Riforma pensioni e fisco: su flat tax e Quota 41 Italia poco credibile, parla Perfetto

In molti si stanno interrogando su quali promesse fatte dalla coalizione di centrodestra in campagna elettorale vedranno poi realmente la luce. Sul sito due sono i temi cardine su cui si tende a fare il punto e che scaldano maggiormente gli animi: pensioni e tasse. Alcuni prendono a riferimento il nostro esperto previdenziale il Dott. Claudio Maria Perfetto che mai nega un confronto diretto con i lettori e tende sempre a rispondere con minuzia di particolari e ad aprire a nuove riflessioni.

Di seguito la domanda di Luigi uno dei nostri lettori fidelizzati che facendo alcune considerazioni di raffronto tra Italia ed altri Paesi, come la Germania, chiede lumi proprio al nostro esperto, da questo dialogo virtuale é emersa una considerazione su tutte da parte del nostro esperto: La differenza dell’Italia rispetto ad altri Paesi è che le proposte che fanno i leader politici sono a priori poco credibili, dunque l’Italia di rimando diventa un paese poco credibile agli occhi dell’Europa che mal accoglie le varie ‘uscite’ pubbliche. Ecco le considerazioni emerse post domanda di Luigi.

Riforma pensioni e abbattimento tasse: perché non otteniamo mai nulla?

Così scrive Luigi: “Ma una volta per tutte fatemi capire perché anche altri paesi hanno un debito pubblico spaventoso nonostante ciò possono accedere alla pensione con età anagrafiche inferiori alle nostre? Tutti a impartire lezioni: la Germania l’Unione Europea ora Confindustria ma basta sottostare a tutti perché di questo passo in base a questi ragionamenti qualora dovesse alzarsi il debito mandiamo in pensione al raggiungimento degli ottant’anni?

Credo che si possa mettere tutti d’accordo con una quota 63 e 41 che sommati fanno 104 non è forse la cosa migliore rispetto a 104 -38? Aspetto cortesemente una risposta dai gestori del sito (Dott. Perfetto?) perché potrebbe essere interessante il dibattito a quello che ho esposto. Grazie a prescindere per le informazioni”.

Riforma pensioni e fisco, Perfetto Su Quota 41 e Flat tax: l’Italia non è credibile

Così il Dott. Perfetto:Sig. Luigi, il problema che ha l’Italia si chiama “credibilità”.

L’Italia non è un Paese credibile. Non è credibile, per esempio, quando afferma di voler applicare la flat tax.

Più volte i costituzionalisti hanno spiegato perché non è possibile applicare la flat tax, e l’hanno spiegato richiamando l’Articolo 53 della Costituzione italiana che recita così: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.

La flat tax è “flat” cioè è “piatta”, e quindi non è “progressiva”. La flat tax va contro la Costituzione italiana; la flat tax è anticostituzionale.

Si vuole applicare la flat tax? Lo si potrebbe fare, perché no? Ma prima occorre modificare la Costituzione italiana.

L’Italia, di nuovo, non è un Paese credibile. Non è credibile, per esempio, quando afferma di voler realizzare Quota 41 a prescindere dall’età anagrafica.

Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si dice che “Il Piano risponde a gran parte delle CSR 2019 non ancora soddisfatte” (pag. 27) (https://www.governo.it/sites/governo.it/files/PNRR.pdf).

Una delle CSR (Country Specific Recommendations) per l’Italia è la seguente: “si richiede di attuare pienamente le passate riforme pensionistiche al fine di ridurre il peso delle pensioni di vecchiaia nella spesa pubblica e creare margini per altra spesa sociale e spesa pubblica favorevole alla crescita”. In altre parole, il Consiglio europeo richiede di attuare pienamente la Riforma Fornero, e la “Quota 41 a prescindere dall’età anagrafica” non è contemplata dalla Riforma Fornero.

Si vuole applicare la Quota 41 a prescindere dall’età anagrafica? Lo si potrebbe fare, perché no? Ma prima occorre modificare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Anche la formula “63 e 41” (come proposta da lei) troverebbe difficoltà ad affermarsi presso l’Unione europea. Qui non si tratta solo di debito pubblico, di spesa pensionistica e di quant’altro. Qui si tratta di “credibilità”, che è il fondamento di ogni cosa.

