Riforma pensioni, cosa aspettarsi ancora nel 2024? Parla il Dott.Perfetto

Il tema della riforma pensioni è stato oggetto di acceso dibattito specie in vista della Legge di Bilancio 2024, in molti, soprattutto le donne e quanti erano prossimi alla Quota 103 hanno sperato, invano, che il Governo cambiasse la propria direzione relativamente agli ulteriori paletti inseriti: Quota 103 solo con contributivo, e opzione donna, già stravolta, a cui si é aggiunto un ulteriore innalzamento anagrafico di 1 anno, portandola fruibile dai 61 anni, con l’unica eccezione per chi ha figli. Invece le misure sono state confermate creando malumore e profonda delusione da parte dei lavoratori. A tal riguardo vi é chi purtroppo, almeno in parte, non facendosi ‘abbindolare’ da false promesse, aveva previsto cosa sarebbe accaduto nel 2024, avendo dalla sua analizzato i dati demografici ed avendo colto fatti oggettivi che poco facevano sperare in grandi misure previdenziali che soddisfacessero i desiderata dei lavoratori. Stiamo parlando del Dott. Claudio Maria Perfetto, non solo esperto previdenziale ma anche e soprattutto economista, che già parecchi mesi fa, aveva fatto notare come la denatalità e l’assenza dunque di nuova forza lavoro, avrebbe portato sempre più verso l’innalzamento dei requisiti di accesso alla pensione, prolungando la permanenza dei lavoratori attivi per garantire la sostenibilità del sistema pensionistico. Dalla sua il Dott. Perfetto, che abbiamo contattato per chiedergli la sua relativamente alla Legge di Bilancio, in questo lungo elaborato, di cui le siamo grati, analizza i fatti e attesta che nulla di più poteva essere fatto data la situazione attuale, a meno che il Governo non vada verso una visione più ampia e più coraggiosa, che certamente potrebbe portare da subito alla risoluzione del problema, consentendo così di avere maggior margine di azione anche sulle uscite anticipate. Ecco perché il Dott. Perfetto consiglia a Governi e sindacati di riflettere maggiormente sul documento redatto da alcuni Parlamentari europei e pubblicato nel 2017 riguardo alle raccomandazioni alla Commissione europea in merito a norme di diritto civile sulla robotica. Di seguito la prima parte del suo elaborato, domani la seconda in cui si andrà più a fondo sul suggerimento dato.

Pensioni 2024, denatalità e invecchiamento popolazione: vi sono soluzioni affinché questo non incida troppo? Parla Perfetto

Non si può certo dire che il nuovo anno abbia portato delle grosse novità. Chi sperava in una “marcia indietro” del Governo sulle pensioni è rimasto profondamente deluso e non ha potuto fare altro che accettare la realtà dei fatti.   

Il Governo non avrebbe potuto agire diversamente da come ha agito: ha dovuto riconoscere l’efficacia della legge Fornero.

Denatalità e invecchiamento della popolazione sono bene evidenziati nelle piramidi demografiche, e quelle relative agli anni 1980 e del 2035 (proiezione) possono aiutare a comprendere la ragione per la quale l’accesso alla pensione va progressivamente allungandosi.    

La figura di sinistra, relativa all’anno 1980, mostra una sagoma a forma più o meno piramidale: una base relativamente ampia di fascia di età 0-4 anni (nascite); un’area intermedia piuttosto larga di fascia di età 15-64 anni (età lavorativa); una cima che va assottigliandosi di fascia di età 65-94 anni (età per la pensione). La popolazione maschile e femminile nella fascia 60-64 anni è il 3,9% di 56.329.482, pari a 2.196.850 persone.

La figura di destra, relativa all’anno 2035, mostra invece una sagoma con una forma quasi a piramide capovolta: una base relativamente stretta di fascia di età 0-4 anni (nascite); un’area intermedia di fascia di età 15-64 anni (età lavorativa) che si amplia man mano che si sale di età; una cima che va assottigliandosi di fascia di età 65-100 anni (età per la pensione). La popolazione maschile e femminile nella fascia 60-64 anni è l’8,1% di 56.462.485, pari a 4.573.461 persone.

