Riforma Pensioni e legge di bilancio: costi elevati, gli interventi possibili del Governo
La coalizione che uscirà vincente dalle prossime elezioni del 25 settembre si troverà come premio una situazione economica, energetica e sociale complicata. Il primo scoglio da affrontare sarà ovviamente la Legge di bilancio 2023, in cui andranno anche inserite eventuali misure relative alle pensioni, e in cui sicuramente saranno messi a bilancio i costi per le rivalutazioni delle pensioni. Alberto Brambilla, Presidente Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, in un articolo scritto per il Corriere della Sera prova a spiegare tutto quello che non torna nei conti sul tavolo del nuovo governo che arriverà.
Pensioni 2022-2023: i costi della rivalutazione peseranno sul nuovo Governo
Secondo l’economista Brambilla, tutte le promesse elettorali si infrangeranno contro il muro delle spese già maturate a causa dell’alta inflazione e indifferibili. Brambilla calcola che “Per prima cosa si dovrà prevedere la rivalutazione dello stock di pensioni in essere pari a circa 313 miliardi di euro per oltre 16 milioni di pensionati ai quali verrà applicato lo schema reintrodotto dal governo Draghi e sospeso dall’esecutivo Monti e da tutti quelli succedutisi con grave danno dei pensionati.
Ipotizzando un’inflazione acquisita del 7% e considerando che dal primo gennaio del 2022 le pensioni sono state rivalutate all’1,7% mentre l’inflazione del 2021 è stata dell’1,9%, i pensionati dal 2023 si vedranno rivalutate gli assegni del 7,2%, al 100% per le rendite fino a 4 volte il minimo (2.100 euro circa), al 90% da 4 a 5 volte il minimo (2.100– 2.600 euro) e al 75% per tutti gli assegni d’importo più alto. Costo totale 20 miliardi che rimarranno strutturali. I pensionati al minimo (524,34 euro al mese) avranno un aumento di circa 37,75 euro, pari a 490 euro l’anno; da 2 volte il minimo 981 euro e 4 volte il minimo circa 1.963 euro l’anno; in pratica quasi una quattordicesima”.
A questi 20 miliardi occorrerà aggiungerne altri 6/7 per il finanziamento del debito pubblico, anch’essi strutturali per i prossimi anni. Inoltre considerando gli aiuti a famiglie e imprese, la spesa che dovrà sostenere il Governo sarà enorme. Brambilla quindi crede poco alle promesse elettorali: “Altro che flat tax, al 23% di Berlusconi, al 15% Salvini, peraltro, con grandi profili di incostituzionalità (perché gli autonomi sì e i dipendenti no?) e che creerà un aumento del sommerso e infedeltà fiscale. Altro che pensioni a mille euro al mese per tutti (costo 30 miliardi), pensioni da mille euro per 13 mesi alle mamme, costo 13 miliardi strutturali ogni milione di mamme, pace fiscale, dote ai diciottenni, taglio del cuneo fiscale (soluzione per Berlusconi) che secondo il Pd produrrebbe una quattordicesima mensilità (costo oltre 19 miliardi)”. Ovviamente, aggiungiamo noi, impossibile realizzare anche la Quota 41 che Salvini ogni tanto ripropone nei suoi comizi o altre misure pensionistiche dagli alti costi.
Riforma Pensioni e spese in legge di bilancio, la situazione
Brambilla analizza poi anche il fatto che “Per aumentare i salari (il fantasioso cuneo fiscale) una decontribuzione protratta nel tempo distruggerebbe il sistema pensionistico: uno sconto del 3% di contributi costerebbe 7,7 miliardi l’anno escludendo i nuovi schiavi italiani cioè quelli che dichiarano dai 35 mila euro di reddito in su, quelli che pagano oltre il 60% di tutta l’irpef, e che anche con l’ottimo governo Draghi sono esclusi da tutti i bonus e le agevolazioni”.
La ricetta per Brambilla alternativa alla decontribuzione sarebbe invece quella di aumentare la quota di retribuzione non soggetta a tasse e contributi ora ferma a 258 euro portandola stabilmente a 516, e “introducendo il buono trasporti strutturale da almeno 8 euro al giorno e aumentare a 12 euro il buono pasto esente: con queste semplici mosse si avrebbe un incremento strutturale del 15% per oltre il 70% dei redditi fino a 25 mila euro e con il contrasto di interessi, gratis, una ulteriore quattordicesima, ma smettendola di escludere quelli che dichiarano 35 mila euro lordi l’anno che non sono ricchi ma nuovo serbatoio della politica”. Voi cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti qui di seguito!
