Le ultime notizie sul fronte previdenziale e sul decreto rilancio al 18 maggio giungono da un interessante confronto che abbiamo avuto con l’economista Giuliano Cazzola. Col Professore siamo partiti dalle ultime proposte di cui ci hanno parlato in esclusiva nei giorni scorsi Roberto Ghiselli, segretario confederale della Cgil, e Cesare Damiano, già ministro del Lavoro e dirigente del partito democratico, nonché componente del cda Inail. Eccovi le sue considerazioni.
Riforma pensioni, quota 100 sarà una sorta di ammortizzatore sociale
Gentilissimo Professor Cazzola, nei giorni scorsi abbiamo intervistato Roberto Ghiselli, segretraio confederale della Cgil, e Cesare Damiano, già ministro del Lavoro e dirigente del partito democratico, ed entrambi hanno fatto un primo bilancio sul ‘decreto rilancio’ ed hanno suggerito azioni nel breve periodo sul comparto previdenziale che potrebbero aiutare in tale emergenza. Ghiselli ha proposto la ‘pensione Covid’ per consentire di uscire anticipatamente a quanti vuoi per età o per altre ragioni sono risultati maggiormente esposti al rischio sanitario e per sanare la situazione dei pochi esodati rimasti da salvaguardare. L’onorevole Damiano ci ha parlato, invece, di un accesso anticipato alla pensione che dovrebbe tenere conto, a suo avviso, nella Fase 2 della Riforma pensioni di un collegamento tra l’esposizione al rischio e l’età del lavoratore. Lei cosa ne pensa di queste due proposte?
Ho letto con molto interesse le interviste a Roberto Ghiselli e a Cesare Damiano. Se ho ben capito anche loro si sono resi conto che il coronavirus ha azzerato – se temporaneamente o per un lungo periodo lo vedremo presto – la questione delle pensioni. E di conseguenza anche il negoziato con il governo, aperto in sede tecnica, deve segnare il passo sul posto (come ci diceva da scolari l’insegnante di educazione fisica). Intanto è sufficiente mantenere le deroghe introdotte nel 2019 (lo conferma uno come me che quelle norme ha criticato) in una logica di ammortizzatore sociale – potremmo chiamarlo – definitivo, nel senso che chi raggiunge quota 100 o i requisiti per la pensione ordinaria di anzianità bloccati fino a tutto il 2026, ha un approdo in un porto sicuro in una situazione che porrà parecchi problemi sul versante dell’occupazione.
C’è in generale la tendenza – è presente anche nel decreto ex maggio, ora pomposamente rinominato ‘’Rilancio’’- ancora trasmesso per via orale – a pensare che la spesa pubblica possa mantenere tutti: sostituire il fatturato delle imprese e lo stipendio dei lavoratori. Io sarei cauto ad immaginare un sovraccarico ulteriore di spesa pensionistica. Oggi più che una ripartenza del contagio dobbiamo tenere che sia l’economia a non ripartire, perché non è certo che insieme all’offerta riparta anche la domanda. Pensare che basti stampare moneta per tirare avanti è un’illusione. La legge impone di pagare comunque le pensioni e non credo che possa venire il momento in cui manchino le risorse per farlo. Ma tutto quello che abbiamo detto, analizzato, proposto prima della pandemia, oggi è scritto sull’acqua. Veramente siamo al primum vivere. E non è un obiettivo sicuro.
Riforma pensioni: quali misure necessarie in Fase 2?
Quindi, a suo avviso, nella Fase 2 come dovrebbe essere affrontato il capitolo previdenziale? Manteniamo, se ho ben compreso, quota 100 e la rendiamo definitiva come se fosse ‘un ammortizzatore’ sociale, una specie di salvagente per contrastare gli effetti della disoccupazione creata dal Covid 19 e avere un porto sicuro a livello pensionistico per quanti raggiungeranno quota 100 e manteniamo la pensione di anzianità con i requisiti bloccati fono al 2026. Ma a queste misure dovrebbero esserne aggiunte altre o sono sufficienti per il momento e per i denari a disposizione?