Il confronto tra le due figure evidenzia che nel 2035 ci saranno meno giovani (15-35anni) e più anziani oltre i 65 anni. Per poter disporre della forza lavoro necessaria per la produzione di beni e servizi di cui necessita la società, si rende necessario allungare la permanenza al lavoro dei lavoratori anziani.

Questa è la soluzione che il Governo Meloni dà al problema del reperimento della forza lavoro (e che darebbe qualsiasi altro Governo, politico o tecnico che fosse). È una soluzione dettata dalla denatalità.

Sulla base delle previsioni demografiche per il 2035, sono stati impostati i requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia e anticipata fino al 2035 (Tabella b 3.1 riportata nel documento INPS XX Rapporto Annuale di Luglio 2021, pag. 142):

La Tabella b 3.1 (“Incrementi annui e requisiti previsti fino al 2035 – Ante e post COVID-19”) indica che nel 2035 il requisito di età per accedere alla pensione di vecchiaia sarà di 68 anni e 4 mesi, mentre il requisito di anzianità per accedere alla pensione anticipata (per gli uomini) sarà di 44 anni di versamento di contributi (indipendentemente dall’età anagrafica).

Il problema di fondo, il problema da risolvere – lo ripetiamo – è avere una forza lavoro disponibile per produrre beni e servizi per la società.

Perciò, anche qualora ci fossero risorse sufficienti per finanziare le pensioni (reperendole per esempio dall’evasione fiscale-contributiva), il problema di reperire la forza lavoro rimane.

Pensioni 2024, per aumentare la popolazione attiva vi é la soluzione: Equipare la forza lavoro robotica alla forza lavoro umana

In altre parole: se oggi si desse ai lavoratori ampia libertà di decidere se andare o meno in pensione, si correrebbe il rischio di non avere forza lavoro sufficiente per la produzione.  

L’attenzione dei policy maker e del Governo si focalizza sulla base della piramide demografica, cioè sulle nascite; più precisamente, sulla mancanza delle nascite: se nascono meno bambini oggi, ci saranno meno giovani potenziali lavoratori domani. Per avere più giovani potenziali lavoratori domani, il Governo ha provveduto a inserire nella Legge di Bilancio 2024 una misura in favore delle famiglie e per la natalità.

C’è però un’altra via che si dovrebbe esplorare. Anziché focalizzare l’attenzione sulla base della piramide demografica (cioè sulle nascite) ed espanderla, si dovrebbe invece focalizzare l’attenzione direttamente sulla fascia intermedia della piramide demografica che è quella che più interessa (la fascia dei giovani potenziali lavoratori) ed espandere proprio tale fascia.

Si dovrebbe ricorrere ad una soluzione che è già a portata di mano in quanto viene studiata da anni, sia a livello internazionale che a livello nazionale, e riguarda la possibilità di considerare i robot alla stregua dei lavoratori umani.

Equiparando la forza lavoro robotica alla forza lavoro umana (sia in termini giuridici che in termini fiscali) la fascia intermedia della piramide demografica risulterà ampliata e quindi i problemi della denatalità e delle pensioni verranno risolti entrambi a monte piuttosto che a valle“.

Domani vi aspettiamo per la seconda parte il cui il Dott. Claudio Maria Perfetto spiegherà in dettaglio come si potrebbe da subito agire, se solo i Governi ed i sindacati optassero per una visione più lungimirante.

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31 commenti su “Riforma pensioni, cosa aspettarsi ancora nel 2024? Parla il Dott.Perfetto

  1. Separare immediatamente previdenza da assistenza. Niente integrazioni al minimo. Pensioni in base ai versamenti. Chi ha bisogno si dia assistenza. Chi ha versato 30 anni non è giusto prenda 700 di pensione come chi ne ha versato 15 ed avrebbe diritto a 200…la pensione in base ai contributi.. Serve GIUSTIZIA. Saluti

  2. Grazie Dott. Perfetto per le sua come sempre lucida analisi. La proposta di tassare il lavoro robotico è davvero lungimirante e dovrebbe diventare un cavallo di battaglia soprattutto dei partiti cosiddetti progressisti che invece purtroppo ripropongono la solita tiritera di aumentare le tasse
    e penalizzare chi le tasse le sta pagando davvero cioè i lavoratori onesti e i pensionati. Se decidesse di candidarsi sarei ben felice come penso tanti altri di darle il mio voto.

