e si reggano i sistemi delle pensioni dovrebbe essere ormai sufficientemente chiaro a tutti.

            Capisco le arrabbiature dei molti che si vedono spostato il traguardo, di chi soffre per tutte quelle situazioni che li hanno portati a perdere il lavoro; alla fine però resta ed emerge sempre il caso personale e mai una ragione.
            Temo che ci sia poco da fare quando da tempo le campagne elettorali sono prive di una visione che guarda al futuro per reggersi sul dire alla gente ciò che la gente desidera sentirsi dire; col risultato che poi spesso si rivela essere una grande illusione.
            Illusione certificata da un migrare del voto continuo da un partito ad un altro, quando non nell’astenersi.

            E così guardando al pensiero espresso da Agostino, quello di togliere “… la possibilità alla politica di mettere le mani ai soldi accantonati per la pensione … “ ce la racconta lunga su quanto si potrebbe essere “vulnerabili”.
            Vorrei rammentare ad Agostino, ma non solo, che dopo il crack del 2008 il mondo si è trovato coinvolto in un enorme disastro finanziario.
            Quando poi solo lo Stato o gli Stati ( al di la della politica individuale) ha potuto o cercato di porvi, sebbene solo in parte, rimedio non qualcuno o coloro a cui oggi si è propensi o spinti ad affidare il nostro sistema pensionistico e non solo.
            A mio parere, sarebbe meglio rivolgersi allo Stato se: Stato-Nazione perché molti dei parametri politici li abbiamo visti nel tempo passare. Come passato è il ricordo delle sinistre tradizionali quando ormai tutto, purtroppo, è rivolto ad una nuova forma di Stato, allo Stato-Mercato incapace all’accadere di risolvere i disastri di cui sopra.

            Saluti.

      • Dott. Perfetto le ricordo che ci sono centinaia di miliardi di evasione solo nei periodi non prescritti. Le posso assicurare che, da ex fiscalista, questa montagna di soldi si potevano ridurre facilmente del 60/70 %, portando questa piaga a livelli europei. Non parliamo poi della mancata spending review. Ho appena fatto l’esempio virtuoso del Belgio.

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        • Sig. Giovanni, non occorre che lei mi ricordi che ci sono centinaia di miliardi di evasione fiscale. Io lo so, lo sa lei, lo sa il Governo, lo sanno i Sindacati, insomma, lo sanno tutti quanti. E allora?

          A quali conclusioni porta il suo ragionamento? Quali istruzioni operative lei consiglia per recuperare risorse dall’evasione fiscale?

          Vorrebbe forse affiggere manifesti del tipo
          “EVADERE È UN FURTO PUNIBILE DALLA LEGGE”?

          Vorrebbe forse impiantare una campagna di lotta del tipo
          “SIAMO PRONTI ALLA LOTTA ALL’EVASIONE FISCALE”?

          Lo Stato è da decenni che fa la lotta all’evasione fiscale. A distanza di quarant’anni (da quando ho cominciato a capire qualcosa di economia) c’è ancora l’evasione fiscale. Cosa vuol dire questo?

          L’INPS è da decenni che pensa di separare la Previdenza dall’Assistenza. A distanza di 36 anni (da quando era presidente dell’INPS Giacinto Militello nel1987) si parla ancora di separare la Previdenza dall’Assistenza. Cosa vuol dire questo?

          Vuole forse dire che non c’è la volontà politica di fare le cose che devono essere fatte? E allora? Dove ci portano questi ragionamenti?

          Siamo solo bravi a dare i numeri.

          Lei, da ex fiscalista, è bravo a calcolare a quanto potrebbe ammontare il recupero dall’evasione fiscale (60/70 %). Va bene, ne prendiamo atto.

          L’ISTAT è brava a calcolare il tasso di inflazione al 7,3% per l’adeguamento automatico delle pensioni. Va bene, ringraziamo ISTAT che rende noi pensionati meno poveri.

          Itinerari Previdenziali di Alberto Brambilla dice che il rapporto attivi/pensionati deve tendere a 1,5. Va bene, abbiamo capito, Brambilla!

          Sig. Giovanni, il suo 60/70%, il 7,3% dell’ISTAT, l’1,5 di Brambilla sono numeri, e con i numeri si fa il Sudoku.

          I numeri possono dirci come ci stiamo muovendo entro uno schema predefinito. Ma qui si tratta di dover costruire nuovi schemi. E i numeri, da soli, non sono sufficienti.

          Occorre anche impostare una strategia, da cui discende un piano di azione, risultati che irrobustiscano il sistema economico, che rendano più resiliente il sistema sociale, e questo significa poter continuare ad evolvere nonostante la presenza dell’evasione fiscale, nonostante la pandemia, nonostante la guerra, nonostante l’inflazione, insomma, nonostante tutto quello che potrebbe capitare.

          Sig. Giovanni, le garantisco (almeno) tre cose:

          1. Con l’introduzione della moneta digitale di Stato da me proposta si recupererebbe il 60/70 % dell’evasione fiscale che lei ha calcolato (perché tutte le transazioni finanziarie/economiche internamente all’Italia verrebbero tracciate. Con l’euro, invece, l’evasione fiscale continuerà ad esistere);

          2. L’utilizzo della moneta digitale di Stato svilupperebbe maggiormente la domanda interna di consumi e quindi di produzione. Indurrebbe a far affidamento più su risorse interne che su quelle esterne (un po’ come è accaduto con le mascherine che abbiamo cominciato a produrle anche in Italia anziché importarle tutte dalla Cina). Facendo maggiormente affidamento su risorse interne, il tasso di inflazione (l’aumento dei prezzi) si collocherebbe in Italia al di sotto del 7,3% senza dover essere costretti ad aspettare le azioni della BCE);

          3. Inserendo i “lavoratori robot” (più in generale macchine automatizzate) nel novero dei “lavoratori umani” è più facile ottenere il rapporto attivi/pensionati vicino al valore 1,5.