La prima cosa, in assoluto, che l’Italia dovrebbe fare è questa: rendersi credibile agli occhi dei Paesi partner europei”.

Cosa ne pensate delle considerazioni di Luigi e della risposta fornita dal Dott. Perfetto? Credete anche voi che l’Italia abbia perso prima di tutto di credibilità e fatichi per questo a veder realizzate le proprie proposte? Fatecelo sapere nell’apposita sezione commenti del sito.

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35 commenti su “Riforma pensioni e fisco: su flat tax e Quota 41 Italia poco credibile, parla Perfetto”

  1. Noi che sono piu di 40 anni che lavoriamo, versiamo contributi, facciamo mutui rimborsati con sacrifici tra spese familiari e manutenzione della casa ci troviamo a essere additati come parassiti. Fornero ci mandera’ in pensione a 67 anni quando alla spicciola qualcuno avra’ sede lagale al composanto.

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  2. Buongiorno Alfredo.

    I tempi attuali per l’ennesima volta porteranno l’UE a fare i conti con una recessione mentre, purtroppo, in casa nostra questi concluderanno che le richieste sindacali non saranno prese in carico entro l’anno da alcun governo, qualunque esso sia.
    Inutile che il governo italiano sia di stampo politico quando in Europa lo è necessariamente di carattere tecnico.
    L’uscita con 41 anni di contributi o con 62 anni di età non vedrà la luce se non più in la e se non con l’accettazione del tutto contributivo.
    Quanto ciò accadesse, suppongo, lo si avrà anche con il termine di opzione donna che dovrà anch’essa, necessariamente, allinearsi ai 41 anni di versamenti.
    A Confindustria resterà il ricorso ancor più massiccio ad anni di cassa integrazione e di Naspi (e lo sostengo per esperienza diretta) due mezzi coi quali il sistema industriale smonta e smonterà il “blocco dei quarantunisti” da loro ritenuti industrialmente in esubero.
    Questo a ben pensarci e guardandosi un poco attorno è e resterà il solo grimaldello per portare questa parte dei lavoratori a maturare la pensione anticipata con costi in carico allo Stato meno importanti di quanto lo sarebbero attraverso l’agognato pensionamento.
    Saluti

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  3. Abbiamo la più bella costituzione del mondo … dicono!
    Ma poi quella che conta è la “non costituzione” che vige e che ci è imposta in Europa da dei non eletti della commissione.

    Andiamo avanti così, con queste continue crisi (sono più di 10 anni ormai) e vedremo emergere sempre più tutte le contraddizioni del voler essere forzatamente “31 Stati Uniti” troppo diversi tra loro.
    Stati che chiederanno nel tempo di andare ciascuno per la propria strada fino alla morte dell’Europa unita attuale.
    Non per niente l’Euro è stato creato in questo modo, con questi meccanismi, col non poter essere nei fatti una moneta sovrana, perché altrimenti chi lo ha pensato già immaginava che non sarebbe sopravvissuta.
    Andiamo avanti così e le persone rigetteranno sempre più i “governi sovrannazionali necessari alla globalizzazione” per il ritorno alle nazioni.

    Che dire poi della guerra in corso, dei suoi effetti, qualora dovesse protrarsi ancora nel tempo … anche questo avrà un forte peso in questo possibile disgregarsi europeo.
    Altro che pensioni e credibilità dello Stato italiano.
    La stessa frase contenuta nell’articolo, quella di: “rendersi credibile agli occhi dei Paesi partner europei” la dice lunga su quello che è al momento questa Europa … “PARTNERS” che di europeo non hanno nulla.
    Saluti.

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    • Condivido pienamente il ragionamento, per l’uscita dal mondo del lavoro l’Italia non adotterà alcuna soluzione o riforma fino alla scadenza naturale del 2026 della legge Fornero.

