Per la riforma pensioni del 2023 con ogni probabilità il Governo Meloni adotterà soltanto alcuni correttivi, senza andare a toccare l’intero impianto pensionistico, visti i ristretti spazi di manovra dovuti dalle scarse risorse finanziarie a disposizione per la previdenza. Entro la legge di bilancio il Governo inserirà alcune proroghe per le uscite anticipate attualmente in vigore, cercando di “prendere tempo” per un altro anno, prima di modificare l’interno impianto. Ecco quali misure saranno prorogate.
Pensioni governo Meloni, ultime news oggi 28 ottobre: proroga di quota 102
Durante il discorso alla Camera per la fiducia, Giorgia Meloni è stata molto chiara su quale sarà la strada da percorrere per la riforma delle pensioni: “Tutele adeguate vanno riconosciute anche a chi dopo una vita di lavoro va in pensione o vorrebbe andarci. Intendiamo facilitare la flessibilità in uscita con meccanismi compatibili con la tenuta del sistema previdenziale, partendo, nel poco tempo a disposizione per la prossima legge di bilancio, dal rinnovo delle misure in scadenza a fine anno“.
Stando alle ultime indiscrezioni i rinnovi delle misure in scadenza riguarderanno sicuramente Opzione donna (uscita per le lavoratrici con 58 anni (59 se “autonome”) e 35 di contribuzione e il ricalcolo contributivo dell’assegno) e Ape Social anche per il 2023. Da valutare se potranno diventare strutturali già in questa legge di bilancio o se sarà soltanto una proroga annuale.
La novità di oggi 28 ottobre 2022 sulla prossima riforma delle pensioni è la proroga anche della misura di Quota 102, ossia la misura introdotta da Draghi solo per quest’anno che permette di uscire dal mondo del lavoro a 64 anni d’età con 38 di contributi. I sindacati non sono convinti che le quote siano la misura giusta, così come Salvini che vorrebbe la quota 41, ma per il 2023 la strada da percorrere sembra soltanto questa.
Riforma Pensioni Meloni, proroga quota 102 e quota 41 con vincoli?
Intervistato dal Corriere dalla Sera il segretario della Cisl Luigi Sbarra ha ribadito come le quote non siano la soluzione migliore: “La proroga delle forme attuali di flessibilità, compresa Quota 102, sarebbe solo una toppa, la partita vera si gioca su una riforma strutturale incentrata su flessibilità, sostenibilità sociale, inclusione di giovani e donne. Bisogna far partire subito il tavolo”.
Tavolo, che il neo-ministro del Lavoro, Marina Calderone, ha già annunciato di voler convocare in tempi brevissimi, per capire quali alternative possano esser credibili. Il carroccio sta provando a mediare tra la quota 41 per tutti e queste proposte, provando a modellare e restaurare la quota 102 per il 2023 diminuendo l’età minima per accedervi a 61 anni per chi ha già i 41 anni di contributi, posando così una sorta di prima pietra lungo il percorso da realizzare per arrivare a Quota 41 per tutti e senza vincoli anagrafici nel corso dei 5 anni di legislatura.
Pensionipertutti.it grazie alla sua informazione seria e puntuale è stato selezionato dal servizio di Google News, se vuoi essere sempre aggiornato sulle nostre ultime notizie seguici tramite GNEWS andando su questa pagina e cliccando il tasto segui.
Assurdo quota 102 per tutti con minimo 41 anni di contributi e che la somma con l età anagrafica faccia 102 ma non per chi di contributi ne ha 42 e 60 di età… riescono a stravolgere anch’esse regole della matematica. Ma non si parlava del Governo del Merito. Nel corso del 2023, classi come il 1962 e 1963 non vengono premiate pur avendo un anno in più di contributi e raggiungano comunque 102.
Non frega niente a nessuno dei precoci… Giusto solo SALVINI prova a salvarsi la faccia… Comunque i soldi x i FACOIONI del RDC ci sono sempre.. NN bastava
La naspi?? ti mantengo 2 anni e poi vai a lavorare… Altrimenti emigri come ha fatto mio padre..
Buonasera! Spero che il Governo Italiano dia vita, quanto prima, ad una efficiente e giusta Riforma delle pensioni e si adoperi, per aumentare le pensioni degli invalidi civili parziali. Grazie infinite a tutti!
Quanto costerebbe una quota 104 (63 + 41) solo per cargiver dipendenti di una azienda (PMI) in crisi? forse non arriverebbe nemmeno a 50 milioni di euro.
Perchè non partire da questa misura.
Verificare, poi, quanto costerebbe quota 103 (62 + 41) unendola ad altri vincoli (Cargiver, PMI in crisi etc..) ed aggiungerla alla precedente e così via.