          Sig. Giovanni, dunque, qual è la morale?

          La morale è: I NUMERI NON SERVONO A NULLA, SE MANCA UNA VISIONE.

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          • Gent. Dott. Perfetto é la prima volta che mi sento distante in alcuni punti e ed in particolare non condivido la domanda “lei cosa farebbe”. Lo decida chi ha in mano le leve e i dati del potere ed ha fatto carte false per averle. I numeri di chi è all’esterno dei palazzi, se reali servono a definire le situazioni e verificare la bontà delle visioni e la qualità dei risultati. Del resto noi possiamo solo votare ed in un certo senso, “dando i numeri” in modo comparativo votiamo o continuiamo a votare. A cosa serve la visione dall’esterno se non a stimolare l’interno dei palazzi. Non è altro che un battito d’ali di una farfalla che si spera generi un cambiamento, non necessariamente un tornado, nel golfo dell’aula parlamentare ed ognuno batte le ali con gli strumenti ed il tempo che ha. Con molta meno autorevolezza ma io sono molto favorevole ai numeri, se reali, e chi ha anche in mano le leve della visione sappia che non può fare, o ha meno margine per fare e raccontare ciò che vuole perchè con le sole parole tutto si può giustificare, con i numeri, sarò ingenuo, molto meno. Con immutata stima.

          • Sig. Stefano 1961, seguo con attenzione i suoi commenti dai quali traspare proprietà di linguaggio, maturità di ragionamento, cultura.

            Non mi è sfuggito il suo riferimento al cosiddetto “effetto farfalla” che illustra la forte sensibilità di un processo alle condizioni iniziali. Questa forte sensibilità alle condizioni iniziali fu rilevata dal meteorologo statunitense Edvard Lorenz che “incidentalmente” produsse un grafico (chiamato “attrattore di Lorenz”) il quale rappresentava l’immagine di due ali di una farfalla. Che in sintesi dice questo: piccole cause generano grandi effetti” (a me piace assimilare questa frase al verso di Dante nel Canto I del Paradiso verso 34 “Poca favilla gran fiamma seconda” che Dante ha ripreso da una sentenza divulgatissima presso gli antichi “Parva saepe scintilla magnum excitavit incendium. Piccola nota: per Dante il soggetto è “gran fiamma” per cui Dante sta dicendo che la sua grande fiamma genera poca favilla la quale, però, egli si augura verrà rinforzata da altri, e lo dice nei versi che seguono: “forse di retro a me con miglior voci si pregherà perché Cirra risponda”. Io, scusandomi con l’amico Dante, oso prendermi la libertà di reinterpretare il suo verso intendendo per soggetto “poca favilla” invece di “gran fiamma”, per cui una “piccola scintilla causa come effetto una grande fiamma “– piccole cause, grandi effetti).

            Sulla forte sensibilità alle condizioni iniziali ne ho parlato anch’io nel mio libro “L’economista in camice” alle pag. 68.-69 in riferimento ad un esempio del fisico Robert Savit a proposito della “fluttuazione caotica” del prezzo dell’oro (ebbene, sì, anche i fisici si occupano di economia, ed hanno creato la Econofisica).

            Sig. Stefano 1961, mi perdoni questa “fuori-uscita”, ma ci voleva.

            Finalmente veniamo al punto della questione: al lei non le garba la mia affermazione “lei cosa farebbe”. Secondo lei dovrebbe pensarci il Governo.

            E questo mi porta a quando anni fa sentii per televisione uno sfegatato tifoso (non ricordo se della Roma o della Lazio, ma comunque dall’accento si sentiva che era romano) il quale diceva con voce resa roca dal tifo: “er governo c’haddà penzà!”

            Io insisto sul “lei cosa farebbe” perché è quello che spesso mi domandavano i manager che dovevano prendere le decisioni.

            Lo sappiamo tutti che ci sono persone che vengono “pagate per pensare” (a differenza dei lavoratori che nel momento in cui vorrebbero esprimere una loro idea in merito ad una possibile soluzione e cominciano a dire “io penso…” subito vengono stoppati con la frase “non sei pagato per pensare”).

            Il Governo ha tanti di quei consulenti che sono tutto fuorché consulenti. Ci si circonda di consulenti al solo scopo di poter scaricare su di loro le responsabilità quando le cose vanno male, dicendo semplicemente “me lo ha consigliato l’esperto! Più di questo cos’altro avrei potuto fare”.

            Io fui e sono un vero Consulente, quello con la “C” maiuscola. Ne ho visti di “consulenti”, ma davvero tanti, e le posso assicurare, sig. Stefano 1961, che tutto essi sono fuorché consulenti in grado di tirar fuori vere soluzioni.

            Anch’io sono favorevole ai numeri. Ai numeri veri, reali che vengono spiegati da formule, da quelle formule che traducono in un formato sintetico i ragionamenti. Se tali ragionamenti vengono tradotti in formule, e se otto formule si integrano tra loro maniera compatta, vuol dire che il ragionamento è solido come il diamante. Questa è la forza dei miei ragionamenti che una volta tradotti in formule cessano di essere opinioni e diventano argomentazioni. Che possono essere confutate solo con altre espressioni matematiche.