Buongiorno Fausto, “divide et impera” è sempre di moda vero? Che senso ha prendersela con l’unica misura di sostegno per i disoccupati introdotta in Italia per la prima volta, visto che i danni degli evasori e degli elusori fiscali sono, da molto tempo, di gran lunga più gravi per i cittadini onesti? E cosa dire dei datori di lavoro che pagano in nero i propri dipendenti?. Con questo stato di cose non mi aspetto nulla di buono dal nuovo governo per chi è ancora lontano dall’andare in pensione.
Un saluto a tutti.
Lilli Reolon
I soldi per le pensioni d’oro ci sono, ci sono soldi per i vitalizi, per il reddito di cittadinanza, non parliamo del 110 % naturalmente per il parco buoi che ha lavorato e pagato per 40 anni non c’è nulla, la colpa è la nostra, facciamo troppi discorsi!!!! Mentre bisognerebbe essere un po più Francesi.
Che fine hanno fatto i risparmi di 10 anni di fornero ,i risparmi di quota 100 e risparmi dei tanti venuti a mancare per covid mi commenti questo per favore.
Allora incominciamo a dire se togliamo bonus ferie bonus tende bonus monopattini bonus scolapasta bonus molette da stendere nei prossimi 3 anni non ci sara più la spesa d oltre 100 miliardi che abbiamo avuto nel triennio precedente al 2022 Poi togliamo il reddito di cittadinanza altri 23 miliardi.Poi togliamo gli aiuti a tutti coloro che sbarcano in Italia solo perché e riconosciuto che qui da noi siamo bravi a distribuire soldi a chi non li merita e toglierli a chi avrebbe diritto Diciamo conti di qualche anno i sussidi le spese di gestione per emigrati costa 16 miliardi anno .Infine togliamo altri aiuti in questo caso armamenti a un altro paese e niente a me che sono italiano siamo arrivati a oltre 150 miliardi.SA cosa le dico Brambilla che se si mette in atto questo programma potremmo dire alla Ue che non vogliamo più i soldi del PNRR ma di abbassare il nostro debito.
Buongiorno Fausto, “divide et impera” è sempre di moda vero? Che senso ha prendersela con l’unica misura di sostegno per i disoccupati introdotta in Italia per la prima volta, visto che i danni degli evasori e degli elusori fiscali sono, da molto tempo, di gran lunga più gravi per i cittadini onesti? E cosa dire dei datori di lavoro che pagano in nero i propri dipendenti?. Con questo stato di cose non mi aspetto nulla di buono dal nuovo governo per chi è ancora lontano dall’andare in pensione.
Un saluto a tutti.
Lilli Reolon
Bene, tutti a ricordarci che i costi sono insostenibili….ok ma a pagarli sono sempre i soliti.. Adesso paghino chi invece non ha mai dato…
NON CI SONO SOLDI !!! l’unica ricetta è la frase di Robin Hood.. RUBARE AI RICCHI PER DARE AI POVERI !!! aiutare chi ha un reddito dai 50.000 euro in giù. Pensioni, tasse, defiscalizzazioni ecc ecc. Solo ai redditi bassi e COLPIRE CON IL CARCERE CHI INCENTIVA E FA IL NERO….vera piaga italiana. Eliminiamo la moneta cartacea e facciamo circolare solo moneta elettronica vedrete quanto sommerso viene a galla.
ringraziamo il dott. Brambilla per queste comunicazioni; se non ricordo male anni fa era la persona che auspicava quota 100 con 36 anni e 64 d’età ma potrei sbagliarmi; facendo 2 calcoli al poveraccio gli dai una miseria, a quello che è già ricco gli dai una bella cifra; vedremo cosa verrà fuori tra novembre e dicembre ma la vedo brutta; saluti ai gestori del sito
La politica delle promesse impossibili è al capolinea. Governare non può essere solo recuperare consensi con stile da venditore porta a porta promettendo omaggi che di fatto pagherai sotto altro nome e dirottando risorse pubbliche chi sa dove, visto quello che abbiamo speso in 75 anni a fronte di quello che abbiamo in mano. Votare non può più essere un atto fideistico senza fondamento ed ingenuo, occorre capacità di gioco di squadra e partecipazione continua e non solo in cabina. Lo dico con forza, altri paesi europei hanno fatto e fanno molto meglio e non ci sono scuse perchè tutti alla fine dobbiamo soddisfare in modo sostenibile gli stessi bisogni base e i punti di partenza sono per tutti da appartenenti al G8. La qualità dei policy maker si vede dai risultati senza se e senza ma e prima o poi la storia , suprema autorità economica, presenta il conto ai governanti ed ai governati.
