Riforma pensioni e lavoro: quali prospettive per il 2022/23? Perfetto in esclusiva
Quali potrebbero essere le azioni da avviare nel 2022 riguardo a pensioni e lavoro per il 2023? Questa l’interessante domanda a cui cerca di dare risposta l’elaborato, che per lunghezza divideremo in due parti, redatto in esclusiva per il nostro sito dal Dott. Claudio Maria Perfetto, esperto previdenziale nonché economista. Egli sostiene che Se oggi ci troviamo al punto in cui siamo, con la difficoltà di approdare ad una Riforma Pensioni più vicina alle aspettative dei lavoratori, dobbiamo risalire al punto da cui siamo partiti: dall’idea che economie simili traggono beneficio da una moneta unica. Essendo i Paesi aderenti all’area euro economie dissimili tra loro, sono stati fissati criteri di convergenza in modo che tali economie si avvicinino sempre più tra loro. Col Patto di Stabilità e di Crescita sono stati fissati i parametri per la convergenza. Tra questi parametri è presente il rapporto debito pubblico/PIL non superiore al 60%. Ecco che il parametro debito pubblico diviene uno dei riferimenti principali per l’attuazione di Riforme, soprattutto in materia pensionistica. Poiché per ridurre il debito pubblico occorre ridurre la spesa pubblica, e poiché la maggiore voce di spesa pubblica è la spesa pensionistica, ne consegue che occorre ridurre la spesa per pensioni.
In realtà ci sono altri motivi per procedere alla Riforma Pensioni, ci spiega il Dott Perfetto, ad esempio il fatto che il tasso di denatalità non consente di ottenere la forza lavoro necessaria in grado di supportare attraverso i propri contributi il finanziamento di pensioni di una popolazione di pensionati via via crescente dovuta all’allungamento della speranza di vita. Per questo il Dott. Perfetto ha deciso di soffermarsi nel suo elaborato sul legame debito pubblico-spesa pensionistica, tralasciando il legame contributi-pensioni. Anche perché nei prossimi tavoli di confronto tra Governo e sindacati “questo legame potrebbe essere oggetto di riflessione, anche se qui entrerebbero in gioco altri fattori che nella mia visione sono legati alla forza lavoro robotica, che sovvertirebbe il paradigma nascite-lavoro-pensioni sul quale si regge la Riforma Monti-Fornero, sostituendolo col paradigma robot-lavoro-pensioni. L’Italia si è fortemente indebitata ad aggravare tale stato di indebitamento è mia personale convinzione che la decisione da parte del Governo di ridurre le tasse sia stata una decisione alquanto incauta, avventata, ad alto rischio. Risultato: l’Italia si trova in una “trappola di indebitamento” che impedisce il pensionamento di lavoratori anziani che, a sua volta, impedisce l’ingresso di giovani nel mondo del lavoro, che di conseguenza rappresenta un freno alla crescita economica(in quanto non vengono stimolati nuovi consumi, nuova produzione, nuovi investimenti, nuova occupazione). Eccovi allora la prima parte dell’editoriale del Dott. Perfetto a cui seguirà domani la seconda, che vi invitiamo poi a leggere per avere un quadro completo del suo ragionamento.
Pensioni e lavoro: quali prospettive per il 2022 e 2023? L’editoriale di Perfetto
Così il Dott. Perfetto: “Per rispondere alla domanda, occorre partire dal seguente pensiero economico dominante: economie simili traggono beneficio da una moneta unica. Cos’ha a che fare la moneta unica (l’euro) con pensioni e lavoro?
Pensiamo a due sole economie dell’eurozona, quella dell’Italia e quella della Germania. Possono essere considerate economie simili tra loro? A colpo d’occhio… si direbbe proprio di no. Ma allora, se l’Italia e la Germania non sono economie simili tra loro, secondo il pensiero economico dominante, non potrebbero trarre beneficio da una moneta unica (l’euro).
Qualcuno osserverà che la Politica Monetaria comune (quella esercitata dalla Banca Centrale Europea) da sola non è sufficiente. Infatti, per trarre beneficio da una moneta unica, occorrerebbe anche una Politica Fiscale comune. Si tratterebbe in pratica di instaurare una Politica Fiscale Federale che sia in grado di tassare i Paesi con surplus, come la Germania, per ridistribuire le tasse nei Paesi con deficit, come l’Italia. In altre parole, si tratterebbe di tassare la Germania e spendere in Italia.