            Ci sono poi altri numeri, quelli statistici. Sono numeri che possono essere adattati a qualsiasi circostanza. Basti vedere ad ogni elezione politica, in cui vincono sempre tutti i partiti. E se qualche partito perde è solo perché “non ha vinto”.

            Parafrasando una famosa frase di Einstein, mi verrebbe da dire:

            “Nella misura in cui un dato statistico si riferisce alla realtà, esso non è certo. E nella misura in cui esso è certo, non si riferisce alla realtà”.

  5. Buongiorno Quota 41 fa Fatta Per tutti a Qualsiasi età senza Penalizzazioni possono dire quello che Vogliono i Burocrati ma sanno Benissimo che e un atto Sociale.

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  6. Quota 41 va fatta solo per tutti gli invalidi a partire dal 73%di invalidità a scendere perché nn sono tutelati da nessuno e con i dolori nn possono raggiungere la legge fornero e per i precoci questo é e sarebbe sostenibile

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  7. Il Prof. Cazzola ribadisce valutazioni già espresse in precedenza e largamente condivisibili.
    Ora, però, è arrivato il momento di passare dalla teoria ai fatti.
    Ripristinate Opzione Donna nella forma originaria se volete rimediare in extremis a un errore evidente le cui conseguenze saranno pesantissime a fronte di benefici risibili.
    Sorvolo sulla scarsa credibilità dei politici ora al governo rispetto alle promesse fatte in campagna elettorale….

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  8. CAZZOLA: vi domando perchè continuate a chiedere il parere di tale Cazzola, che è un grande sostenitore della sua tanto adorata Fornero. Il vero problema siamo noi italiani, che dovremmo fare come stanno facendo i francesi.

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    • Sig. Marco63, lei domanda alla Redazione di pensionipertutti perché continua a chiedere il parere del Prof. Cazzola.

      La risposta (come è mio solito dire) è nella domanda: pensionipertutti si occupa di pensioni, e il Prof. Cazzola è un esperto di pensioni per tutti.

      Ha ragione, sig. Marco63, nel dire che (sue parole) “tale Cazzola” “è un grande sostenitore della sua tanto adorata Fornero”.

      Se mi è concesso fare un accostamento che spero non risulti irrispettoso, sembrano la coppia Fred Astaire e Ginger Roger del Sistema Previdenziale.

      C’è tra di loro una reciprocità di idee, una sintonia di pensiero, che sono singoli e coppia allo stesso tempo, legati da una sorta di entanglement quantistico per cui se il Prof. Cazzola si trovasse ad un estremo dell’universo e la Prof.ssa Fornero all’altro estremo dell’universo, ebbene ascoltando l’uno si riuscirebbe a capire immediatamente cosa pensa l’altra.

      La Riforma Fornero è ragionevole: se mancano i lavoratori giovani (perché ci sono poche nascite) è giocoforza mantenere al lavoro i lavoratori anziani.

      La Riforma Fornero è illogica: proprio perché manteniamo al lavoro i lavoratori anziani, vengono a mancare i lavoratori giovani (e quindici ci sono poche nascite).

      Vede, sig. Marco63, riesco a comprendere bene il suo disappunto. Lei e molti altri lavoratori vivete questa contraddizione in maniera inconsapevole ma la esprimete in maniera consapevole con parole amare, a volte feroci (lungi da me dal propormi come un novello filosofo stile giovane Diego Fusaro, o come il più maturo Umberto Galimberti, filosofo e psicoanalista).

      Ad oggi, nessun politico, nessun governante è riuscito a risolvere questa contraddizione intrinseca nella Riforma Fornero che io definisco “Paradosso Forneriano”, ovvero, una norma che vuole essere la soluzione di un problema ma diventa essa stessa il problema da risolvere.

      Infine, sig. Marco63, lei suggerisce che gli italiani dovrebbero fare come stanno facendo i francesi.

      Io penso, invece, che gli italiani dovrebbero fare come gli italiani che hanno fatto l’Italia.

      Credere nello Stato unitario, più che nelle autonomie regionali.

      Credere nella nazione italiana, anche se gli italiani non si riconoscono nella nazione.

      Credere nella Costituzione della Repubblica Italiana fatta per il popolo, anche se chi fa le leggi non onora la Costituzione della Repubblica Italiana perché non onora il popolo per il quale la Costituzione della Repubblica Italiana è stata fatta.

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      • Mi permetta dott Perfetto un mio disappunto; la frase “La Riforma Fornero è ragionevole: se mancano i lavoratori giovani (perché ci sono poche nascite) è giocoforza mantenere al lavoro i lavoratori anziani.” non è a mio vedere attuale.

        Se mancano i lavoratori giovani…non perchè ci sono solo poche nascite ma anche perchè e forse ora soprattutto perchè gli attuali giovani non trovano lavoro o lo fanno in nero.

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        • Sig. Ale, mi fa molto piacere essere “disappuntato”, è proprio grazie ai disappunti dei miei colleghi che ho potuto creare nell’arco di trent’anni la “teoria più bella del mondo”, dopo la “teoria della relatività” di Einstein (mi perdoni questo riferimento autoreferenziale).

          E veniamo al dunque.

          Lei afferma testualmente: “Se mancano i lavoratori giovani…non perchè ci sono solo poche nascite ma anche perchè e forse ora soprattutto perchè gli attuali giovani non trovano lavoro o lo fanno in nero.”

          Concordo con lei, sig. Ale: se mancano i lavoratori giovani non è “solo” perché ci sono poche nascite (sottolineo la parola che lei correttamente ha usato in maniera appropriata: “solo”), ma anche e soprattutto perché i giovani non trovano lavoro o lo fanno in nero.