  3. E’ vero, nulla di più poteva essere fatto vista la situazione economica e demografica italiana, ma non ci aspettavamo certo niente di meno, Invece siamo passati a peggiorare quello già esistente. In pochi anni siamo passati dalla Legge Fornero alla quota 100 mista, per tornare indietro con 103,9 tutta contributiva e la Fornero ancora vigente. Quanto accaduto in questi ultimi 5 anni è sembrata più una schizofrenia politica, una corsa indietro dei gamberi. La fortuna di pochi ha contribuito al danno di molti. Come siamo potuti cadere in questo abbaglio pensionistico non lo capisco ancora. Molti di noi continuano a dare la colpa ai sindacati inerti senza comprendere che i sindacati non sono i dirigenti ma siamo tutti noi che quando c’è da scioperare ci presentiamo in quattro gatti. La colpa è nostra che abbiamo creduto ai miracoli di saltimbanchi da fiera paesana a cui abbiamo dato il voto, l’arma, per soggiogarci. Il Dott. Perfetto ci ha sempre ricordato la possibilità di finanziare le riforme con l’introduzione dei contributi per l’automazione industriale, ma mi chiedo: E chi dovrebbe farla questa legge ? Il CDX filo confindustria, filo confartigianato, filo confcommercio, filo finanza, cioè si chiede a questo governo di far versare miliardi di euro di contributi ai loro elettori di riferimento ? Ma parliamo sul serio ? Dott. Perfetto, che sia giusto sono d’accordo con Lei, che sia fattibile assolutamente no. Non in questa Italia. E comunque una riforma in tal senso avrebbe bisogno di tempi lunghi e tanto vale ritornare a bomba alla Fornero piena e per tutti. La quota 100, come dico da anni è stata la tomba di qualsiasi apertura. Personalmente, maledico Salvini e Durigon per il male che hanno fatto al sistema pensionistico in generale e lo affermo non per interesse personale ma per interesse di tutti. Con rispetto, Franco Giuseppe.

  4. Egr. Dott. Prefetto cio’ che dice, e va ripetendo da un po di tempo e’ un analisi della realtà e di quello che ci aspetta. A volte sarebbe forse opportuno approfondire il tema pensioni sotto il profilo dell’etica sociale, dell’uguaglianza, della solidarietà, della parità e anche della redistribuzione dei problemi (in questo caso pensioni e/o assegno di quiescenza).
    Non si ‘ ancora capito come la costituzione e uno stato ammetta che ci possano essere persone privilegiate che possano godere di 30/40 anni di pensioni (per importi contributi mai versati) e persone che la pensione secondo tutte le previsioni (comprese le sue) moriranno a 70/72 anni al lavoro per mantenere le altre. Quanta Irpef e contributi avranno pagato questi rispetto ai primi? Non dovremmo tutti contribuire e partecipare in egual maniera secondo la costituzione? Applicare una % la contribuzione inps sulla quota delle pensioni retributive e miste anche se queste abbasseranno di un po gli assegni non e’ uno scandola vista la situazione rappresentata. (anche prima di tassare robot e macchine). Fra l’altro ci sono pensioni piu alte dei redditi da lavoro!!! Che tutti contribuiscano a tenere insieme il sistema. Ah no.. i pensionati hann otempo di andare in piazza a protestare o visto l’importi di alcune pensioni di assoldare avvocati in nome di diritti acquisiti… sulle spalle degli altri. Il diritto acquisito, non esiste, finisce nel momento in cui uno stato lo decide! come gia fatto con la legge fornero legata al bilancio dello stato e per la quale il popolo non puo scegliere.

    1. Vede, sig. Alessandro, se ci si siede al Tavolo con chi detta le regole del gioco e si giocano le carte dell’etica, dell’uguaglianza, della solidarietà, si rimane fuori gioco. È come volersi sedere al tavolo dove si gioca il Poker, e voler usare le carte della Scopa.