I tedeschi sarebbero disposti ad essere tassati per finanziare i consumi degli italiani? La domanda solleva non pochi dubbi.
Ad oggi, a distanza di venti anni dall’introduzione dell’euro, non esistono ancora le condizioni per utilizzare una moneta comune europea. Attenzione! Non si sta parlando di essere pro o contro l’euro, ma si sta evidenziando un fatto ben preciso: i 19 Paesi dell’area euro non hanno economie simili tra loro. I cosiddetti “criteri di convergenza” racchiusi nel Trattato di Maastricht del 1992, che dovrebbero portare i Paesi dell’area euro ad avere economie simili tra loro, sono ancora ben lontani dal trovare piena attuazione.
L’Italia si è fortemente indebitata. Poco importa in che modo si è indebitata, se per attuare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, o se per sovvenzionare a fondo perduto imprese e famiglie a causa del Covid, o se per calmierare i prezzi dell’energia, della benzina, di tamponi e mascherine, o quant’altro. Resta il fatto che chi ha prestato i soldi li rivorrà indietro. E qui sorgono difficoltà, ulteriormente aggravate dalla manovra varata per il 2022 che prevede la riduzione delle tasse: una decisione, questa, piuttosto incauta.
Forse il Governo ha agito nella convinzione che la riduzione delle tasse potrà fare aumentare il gettito fiscale. Questo è vero in un’economia in espansione. Ma non si può certo considerare l’attuale “ripresa economica” (che è solo una ripresa di consumi e della produzione post lockdown) nel senso di “espansione economica”. A parità di consumi e produzione del 2019 (pre pandemia), riducendo le tasse nel 2022, lo Stato avrà un gettito fiscale minore, e quindi dovrà ulteriormente indebitarsi (prestiti oggi, tasse domani).
Riforma pensioni 2022: lavoro e previdenza a rischio
Forse il Governo ha agito nella convinzione che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza porterà ad un’espansione economica, e quindi la riduzione delle tasse dovrebbe riflettersi in un aumento del gettito fiscale. Ma i tempi sono incerti, il lavoro e le pensioni rimangono a rischio, e quindi il maggiore reddito disponibile delle famiglie derivante dalla riduzione delle tasse non si tradurrà in consumi, ma in risparmi, mentre le imprese, in mancanza di consumi, saranno poco propense a investire. Ciò determinerà la riduzione del gettito fiscale, e quindi lo Stato dovrà ulteriormente indebitarsi (prestiti oggi, tasse domani).
L’indebitamento, di per sé, non è un problema se è ripagabile. La ripagabilità del debito dipende dal reddito, ovvero dal PIL: se il PIL cresce, allora anche l’indebitamento può crescere. Ma il problema dell’Italia non è solo il fatto che la sua economia non è simile a quella degli altri Paesi dell’eurozona. Ad aggravare la condizione dell’Italia è il Patto di Stabilità e di Crescita del 1997 che obbliga un Paese ad avere un debito nazionale non superiore al 60% deI suo PIL (il debito attuale dell’Italia è il 155% del PIL). L’elevato rapporto debito pubblico/PIL dell’Italia impedisce di aumentare la spesa pensionistica. Ma una Riforma Pensioni in linea con i tempi del digitale va fatta, perché la inidonea Riforma Monti-Fornero è un freno all’occupazione”.
A seguito dell’elevato indebitamento, e osservando come il Governo Monti e il Governo Draghi hanno affrontato il tema pensioni, si può facilmente immaginare come potrà essere trattato il tema pensioni nel 2022, conclude Pereftto. Il dubbio dunque che nasce spontaneo è: ‘ verrà mantenuta la Riforma Monti-Fornero anche nel 2023?’ Domani la sua risposta a questa interessante domanda.
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Buongiorno
Non vorrei essere ripetitivo professore.
Ma invece di parlare di evasione fiscale, che se andiamo A vedere la meta sono falliti ho irrecuperabili.
Perché non leviamo il diritto delle tre generazioni alle pensioni politiche presidenti ecc. E vitalizio…..un governo che ci tiene al suo popolo dovrebbe cercare un eguaglianza sociale..