          Se lei facesse tale osservazione alle persone che contano, ovvero al Governo, il Governo le risponderebbe così (come me lo immagino io, eh):

          “L’osservazione da lei avanzata è al centro dell’attenzione dell’attività di Governo, il cui impegno nel favorire l’ingresso nel mondo del lavoro da parte dei giovani è stato già esplicitato nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza attraverso il programma nazionale “Garanzia di occupabilità dei lavoratori” unitamente al “Piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso”. Il Presidente del Consiglio dei Ministri intende ringraziarla per aver voluto esternare il frutto delle sue competenze”.

          Che gliene pare, sig. Ale? Il Governo l’ha semplicemente zittito con un grazie e con grazia.

          Altre persone che contano, e con le quale mi misuro io intellettualmente a distanza, sono Fornero, Cazzola, Brambilla, e chi più ne ha più ne metta.

          Tutte le esimie persone che le ho citato mettono l’accento sulla denatalità, su aspetti demografici, e su tante altre cose che non sto qui a ricordarle.

          Quindi, per potermi confrontare con loro, io devo mostrare loro come risolvere il problema della denatalità, delle poche nascite, e non tanto usando paroloni come quelli espressi nel PNRR del tipo:

          “Una nuova strategia di politiche per i giovani e per l’infanzia è cruciale per invertire il declino di fecondità e natalità”.

          Quindi è sulle nascite che devo martellare, sul trovare la soluzione al problema della denatalità, in modo da poter demolire una ad una tutte le obiezioni che potrebbero essere avanzate da: Fornero, Cazzola, Brambilla, e chi più ne ha più ne metta.

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  9. A memoria mi ricordavo qualcosa. Il Belgio, all’inizio degli anni 80, stava messo peggio di noi. Hanno fatto una spending review seria che ha colpito auto blu, sprechi, limousine, pensioni facili e pure le spettanze reali. Ho trovato un articolo del 2016 su internet che questi risparmi avevano permesso al Belgio di avere i conti in attivo da 30 anni. Premetto che il mio non è un pezzo satirico o comico. IN ITALIA VICEVERSA HANNO MANTENUTO PENSIONI D’ORO, SPRECHI, ENTI INUTILI, CARROZZONI STATALI, ALITALIA, SALVATAGGIO DI BANCHE.
    Hanno sostanzialmente fatto il contrario del Belgio tagliando il welfare, lasciando un immensa evasione fiscale e non pagando chi lavora e si sacrifica.
    Tipo personale ospedaliero, vigili del fuoco, forze di polizia.
    Mi sa che si sono sbagliati, HANNO TAGLIATO LA COLONNA DELLE SPESE NECESSARIE.
    Più che la vergogna una risata ci seppellirà.

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    • E ora i politici di ogni colore invocano a gran voce il ripristino delle Provincie con elezione di consiglieri, stipendi a portaborse, mance per gli amici degli amici ecc. ecc. Siamo rimasti senza parole!

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      • Esatto e questo tra le altre cose ci ha portato alla situazione attuale, che chi ha lavorato per più di 40 anni non può andare in pensione.! Quando ero giovane dovevo lavorare per mantenere i vecchi, adesso sono vecchio e devo mantenere i giovani.; è evidente che c’è qualcosa che non va!

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    • In Italia tutto ciò che servirebbe è in contrasto con l’interesse immediato di chi governa e di chi li sostiene. La vedo dura che si autolimitino.

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  10. Siamo immersi nelle inutili parole dette da persone che usufruiscono della pensione da anni o quanto meno hanno (o possono), usufruire delle agevolazioni che il loro status gli permette. I fatti dicono che i soldi Io (noi) per la mia pensione li ho versati e non li sto chiedendo in prestito ed è scandaloso che queste persone scaricano la loro palese incapacità di gestire la situazione su di noi lavoratori. Trovare soldi per inutili ponti sullo stretto o sedie con le rotelle si trovano, bene, il loro compito è trovarli anche per le pensioni!!!

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  11. Qualcuno sa se Tridico, che puntualmente ha relazionato nella riunione del 18 gennaio sui rischi che corre l’INPS sugli equilibri finanziari del futuro prossimo, ritiene ancora fattibile la sua proposta di pensionamento flessibile (da 62 anni con parte contributiva e a 67 la rimanente parte retributiva) e in caso positivo perchè si sta zitto? Messo alla presidenza dell’INPS con sostegno M5S tiene forse alla poltrona?

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    • caro parassita, strano che non ne abbia parlato della sua proposta; secondo me ha già capito che non se ne farà nulla e ci tiene a rimanere al suo posto visto quello che guadagna; e comunque qualora fosse credo più ai 64 anni che prima; vedremo l’evolversi degli eventi; saluti a te e ai gestori del sito