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  4. Che centra la credibilità con le pensioni? Centra eccome che centra.
    Nel 2019 l’OCSE ha pubblicato una ricerca che riguardava la “fuga dei cervelli” dall’Italia, non sembrerà ma centra. In realtà in tutto il mondo non tutti i “cervelli” rimangono in patria ma il mercato delle competenze elevate , come gli altri mercati economici è fatto di entrate ed uscite. In Italia no, praticamente solo uscite. Siamo confrontabili solo con Grecia, Messico e Turchia, una specie di D4 (down four). Ora le competenze elevate, la qualità e la quantità della ricerca sono direttamente correlate con la salute economica degli stati e, chiaramente, dei soggetti pubblici e privati in essi residenti. Se la stessa spesa delle pensioni o del welfare in generale avesse alle spalle fondamentali economici quantitativamente maggiori, un pil più elevato, un deficit/pil minore, un tasso di occupazione maggiore e di più alta qualificazione ecc., nessuno avrebbe niente da dire in generale e su quota 41 in particolare semplicemente perchè sarebbe sostenibile senza intaccare, dice l’UE, risorse per elementi più produttivi. Visto Che l’ottimo Bonomi, ottimo per le preoccupazioni ma non per la sbrigatività dell’analisi e delle soluzioni, vuole migliorare il quadro economico del paese e con lui la UE, inizino a fare azioni concrete per rendere il nostro “bel paese”, della consistenza dell’omonimo formaggio, un paese più attraente per le alte qualifiche, per i cervelli ecc. Poi ci saranno soldi per tutto, per gli investimenti produttivi, per la scuola, per la sanità, per le pensioni, tutti settori dove alcuni soggetti, per i meravigliosi meccanismi assicurativi a ripartizione, ricevono di più di quanto versato e senza malefici ma a complessivo beneficio del nostro caotico ma deterministico sistema. Spesso la casa si giudica per la parte epigea ma anche le fondamenta hanno notevole importanza.

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  5. E questo non si può fare e l’altro è anticostituzionale e quell’altro ancora è contrario al PNRR , allora che decisione possono prendere questi poveri eletti ,al governo?
    Diamogli il tempo che serve e se non mantengono ciò che hanno promesso in fase elettorale perderanno credibilità e dureranno poco.
    Anch’io sono del parere che sarà molto dura mantenere ciò che hanno detto in fase elettorale però penso che una modifica della legge fornero si possa fare mi basterebbe togliere l’ingiusta finestra dei tre mesi tanto per dare un segnale che qualcosa si fa anche per noi comuni mortali.

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  6. Si, adesso cominciamo a fare le guerre tra poveri, noi che non andiamo in pensione contro i “privilegiati” che se la “godono da trenta o quarant’anni”.
    Mentre i soldi per calciatori e subrettine televisive (sono gentile) ci sono sempre.
    Di noi lavoratori e pensionati i cialtroni della politica si ricordano solo quando c’è da chiedere voti…e i gonzi vanno a votare come tante pecore al mecello, giacché godono a venire illusi.
    Ma l’astensionismo continua a crescere…

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  7. Mi ricorda lo sciagurato “ce lo chiede l’Europa” di Monti, il mandante della Fornero.
    Quindi adesso chi si impegna per rimediare ad una insostenibile ingiustizia (chi ha sempre lavorato e pagato le tasse deve continuare a lavorare e pagare le tasse fino al ricovero in ospizio) sarebbe poco credibile ed un nemico della Costituzione?
    In passato ho letto contributi migliori su queste pagine.

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    • Vede, sig. Andrea, se “l’Europa ce lo chiede” è perché l’Italia si è impegnata a rispettare i trattati, i patti che sono stati stipulati tra i Paesi aderenti all’Unione Europea.

      Tra questi patti figurano gli impegni di ridurre il debito pubblico e la spesa pubblica a valori ritenuti “accettabili”. Ma ciò non vuol dire che non possano essere rivisti a livello collegiale per poterli rendere più “flessibili” – cosa che peraltro è già avvenuto sospendendo temporaneamente il Patto di Stabilità e di Crescita per far fronte all’emergenza indotta dalla pandemia.

      Poiché la spesa pensionistica è la voce maggiore della spesa pubblica (seguita subito dopo dalla spesa sanitaria) ecco che prende forma la Riforma Fornero, la quale tende a frenare (per così dire) l’aumento progressivo della spesa pensionistica, e quindi della spesa pubblica.

      Quale ingiustizia lei ravvede nella Riforma Fornero? È ingiusta perché limita la giusta libertà di scelta del lavoratore nel decidere quando ritirarsi dal lavoro? È ingiusta perché dopo 41 anni di lavoro è giusto andare in pensione? È ingiusta perché è una Riforma Previdenziale che “ce lo chiede l’Europa”, mentre sarebbe invece giusto che la Riforma Previdenziale fosse quella richiesta dagli italiani?

