Riforma Pensioni oggi 6 febbraio 2020, Furlan: ‘Serve chiarezza sulle risorse’

Aspettando il prossimo incontro tra Governo e Sindacati per discutere delle Pensioni, oggi 6 febbraio 2020 arrivano le parole dei sindacati con Furlan della Cisl ed il Segretario Confederale della Uil Domenico Proietti. Vediamo cosa hanno detto, ricordandovi gli incontri già in calendario con il Governo il il 7 febbraio su rivalutazione pensioni ed il 10 febbraio sulla flessibilità in uscita.

Riforma Pensioni oggi 6 febbraio, Furlan su giovani e futuro

“Ci stiamo battendo per una pensione di garanzia per i giovani penalizzati dal sistema contributivo e da una carriera lavorativa discontinua. Ma bisogna rendere piu’ vantaggiosa a livello fiscale anche l’adesione ai fondi previdenziali integrativi che non possono essere tassati come la speculazione finanziaria”. Lo ha detto la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, a Milano a una iniziativa della Fist Cisl con i giovani under 35.

“Questo e’ uno dei punti che il Governo deve affrontare nella riforma fiscale. Abbiamo avuto un primo incontro con la Ministra del lavoro. La priorita’ che abbiamo voluto evidenziare e’ la pensione di garanzia per i giovani. Non si puo’ accettare passivamente di sapere che i nostri giovani saranno futuri anziani poveri. Abbiamo chiesto alla ministra con grande chiarezza di fare luce sulle risorse perché anche per prefigurare la riforma bisogna capire su quante risorse possiamo contare, è indispensabile. L’ultima volta che abbiamo trattato di previdenza è stato col Governo Gentiloni: un accordo che ha portato a destinare 7 miliardi, un po’ per i giovani, il cumulo gratuito dei contributi, un po’ per gli anziani, quelli con le pensioni più basse, e per l’ape sociale che chiediamo venga resa strutturale”. 

Il Segretario poi conclude: “Il nostro obiettivo e’ affermare la dignita’ e la centralita’ sociale del lavoro e della persona. I giovani vanno rispettati di piu’. Bisogna far conoscere le loro esperienze, le loro richieste, i loro bisogni reali, le preoccupazioni che emergono nelle aziende ed in tutti i luoghi di lavoro. Laddove riusciamo a farlo, cresce la rappresentanza dei giovani nella Cisl. Non possiamo non partire dai giovani se vogliamo guardare al futuro. Guai se non puntassimo alla formazione dei giovani che rappresentano il futuro della sindacato e della nostra organizzazione”.

Riforma Pensioni 2020, le parole di Proietti su Legge Fornero

Anche il Segretario Confederale della Uil Domenico Proietti è tornato a parlare della Riforma delle Pensioni durante un’intervento televisivo: “La legge Fornero non fu una riforma pensionistica. Fu una gigantesca operazione di cassa. 80 miliardi di euro in 10 anni, fatta esclusivamente sui lavoratori e pensionati. Oggi si tratta di reintrodurre un po di equità nel sistema richiamando alla necessità di flessibilizzare l’accesso alla pensione e facendo al contempo un esempio concreto: l’età media di accesso alla pensione in Europa è di 63 anni, in Italia è 67″.

Proietti prosegue: “In Germania ci vanno nel 2030 a 67 anni. Allora noi stiamo chiedendo una flessibilità anche differenziando da lavoro a lavoro, perché non tutti i lavori sono uguali. Il pilastro pubblico è stato e rimane fondamentale. Accanto a quello abbiamo creato i fondi pensione complementari che hanno i migliori rendimenti dell’Occidente. La spesa pensionistica in Italia non è vero che è sopra la media europea. Noi se separiamo assistenza dalla previdenza per le pensioni in Italia spendiamo sotto il 12%”, ha quindi concluso Proietti.

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16 commenti su “Riforma Pensioni oggi 6 febbraio 2020, Furlan: ‘Serve chiarezza sulle risorse’”

  1. I giovani???
    A protestare sono le Generazioni anni 60 in poi!!!! i prossimi alla pensione che si battono per qualche diritto..!!!!
    I giovani dove sarebbero???

