Riforma pensioni, intervista a Cosentino: ‘basta promesse, stop soluzioni tampone’
In questi giorni é vivo più che mai il dibattito relativo alla riforma pensioni, i partiti stanno diffondendo i loro programmi elettorali e il capitolo previdenziale é al centro dei punti, come era facilmente prevedibile. Tutti i partiti sanno perfettamente quanto per i cittadini sia importante superare la riforma Fornero che se da un lato ha garantito stabilità e sostenibilità nel sistema previdenziale, allo stesso tempo ha creato rigidità e grosse difficoltà nell’accesso alla quiescenza. Dunque, sostengono in molti, é iniziata la campagna elettorale fatta di promesse irrealizzabili al solo scopo di convincere una fetta cospicua di elettori a dare il loro voto per poi una volta saliti al Governo far presente che dati i tempi e le risorse per il 2023 poco o nulla in campo previdenziale si potrà fare per garantire il superamento della Monti-Fornero.
Tra questi vi é senza dubbio il Dott. Claudio Maria Perfetto che nei giorni scorsi sul nostro sito ha espresso chiaramente le sue considerazioni su quanto sarò effettivamente realizzabile già dal 2023 e quanto invece si potrebbe ambire dal 2024. Quest’oggi , invece, vi presentiamo le considerazioni del Dott. Domenico Cosentino, Presidente dell’Associazione Fare di Più, che ringraziamo per averci concesso questa intervista in esclusiva.
Riforma pensioni 2023, Cosentino: ‘Stop spot elettorali, non ci crede più nessuno’
Pensionipertutti: Domenico Cosentino, cosa ne pensa dei programmi elettorali che riportano tra le priorità il capitolo pensioni? Crede nella possibilità della quota 41, dell’uscita flessibile dai 62 anni, della proroga dell’opzione donna e dell’ape sociale a partire dal 1 gennaio 2023 come in molti stanno facendo intendere? Vi sarà finalmente il superamento della Riforma Fornero o siamo dinanzi a promesse elettorali, come altri più critici, fanno intendere?
Domenico Cosentino: “Guardi se vogliamo credere alle favole tutto é possibile, ma cerchiamo di essere obiettivi. Basta promesse. Siamo davvero convinti che il problema della pensioni si risolva in modo propagandistico con spot elettorali proposti da tutte le formazioni politiche. Siamo tutti abbastanza intelligenti per non crederci“
Pensionipertutti: Dunque a suo avviso al più gli elettori una volta che vi sarà un Governo si ritroveranno dinanzi alle ‘solite’ misure tampone dati i tempi a disposizione?
Domenico Cosentino: ‘Purtroppo é così, ma il tempo delle soluzioni tampone e dei vari correttivi è finito, è necessario procedere con una seria, efficace e soprattutto durevole riforma del sistema previdenziale che tenga conto delle evoluzioni socio-economiche successive alla riforma Monti – Fornero. I lavoratori hanno diritto di conoscere per tempo non solo l’importo della futura pensione, ma anche quando e come perfezioneranno il diritto‘.
Riforma pensioni, l’intervista a Cosentino: serve anche una riforma del Lavoro
Pensionipertutti: Di cosa hanno bisogni i futuri pensionandi? Quali misure proporrebbe lei ai prossimi candidati?