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  12. “Crescita economica fiacca, deficit di bilancio e oneri per il debito pubblico, instabilità finanziaria e bassa occupazione hanno reso più difficile il mantenimento degli impegni che tutti i regimi pensionistici basati su riserve contabili si sono assunti. I regimi pensionistici a ripartizione risentono negativamente della riduzione dell’occupazione e accusano una diminuzione dei contributi.” Così nel 2012 in “Libro bianco ‘Un’agenda dedicata a pensioni adeguate, sicure e sostenibili” rintracciabile in sitiarcheologici.lavoro.gov.it/Strumenti/StudiStatistiche/previdenza/Pages/default.aspx (anche il link dice molto). Dichiarazioni in linea con quanto sopra si trovano in documenti antecedenti allo stesso link già a partire dal 2004. Ci hanno mentito deliberatamente e questo non depone a favore di una trattativa anche perchè quanto sopra è sicuramente noto anche ai sindacati in tutti i segretari che si sono succeduti. In compenso con la nostra imprenditorialità abbiamo finanziato la crescita di autocrazie oggi pericolose ed alimentato il deterioramento ambientale globale ed il deterioramento dei diritti occidentale aggravando o causando sicuramente problemi rilevanti che sono solo all’inizio.
    Quindi cosa si propone per tutti i punti tra virgolette? A quando un tavolo di spessore e non una burattinata pro popolo? Lasciate stare la L. Fornero fino al 2026 che garantiva stabilità al sistema che con la razio in opera che vedo possono solo peggiorarla senza risolvere i problemi di nessuno. Problemi che non interessano, se non per una strumentalità al ribasso, altrimenti si sarebbe già provveduto. Diceva lo psicologo del lavoro, autore del testo dell’omonimo esame sostenuto 30 anni fa, che dal punto di vista del comportamento individuale vi è costanza nel modo di reagire agli stimoli ambientali e che questa abitudine è mediata organicamente con dinamiche che non sto a dettagliare ma diciamo di una certa inerzia per cui mi riesce difficile credere non solo agli attuali al tavolo ma anche ai loro predecessori. Mi accontenterei che senza plagi si ricontabilizzasse ciò che è previdenza reale da cosa no, considerando no anche i pre-pensionamenti in quota parte non coperti dai contributi secondo il sistema di anzianità vigente al momento dell’attivazione. Poi cominciamo a chiamare le poste contabili con il loro nome e capiamo cosa chiedere e cosa dire.

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  13. Senza dire praticamente nulla, nella riunione del 19/01/23 le “parti” come si usa dire e come volevasi dimostrare si sono “aggiornate” mi pare al 08/02/2023! Bene almeno significa che si va avanti ma su cosa? MISTERO DELLA FEDE!!
    Temo invece che le opinioni di Cazzola siano condivise anche da altri (lato governo) e che anche la auspicata “vera” riforma si risolverà in un altro mezzo bluff per tutti.
    Per guardare più a breve vorrei sapere se gira qualche bozza del testo del decreto Ministero del lavoro-Ministero dell’economia previsto dalla finanziaria da emanare entro il 31/1/23 su quota 103 e altro.
    Grazie e cordiali saluti alla redazione.

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      • Infatti, continuo a chiedermi come ne usciamo, visto che ci tengono imprigionati altrimenti non vengono pagate le pensioni ai fortunati di altre epoche…… e noi come e quando ne verremo fuori e finalmente vedrà fine questa macabra tarantella che ci ha sconvolto la vita.

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    • Il bluff c’è già ed è in atto. Per accontentare tutti : lega , sindacati e bilancio :La soluzione è già prevista. Una quota 103 — 62 +41 ( 63+40 etc fino ai 67+36 ) con calcolo della pensione solo ed esclusivamente attraverso il regime contributivo. Semplice immediato e comprensibile. Naturalmente sarà l’importo della pensione a rimetterci. Sono davvero curioso.

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      • Io sono andato in pensione con quota 100, con 42 anni di lavoro, mi hanno penalizzato un pochino sulla pensione ma il TFS, come dipendente della PA, lo prenderò dopo 27 Mesi!!!!!!!!!!

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      • Ma come la mettiamo con le iniquità di trattamento che potrebbero essere sostanziali tra chi, magari per pochi mesi, è riuscito ad andare in pensione e chi andrebbe con le nuove regole ? In pratica ci sarebbero, ma del resto è già accaduto, cittadini che pur a parità di condizioni prenderebbero pensioni sostanzialmente diverse …..profondamente ingiusto e inaccettabile….mi auguro che almeno introducono un sistema di gradualità…o altrimenti meglio non toccare l’anticipata della Fornero…

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  14. Perché una persona onestà, che ha sempre pagato le tasse e i contributi deve essere obbligato ad aspettare quando dicono cazzo..la e company (sembra wuasi che questevpersone godano di questa situazione)?
    Perche persone che hanno 55 anni che senza rubare nulla a nessuno ma solo con impegno e lavoro hanno già montanti contributivi di 700/800k prestati alla previdenza generale dovrebbero aspettare quando dicono loro e non possono decidere per se stessi e magari lasciare spazio ai giovani? Chi non pesera al sistema, chi ha contribuito onestamente allo stesso deve essere lasciato libero di scegliere.

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    • Sarebbe molto interessante se la redazione riuscisse a chiedere un commento alle dichiarazioni di Cazzola da parte di Landini o Ferrari della Cgil e di Salvini o Durigon dal lato governativo…(anche se questi ultimi secondo molti hanno perso ogni briciola di credibilità a causa delle promesse elettorali – per subito – non mantenute e trasformate magicamente in promesse di legislatura)

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  15. Opzione donna strutturale!!!
    E’ l’unica forma pensionistica anticipata sostenibile e risulterebbe molto utile per migliaia di famiglie.
    Se vogliamo che le donne facciano figli oltre a lavorare e tutto il resto.
    58 anni 35 anni contributi e venire incontro anche con altre agevolazioni a chi fa figli.
    Non sarebbe una misura per ricche l’unico che ci guadagnerebbe e’ lo stato tutto il resto sono fandonie costerebbe 90 milioni di euro l’anno nel calcio vengono spesi per un calciatore.
    Semplicemente vergogna!

