Riforma pensioni, l’editoriale di Proietti: NO a Quota 102 con ricalcolo contributivo
Nelle prime settimane del nuovo anni tutti avanzano proposte su come superare quota 100 che finisce nel dicembre del 2021. Tutta questa solerzia e’ però molto sospetta. Con il dichiarato scopo di superare lo scalone che si creerebbe da gennaio 2022 si avanzano, infatti, proposte singolari è fortemente penalizzanti .
La più ricorrente di queste proposte é quota 102 con penalizzazioni e ricalcolo contributivo. Misura che se fosse realizzata equivarrebbe a: si va in pensione a 64 con 38 anni di contributi e con una pensione ridotta tra il 20- 30 %. Questa proposta è assurda perché oltre a peggiorare quota 100 e’ un bagno di sangue dal punto di vista economico per gli eventuali pensionati . Quota cento ha certamente dato una risposta a tanti lavoratori, ma resta pur sempre una risposta parziale .
Riforma pensioni: quota 100 ambo secco, non basta serve uscita dai 62 anni
Quota 100 é infatti una sorta di ambo secco, bisogna centrare i due paletti (62+38), questo provvedimento non ha, dunque, risolto appieno l’esigenza di flessibilità diffusa. Per questo il sindacato propone come soluzione maggiormente equa per tutti una flessibilità di accesso alla pensione intorno a 62 anni . Questa per noi é una proposta seria che va incontro alle esigenze dei cittadini e che dunque porteremo avanti convinti al tavolo di confronto con il governo che si terrà il prossimo 27 gennaio.
In conclusione mi preme fare un appunto su chi si oppone in toto, stando alle ultime dichiarazioni diffuse dai media, alla nostra idea di uscita anticipata dai 62 anni definendola una scelta ‘insostenibile ed irresponsabile’. Noi rispettiamo tutte le opinioni e siamo aperti al confronto, ma chi definisce questa proposta irresponsabile dovrebbe avere almeno il pudore di ricordarsi quale trauma è stata la gigantesca operazione di cassa fatta sul finire del 2011 sulle spalle di lavoratori e pensionati .
Il nostro impegno, come sindacato, va nella direzione di suggerire correttivi al Governo affinché si reintroducano elementi di equità e giustizia nel sistema previdenziale .
Ormai gli anziani sono diventati il BANCOMAT dei nostri governi:
Noi ,quando uscì la pessima legge Fornero ,non abbiamo reagito
(GRAZIE AI NOSTRI PSEUDO SINDACATI)……i Francesi per molto meno,
hanno bloccato un intero Paese.
Proietti dovrebbe ricordare al suo sindacato e soprattutto a se stesso che il massacro del 2011 è avvenuto anche con il silenzio totale dei sindacati che hanno indetto il misero sciopero di 4 ore.
Dovrebbe altresì ricordarsi che il sindacato di cui oggi è segretario è quello che insieme alla Cisl di Bonanni, tramarano contro la CGIL e si incontrarono nei palazzi del potere con Sacconi e Brunetta, percorrendo segretamente gallerie sotterranee, per evitare che la cosa venisse a conoscenza. Buffone tu, il tuo sindacato e la Cisl.
Ho letto alcune dichiarazioni di Ghiselli della CGIL che lasciano interpretazioni. Precisamente sul sito ” Quifinanza.it” di 4 giorni fa ” la contro-proposta Via dal lavoro a 62 anni”. Ghiselli richiama “la legge Dini con possibile uscita dai 57 anni fino ai 65 ma solo per i contributivi puri che lavorano dal 1996….Noi chiediamo di applicare questa idea anche ai misti…..Qualunque ipotesi di uscita anticipata deve vedere un requisito contributivo che non superi i 20 anni…”.Allora mi domando cosa propongono realmente per chi è nel misto. Tutti bravi a parlare, ma dovremmo vedere quando sono al tavolo delle trattative cosa proporranno!
Ghiselli richiama “la legge Dini con possibile uscita dai 57 anni fino ai 65 ma solo per i contributivi puri che lavorano dal 1996…
Allora perché non dare la facoltà ai “misti” di rinunciare al calcolo misto e passare al contributivo puro, naturalmente su base volontaria, e uscire anch’essi a loro scelta tra i 57 e i 65 anni?
Unica soluzione QUOTA 41 per tutti