Domenico Cosentino: ‘Credo che Il tempo delle promesse sia finito, gli elettori non sono sciocchi. Sono necessarie ora azioni concrete con confronto chiaro, tecnico e definitivo con tutte le forze sociali. Uno dei primi punti dell’agenda del futuro governo deve essere un tavolo tecnico con tutte le forze sociali, non solo con i soliti “nomi”, anche noi ad esempio abbiamo idee e proposte che saremmo lieti di illustrare al futuro Governo se solo fossimo invitati ai tavoli di confronto, solo così si potrebbe giungere ad una definitiva proposta di riforma del sistema previdenziale. Ed inoltre si deve necessariamente puntare anche ad una riforma del lavoro solo così sarà possibile optare all’ingresso delle nuove leve nel mercato del lavoro, al tanto atteso ricambio generazionale che garantirà da un lato la sostenibilità del sistema pensionistico attuale e dall’altro garantirà pensioni dignitose anche ai nostri giovani. Se non si cambia prospettiva non si potrà affatto pensare ad una vera riforma delle pensioni, ci si ritroverà nuovamente ad approvare in extremis misure palliative che saranno nuovamente a scadenza. Dal canto nostro sappiamo di avere proposte innovative che protrebbero portare finalmente ad una seria riforma delle pensioni e restiamo a disposizione per chiunque abbia intenzione di ascoltarci, ma davvero basta parlare per spot, siamo esausti di una politica ‘finta’ e sorda‘.
Ringraziamo di cuore Domenico Cosentino per la lunga ed articolata intervista in esclusiva e ricordiamo a chiunque intendesse prenderne parte che, trattandosi di esclusiva, é tenuto a citare la fonte.
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ATTENZIONE A QUOTA 41 E STOP ALLA FORNERO .. Ci vuole chiarezza su questo punto .. se vogliono il voto !!!! Basta slogan “vaghi”, siamo esausti ! Chi da anni attende QUOTA 41 SENZA PENALIZZAZIONI deve prestare molta ATTENZIONE ! La Lega e il centrodestra continuano a non fare chiarezza su questa importantissima questione ! QUOTA 41 se sarà .. SARÀ TUTTA CON IL CONTRIBUTIVO ? VOGLIAMO UNA RISPOSTA UNIVOCA ORA !! Se ciò deve essere è meglio che non tocchino assolutamente nulla della pensione anticipata della Fornero ! Ce lo auguriamo soprattutto noi al lavoro dai primi anni 80 con già 41 anni di contributi alle spalle !
Del resto basta rileggere il DDL 2855 del 2021 con la proposta di legge GIÀ DEPOSITATA dall’ex sottosegretario al Lavoro e delle Politiche Sociali, Claudio Durigon della Lega, che prevede la sostituzione delle regole introdotte dalla Riforma Fornero con un unico requisito contributivo “pari a 41 anni per tutti”. E per il calcolo degli anni di contributi si dovrebbe tener conto di tutta la contribuzione versata dal lavoratore. Ma ATTENZIONE : come anticipato, il disegno di legge PREVEDE UNA PENALIZZAZIONE. Nel DDL , infatti, si legge che coloro che andranno in pensione con Quota 41 dovranno avere un assegno determinato in base ai “PRINCIPI DI CALCOLO ATTUARIALI TIPICI DEL SISTEMA CONTRIBUTIVO”. Quindi, una misura di flessibilità CON PENALIZZAZIONE pari a quella oggi prevista per Opzione Donna, CON UN RICALCOLO DELL’ ASSEGNO CON IL REGIME CONTRIBUTIVO. Che vuol dire per un lavoratore che ha iniziato nei primi anni 80 ben più svantaggioso rispetto al retributivo !!! Tradotto, una pensione tagliata di circa il 45 % rispetto all’ultima busta paga !!! Una “bandierina da sventolare” .. con Il rischio che oltre alla beffa ci sia anche il danno .. : “avete visto che abbiamo fatto quota 41” !! SI CHIEDE LA MASSIMA ATTENZIONE ! SI CHIEDE URGENTEMENTE L’AIUTO ANCHE DEL SITO “pensionepertutti.it” che da sempre gentilmente ci ospita ! Si ripete, VOGLIAMO UNA RISPOSTA UNIVOCA SU QUESTO FONDAMENTALE PUNTO , MA LA VOGLIAMO ORA !!!
Quello che è allucinante è che tutti i partiti sanno benissimo che non potranno mantenere le loro promesse perchè ne hanno trovata un altro di pretesto per non toccare la Fornero: l’inflazione.