A mio avviso, rimane un quadro di tutele sufficientemente adeguato. Non dimentichiamo che oltre alle forme in vigore per il pensionamento, è possibile fare ricorso all’Ape sociale (non sono mai riuscito a capire perché questo strumento non possa essere utilizzato da quanti si ritengono ancora esodati), ad opzione donna e ai benefici previsti, in tema di requisiti per il pensionamento, per il lavoro gravoso e disagiato (una tipologia diversa dal lavoro usurante).
Peraltro se ben ricordo era previsto un esame congiunto per individuare altre categorie in più delle 15 già previste. Se osserviamo le tipologie già riconosciute, riscontriamo esservi tra loro una quota consistente di lavoratori più esposti al contagio; anche se quale integrazione andrebbe predisposta. Per esempio non si capisce – dopo quello che è successo negli ospedali – perché siano tutelati dalla normativa prevista per i lavori gravosi, gli infermieri e le ostetriche e non il personale medico.
Riforma pensioni, i consigli per la ‘ripartenza’
Ha dunque consigli e proposte da dare per la Fase di ‘ripartenza’?
Se mi è consentito consiglierei al sindacalista e al componente del cda INAIL, di valutare con attenzione l’applicazione della normativa antinfortunistica per i contagiati sul lavoro e in itinere. E’ vero che l’azione penale è prevista in caso di responsabilità del datore nel non aver disposto le tutele previste dai protocolli. Sappiamo però che anche gli interventi più scrupolosi non garantiscono dal contrarre il contagio. Il lavoratore non ha a che fare con una macchina (che può essere messa in sicurezza), ma con un virus che viene combattuto con metodi che si affidano empiricamente ai comportamenti delle persone. Non si dimentichi poi che esiste un altro filone di tutela come l’invalidità che può essere determinata anche da una causa generica che renda inabile il lavoratore.
Ringraziamo per la cortese disponibilità il professore Giuliano Cazzola, e ricordiamo a chiunque volesse riprendere parte dell’intervista, trattandosi di esclusiva che é tenuto a citare la fonte
Pensionipertutti.it grazie alla sua informazione seria e puntuale è stato selezionato dal servizio di Google News, se vuoi essere sempre aggiornato sulle nostre ultime notizie seguici tramite GNEWS andando su questa pagina e cliccando il tasto segui.
Premesso che le riforme pensioni da dini, amato, sacconi e qualche suo compagno di merende, piccolo piccolo e meschino, monti-fornero renzi-gentiloni e anche quelle menti che hanno partorito quota 100 attuale e triennale hanno una costante di fondo …..bastonare i lavoratore i precoci … dividerli (perchè differenziare gli anni di contributi tra uomini e donne …. che statisticamente vivono di più …… visto che hanno preso l’aspettativa di vita quale riferimento …. e vediamo a fine anno…) ricordo donne di fatto 42 anni – uomini di fatto 43 … fino al 31.12.2026. Sì lavoratori gravosi ………. invalidi.
Sottolineo che spesso chi è stato costretto ad andare a lavorare a 15-16 anni …….. anni 1970-1980 veniva sotto-pagato in contanti, in ritardo ed in nero e quindi spesso mancano 6-12-18 (e più …. ma allora è colpevole anche chi rimaneva lì) mesi di contributi ……… impossibili …. anche volendo pagarseli …. da recuperare ….. anche avendo i testimoni (gli ex colleghi per esempio). Poi s’imparava e si cercava di migliorare …… quando ho iniziato io c’erano i 35 anni di contributi (minimo) ……
Sarebbe ora che chi sproloquia di pensioni …….. prima di parlare presenti il suo conto previdenziale ….. dove siano evidenziati i contributi pagati …….. e quelli “figurativi” e da chi sono stati pagati.