Certamente aumentiamo la pensione a che è andato con 57 anni di età e 35 di contributi, tutto retributivo;
io con 63 anni di età e 40 di contributi , l’anno prossimo rischio di andarci con quota 41 tutto contributivo a 1.200 euro al mese se tutto va bene . Secondo me vanno ricalcolate tutte le pensioni in base ai contributi ,chi ha versato poco deve percepire di conseguenza . Non parliamo di Pensioni d’oro e vitalizi altrimenti mi viene il voltastomaco ,quei diritti acquisiti non si toccano. Cari Politici ed Economisti di parte , vi potete permettere tutto questo perche’ siamo nel paese delle Banane.In un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo dovremmo pagare tutti un pegno
Concordo, sono nella tua stessa situazione (ma con 2 figli all’università)
Ma se siamo messi male, lo siamo tutti, non solo quelli nati negli anni ’50/’60 ….
Quindi i sacrifici dovrebbero farli tutti (nessuno escluso), anche chi è già in pensione (oltre ad una certa cifra, per evitare altre sacche di povertà).
Anche perchè sono loro che hanno ‘appesantivo’ il costo delle pensioni, tra i famosi ‘baby pensionati” (ve li ricordate ?) ed il calcolo retributivo (chi non ha sentito, parlo sempre di quelli degli anni ’50/’60, che in molti enti/aziende venivano dati aumenti e promozioni negli ultimi 5 anni, proprio per aumentare la pensione).
Ed ora dovremmo pagare solo noi gli errori fatti da altri per decenni ?
Analisi ben fatta sia per quanto riguarda i costi prossimi futuri del nuovo governo sia per la riforma delle pensioni. Io sono un lavoratore che guadagna oltre 35.000 euro lordi, arrivo a 50.000, e come evidenziato sono fuori da tutti i bonus. Pago per intero l’università di mio figlio, non ho nessun bonus e sinceramente sono stufo di pagare sempre le tasse ad un livello elevato senza avere niente indietro. (se voglio una visita medica devo andare a pagamento perché le liste d’attesa sono di oltre 12 mesi)
Vorrei anch’io ogni tanto uscire a cena, andare in vacanza ma con un mutuo da pagare , un figlio all’università che mi costa 1.000 euro al mese oltre tasse e libri.
Ribadisco che è giusto pagare le tasse ma considerando che le pago da 35 anni e che per di più non posso andare in pensione perché non c’è nessuna flessibilità in uscita vorrei un po’ di equità fiscale. Un saluto ai gestori del sito per tutte le informazioni che ci danno e per la qualità delle stesse,
stefano, dirai . : ma cosa vuole costui e forse hai ragione: nel lontano 1978 (avevo 18 anni e studiavo ragioneria) ricordo che era estate; mio padre era andato in pensione da poco e la pensione da ferroviere era scarsetta; un giorno decisi di lavorare al mercato ortofrutticolo: c’era da scaricare un camion di angurie , venivano lanciate e pesavano; dopo 6 ore di lavoro ci diedero 5000 lire; l’anno dopo non mi pareva vero : a fare la vendemmia era meno faticoso e ci pagavano 1500 lire l’ora; tutto questo discorso per dirti: tu la tua parte la fai; tuo figlio quanti anni ha? quanto spende al mese? oltre che studiare fa qualche piccolo lavoretto? fuma? quanto spende nel fine settimana? è in regola con gli esami oppure no? io la risposta alle mie domande non la voglio ma fatti i tuoi calcoli ……………………………..; saluti a te e ai gestori del sito
ma un po’ di buon senso nelle cose , abbiamo capito che la copertura finanziaria è scarsa se non addirittura assente quindi : 42 col misto senza limiti di età , anticipata a 63 anni con un minimo di 30 di contributi, 65 vecchiaia , secondo me una via di mezzo che accontenta tutti
Buongiorno a tutti. Egregio Luca ,le cose fattibili per queste persone sono esclusivamente quelle che danneggiano il Lavoratore, tutte le altre soluzioni non possono essere applicate.
Buon Lavoro
Totalmente d’accordo: sarebbe un’operazione equa e di buon senso