Si tratta di misure che costerebbero pochi spiccioli ed il Governo manterrebbe parte degli impegni assunti in campagna elettorale. Si potrebbero aggiungere le altre misure in seguito e far fronte contestualmente alle urgenze del momento (Caro energia, famiglie in difficoltà, etc..)
E chi ha avuto una carriera discontinua e si trova oggi a 65 anni, disoccupato, e senza possibilità alcuna di rientrare nel mondo del lavoro, cosa dovrà fare? Andare a mangiare, con tutto il seguito familiare a casa dei nostri parlamentari? Una volta andava in onda una trasmissione dal titolo: “Incredibile ma vero!” I soldi per comprare le armi da inviare a Zelensky, quelli non ci sono problemi a trovarli. “Prima gli italiani!” N’è vero, signora Meloni????
Ma vi rendete conto di quello che stanno studiando, ma c’è qualcuno che ha fatto delle simulazioni; 41 con un minimo di 61 anni di età, e una 102 a scalare dai 35/41 di contributi con 66/61 anni fa si che tutti possano andare in pensione con quella una quota, i 61 enni con 41 con entrambe le quote sia 102 che 41, tutti gli over 60 al raggiungimento appunto di quota 102 a scalare, restano fuori solo i 60 enni nati nel 1962 che i 61 li faranno appunto nel arco del 2023 anche se hanno già 42 anni di contributi, e che arriveranno prima ai 43 Fornero che alla quota 102 che anzi sarà 104 (61+43). Non sarebbe più logica una quota 102 per tutti dove la discriminante è la sola quota stessa e non l età con cui ci vai. Visto che lo sparti acque tra queste quote e la Fornero sarebbe esattamente 59+43 che guarda caso fa 102. Se la predominante diventa la quota anche 60+42 fa 102. Se la predominate sono gli anni di contributi 41 appunto, i 60 enni ne fanno 1 di più. LA TROVO UNA MADORNALE INGUSTUZIA. Vale lo stesso discorso anche per la 102 a scalare 66 + 35 e così via fino ai 61+ 41, poi stop, i 60 + 42 no, i 59+43 si (Fornero). Ma che male abbiamo fatto noi dell anno 1962. Una soluzione ci sarebbe non ragionare su l età ma sulla classe di età che non è la stessa cosa faccio degli esempi;
Un nato il 30.06.58, quota 102 la può raggiungere durante il 2023 facendo 65+37 dopo il suo compleanno ma anche con 64+38 nel primo semestre 23.
Stesso discorso potrebbe valere per i nati nel 1962 esempio estremo uno nato il 31.12.62 che ad oggi ha 42 anni di contributi compierà i 61 a fine anno ma potrebbe andare anche durante l anno quando raggiunge i 42 anni di contributi anche se prima del suo 61 compleanno vuoto che ha già raggiunto la quota 102 con 60+42.
Va bene anche una quota 102 flessibile per iniziare a fare una vrrs flessibilità in uscita! Dai 61 ai 66 anni di età.
Ma, scusate, una quota 102 che può essere 64+38 oppure 61+41 ?
Niente per i 63+39 ed i 62+40 ? Grazie, alcuni, fra cui il sottoscritto, la prenderanno in quel posto per la terza volta consecutiva. Alla faccia della discriminazione. Un saluto a tutti.
Ma 63 anni di età e 39 anni di marche fa sempre 102 e’ possibile? E se si con quale penalizzazione. Erica mi sai dire qualcosa grazie.
Giusta la proroga di Opzione Donna, ma devono permettere il cumulo dei contributi versati in casse diverse altrimenti per molte donne è del tutto inutile.
Governo e sindacati stavolta non si scappa. I 41 li avete promessi e li dovete fare. Accettabili anche per il 2023 eventuali riduzioni per chi ha già 42 anni o più di contributi. Sarebbe già qualcosa togliere 6 mesi da 42.10 a 42.4 giusto per mostrare buona volontà.. ovviamente senza penalizzare. Poi fate una riforma come si deve sennò alle regionali la batosta è dietro l’angolo.
Se va bene Quota 102 con 64 anni di età e 38 di contributi a maggior ragione dovrebbe andare bene Quota 102 con 41 anni di contributi (ben 3 in più) e 61 di età.
Complimenti, mi sembrava che si parlasse di Cambiare l Italia e di essere pronti a farlo da subito. Conosciamo Salvini e le sue uscite ma la Meloni ha detto Siamo pronti o Saremmo pronti , ha detto Cambieremo l’ Italia o confermerò quello che hanno fatto gli altri?
Inoltre non è lei quella che vuole premiare il merito
E avvala l ennesima quota che è tutto fuorché meritocratica.