Questo in particolar modo per senatori (semplici e a vita), deputati, consiglieri regionali e/provinciali o ex, ministri o ex-ministri, sindacalisti, giornalisti e sarebbe ora che le figure sopra elencate percepissero la pensione o vitalizio con minimo 43 anni di contributi o a 67 anni di età (e non a 60 anni come ora)
Una delle strade più sensate percorse negli ultimi anni in tema pensionistico, è l’Ape social. Esso costituisce un vero scivolo per chi è in difficoltà. Vorrei vedere chi è che si riesce a collocare dopo i 60 anni. Inoltre accumulare 30 anni di contributi nel privato, di questi tempi è cosa alquanto ardua. Spero la stabilizzino e la ammorbidiscano di qualche anno. Quota 100 invece favorisce anche chi ha un comodo lavoro sotto casa e semmai statale. Una disparità vergognosa.
L’APE social è stata concepita malissimo perché prevedendo un tetto massimo di importo penalizza chi ha versato più contributi che in moltissimi casi va a percepire lo stesso importo di chi ha versato meno …. sbagliatissima
Devono fare 41 per tutti ! Non chiediamo un regalo , non sono 35 come anni fa !!!!!!
Buonasera a tutti ma perche questa gente non provano loro andare a lavoro finalmente 67 anni dalla mattina alla sera loro sono abituati al benessere e non capiscano niente dei sacrifici loro sono abituati con le macchine dello stato colazione al mattino ma noi non sappiamo cosa vuol dire fare colazione quindi secondo me ci vuole in Italia qualcuno che a le palle,non hanno capito che lavoro non ce se non mandi in pensione a i vecchi così i giovani non si possono comprare niente perché senza lavoro quindi le economia e ferma e non le vostre caxx
Il Signor Salvini, nel proporre prima e legiferare quota 100, da buon mantenuto politico forse ancora iscritto alle liste di collocamento, ha dimenticato e non meraviglia la grande illusione/delusione degli statali. Lo Stato non ha mai e continua, accantonato per ciascun dipendente la quota tfr. Lo statino non evidenzia come il privato. Morale? L’INPS non è in grado di comunicarlo ai pensionati statali, i quali riceveranno la buona uscita, una volta compiuti 67 anni di età. Decisione presa dal Governo Letta e mai revocata dai successivi.
OPZIONE DONNA deve rimanere ed essere prorogata possibilmente fino al 2023
Credo sia più che doveroso prorogare l’opzione donna almeno fino al 2023 magari abbassando la percentuale di decurtazione ad un massimo del 10/15%.
Molte donne potrebbero usurfruirne con più facilità. La decurtazione adesso è troppo alta per permettere alle donne di lasciare il lavoro in anticipo.
Cordiali saluti
Condivido quanto scritto dal l’On. Giuliano Cassola che quota 100 già legge alla quale abbiamo fatto affidamento e sempre assicurato e dichiarato che rimarrà, deve rimanere e così come è fino al 2021 compreso (altrimenti senza pensione e senza lavoro, senza reddito per vivere), e di prolungare anche altre forme pensionistiche.
Ma possibile che dobbiamo ancora sentire il Sig cazzola ha difeso la fornero fino allo sfinimento..e tornato suoi passi dicendo che la quota 100 e una buona riforma quando prima diceva di eliminarla sono persone che secondo me hanno fatto il.loro tempo basta sentire consigli da gente che dei pensionati non gli frega niente.. La quota 41 e unica riforma da fare oppure dare la possibilità di usufruire della quota 100 anche ai precoci senza limite d’età.. Ma di questo non ne parla nessuno non vogliono migliorare le cose le vogliono solo complicare altrimenti loro non hanno senso di esistere.. Tante promesse tante illusioni ma chi si è spaccato la schiena per /40/41/42 anni e ancora qui che aspetta…
Cazzola si preoccupa dei medici ma non parla degli OSS , in Francia è considerato lavoro usurante e vanno in pensione c a 10 anni prima e lavorano 28 ore settimanali e non 36 come da noi. Siamo indietro. Bisogna mettere un tetto alle pensioni, c’è chi sopravvive e chi arriva a 6 dico sei trattamenti pensionistici. Vergogna siamo fermi al medioevo!
Io ho 58 anni e a settembre 38 anni di contenuti, dovrei andare in pensione, se tutto va bene tra 5 anni… Follia pura! 41 anni di contributi devono essere sufficienti, non oltre! Basta!