      No. La Riforma Fornero non è ingiusta: è la riforma giusta per mantenere in ordine i conti pubblici (pensando, però, principalmente alla spesa pubblica).

      Mantenendo la Riforma Fornero, la strada che stiamo percorrendo è proprio quella indicata da lei, sig. Andrea: “chi ha sempre lavorato e pagato le tasse deve continuare a lavorare e pagare le tasse fino al ricovero in ospizio”. Questo perché accade? Perché sono sempre meno le nascite, sempre meno i giovani che si inseriscono nel mondo del lavoro, sempre più precario il lavoro dei giovani, sempre meno contributi versati dai lavoratori giovani per finanziare le nuove pensioni dei lavoratori anziani.

      Adesso, chi si impegna a rimediare (non già ad una ingiustizia) ma con un’inversione di percorso deve poterlo fare rispettando la segnaletica stradale, senza fare pericolose inversioni ad “U” o addirittura andare contromano.

      Sig. Andrea, c’è un modo per superare la Riforma Fornero senza violare la Costituzione. Anzi, rispettando proprio la Costituzione, l’Articolo 1: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”.

      L’Articolo 1 della Costituzione italiana, che riguarda l’Italia (non già l’Europa) e il lavoro (di chi ce l’ha, ma soprattutto per chi non ce l’ha) viene spesso trascurato, anche quando si parla di pensioni, che proprio sul lavoro si fondano.

      Ecco cosa potrebbe (e dovrebbe) fare chi si appresta a governare: rispettare l’Articolo 1 della Costituzione italiana. Quando c’è il lavoro, tutto il resto ne deriva come naturale conseguenza. Pensioni comprese.

      Il vero problema che il nuovo Governo dovrà affrontare è proprio questo: come creare nuovo lavoro.

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  8. Penso che ci stiamo rassegnando un po’ troppo. Dovremmo far sentire la nostra voce non dimenticarci che siamo i ragazzi degli anni ’70. Qualche manifestazione in più non farebbe male, magari coinvolgendo anche i sindacati(e qua la trovo dura) anche se ormai anche loro fanno parte della CASTA.

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  9. Io continuo a ritenere che la vera emergenza sia la crescente povertà.
    Vista la situazione geopolitica diventerà un problema gravissimo.
    Chi ha il lavoro se lo tenga stretto.
    Le priorità sono altre. Se riforniamo la Fornero nell’ottica di diminuire la povertà ok. Ovviamente con le pensioni anticipate per i disoccupati. Vorrei che tutti si rendessero conto della situazione che stiamo vivendo.
    Trovare lavoro è difficile per un giovane e impossibile per un anziano. Cerchiamo di stare con i piedi per terra e aiutiamo chi ne abbia veramente bisogno.

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  10. Mi aspetto che il Sig. Luigi chiarisca il suo concetto di quota 63-41. E’ una quota a tutti gli effetti con entrambi i paletti da raggiungere ? In tal caso non è molto diversa da quota 100 o 102. Se un lavoratore ha già 41 anni di contributi ma solo 61 anni di età deve attendere di raggiungere i 63 ? Quindi andrebbe in pensione con 63-43 ? Cosa cambia rispetto alla Fornero per quel lavoratore ?

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    • mi sorprende che luigi te lo debba spiegare; sicuramente lo farà anche lui e lo faccio anch’io; intanto c’è un denominatore comune in 63 e 41 e cioè noi famosi inc. del 1960 non verremmo per la 3° volta inc.; perchè con quota 100 hanno chiuso a quelli del 1959; con quota 102 sono tornati indietro a quelli del 1958; quella sarebbe una quota 104 con i 63 anni; ce la concederanno? figurati ; magari abbassano a 103 con i 65 anni però; oppure la concedono con opzione tutti cioè tutto contributivo; riassumendo……………………..stendiamo un velo pietoso; saluti a te e ai gestori del sito