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  2. I sindacati sono oggi nel pieno di una profonda crisi di legittimità, che rischia di cancellare anche i loro meriti storici. L’autore sostiene che lo strapotere e l’invadenza delle tre grandi centrali confederali, e le sempre più scoperte ambizioni politiche dei loro leader, hanno prodotto nel paese un senso di rigetto. Lo documentano i più recenti sondaggi d’opinione: solo un italiano su venti si sente pienamente rappresentato dalle sigle sindacali e meno di uno su dieci dichiara di averne fiducia. L’immagine del sindacato come di un soggetto responsabile, capace di interpretare gli interessi generali, si è dunque dissolta. E ha lasciato il posto a quella di una casta iperburocratizzata e autoreferenziale che ha perso via via il contatto con il paese reale, quello delle buste paga sempre più leggere e delle fabbriche dove si muore troppo spesso. Un apparato che, in nome di una concertazione degenerata in diritto di veto, pretende di avere l’ultima parola sempre e su ogni cosa. Che si presenta come il legittimo rappresentante di tutti i lavoratori. Ma bada in realtà solo agli interessi dei suoi iscritti, che valgono ormai meno di un quarto dell’intero sistema produttivo nazionale. E perciò si mette puntualmente di traverso a qualunque riforma in grado di mettere in discussione uno status quo fatto di privilegi. Fonte “L’altra casta”

    Saluti.

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  3. @Proietti
    Tutte le riforme delle pensioni sono fatte per ottenere un risparmio di spesa.
    Il risparmio della Riforma SACCONI è quasi il doppio della Riforma Fornero.
    L’età di pensionamento di vecchiaia a 67 anni è stata decisa dalla Riforma SACCONI.
    Neppure questa volta Proietti della UIL è riuscito a nominare la Riforma SACCONI, che la UIL, assieme alla CISL, approvò nel 2010 e 2011.

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    • Vincesko, sei uno dei pochi che dice le cose come stanno, ti apprezzo veramente !
      La Fornero è stata crocefissa e le si attribuiscono tutte le colpe ma nella sostanza è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso in quanto la parte ‘corposa’ dei risparmi di spesa ( e delle incazzature dei pensionandi ) non è farina del suo sacco ma della riforma Dini e poi Sacconi.
      Fermo restando che il sistema non avrebbe retto alle regole ante 1995 e che quindi nella sostanza queste riforme sono state ( oltre che dolorose anche ) necessarie.

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      • Molte grazie, Riccardo. Contrasto questa BUFALA sulla Riforma Fornero dal 2011 (quando fu varata), che ha fatto 60 milioni di vittime, poi è diventata mondiale, inclusi OCSE e FMI, tramite il mio blog (clicca su Vincesko), i miei commenti, un centinaio di mie lettere “circolari” inviate agli autori degli strafalcioni e p.c. a centinaia di destinatari importanti, e, da ultimo, un saggio, ma è una fatica di Sisifo. Per colpa anche dei Sindacati CGIL, CISL e UIL. Per la CISL e la UIL lo comprendo, poiché la CISL di Bonanni e la UIL di Angeletti furono “complici” di Tremonti, SACCONI e Marcegaglia nella stesura della scandalosamente iniqua prima manovra dopo la crisi della Grecia, il DL 78 del 31.5.2010, al cui art. 12 c’è la severa Riforma SACCONI, modificata e integrata (cioè peggiorata) dal DL 98 del 6.7.2011 (che tra l’altro, anticipò al 2013 la decorrenza dell’adeguamento alla speranza di vita, quando è effettivamente decorso) e dal DL 138 del 13.08.2011 (che estese la “finestra” di 12 mesi al comparto della scuola e dell’università e rinviò il pagamento della buonuscita). Quello che per me è incomprensibile è che lo faccia anche la CGIL, che fu l’unico sindacato che si oppose, anche con 2 scioperi generali. Alla CGIL ho scritto una decina di lettere e telefonato alle segreterie dei vari dirigenti (Camusso, Landini, Ghisleri, Pedretti, ecc.). Tutte riportate nel mio blog, l’ultima quella a Stefano Mensurati di Radio1 RAI, con la mia contestazione in diretta all’intervento di Ghisleri, in cui attribuiva erroneamente anche tutte le misure di SACCONI e tutto il risparmio di 1.000 mld al 2060 a Fornero. Incredibile ma vero.