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    • Delio, buongiorno, le donne guadagnano meno degli uomini, prendono meno di pensione e in più hanno anche Opzione Donna – che non da una pensione ma una elemosina!!!- che conviene solo a chi ha sposato un ricco. E legare la dignità delle lavoratrici al fatto di aver o meno figli è solo una visione datata e falsa di come dovrebbero essere le donne – vedasi maschilismo-. E le altre misure prese sono quote variabili e che durano per un anno. Detto questo, mi tengo stretta la legge Fornero che non varia ogni legge di bilancio, è certamente dura raggiungere l’anzianità di 41 o 42 anni di lavoro. Divide et impera dicevano secoli fa, perché non si può trovare qualcosa di meglio?. Un caro saluto. Lilli Reolon

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    • Opzione donna è un’opportunità solo per le donne che possono permetterselo perché possono contare sullo stipendio/pensione del marito…altrimenti quale vantaggio c’e per una donna che ha lavorato 35 e più anni di vedersi ridotta la pensione di un’ulteriore 30% (con il ricalcolo tutto al contributivo)? Dovrebbero riconoscere alle donne dei vantaggi reali….perché hanno lavorato fuori e dentro la famiglia….

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  16. Salve, gli interventi del prof. Cazzola evidenziano sempre i personali risentimenti nei confronti del sindacato, soprattutto CGIL. Le sue conclusioni sulle problematiche pensionistiche sono per un aumento dell’età lavorativa, in altri interventi ci ha indicato l’esempio dei giapponesi che lavorano fino a oltre 70 anni e degli over 60 ucraini richiamati alle armi, ma non ha individuato perché in Italia l’età media di pensionamento è bassa nonostante la legge Fornero abbia portato la pensione di vecchiaia a 67 anni. Il prof. Paolo ha indicato nel suo post molti dei motivi dell’incongruenza. L’esperto Cazzola non tiene in conto che bisogna stare attenti a parlare di medie quando si fa riferimento al benessere o malessere di persone che hanno lavorato tanti anni e vengono presi in giro con continui rinvii e iniquità. Se un comitato tecnico-scientifico proponesse al sig. Cazzola di infilarsi dalla cintola in su in un forno a 71 gradi e dalla cintola in giù in un frigorifero a -2°, che direbbe che siccome la temperatura del suo corpo è a 36,5° si troverebbe in situazione di equilibrio e benessere?

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  17. Ringrazio solo la giornalista Erica Vendtti e pensionipertutti.it che tiene vivo l argomento pensioni….per il resto comincio a perdere le speranze e le parole

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  18. Personalmente non ho nessuna considerazione nè per la persona e tantomeno per quello che dice per il motivo basta andare a vedere la storia del sig. Cazzola e poi quando prende tra vitalizio e pensione.Saluti

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    • Bravo !! Nessuno si prende la briga di guardare il percorso di Cazzola. Tra le sue attività sindacalista CGIL, per poi dedicarsi alla politica nel PDL, SC, UDC. Per l’amor del cielo, ognuno scelga la sua strada, ma che almeno non si erga a intellettuale e salvatore degli oppressi. Se c’è un girone infernale dei bipolari, neurologicamente parlando, lui ne è sicuramente il presidente onorario. Le prime interviste sulla quota 100, lo davano favorevole all’opzione, per poi criticarle e puntare tutto sulla difesa odierna della Fornero.
      Ha per caso paura che lo tocchino nei suoi interessi economici ? Diciamo un Razzi due la vend….emmia. Passiamo oltre, è del 41′. Si goda i suoi privilegi autoproclamati da lui stesso nel parlamento e non pretenda di decidere sulla vita degli altri. E’ in conflitto di interessi …… suoi.

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  19. A me sorge un sospetto: ma in Italia a qualcuno gliene importa veramente del tema delle pensioni? O siamo ridotti ai dibattiti su questo sito? Dico questo perché leggendo giornali, guardando alla tv notiziari, talk shows, dibattiti. Non ce ne uno in cui si parla di pensioni, che è l argomento che interessa di piu a mio parere il popolo.
    Ci credo che in Italia non scendono in piazza milioni di persone per le pensioni come in francia, non siamo veicolati da nessuni nemmeno dai sindacati che fanno soli paole e non hanno nessuna idea concreta e realizzabile da portare al giverno cime l ultima volta. Dove giustamente il giverno a detti loro che non hano proposte concrete.
    Saluti ai gestori del sito

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    • Mi dispiace Lucky, lei non è fortunato. In strada parlano di prezzi troppo cari, di merce e carburante e di calcio. In parlamento si parla di presidenzialismo, giustizia e intercettazioni, tre argomenti ” sicuramente ” vitali per noi che con la politica e la giustizia non abbiamo nulla a che fare. Dare fiducia a un politico è come prestare la propria auto ad un amico con la promessa che te la restituirà integra e con il pieno di benzina. Invece l’auto sarà consegnata non dall’amico ma dal carro attrezzi e col serbatoio vuoto. Avrai anche perso l’amico che non si farà più vedere.
      P.S. L’amico nel frattempo è entrato in parlamento e se ti incontra non ti saluta nemmeno più.

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    • Hai ragione , sembra un argomento marginale… e comunque ,dove appare,
      non è incisivo il giornalismo cartaceo , tanto meno quello televisivo dei talk show più seguiti …
      Argomenti di tutti i generi ,ma Pensioni snobbate alla grande !…
      Opzione Donna poi 🤦‍♀️ le ‘grandi giornaliste’ Donne delle TV più importanti e seguite dal grande pubblico, in orari di grande visibilità…
      Ma manco manco un riferimento!!!…
      Quindi Grazie Lilly Gruber, grazie Bianca Berlinguer, grazie Mirta Merlino , e grazie a tutte le altre per il vostro interessamento e solidarietà!!! Complimenti 👏👏👏

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      • Egregia signora Pola.