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  11. In primo in questo sito si parla di pensioni e non di flat tax di cui non entro nemmeno nel merito, a scuola mi avrebbero detto sei andato fuori tema.
    In secondo non parliamo di credibilità verso i partner Europei, specialmente in questo momento dove ognuno sta andando per conto suo, il PNRR si deve modificare? SI sono cambiati gli scenari, Pandemia, Guerra e crisi energetica non potevano essere previsti quando la Legge Fornero è entrata in vigore. Se c’è la volontà tutto si può fare.
    Se a “casa mia” nel 2012 ho fatto delle scelte oggi le posso cambiare senza perdere “CREDIBILITÀ”. Anzi solo i cretini non cambiano mai idea e una legge che ha generato da subito esodati, e poi disoccupati non liberando posti di lavoro, nuovi poveri il misto e il contributivo hanno abbassato il potere acquisto, e tanti malcontenti, e deve essere cambiata, perché lo vogliono gli ITALIANI. Sono anni che si promette di riformare la legge Fornero ed è sempre lì. Promesse elettorali che non hanno mai voltato pagina, con quote che hanno accontentato pochi e fatto incazzare tanti,
    opzione donna che solo chi aveva stipendi alti a potuto permettersi di sfruttare. Chiedetevi poi perché la gente non va a votare, perché su questo argomento non
    è mai cambiato nulla, perché non è il momento, perché l Europa non vuole, perché ci sono cose più urgenti, perché non ci sono soldi, c’è sempre un perchè, lo si sapeva, e mi rivolgo a chi sarà al Governo fra pochi giorni, anche mesi fa la situazione che si era e che sarebbe stata. La credibilità la deve dare la classe politica a noi elettori, non importa se si va contro l Europa, tanto mi sembra che ogni Stato guarda solo al suo orticello. LA SIG.RA MELONI ha detto io ci metto la faccia, vedremo. E non parlo della “41 per tutti” di Salvini, ma di una modifica che fin da subito faccia capire che la Legge Fornero va superata, come ho scritto in tanti altri miei post subito non serve fare chissà quali GRANDI manovre ma serve dare un segnale forte agli elettori che dia la percezione che c’è la volontà di cambiare c’è. Prorogare solo quello che è già in essere o addirittura tornare alla Fornero piena, per aspettare tempi migliori, sarebbe per l ennesima volta voglia di non cambiare. Allora mi rifaccio a quanto sopra ha ragione chi non vota più da anni … TANTO NON CAMBIA NULLA

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    • Dal momento che abbiamo parlato più volte del programma di centro destra in cui non rientra solo il capitolo pensioni , ma anche la flat tax francamente non vedo il fuori tema, ma anzi un gran bel ragionamento che lega i due filoni. Buona serata

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    • E’ vero come dice lei che gli scenari sono cambiati oggi rispetto a quando è nata la Fornero, ma i 200 miliardi del PNRR sono arrivati solo a determinate condizioni, giusto per contrastare gli effetti negativi della pandemia. La guerra e la crisi energetica erano ancora a divenire quando l’Europa ha deciso di elargire quella somma all’Italia e queste due nuove emergenze sono semmai delle aggravanti per il sistema Italia. Quindi i soldi del PNRR li usiamo per le pensioni o per rimettere in piedi il paese ? Non credo che la scelta sia difficile. Sig. Mauro 62, Draghi ha detto una frase che condivido: “I governi passano, lo Stato resta”. C’è da salvare lo Stato nella sua interezza, i singoli cittadini vengono dopo. Il nostro problema è che tutti i nostri governanti, passati, attuali e futuri, questo Stato se lo sono già spolpato da un pezzo. Si ricorderà certamente anche lei che il prossimo governo sarà composto esattamente dagli stessi partiti che hanno portato il paese al quasi default del 2011, quella stessa crisi economica e finanziaria che ha causato la nascita della legge Fornero. Ebbene, si tenga forte, li abbiamo rivotati. Non c’è bisogno che qualcuno ci fustighi, sappiamo infliggerci il flagello da soli. Le ricordo che la Grecia per rimettersi in piedi e pagare i propri debiti, ha tagliato tutte le pensioni, anche quelle acquisite da anni, del 30 %. Se dovesse succedere anche in Italia, capirà troppo tardi che una nuova riforma delle pensioni era solo un’ insignificante quisquilia.