      Il Governo e gli economisti tecnici puntano il dito sulla denatalità e sull’invecchiamento della popolazione? Bene, e allora occorre giocare con quelle carte, con le carte della denatalità e dell’invecchiamento della popolazione.

      Chi siede al Tavolo con il Governo sono i Sindacati. Le carte che tirano fuori i Sindacati le conosciamo: Opzione Donna vecchia maniera, Quota 41 indipendente dall’età anagrafica, ecc., ecc. Risultati? ZERO.

      Ciò non significa che i Sindacati sbaglino. Significa che giocano carte differenti ad un Tavolo dove il gioco verte su denatalità e invecchiamento della popolazione. E allora è con questi due assi (denatalità e invecchiamento) che bisogna giocare, ed unirli ad altri due assi (lavoro robotico equiparato al lavoro umano, e tassazione lavoro robotico equiparata alla tassazione del lavoro umano) per fare poker e vincere la partita.

      Opzione Donna vecchia maniera, Quota 41 indipendente dall’età anagrafica, ecc. ecc. è il piatto che si vince per aver fatto poker d’assi.

  5. Per mio fratello.A febbraio compirà 62 anni. Mentre a maggio avrà 42 anni di contributi. In più è invalido al 55%. Ha una causa di servizio per un infarto. E la l.104 per parente di 2° grado. Che speranze gli date. Grazie anticipatamente.
    P.S. può usufruire di un periodo di aspettativa retribuita per malattie che ha?

    1. caro peppe, in bocca al lupo a tuo fratello; l’unica è rivolgersi a un patronato e all’inps; illustrare la situazione specifica e chiedere delucidazioni; potrebbe rientrare in quota 103 ma tutta contributiva non so quanto conviene; chiedere per ape sociale ma i chiarimenti migliori li può dare l’inps: non patronato o inps, entrambi; in bocca al lupo per tuo fratello, saluti a te e ai gestori del sito

  6. Se il mantra è quello di penalizzare l’uscita anticipata rendendola tutta contributiva facciamocene una ragione, ma che sia facoltativa, senza tetto di importo e senza finestre, perdere la parte retributiva è già super super penalizzante e voglio vedere chi saranno i 4 gatti che ne usufruiranno

    1. Qui ancora non si rendono conto che in soli 5 anni siamo passati dal liberi tutti con 62-38 retributiva+contributiva ad una uscita con 41 anni di contributi tutta contributiva. Questo non è un salasso, è uno sgozzamento stile pecora. Siete contenti di aver creduto a Salvini e Durigon ? Mal ve ne colga.

  7. Rispondo ai vari lettori.

    1) Sig.ra Marina, a suo tempo il Parlamento europeo si è espresso contrario alla tassazione sui robot. Ma il fatto che se ne continui a parlare ancora oggi, significa che l’argomento è ancora all’attenzione degli esperti. A mio avviso, dopo le elezioni europee, ci sarà poco o nulla da cambiare (ma lascio volentieri le previsioni agli esperti di politica internazionale). Bisogna certamente tener conto degli indirizzi in materia di bilancio derivanti dagli accordi europei. Compito dei buoni governanti è di riuscire ad onorare tali indirizzi senza sacrificare la propria nazione. È possibile farlo? Sono convinto che sia possibile farlo. Ci ho riflettuto per anni. È possibile farlo.

    2) Sig. Paolo Prof, entrerà in testa a chi tira i fili se chi tira i fili non viene tirato a sua volta da altri che tirano i fili.

    3) Sì, sig. Alberto, alla tabella allegata vanno aggiunti i periodi di finestra. Ma questo riferimento l’INPS non l’ha evidenziato nella tabella.

    4) Sig.ra Barbara, come lei dice, nessun governo potrà togliere la legge Fornero. Per togliere la legge Fornero il Governo deve risolvere il problema della denatalità..