        Indubbiamente dopo quasi 2 anni si discussioni infruttuose non può che essere diventato un argomento marginale.
        Temo che nelle prossime settimane possa, se possibile, divenire ancora più marginalizzato dall’aumento di dibattito che potrebbe scaturire dalle dichiarazioni recenti di alcuni generali italiani contrari alle scelte militari in atto da parte del governo e soprattutto della UE.

        Rispondi
        • è sempre molto istruttivo seguire i tuoi commenti sui vari argomenti e di questo ti ringrazio; sul discorso aziende private la realtà la conosco poco visto la mia provenienza; una cosa è certa: i sindacati possono essere utili a livello locale e ho una buona opinione di quello di riferimento personale; se aspettiamo qualcosa riguardo le pensioni sugli incontri che faranno al ministero è meglio stendere un velo pietoso; poi si può sempre cambiare idea ma ………………………….; saluti a te e ai gestori del sito

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  20. Ha ragione Giovanni, basta prendere in giro la gente, con ,non ci sono i soldi , per le pensioni, perché dove vogliono gli inventano dal nulla. Oggi il 97% del denaro e virtuale. Basta info. Giacinto Auriti prof.diritto è il primo che denuncio tutto. Oppure mmt , teoria della moneta moderna ecc.. È solo il modello mentale da cambiare, come dicono le neuroscienze. Possiamo anche prosperare ovunque, far finire le guerre, sofferenze umanitarie ecc , cambiando focus, non è un problema di soldi, ma se mai di risorse. Vi invito alla visione del venus project di Jacque Fresco ingeniere futuristico sociale, con le sue parole, Questa società passerà alla storia per il più basso livello di evoluzione sociale, abbiamo la conoscenza le tecnologie l intelligenza per costruire una civiltà completamente nuova , e quello che scegli di fare che determina un futuro

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    • Si Teo, va bene tutto.

      Ma il denaro che tu dici essere virtuale, lo è perché spostato nel tempo, non in quanto digitato al computer.
      Tu prova a non pagare qualche rata di mutuo e poi ti accorgi che da virtuale si è fatto reale.
      Il problema attuale, se ci fai caso, con quello che sta succedendo in Ucraina é che qualcuno pensa di cambiare il dominio economico-militare del mondo, mentre altri la pensano diversamente e altri ancora stanno a guardare.
      C’è da sperare di non ritrovarsi di nuovo in Europa con una guerra mondiale.
      Per cui il pensiero futuristico Sociale che ci inviti a considerale non è certamente nella mente di nessuno dei numerosi contendenti.
      Fatichiamo ad accordarci parlando tra Europei, immagina quanto lo possa essere se avvengono mutamenti radicali nei quali la politica perde il controllo della situazione.

      Come pensi di risolvere la situazione nel frattempo!

      Saluti Teo.

      Rispondi
  21. Ma cosa vanno dicendo, la pensione più bassa d’Europa sta qui da noi? Roba da matti, ma se solo noi e la Grecia abbiamo la pensione di vecchiaia a 67, da dove escono fuori queste fregnacce – sono d’accordo che l’uscita a 62 che propongono i sindacati è fuori da ogni possibilità di approvazione dell’esecutivo, quindi che chiedono a fare la luna Landini e company…..cercassero di trattare per la quota 103 senza paletti o di spingere per la proposta Utp o Perfetto o Tridico, ma dubito che lo facciano…….sono troppo in mala fede e perciò siamo nella cacca.

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      • certo Franco; nel 1994 bastavano 14 anni 6 mesi e 1 giorno; conosco gente che è andata in pensione allora e quest’anno compiono 70 anni; è chiaro che se contiamo quelli ma anche persone che prima della legge fornero a 57, 58, 59, 60 anni andavano in pensione, il calcolo è presto fatto; adesso per bilanciare quelle situazioni si esagera all’incontrario; saluti a te e ai gestori del sito

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  22. Mi piacerebbe sentire il parere del Dott. Cazzola sulla proposta del Dott. Perfetto
    Vedo che tutti questi professionisti non la citano mai, non capisco se volutamente o no, o semplicemente perché si troverebbero in grossa difficoltà nel contraddire quanto riportato dal dott. Perfetto
    Resto in attesa di essere smentito, ma temo che l’attesa sarà molto lunga, anzi eterna……
    Saluti ai gestori del sito, grazie per il vostro splendido servizio

    Vincenzo

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    • Sig. Vincenzo, lasci che le dica questo. Purtroppo, nessuno è in grado di valutare la mia proposta. Come si dice alla scuola media, “non hanno le basi”.

      Nessun economista ha le basi scientifiche, sperimentali necessarie non già per convincersi della bontà della mia proposta, ma per “capirla”.

      Quando vedo economisti ancorati alle loro credenze ottocentesche, al libero mercato, ai mercati che si autoregolano, al non intervento dello Stato (eccetto quando lo Stato deve aiutare imprese e famiglie) mi viene in mente il pensiero del fisico Max Planck: “Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari”.

      Io credo che per me sia un bene che non si parli della mia proposta. Come si potrebbe credere alla moneta digitale di Stato di Perfetto? I mass media mi stritolerebbero, mi darebbero dell’incompetente, mi coprirebbero di insulti. Proprio come accadde (e accade) con la Prof.ssa Fornero.