Fanno una politica di buonismo con chi arriva da oltre mare e chi a costruito e contribuito fino ad oggi lo mettono in condizioni da fame
Buona giornata
ho letto attentamente anche i commenti; il punto è molto semplice: stanno caricando sulle nostre spalle tantissime p………..te che hanno fatto e che continuano a fare; certo , il debito pubblico italiano è tra i più alti d’europa e allora? il carico deve essere solo su di noi, gli inc…………………ti del 1960? perchè alla fine sono arrivati a quelli subito prima e poi? se poi pensiamo che c’è gente che poteva e può andare in pensione che dice: poi cosa faccio? muoio se mi fermo (frase di molte persone che conosco); vedremo nel 2022 cosa verrà fuori ma la vedo dura saluti ai gestori del sito
Al di là dell’analisi globale, non è esatto il passaggio inerente al debito. Non entro nello specifico ma pochi giorni fa il presidente INPS ha dichiarato che complessivamente lavorano poche persone (circa 25 Mln) di cui in maggioranza giovani. In un siffatto, negativo, quadro gli dai il Rdc la situazione diventa fosca, datosi che è una spesa a debito. Inoltre, continuando ad accogliere da ogni angolo del pianeta clandestini da mantenere e che costano decine di Mld a debito… Pertanto, se sommassimo le due voci di spesa a debito e i soldi del c.d. PNRR li utilizziamo agli scopi di cui sopra, non ne verremo mai a capo
elio, se ti fidi di quello che dice il presidente dell’inps sei proprio molto astuto: ricapitoliamo: il grosso dei lavoratori sono giovani; potremmo discutere all’infinito sul termine giovani , non ne verremmo a capo; reddito di cittadinanza: c’è gente veramente che ne ha bisogno e poi ci sono i furbi che lo chiedono e hanno il suv da 80.000 euro ; scommetto che esistono anche quelli che hanno il reddito e che magari lavorano in nero; e la disoccupazione giovanile al 30%?; io mi fido completamente di quello che dice il dott. perfetto, PERFETTO MINISTRO
Da parte mia un umile operaio ora mai sessantenne vi faccio soltanto un umile considerazione riguardo alla legge Fornero della quale la gran parte degli Italiani è decisamente contrariata e stanca proprio per le lacrime di sangue che a fatto scorrere fino ad oggi e che è ormai inefficiente e obsoleta ed anche abbastanza costosa per le casse dello stato ed anche per il sostentamento del sistema pensionistico va quindi cambiata per le ovvie ragioni con una sana e ben strutturata riforma
Gazie
Mi permetta di dirle che faccio fatica a comprendere la parte finale del suo amaro commento.
Io credo che vi siano mille ragioni per le quali ci troviamo qui a discuterne ma se io e Lei abbiamo lavorato e rispettato le regole, qualcosa non quadra e le colpe non sono nostre.
Io non ho soluzioni in tasca, ma entrambi e tutti noi abbiamo il dovere di informarci per comprendere come mai siamo arrivati a questo punto.
Parte delle spiegazioni io le ho trovate nella pubblicazione il cui titolo e autore ho indicato nei miei post di questi giorni e qualora anche Lei, con la sola spesa di un poco di tempo, volesse leggerla la trova facilmente in rete.
Dice l’autore e giornalista P. Barnard: “ritroviamo il coraggio di salvarci la vita …… il dramma è che non sappiamo più reagire…”.
Mi piacerebbe, qualora lo facesse, averne poi un suo commento.
Buona serata Salvatore
SONO D’ACCORDO CON TE DELLA LEGGE FORNERO: SPERIAMO CHE NON LA CAMBINO IN PEGGIO SPERIAMO PROPRIO MA SONO CAPACI ANCHE DI QUELLO
Buongiorno a tutti
Le cose da fare sono 3 e molto semplici:
Lotta all’evasione fiscale
Lotta alla mafia
Lotta ai benefit dei nostri parlamentari
Non c’è bisogno di scrivere papiri
Non c’è bisogno di grandi economisti
C’è bisogno di onestà!!!!
Per me è ancora più semplice. Anziché abbassare le magre pensioni, porterei un tetto max di 7000 euro agli stipendi pubblici. Perché abbiamo persone ( anche con vitalizio) che rivendicano il versamento di contributi ma percepivano stipendi da sceicchi ! Tagliamo li e la redistribuzione avverrà in automatico. Banche statalizzate con funzionari pubblici ( se sbagliano subito sotto processo) altro che a.d. come Unicredit con compensi di 7 milioni di euro.