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    • Sig. Mauro 62, per approdare ad una nuova Riforma Previdenziale, occorre convincere i nostri partner europei che il superamento della Riforma Fornero (la cui piena attuazione è invece fortemente raccomandata dal Consiglio europeo) è necessaria per favorire l’occupazione (attraverso il ricambio generazionale), la crescita economica (attraverso l’impiego di forza lavoro più elastica, più orientata alle tecnologie digitali e soprattutto con maggiore propensione al consumo) e la riduzione del debito pubblico (attraverso maggiori entrate derivanti dalla maggiore produzione indotta da maggiori consumi).

      L’Italia ha ceduto la propria sovranità monetaria all’Europa (l’Italia non è emettitrice dell’euro ma utilizzatrice, al pari livello delle famiglie) e quindi l’Italia dipende economicamente dalla Banca Centrale Europea per ricevere euro (vedi, per esempio, gli acquisti di titoli di Stato italiani da partre della BCE), nonché dall’Unione Europea stessa (vedi per esempio i fondi erogati all’Italia per il PNRR). Pertanto, l’Europa conta, e non si può andare contro l’Europa.

      Se riflettiamo bene, ci accorgiamo che il Centrodestra di fatto sta andando alla ricerca di come accreditarsi presso l’Europa. È circolato, per esempio, per il Ministero dell’Economia il nome di Fabio Panetta, persona non schierata con alcun partito politico, di alto profilo istituzionale a livello europeo, membro del comitato esecutivo della BCE.

      Ora, chiunque andrà al Ministero dell’Economia, non farà mai la flat tax, né quella al 23% né tantomeno quella al 15%. Infatti la flat tax equivarrebbe soprattutto ad abbassare le tasse ai ricchi, e alla luce di quanto è accaduto in Gran Bretagna (dove il Primo Ministro britannico Liz Truss, intenzionata ad abbassare le tasse ai ricchi, è dovuta ritornare sui propri passi, perché i mercati non hanno apprezzato l’idea) chiunque andrà al Ministero dell’Economia accantonerà sicuramente l’idea della flat tax.

      L’idea della flat tax mina fortemente la credibilità di un Governo nel ridurre il debito pubblico: chiunque può rendersi conto che con minori tasse non si può ridurre il debito pubblico (anzi, al contrario, lo si aumenta). E la riduzione del debito pubblico è un input che l’Europa dà all’Italia.

      Senza credibilità, non si può fare la Riforma Previdenziale che piace agli italiani, ma si può solo fare la Riforma Previdenziale che piace all’Europa, ed è la Riforma Fornero.

      Perciò, come può vedere, sig. Mauro 60, il legame tra flat tax, pensioni e superamento della Riforma Fornero c’è. Ed è anche piuttosto stretto (da come la vedo io).

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    • parole sacrosante le tue; però io dò ragione al dott. Perfetto; la credibilità dei nostri politici …………………………………………..lasciamola perdere; pensano solo ai loro interessi; avete dato il voto alla meloni? sulle pensioni è stata di una genericità unica, come dire: non faremo nulla; anzi, errore, faranno di peggio: opzione tutti con i 63 anni: passeremo alla storia come i più inc. noi del 1960; ma c’è stato anche di molto peggio; cosa fare: tirare a campare, vivere fino a 100 anni e magari veder schiattare qualcuno che ci vuole male; saluti a te e ai gestori del sito

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  12. Come al solito ci sono i Soldi per tutti per tutto .Ma per i Futuri Pensionati chissà come mai non ce mai nulla, abbiamo capito dovremo andare in Pensione dopo 43 anni di contributi, qualsiasi altra uscita avrà delle penalizzazioni ,purtroppo nel nostro Paese chi deve avere dovrà sempre dare ..La cosa che fa male che nessuno parli delle Pensioni d’Oro da € 30,000
    al Mese, ma scusate dove vuole andare questo Paese di Sprechi…

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  13. Buongiorno Erica prendo il” fidelizzato” come un complimento, anche se rimane un termine opinabile in quanto letto a trecentosessanta gradi potrebbe essere interpretato estremizzando il concetto una coercizione, in questo caso corrisponde al vero in quanto fedele al vostro sito sempre sopra le parti, educati nel rispondere ai quesiti posti, quindi applicabile anche ai gestori del sito in quanto rappresenta oggettivamente e indirettamente la vostra bravura nell’aver catturato la mia attenzione e quella di tanti altri lettori. Ultimo pensiero rivolto a tutti ed è questo: a prescindere dai vari conflitti in primis l’aberrante guerra in Ucraina alle soglie del 2023 ho la presunzione di pensare che una vera riforma pensionistica non si sarebbe attuata a prescindere per varie dinamiche politiche spesso in contrasto altre volte correlate. Ps. Sintassi quella sconosciuta chiedo venia.