Un 61enne può andare in pensione con 41 anni, approvo 41 sono già tanta roba.
Ma cosa ha di demerito nei sui confronti un 60 enne con 42 anni di contributi pagati, essere nato un anno dopo e di lavorare 2 anni in più visto che uscirà si con 61 ma 43 anni di contributi. Quando finiranno di fare quote e quotine legate dal doppio vincolo. Se è 41 deve essere per tutti se no è 41,6 o 42 ma sempre per tutti.
Tutti odiamo la Legge Fornero ma alla fine è ancora la più meritocratica. Se si interviene si interviene per dare un beneficio a tutti, se no è la solita toppa all’italiana che crea per alcuni e ieri altri solo malcontento.
Siccome la quota 102 era iniqua, facciamola di nuovo! Non può che essere questa la soluzione dopo oltre 10 anni! E intanto sempre i soliti del ‘60 a farsi tutto lo scalone completo! Bravi, bene!
Visto che ormai anche questo governo ha come etichetta la bugia e la presa in giro della gente, dico che i sindacati convocati il 4 novembre dalla Calderone , hanno l’ultima possibilità per farsi perdonare per la loro inerzia di questi anni – se proprio non si dovesse far nulla , cercassero di strappare almeno quota 102 con un margine di flessibilità, da inserire in legge di bilancio, per avere effetto dal 1’ gennaio- mi spiego meglio- Meloni vuole prorogare la quota 102, bene, anzi male, allora i sindacati dovrebbero alzare le barricate per far sì che almeno a partire dai 64 anni , si possa uscire senza i 38 anni, così come proposto dalla Fondazione Consulenti- quindi 64+38 oppure 65+37 oppure 66+ 36 , privilegiando eventualmente gli invalidi con più del 74%- la mini manovra non costerebbe molto perché per il momento si lascerebbero fuori i lavoratori a partire da 61 anni a 63, dando una corsia preferenziale ai più anziani ( 64-65-66 per giunta pure invalidi) per poi nel 2023 approfondire coi sindacati una riforma strutturale che coinvolga tutti con quota 100 e 102 flessibile, che permetterebbe il ricambio generazionale con uscita di 400 mila lavoratori e ingresso dei giovani in attesa di lavoro- cari sindacati, non indietreggiate e il 4 novembre tuonate una volta tanto, perché fino ad ora avete miagolato.
Che anche il nuovo Governo cerchi di “prendere tempo” per un altro anno, è vergognoso, dopo anni ed anni di promesse riforma pensioni mai onorate. Il motivo “non ci sono soldi” e “non c’è il tempo” fa ridere i polli. Le politiche sull’immigrazione “accogliere tutti” ci costano un occhio della testa, negli ultimi 10 anni, tra costi diretti ed indiretti. Una mini riforma sulle pensioni costa meno di 1 miliardo per il 2023 (limite max di spesa ipotizzato): tra la proroga di quota 102, e la proposta Inps (presidente Tridico) del pensionamento in 2 tranche, riservato solo a coloro che rientrano nel sistema misto. Ciò sarebbe anche un tardivo atto riparatorio per chi ricade nel sistema misto, offrendogli un’opzione d’ucita che la vigente legge riconosce solo ai contributivi puri (20 anni di contributi e 64 di età). La Corte dei conti ha sollecitato di giungere quanto prima alla stessa età d’uscita per le due platee. E dunque, è implicito che dev’essere estesa anche ai “misti” una similare opzione di uscita.
la proroga di quota 102 è una chiara toppa dovuta sia alla criticità economica dell’Italia che alla paura di steccare il primo compito in classe davanti al mondo. Quindi è un riconoscere implicitamente che copiare il compito dal più bravo della classe, DRAGHI, non si corre nessun rischio. Ovviamente, come succede a scuola, chi copia smascherandosi prende notoriamente un votaccio perdendo qualsiasi credibilità agli occhi della intera classe, leggasi popolo italiano. Per non fare questa figura vorrei suggerire di ritoccare il testo inserendo almeno una salvaguardia per chi, ormai disoccupato ultrasessantenne con innumerevoli contributi già versati, proprio non riesce a competere coi giovani a rientrare in una qualsiasi occupazione. Non trovo dignitoso che un padre è un figlio debbano sgomitare l’uno nei confronti dell’altro per accaparrarsi un lavoro, dato che il padre avrebbe già di che campare con i propri contributi già versati se solo glielo permettessero.Fate lavorare i giovani e diventerete i primi della classe!
Buongiorno a tutti. Se non innestano nemmeno quota 41 con i 61 anni e senza penalizzazioni, per iniziare, visto che questa soluzione costa molto meno della 41 integrale,così affermano,allora potranno anche ritirarsi tutti perché non crederò più a nessuno su questo argomento.