Non si può fare risparmio sulle pensioni e sanità per ridurre il deficit, se solo si volesse basterebbe togliere di mezzo il contante: fine dell’evasione e della corruzione, 190 miliardi di euro all’anno…
Ergo che non posso andare in pensione in modo e in tempi decenti perché siamo tutti ostaggi di quel 10% che NON PAGA LE TASSE? SIAMO SERI E NON RIDICOLI!!
MAGARI FOSSE COSÌ SEMPLICE!! IL PROBLEMA COME BEN ESPOSTO DAL DOTT PERFETTO È UN PO’ PIÙ COMPLESSO. PURTROPPO!!
disamina veramente perfetta, dott. perfetto; complimenti; a volte lo ribadisco , non con la sua competenza, anch’io sul discorso del debito pubblico italiano; il governo spera che riducendo le tasse gli evasori comincino a pagarle; ricordo, per i pochi che non lo sanno, che Al Capone fu messo in galera non perchè aveva ucciso centinaia di persone ma per evasione fiscale; stimano 130 miliardi di euro di evasione fiscale all’anno in Italia; su quello l’unione europea non dice nulla; simpatici; grazie per le sue spiegazioni dott. Perfetto
NON DEVONO ASSOLUTAMENTE CAMBIARE LA LEGGE FORNERO PERCHE’ NONOSTANTE FOSSE STATA UNA LEGGE INGIUSTA ADESSO SI RISCHIA CHE LA PEGGIORINO ULTERIORMENTE, NON DEVONO AZZARDARSI A PROPORRE IL SISTEMA CONTRIBUTIVO PERCHE’ VERAMENTE QUESTA VOLTA SALTA LA BAMBOLA, LA GENTE E’ MOLTO E DICO MOLTO ARRABBIATA VEDENDO SPECIALMENTE CHE QUESTI POLITICI CI CHIEDONO SACRIFICI MENTRE LORO CONTINUANO AD AUMENTARSI GLI STIPENDI ED A PRENDERE VITALIZI ESORBITANTI DOPO APPENA 4 E MEZZO DI PARLAMENTO
A T T E N Z I O N E !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Sono in naspi e fra 20 mesi mi finisce e vado in pensione, sono in naspi perché l’azienda dove lavoravo a delocalizzato in Romania, ho fatto due anni e quattro mesi di cassa, la mia pensione sicuramente sarà più bassa di quella che doveva essere, circa 35€, purtroppo con il contributivo le pensioni hanno subito uno zonali, poi la legge Fornero a peggiorato ancora di più la parte economica con i coefficienti di trasformazione aggiornando al ribasso ogni 2 anni, prima con la riforma Dini venivano aggiornati ogni 10 anni, ora io mi domando se in questo paese dove sia l’equilibrio, qui si fa le leggi senza pensare alle conseguenze che subiscono le persone, i miei ex colleghi che hanno avuto la fortuna di avere 18 anni di contributi alla fine del 1995 prendono di media 250 € in più di pensione di uno che non aveva i 18 anni, io ne avevo 16 di anni di contributi all’epoca, che non gli venga in mente a Draghi di cambiare anche il misto perché qui si rischia di fare un macello!!! Facendo due calcoli il mio retributivo vale circa 650, 700€ con il contributivo varrebbe la metà!!! Quindi a pari livello un mio collega che è andato in pensione in questi ultimi anni prenderebbe più 600, 700€ di pensione di me!!! Il contributivo andava messo per tutti e non per alcuni se volevano fare le cose giuste. Ma i Italia è molto difficile purtroppo!!!
Gentile sig. Lastrucci condivido appieno il suo punto di vista c’è gente che lavora da oltre 40 anni, per pochi mesi non è rientrato nel vecchio sistema pensionistico ma nel misto ed ora con questa riforma rischia di perdere anche quegli anni retributivi. La gente è arrabbiata dice lei? No è rassegnata altrimenti sarebbe scesa in piazza e spaccato tutto. La gente arrabbiata non dovrebbe tollerare che in tempo di crisi il presidente dell’ imps si è triplicato lo stipendio, i parlamentari hanno innalzato il tetto per i loro stipendi per non parlare poi delle loro pensioni…noi con oltre 40 anni di lavoro rischiamo di prendere poco più di uno che ha il reddito di cittadinanza non si vergognano? No non si vergognano e noi non faremo nulla per cambiare qualcosa ma cercheremo di salvare il salvabile. Vogliamo parlare dei sindacati? Meglio di no fanno solo ed esclusivamente i propri interessi lei ha mai saputo quanto guadagna un sindacalista? È l’unica categoria che non pubblica lo stipendio eppure all’ultima manifestazione non unitaria c’era gente con le bandiere che applaudiva. Vogliamo parlarne ancora?