      E qui, proprio a proposito delle accuse rivolte a Elsa Fornero (come il Prof. Cazzola amichevolmente la chiama), voglio richiamare un brano del bellissimo e utilissimo libro sulle pensioni “La guerra dei cinquant’anni – Storia delle riforme e controriforme del sistema pensionistico” del Prof. Giuliano Cazzola, che a pag. 164 scrive:

      “Ma la volgarità degli insulti che viaggiano sui social è inaccettabile perché prescinde da qualsiasi considerazione sulle tue opinioni. Ti insultano sul piano personale; e basta. In questi casi aiuta ricordare una frase attribuita a Helmut Kohl durante la vicenda dell’installazione degli euromissili. Assistendo dal suo studio a una manifestazione pacifista disse. «Loro sono tanti e io sono solo. Ma loro hanno torto e io ho ragione”.

      Ecco, è lo stesso pensiero che sorge nella mia mente quando io vedo gli economisti tradizionali. Loro sono tanti e io sono solo. Ma loro hanno torto e io ho ragione.

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  23. Ringrazio i gestori del sito e li esorto a tener viva l’attenzione sulla questione previdenziale.
    Per quanto mi riguarda, non interverrò più, il rischio di esplosione del fegato è troppo elevato e, ribadisco, una risata li seppellirà tutti! Ad maiora!

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    • Infatti Mariano, questo vogliono questi illusionisti , che ci scoppia il fegato così ci tolgono dalle palle – a proposito di palle, in Francia c’è un fiume di persone per strada e gli scontri con la polizia sono sempre più duri….notizia di queste ore è che un manifestante ha perso un testicolo nello scontro , questo a significare che i lavoratori francesi non si arrendono mai e ottengono sempre il loro agognato risultato……..scommettiamo che l’età rimarrà a 62 ? E noi invece non solo non scendiamo in piazza ma i testicoli li teniamo ben al sicuro ……ma belli gonfi purtroppo per le malefatte e le promesse di politici e sindacalisti.

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  24. Grazie di cuore al prof Cazzola per le sue lucide considerazioni sull’ iniquità della scelta di abolire di fatto la sola forma di flessibilità in uscita per le donne a favore di una quota 103 costosa, inutile e rivolta ad una platea prettamente maschile. Poiché presumibilme se ne avvarranno molti meno lavoratori rispetto a quanto previsto perché non dirottare i risparmi sul rinnovo di opzione donna coi vecchi requisiti, almeno fino alla riforma?
    Se come dichiarato da esponenti dell’ esecutivo, ci sarebbe la volontà politica, mi chiedo come 80 mln di euro possano costituire un limite invalicabile per le coperture.
    Delle due l’una, o è falsa la prima affermazione o siamo al punto di doverci aspettate la troika a stretto giro: in tal caso andrebbe dichiarato…non disturberei oltre…

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    • Gentile Sara, inique e costose sono state anche le precedenti quote, la sola quota 100 ( fonte CdS Finanze ) è costata 23 miliardi di euro. Come già scritto in un precedente commento, qualcuno doveva ripagare quella follia e oggi, a chi in questi anni ha dovuto continuare a sorbirsi la Fornero per intero con la vecchiaia a 67 anni o l’anticipata a 43, si sono aggiunte anche le donne a cui hanno aumentato i requisiti per accedere a OD rendendola ormai di inutile utilizzo e scarso interesse. La Fornero non si può toccare, non solo perchè lo chiede l’Europa, ma perchè i conti sono quelli che sono e al massimo si può fare il gioco delle tre carte, si toglie da una parte e si mette nell’altra. Avete creduto alle promesse di Meloni ( OD rinnovata ), Salvini, Durigon ( 41xtutti ), Berlusconi ( 1000 euro pensione minima ) ? Nessuna delle tre promesse è stata mantenuta. Mi dispiace, ma dal dopoguerra, l’ignoranza in Italia non è più ammessa. ( Ignoranza : voce del verbo ignorare ).

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  25. Poi, per il capitolo, divide et impera, ovvero la lotta fra i poveri, i responsabili per la mancata (piena) perequazione delle pensioni in essere sarebbero i “fortunati” che usufruiranno di quota 103? Ma basta dire cazzate, basta, ve ne prego!!!

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  26. Età di uscita di pensionamento fra le più basse d’Europa????? 67 anni la vecchiaia!!!!!
    BASTA DIRE FALSITÀ!!!!! BASTA DAVVERO!!!!! STATE ZITTIIIIIIIIIIII

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  27. Lo ripeto per l’ennesima volta. Se per questo governo gli ultrasessantenni non sono occupabili, non dico 60, ma a 62 dovrebbero poter andare in pensione.
    E visto che la proposta Tridico costa poco (tipo armi all’Ucraina) comincio ad essere irritato sui presunti costi delle pensioni. Mi piace discutere ed ognuno può esprimere la propria opinione. Ma non mi piace leggere quelli che dicono che non ci sono i soldi per le pensioni. Non mi piace nemmeno essere preso in giro.

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  28. il commento sarà doverosamente lungo: cosa dice il dott. Brambilla? che l’età di pensionamento effettiva degli italiani è bassa; dimentica un particolare fondamentale: ricordiamoci le baby pensioni quando si andava a 40 anni (di età, non di contributi); poi ricordiamoci quando c’erano le formule 35-57; per arrivare ai 35 60; poi è arrivata la fornero come legge; mazzata potente sull’età; poi quota 100 ; poi: hanno chiuso le porte a noi del 1960 (passeremo alla storia come tra i più fregati); ricapitolando : l’età è bassa perchè? magari è colpa delle baby pensioni? e adesso cosa si farà? sarebbe semplicissimo; la ricetta è facile; magari se qualcuno di chi comanda seguisse il dibattito su questo sito lo capirebbe; lo capirebbe anche un cr…………………….; ( …………………. piccolo aiutino: proposta dott. perfetto) saluti al dott. Perfetto, al prof. Cazzola e ai gestori del sito)

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