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  14. La verità è che la credibilità l’hanno persa i politici ed i sindacati- i primi perché continuano a fare gli illusionisti per accaparrarsi i voti ed una volta saliti sul trono parlamentare se ne strafregano di tutto e tutti, tranne che delle loro tasche strapiene e della loro futura pensione con 5 anni di legislatura-i secondi perché schiavi delle forze politiche al punto di non avere più il coraggio di scendere in piazza in maniera incisiva , per schierarsi a fianco degli infinocchiati lavoratori che oramai sono carne da cannone da spolpare, condannati a trascinarsi fino ai 67 anni per pagare la pensione ai privilegiati che se la godono da 30-40 anni alla faccia degli schiavi del nostro tempo che devono cantare e portare la croce sulle spalle- mi chiedo quando finirà questo sperpetuo per noi miseri lavoratori e quando finirà la manna piovuta dal cielo per politici, sindacalisti e pensionati di serie A degli anni addietro- questi pagliacci hanno la soluzione sul tavolo e non ne approfittano- che ci vuole a prendere lo studio Utp e trasformarlo in legge ? La verità è che non vogliono fare nulla , nell’ottica ormai sperimentata che noi lavoratori dobbiamo soffrire fino all’uscita definitiva dal lavoro con i piedi avanti…..amen- un saluto ai gestori del sito ed ai compagni di sventura e di pensiero.

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  15. Carlo cl1960
    Il problema è: quota 41 è stata “sbandierata” solo da Salvini e, purtroppo, MAI dalla Meloni, del ché quota 41 NON SI FARA’.
    Una cosa però è certa: non è pensabile che per il 2023 sul tema pensioni non si intervenga in alcun modo. Poi, se faranno solo una banale ed inutile (OLTRE CHE IRRITANTE) proroga dell’attuale quota 102, penalizzando per l’ennesima volta i nati nel 60 con gIà 42 anni di contribuzione, favorendo invece chi ha 4 anni in meno di contributi, facciano pure, è possibile che sia così.
    Si trincereranno dietro alla attuale situazione generale, dicendoci che “al momento non è possibile fare interventi diversi”.
    Ma se invece la Sig.ra Meloni fosse così scaltra e lungimirante (essendo donna è possibile), potrebbe invece dire:

    “Nel 2023 non è possibile attuare una quota 41 estesa, MA, dal 2023 possiamo però partorire una quota 42 estesa, dal momento che si accorcerebbe la Fornero di SOLI 10 mesi”. Poi chi vorrà aspettare altri 10 mesi, “nulla quaestio”. Quindi nulla di estremamente sovversivo rispetto ai “desiderata” della UE.

    Probabilmente in questo caso per la lobby EUROPA, sarebbe certamente più “digeribile”, anche perché le giustificazioni ed i benefici da addurre sono enormi, importanti e NON smentibili dalla UE:
    – creazione di nuovi posti di lavoro per i nostri giovani (E SAREBBE ORA !!!!!!), con relative positive conseguenze (nuovo impulso all’economia, natalità ecc.)
    – esponenzialmente minori costi per le aziende (contratti di formazione a costi ben diversi rispetto ad un anziano di 63-64 anni e maggiore capacità di spesa pro-capite, minore ricorso ad assistenza a carico Inps, ecce…. ecce….);
    – costo contenuto a carico dell’Inps rispetto ad altre forme di previdenza ed assistenza
    – Maggiore equità nei confronti di chi ha più contributi rispetto a chi magari ha un anno in più ma 2 anni in meno di contribuzione.

    Questa ipotesi forse accontenterebbe più o meno tutti, aggiungendo alla riforma anche la riduzione della FOLLE, FOLLE, FOLLE, soglia di vecchiaia dei 67 anni, almeno a 66.

    Non credo che possiamo aspettarci di meglio, anzi ………
    Questo sarebbe un giusto compromesso in una situazione come quella attuale.
    Come pensate ne uscirebbe la Sig.ra Meloni (ma anche lo stesso Salvini) con questa riforma ??
    A mio avviso fortemente rafforzata, dimostrando di avere quanto meno attenzione al problema.