Buongiorno dottor Perfetto.
Potrebbe essere che a margine dei discorsi tra esperti, di questi argomenti ne sentiremo parlare ancora per i prossimi cento anni. Per noi sarà certo il ritrovarci sempre allo stesso punto di partenza.
Noi che qui scriviamo solo lamentele in fatto di pensioni, in fatto di età o di numero di contributi, in fatto di separazione tra assistenza e previdenza. Noi che qui scriviamo litigando spesso con la grammatica italiana e col verbo avere, quanto pensa si sia ferrati in fatto di patto di stabilità, di debito nazionale, di PNRR e di scelta dell’avere una moneta unica tra nazioni con economie dissimili.
Noi non esperti in economia, se non in quella domestica, ci siamo accorti che all’inizio degli anni 2000, con l’arrivo dell’Euro, i prezzi erano raddoppiati. Noi ci siamo accorti che i redditi dei due “professori più famosi del 2011 in fatto di pensioni” erano di almeno 10-20 volte superiori ai nostri medi. Noi ci accorgeremo a breve che le bollette di luce e gas si faranno lunari.
Noi lo capivamo quando si lavorava e chi oggi, dopo 40 anni ancora lavora, a maggior ragione capisce che uno stipendio troppo basso produrrà nel suo futuro ancor più basse pensioni. Noi sappiamo che fare dei figli in queste condizioni è difficile. Noi capiamo che lo stato italiano: zitto zitto, quatto quatto, sta ricorrendo alla immigrazione.
Io sono certo che tra i molti libri che Lei avrà letto ci sarà stato, almeno per curiosità, qualche saggio che tratta di “moneta sovrana”; uno noto degli anni 2012 (Il Più Grande Crimine, di P. Barnard) inizia così:
“Le élites sapevano che gli Stati a moneta sovrana avrebbero potuto creare la piena occupazione senza problemi, in tutto il mondo, ma ciò gli avrebbe sottratto il potere. Dovevamo soffrire.”
Se lo avesse letto, oltre alle considerazioni corrette sull’era dei Robot, oltre chiarirci la necessaria riconfigurazione globale dei modelli di sviluppo e di tassazione ci saprebbe aprire la mente su chi ne pagherà il conto; noi o chi ne è stato responsabile. Sarebbe interessante e gentile (pregi di cui non difetta) qualche spunto o considerazione.
“Scio me nescire”.
Per chi non conoscesse il saggio, lo può leggere in rete.
Saluti e grazie
Sig. Wal52, è vero: ci è più familiare l’economia domestica perché la gestiamo in prima persona, e conosciamo meno l’economia dello Stato perché non la gestiamo affatto, anche se la finanziamo con le nostre tasse e con i nostri prestiti.
Ma siamo proprio noi che finanziamo lo Stato, oppure è lo Stato che finanzia noi affinché noi possiamo finanziare lo Stato? L’economia fa venire davvero il mal di testa. Ciò è dovuto al fatto che è molto difficile riuscire a capire qual è la causa e qual è l’effetto, perché l’economia si fonda sulla causalità circolare.
Per semplificare, supponiamo che tutti i lavoratori siano dipendenti dello Stato. Per pagare i suoi dipendenti, lo Stato ha bisogno di incassare le tasse. Ma per pagare le tasse i dipendenti statali hanno bisogno di ricevere lo stipendio dallo Stato. Come la mettiamo?
Ho fatto ricorso a questo esempio perché lei ha accennato alla “moneta sovrana” e quindi mi ha fatto venire in mente la Teoria Monetaria Moderna (Modern Monetary Theory – MMT) che in Italia trova il suo promotore nel giornalista d’assalto Paolo Barnard.
La MMT è stata ideata dall’economista Warren Mosler, che ha trovato in Stephanie Kelton (una economista molto tosta, che ha il coraggio di proporre idee innovative) la persona giusta per divulgare il suo pensiero.