    5) Sig. Ale, gli economisti monetaristi (e quindi la Banca Centrale) non sono favorevoli alla piena occupazione (cioè dare lavoro a chi lo cerca), perché la piena occupazione fa aumentare l’inflazione, e per i monetaristi il male peggiore è l’inflazione, non la disoccupazione. Chi è al governo della nazione ha il compito, invece, di occuparsi dell’occupazione. Occupazione sia in termini di dare lavoro a chi lo cerca, sia in termini di ricambio generazionale, ovvero non solo sostituire i lavoratori anziani con i lavoratori giovani, ma anche sostituire i giovani che diventano anziani con i giovani derivanti dalle nuove nascite. Secondo il mio pensiero, il versamento dei contributi da parte dei robot permetterebbe di pagare le pensioni ai lavoratori anziani, che permetterebbe ai lavoratori giovani di lavorare, che permetterebbe l’incremento delle nascite.

    6) Sig. Mimmosessanta, sì, per andare in pensione occorre che il Governo si renda conto che è necessario che le macchine versino i contributi. Ma se se ne renderà conto, non è perché ha in mente di mandare in pensione i lavoratori anziani, ma perché vedrà che le entrate fiscali vanno diminuendo, in quanto ci saranno sempre meno lavoratori umani che verseranno l’IRPEF.

    1. Complimenti sig Perfetto dopo tanti ciarlatani incompetenti subdoli infami di vario genere lei ha il coraggio e penso la competenza x cercare nuove soluzioni al nulla assoluto che troppi buffoni solo x interesse personale continuano a proporre….spero tanto non x me ma x i nostri giovani che la sua proposta abbia un seguito

  8. tabella non aggiornata per il 2025/26 l’età per la pensione di vecchiaia è 67 anni. Per favore non confondeteci ulteriormente le poche certezze che ci sono rimaste.

    1. La tabella é la b 3.1 riportata nel documento INPS XX Rapporto Annuale di Luglio 2021, pag. 142, cmq anch’io ricordavo un decreto ministeriale del 18/7 /2023 del ministero dell’economia che indicava non variazioni per il biennio 2025-2026 per l’età minima di acecsso alla pensione di vecchiaia, fissata a 67 anni. Credo dunque il docmento effettivamente essendo risalente a luglio 2021 non sia probabilmente aggiornato, la ringraziamo per la precisazione, ma il succo del discorso non cambia nel lungo periodo.

    2. Sig. Libero, nei Rapporti INPS relativi agli anni 2022 e 2023 non è presente la tabella, che viene pubblicata in questo articolo, nella versione aggiornata. Ho preferito riportare la tabella del Rapporto 2021 perché, anche se non è aggiornata, mette in evidenza l’allungamento dell’età anagrafica e degli anni di contribuzione fino al 2035. Quando si vede l’insieme si perde di vista il particolare. Allo stesso modo, quando l’unità di misura è l’anno (passaggio da 67 a 68), si perde di vista il mese (passaggio da 67,2 a 67). Ad ogni modo, una nota di aggiornamento magari valeva la pena che la evidenziassi.

      1. L’eliminazione delle finestre non è un miracolo, è proprio impossibile, anzi, le finestre saranno incrementate proprio perché l’ISTAT con i suoi rapporti non aiuta ad incrementare i valori della speranza di vita.
        Da studi e tabelle affidabili, la speranza di vita nel 2040 sarà pressoché simile a quella attuale, Nel 2040 infatti l’Italia avrebbe una speranza di vita media di 84,5 anni (il rapporto in questione non fa distinzione tra uomini e donne)
        Detto questo, le previsioni di adeguamento automatico della tabella b 3.1 sarebbero completamente sballate e solo l’aumento del tempo finestra riuscirebbe (parzialmente) a recuperare i mancati adeguamenti.

  9. Dividere l’ Assistenza dalla previdenza.
    Dare possibilita’ di scelta se versare contributi pensionistici allo stato o alle assicurazioni. Per l’ assistenza c’ e’ un ampia platea di tasse in ogni dove per ogni finanziamento…. politica compresa ….