    MAGARI CI FOSSE QUALCUNO A PROPORLO !!
    Un cordiale saluto a tutti.
    carlo cl 1960

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    • Condivido. Sarebbe un segnale di sensibilità importante. 10 mesi in meno per tutti rispetto la riforma Fornero dopo 10 anni, direi che si potrebbe attuare fin da subito.

      Rispondi
    • Carlo, facciamo un ipotesi: quota 105 con 63 anni e 42 di contributi; ci aggiungiamo 3 anni alla situazione attuale; qual’è il problema? per l’Unione Europea questa soluzione non gli va bene e sai perchè? non perchè hai alzato di 4 anni rispetto a quota 102, ma perchè hai abbassato di 1 anno rispetto a 64 anni; o magari te la concedono ma tutto contributivo; hai capito allora? e la Meloni cosa dice? opzione tutti con i 63 anni? cioè ti rubano gli anni di retributivo che tu hai; oppure legge Fornero ; e magari ti dicono anche aumentiamo gli anni dal 2023 visto il debito pubblico, la guerra e la crisi energetica; vedrai cosa ti combineranno adesso; saluti a te e ai gestori del sito

      Rispondi
  16. Buongiorno, prendendo spunto da quanto scritto mi pare di capire che l’Italia, o meglio i politici italiani, sono poco credibili e debbo dire che in parte mi riconosco, sono sempre tante le promesse che vengono fatte in campagna elettorale e che puntualmente non vengono mantenute.
    Cio’ detto, scrive anche che il Consiglio europeo ci chiede di attuare pienamente la Riforma Fornero. A questo proposito mi sorge una domanda: la riforma Fornero prevede un inalzamento degli anni di lavoro in funzione della speranza di vita. Orbene non sarebbe sufficiente ricalcolare tale dato in funzione di quanto avvenuto in questi due anni per ridurre immediatamente gli anni contributi di circa 2 anni? questo credo che rientrerebbe a pieno titolo oppure anche su questo il Consiglio europeo avrebbe da dire? Poi togliamo i 3 mesi di finestre che nulla anno a che vedere con la riforma fornero. Ecco che così facendo ci avviciniamo a quota 41.

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  17. Credo che dobbiamo metterci animo in pace e perlomeno attendere il 24/10 (?) la lista dei ministri e il loro insediamento; credo che ormai fino ad allora nessuno rilascerà dichiarazioni su questi argomenti!

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  18. “si richiede di attuare pienamente le passate riforme pensionistiche al fine di ridurre il peso delle pensioni di vecchiaia nella spesa pubblica e creare margini per altra spesa sociale e spesa pubblica favorevole alla crescita”.
    Quindi facciamo lavorare-pagare i vecchi per CREARE MARGINI per altre spese………… ma che bene……….. e magari facciamoli morire prema di dargli la pensione così ci restano ancora più MARGINI da spendere in cose più utili (vedi reddito di cittadinanza, ecc. ecc.).
    Mi chiedo i MARGINI non li possiamo andare a prendere da qualche altra parte……. o devono dare sempre quelli che hanna già dato??????

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  19. Quindi, i due punti qualificanti del programma elettorale della seconda forza del cdx, sono incostituzionali o incongruenti col PNRR. Sorpresa, direi quasi…incredibile!
    Pertanto, asetticamente ed imparzialmente, chi ha votato il Carroccio, come andrebbe definito? E, prima ancora, chi ha avanzato tali proposte programmatiche agli elettori, quale qualifica si meriterebbe, politicamente parlando?…Ultimamente ho problemi col vocabolario…e me ne dispiaccio!

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  20. Purtroppo le cose dette in campagna elettorale sono come il vento e la gente non vuole capirlo.La realtà e’ un’altra,se non si rinuncia a qualcosa non ci sarà mai la flessibilità che la gente vuole.Chi continua a promettere lo fa perché trova sempre qualche pollo che ci crede.

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    • Rinunciare a qualcosa? Ottimo! Abolizione del reddito di cittadinanza e quei soldi, già messi a bilancio fino al ’28 trasferirli ad un altro capitolo di spesa… le pensioni!

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