Una delle idee della MMT riguarda il debito pubblico. La MMT, tra le altre cose, considera un mito il fatto che in un modo o nell’altro dobbiamo ripagare il debito pubblico. La MMT afferma che il debito pubblico non comporta alcun tipo di onere finanziario. La Kelton afferma che “per un soggetto che emette moneta, il denaro non è mai un problema. Non è qualcosa di fisico che scarseggia in natura – come l’oro – che lo Stato deve “trovare” prima di poter spendere. Il denaro viene creato dal nulla con la tastiera del computer ogni volta che la Federal Reserve effettua un pagamento autorizzato per conto del Tesoro” (dal suo libro “Il mito del deficit”, 2020, pag. 365).
Anche Mario Draghi sembra schierarsi a favore della MMT, allorquando in un passaggio del suo discorso di commiato dalla BCE afferma: “È questo il miglior modo di allocare liquidità se hai in mente obiettivi come il cambiamento climatico o la riduzione delle diseguaglianze in una maniera più efficace? Probabilmente no. Probabilmente ci sono modi diversi per farlo. Infatti, alcune delle nuove idee a proposito della politica monetaria, come la MMT o studi come quello recentemente presentato da vari autori tra cui il professor Fischer e altri di altri autori, suggeriscono diverse maniere di incanalare il denaro nell’economia. Queste sono oggettivamente idee piuttosto nuove che non sono state discusse dal Consiglio Direttivo; le dovremmo considerare, ma non sono state testate. E quando le guardi da vicino, capisci che il compito di distribuire il denaro da un soggetto ad un altro è tipicamente un compito fiscale. È una decisione del governo, non della banca centrale; non si può avere una banca centrale che decide chi deve ricevere il denaro. Ci sono dunque diverse questioni che devono essere affrontate rispetto a queste nuove idee e una centrale è quella della governance politica”. (Brussels, Monday, 23 September 2019).
Mario Draghi, a mio avviso, sembra trascurare un dettaglio molto importante per poter adottare la MMT in Italia e quindi potersi indebitare quanto si vuole: l’Italia non ha una “moneta sovrana”.
Grazie per le sue precisazioni a un profano che mi auguro invoglino molti a documentarsi.
Lei mette forse velatamente l’accento proprio sul problema.
In Italia e negli stati aderenti alla UE tutti ormai non dispongono più di una moneta sovrana per cui logico, anche se semplicistico, è il fatto che gli stati possano “elargire” solo quanto prima ottengono dal “tassare”, altrimenti si è costretti a chiedere “presiti al mercato” agli interessi che questo impone; peccato però che lo sia in maniera differenziata (Spread).
E’ una bruttissima prospettiva! La prospettiva che tra poco ci chiederanno di ripagare il debito.
E’ proprio il concetto che Barnard nella sua pubblicazione (che io consiglio a tutti comunque di leggere essendo disponibile in rete) ci spiega in modo semplice, alla luce di come va realmente il mondo.
Barnard è stato, a quanto mi risulta, tra i divulgatori in Italia della MMT dell’economista Warren Mosler ora sostenuta con forza da Stephanie Kelton e credo anche dalla sinistra statunitense.
A riguardo di dettagli che Draghi “trascura” ma che ben conosce, come l’uscire dal concetto di spesa a deficit negativo, per entrare in quella a deficit positivo avendo tra le mani l’Euro (ribadisco moneta non sovrana per tutti) non è certo solo un suo problema.
Cari pensionandi, documentarsi un poco di più, ci farebbe caprie le nostre presenti e future disgrazie da dove si suppone provengono, certamente chi sono le persone e le forze che le sostengono.
Io resto dell’idea che ognuno deve restare padrone dei suoi contributi. A chi interessa l’ equilibrio del sistema globalmente? E’ come se, per esempio, un assicurazione privata mi negasse il riscatto dei contributi perché non hanno più soldi? Ma stiamo scherzando! Il contributivo è in attivo. Finché avrò voce dirò che ci vogliono criteri di Giustizia ed Egualitarismo. O non andiamo da nessuna parte. Mi dispiace essere sempre e da anni da solo. Evidentemente la gente accetta la povertà, accetta che ci siano persone che hanno patrimoni da miliardi, accetta che le pensioni di invalidità possano essere 287 EUR, accetta le pensioni sociali siano da fame, accetta che le pensioni anticipate siano per pochi e non per tutti e solo per INPS.