  10. E’ sempre un piacere leggere le idee del sig. Perfetto che sono molto interessanti, purtroppo però poi bisogna a tornare a fare i conti con i nostri politici, che potrebbero trarre spunto da studi così ben fatti, ma sfortunatamente per noi sono di tutt’altra categoria, è come dare le perle ai porci. (mi scuso con i simpatici animali e non è mia intenzione offenderli).
    Credo però che la strada sia già stata tracciata in questa manovra ed inoltre partendo da alcune affermazioni che sono apparse sui giornali in questi giorni, le conseguenze che traggo sono che nella prossima manovra che varrà dal 2025 ci si possa aspettare si la quota 41, ma calcolata interamente col contributivo, l’azzeramento di tutte le forme di uscita anticipata come opzione donna e ape sociale per lasciare il posto a una flessibilità in uscita dai 64 anni, ovviamente anch’essa calcolata col contributivo, quindi di fatto ciò che già prevede la legge fornero per i contributivi puri (lavoratori che hanno iniziato la loro carriera lavorativa dopo il 1° gennaio 1996).
    Rientrerà nella categoria dei miracoli l’abolizione delle cosiddette “finestre” e “dell’adeguamento all’aspettativa di vita”, però non voglio essere del tutto pessimista, a volte i miracoli succedono.
    Può essere che sia eccessivamente pessimista però metto tra virgolette ciò che ho letto sui vari quotidiani:
    “In sintesi, sembra che il periodo dei piccoli interventi sia terminato. Giorgia Meloni ha riconosciuto la necessità di affrontare il tema delle pensioni in maniera più organica rispetto al passato, riferendosi alla conferenza stampa di inizio anno. “
    “si sta spingendo per far sì che sempre più persone lavorino fino all’età pensionabile, rendendo dispendioso l’accesso anticipato alla pensione. In questo contesto, non sarebbe particolarmente proibitivo considerare anche Quota 41 proposta dalla Lega. Se l’assegno sarà ricalcolato secondo il sistema più penalizzante utilizzato per i giovani, il meccanismo dovrebbe funzionare.”
    Vediamo adesso cosa ne pensano le opposizioni nella persona di Cesare Damiano che è forse quella meno conciliante anche se nessuno nel suo partito in passato si è mai posto nemmeno il problema di prenderla in considerazione:
    “nel 2036 tutti coloro che andranno in pensione, andranno con il sistema totalmente contributivo. Il punto è di avere un sistema flessibile che stabilisca un’età di ingresso verso la pensione”. Da questo punto di vista, i 64 anni già previsti dalla Legge Fornero per chi è nel contributivo possono “essere uno standard universale, a partire dal quale si potrà andare in pensione. Con una pensione ragguagliata ai contributi maturati fino a quel momento.”
    Aggiungo, sarà un caso ma adesso ci vogliono 63 anni e 5 mesi in luogo dei 63 per l’ape sociale e il passo verso i 64 è breve anzi brevissimo.
    Opzione donna non esiste quasi più e già adesso siamo arrivati a 61 anni, quindi anche qui il passo sarà brevissimo per toccare in un sol colpo i 64 magari addolciti con qualche mese di sconto per ogni figlio e naturalmente come negli ultimi 30 anni i sindacati si sono smarriti nel deserto, non pervenuti.
    Per quanto mi riguarda il governo non ha davanti una prateria, bensì un autostrada americana a 8 corsie per la nuova riforma previdenziale.

  11. Trovo che sia comunque ingiustoprolungare la data delle pensione di anzianità, l’aspettativa di vita è solo una gran fregatura per fare cassa nei nostri confronti. Io credo che porre un limite minimo di contributi sia giusto ma anche un limite d’età. 67 anni di età mi sembrano gia’ anti ma scoprire ora che dovro arrivare seconso le nuove tabelle a 68 anni i sembra un delirio con tanti giovani che non trovano lavoro e sopratutto per le aziende che devono tenersi al lavoro delle persone aziane magari ammalate e demotivate. Un saluto al professore Perfetto mi fa molto piacere che sia riotornato lui e la sua competenza.

  12. Oltre a reputare brillante questa soluzione robotica, per cui mi auguro che possa al più presto essere presa in considerazione, chiedo al dottor Perfetto se, secondo il suo autorevole parere, è possibile che le cose possano cambiare dopo le Europee, se gli equilibri si sposteranno in senso favorevole al Governo italiano. Perché è pacifico che i governi nazionali ormai non hanno grandi possibilità di manovra, tutto dipende dalle strutture sovranazionali che dettano la linea in materia di bilancio.