Ma, in ogni caso da Quota 41 di Salvini e 5 stelle a quota 62 con il contributivo, ai DS e le singole categorie da tutelare, c’è sempre un fattore comune: anche se mantenessero le promesse elettorali, escluderebbero un mare di gente col diritto sacrosanto di andare in pensione per mantenere i propri privilegi politici. Quando fanno patetici confronti col resto d’Europa per altri problemi, dimenticano di farli per la nostra età pensionabile, altrimenti scaturirebbe il necessario adeguamento in basso dell’età per ristabilire un confronto più alla pari con gli altri cugini europei.
E’ troppo tempo che ci prendono in giro: quanta ipocrisia elettorale e post-elettorale!!!
Ma un minimo di dignità ad affrontarci sempre con le solite fregnacce non sarebbe il caso???
Lucio Amanti
Il nodo della questione è quello che tu giustamente hai evidenziato. Partire da una seria quantificazione della spesa previdenziale per poi capire l’entità delle risorse necessarie per procedere con una seria riforma. La falsa illusione dell’abolizione del reddito di cittadinanza come fonte di entrate, non è altro che una “castroneria”. Ho criticato e continuo a criticare l’impostazione del RdC ma abolendolo non risolve il problema della pensioni ma ne crea un altro: la tutela dei soggetti “poveri” per cui è necessario individuare correttivi anche in tale direzione, con l’obbligatoria considerazione che siamo in presenza di spesa “assistenziale”.
Opzione donna per tutti (58 anni e 35 di contributi.. senza finestra di 12 mesi)! Contributivo per tutti! (come lo avranno i nostri figli). Possibilità di integrare la Rita all’uscita anticipata!
Con la scelta del contributivo pero’ la reversibilità della pensione anticipata agli eredi dovrà essere al 100% del residuo spettante in caso di premorienza!!! (visto che sono soldi nostri).
E’ dal 2005 (17 anni) che’ e’ stata istituita la pensione complementare e le persone invitate a costruirsi un proprio piano per la pensione.
Buona giornata
Purtroppo gli italiani non sono intelligenti come alcuni pensano, molti crederanno ai vari Salvini che propongono 41 anni di contributi senza però dire che sarà solamente con il sistema contributivo e sarà una pensione da fame o chi propone 62 anni di età e che poi anche questa sarà una pensione da fame. Le risorse, come ho già scritto in altro messaggio vanno trovate da altre parti (sprechi,evasione fiscale, costi della politica compreso i vitalizi etc…) allora si che si potrebbe fare una riforma strutturale con delle pensioni decenti
mauro, forse non ci capiamo; 41 anni allo stato attuale per avere la pensione senza penalizzazioni è come se io volessi scalare l’everest e non sono un alpinista : impossibile; 41 anni tutto contributivo: allo stato attuale è quello che hanno in mente e quello che l’Unione Europea auspica; anzi loro vorrebbero che venisse tolta definitivamente quota 100 che tuttora è valida per chi ha maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2021; con i 62 anni tu parli di pensioni da fame? attualmente a 62 anni senza aver maturato i requisiti della fornero tu non hai pensioni da fame, non hai proprio nulla e ti mangi quella integrativa con la RITA (la attivo a settembre); tutto chiaro? comunque adesso sono solo promesse elettorali; vedremo entro il 31 dicembre che cosa verrà fuori; la proposta Tridico è allo stato attuale una proposta e basta; vedremo ma la vedo brutta; saluti a te e ai gestori del sito
Dopo 40 anni di contributi a mio avviso deve essere normale andare in Pensione, perché in futuro non ci saranno più lavoratori che avranno lavorato tanto così,e tenere conto che a tutt’oggi ci sono persone in pensione con moltissimi meno anni ,ci deve essere una equità non è possibile che Dopo 43 anni di contributi consecutivi si va in pensione con€1200 al mese in questo Paese chi deve avere dovrà sempre Dare.