Io sono sempre stato contrario alle rivoluzioni armate ma qui serve una rivoluzione culturale.
Se accettiamo che uno vada sulla luna col suo razzo, e in bambino africano muoia per non avere un farmaci da 59 centesimi è meglio che la finiamo qui. Tutti quadra.
Grande …mi sei piaciuto ma almeno inascoltato da questo popolo di pecore
Che bel discorso complimenti…l’europa..il pil..il debito pubblico.. il 60%…allora la faccio io la riforma delle pensioni…via tutti i privilegi..via il retributivo a tutti e in maniera retroattiva.lavorare fino a 80 anni e pensione per tutti ma proprio tutti a 500 euro al mese..sacrifici e morte per tutti..va bene così?
Il Dottor Perfetto dice fortunatamente l’opposto della Fornero !!! Lei sostiene che se sei sano anche se anziano devi continuare a lavorare quindi non ci vede come esseri umani ma come schiavi da sfruttare fino all’ultimo giorno di vita !!! Il governo Draghi punterà sicuramente ad una riduzione dei costi del sistema previdenziale camuffando una “riforma truffa” in una riforma strutturale delle pensioni !!!! I tavoli del 2022 tra governo e sindacati ci dimostreranno l’intenzione di questo governo !!! Vedremo cosa riusciranno a fare le nostre tre sigle sindacali !!!!
Grazie al Dott. Perfetto per la chiara e lucida trattazione dell’argomento.
Alcune brevi considerazioni: ormai è chiaro che la Legge Fornero sarà presto modificata in senso peggiorativo per i lavoratori con un passaggio repentino al contributivo per tutti con abolizione del sistema misto e della cosiddetta pensione anticipata dei 43 anni come come è evidente visto il recente tacito accordo tra Governo, partiti e sindacati (in cambio di qualche piccola concessione come il mantenimento dell’opzione donna e allargamento dell’Ape Sociale che vengono già spacciate come grandi conquiste).
L’attuale Governo non ha fatto nulla per ridurre la spaventosa evasione fiscale messa in atto da quelli che i soldi li hanno davvero ma li tengono ovviamente ben nascosti nei paradisi fiscali.
Infine una triste considerazione: la modesta riduzione delle tasse è una mancetta per quelli che le tasse le hanno sempre pagate ma finiranno come al solito di pagarne il prezzo con gli interessi.
Auguri!
Discorsi completamente inutili: se in Italia si recuperasse solo il 10% dell’evasione fiscale ci sarebberero ampi margini per una riforma previdenziale che accontenterebbe i lavoratori, tutto il resto è solo bla bla bla ….
Sig. Emilio, lei ha pienamente ragione, “se” si riuscisse a recuperare solo il 10% dall’evasione fiscale, non avremmo problemi per finanziare la Riforma Pensioni che andrebbe fatta (almeno sotto il profilo finanziario).
Il problema quindi sembrerebbe non essere le risorse.
Il problema sembra essere, invece, come eliminare quel “se”.
Vi siete mai chiesti dove finiscono i capitali rientrati dall’estero frutto di evasioni fiscali e dietro il pagamento di penali ridicole ? Finiscono esattamente in Titoli di Stato che servono a finanziare proprio quello Stato che altrimenti si troverebbe privo anche di queste entrate. In poche parole: Io non pago tutte le tasse dovute ma con quei soldi compro titoli dello Stato che poi mi dovrà pagare anche gli interessi. Se l’evasione fiscale è illegale, in questo modo i soldi diventano legali. Solo nel 2018 si stima che sono stati emessi titoli per 650 miliardi, acquistati da investitori Italiani ed esteri. Con quei soldi lo stato riesce ad arrivare a fine anno, dovendo sborsare però miliardi di interessi equivalenti ad una seconda finanziaria che vanno ad ingrossare il già pesante debito pubblico. Poi ci si mettono anche i nostri politici ad incrementarlo ulteriormente con leggi e norme inutili.
In questo paese c’è troppo assistenzialismo inutile,basta pensare al reddito di cittadinanza disoccupazione o Naspi,ritoccando il sistema dopo 40 anni di lavoro è giusto che il beneficiari al sostegno sostituisca il lavoratore che deve accedere alla pensione.