  13. Grazie, dott. Perfetto per questo suo elaborato; entrerà in testa a chi tira i fili? dubito tantissimo; grazie comunque; saluti a lei e ai gestori del sito

  14. Alla tabella allegata vanno aggiunti i periodi di finestra che per alcuni (ex cpdel) raggiungeranno anche i 9 mesi. Per cui uno come il sottoscritto che raggiungerà (forse) i 43 anni e 7 mesi a settembre del 2031 andrà (forse) in pensione anticipata (anticipata de che…) a giugno del 2032 con 44 anni e 4 mesi.. oppure ancora 9 mesi dopo a marzo del 2033 (forse) con 67 anni e 11 mesi per vecchiaia e 45 anni e due mesi di contribuzione…. Mi sa che c’è poco da commentare…
    Ah dimenticavo la metà della liquidazione (forse) sarà accreditata nel 2035….
    Buon Anno

  15. Ottima analisi e un gradito ritorno del Dott.Perfetto. E’ oramai è chiaro che nessun governo potrà togliere la legge Fornero. Se potranno fare qualcosa sarà per mantenere il più a lungo possibile i lavoratori con incentivi a non andare in pensione o disincentivando le uscite anticipate. Il problema della natalità è una questione che andrà presa in seria considerazione da parte del governo in tempi brevi, altrimenti si rischia di arrivare impreparati al futuro che ci attende.

  16. Quei grafici sono una realtà. Poi , credo ma potrei sbagliarmi, esiste anche l’altra realtà, quella dei grafici che mostrano in base all’età quante persone in Italia sono senza lavoro perchè non trovano il lavoro e i grafici di quante persone lavorano e non pagano contributi.
    E se il Governo si focalizzasse a pieno sulla seconda realtà e non solo sulla denalità ? I contributi in quantità salirebbero per pagare le pensioni a chi è giusto ci possa andare da vivo?
    Poi ben venga la contribuzione dei robot , anche perchè, a maggior ragione, non credo che l’avvento in massa dei robot possa contribuire a far nascere più bambini e più futuri lavoratori !

    1. Oppure continuare a vedere il nullo di fatto, come negli ultimi anni! Almeno questa é una proposta che pare legegndo i primi commenti trovare anche un discreto seguito. Poi mi rendo conto possa non fare particolarmente piacere che le soluioni siano ormai ridotte all’osso, ma i dati sono purtroppo chiari.

    2. a me la soluzione fantascientifica dei robot mi sa di film “Anno 2035 ,arrivano i Marziani “,e comunque ci puo’ stare visto che non c’e’ soluzione .Ormai, chiunque puo’ buttare li’ogni proposta,ma di certo c’e’ solo la manovrina peggiorativa per il 2024, e dal 2025 cambiera’ ancora tutto e non sara’ certamente in meglio visto il debito del nostro Paese.

      1. Ed invece come ha notatodal documento é già stato proposto da altri e non solo dal Dott. Perfetto, quindi tanto fantascentifico non é, se solo venisse applicato. Gli studi a corredo sono citati nel preciso elaborato redatto da Perfetto.

      2. Sig. Seba, potrebbe sembrare in effetti una soluzione fantascientifica. Ma la logica di Bill Gates è stringente. Bill Gates nel 2017 disse testualmente: “Al momento se un lavoratore umano guadagna 50.000 dollari lavorando in una fabbrica, il suo reddito è tassato. Se un robot svolge lo stesso lavoro dovrebbe essere tassato allo stesso livello”. Sig. Seba, cosa c’è di fantascientifico nell’affermazione di Bill Gates? Il punto è un altro. Per tassare un robot occorre che il robot abbia un reddito. Perché il robot abbia un reddito occorre che il robot abbia una personalità? Che personalità ha il robot? Alcuni esperti di diritto tributario internazionale avanzano l’idea di dare al robot la “personalità elettronica”, equivalente alla “persona fisica” o alla “persona giuridica” (per le imprese). L’altra questione aperta è: tassare la ricchezza delle imprese, o la tecnologia che le imprese utilizzano per creare ricchezza? Come vede, sig. Seba, la questione è più complessa di quanto possa sembrare.

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