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  4. Non comprendo di quali risparmi si parli. E’ ovvio che molti lavoratori, pur potendo usufruire della quota 100 già nel 2019, abbiano scoperto che la loro pensione sarebbe drasticamente bassa e quindi sapendo che la norma continuerebbe fino al 2021, preferiscono farsi un paio di anni in più per risollevare il montante mensile. Sono certo che il maggior numero di domande saranno presentate proprio l’ultimo anno della sperimentazione e che proprio nel 2021 ci sarà il boom di richieste. Va da se che l’ipotetico risparmio sarà bruciato quell’anno.

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    • Mah!
      Sinceramente troverei una dabbenaggine il comportamento di una persona che avendo maturato Quota 100 aspetta gli sgoccioli del periodo di validità per fare domanda.
      In Italia? Con il governo che abbiamo, da sempre contro i lavoratori?
      Se dovessi interloquire con una persona che sta pensando di comportarsi in questa maniera gli consiglierei senza ombra di dubbio di fare domanda oggi piuttosto che domani!
      Certo chi è 38 anni di contributi perde una parte dell’assegno rispetto all’uscita Fornero, ma tieni conto che le tasse sulle pensioni sono più basse e alla fine il suo assegno mensile si discosterà pocop dal netto che riceve oggi in busta paga (il mio è di circa 10 Euro in meno, figurati!)

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      • Scusa Salvatore, non vorrei contraddirti ma guarda che le tasse sulle pensioni sono del tutto simili alle tasse sugli stipendi ( sempre di IRPEF si parla ) ed è il motivo per cui tanti pensionati vanno all’estero in modo di incamerare tutto il lordo e non pagare tasse. Quello che ovviamente non è caricato sulla pensione è la contribuzione pensionistica, ci mancherebbe anche !!!
        Che poi l’assegno mensile netto di pensione sia pari al netto da lavoratore mi sembra una assurdità assoluta. Ogni caso fa storia a se ma credo che nessuno oggi vada in pensione con più dell’ 80% dell’ultimo stipendio ( lordo su lordo o netto su netto ) mediamente si va dal 60% al 75% )

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      • Ho riportato un pensiero di qualcuno che ha commentato qui e affermava che pur avendo i requisiti già oggi preferisce aspettare il 2021 per presentare domanda, avendo ormai per certo che la quota 100 non sarà cancellata prima e arriverà a sua naturale scadenza di sperimentazione.
        Per quanto la legnata che metaforicamente (vedasi altro articolo precedente )io andrei a cercare, beh, l’ho già subita dalla Fornero, l’ho risubita con la quota 100, sia magnanimo almeno Lei che è andato in pensione con meno anni di lavoro e meno contributi di me. Un po di pudore non guasterebbe. Se critichiamo la quota 100 e la subiamo sulla nostra vita un motivo ci sarà pure, non crede ? Possibile che non riusciate a comprendere l’amarezza di chi è costretto ancora a lavorare avendo più anni di lavoro e più contributi di voi?

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        • Sig. Franco Giuseppe, riusciamo a comprendere l’amarezza di chi è costretto ancora a lavorare avendo più anni di lavoro e più contributi di chi va in pensione con Quota 100.
          Al tempo stesso, riusciamo a comprendere chi si compiace di poter scegliere se andare in pensione oppure restare al lavoro grazie a Quota 100.
          Ecco, abbiamo pochi lavoratori che almeno possono scegliere.
          Io mi domando se la Fornero poteva scegliere. Se Salvini poteva scegliere. Mi domando se Gualtieri potrà scegliere.

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          • Gentile Sig. Perfetto, se c’è una cosa che Dio non ha abbondato con me, quando ha distribuito i sentimenti, è proprio l’invidia e anche io riesco a comprendere chi si compiace della fortuna ricevuta, un po come aver vinto una lotteria. Non ho mai, se non in casi rari di palese mistificazione della realtà, ( quelli di 62 sono malati e stanchi, quelli di 61 sono sani e freschi come rose ), contestato chi ha usufruito della quota 100, io contesto proprio la norma e chi l’ha emanata.
            Per quanto riguarda le scelte prodotte, ricordo che la Fornero era una legge tremenda, ma in se stessa, equa, strutturale e del lungo periodo, non una norma iniqua e temporanea che, nel gergo dei cittadini normali, suona come: ” Regaliamo qualcosa a qualcuno e gli altri lo prendono in quel posto”. Gualtieri dovrà scegliere, insieme al governo, se tornare ad una certa equità ed economicità o se fare appunto come Salvini e Durigon, iniquità e ulteriore debito.
            Si, il governo gialloverde poteva scegliere visto che il fine ultimo sull’argomento, nella loro legislatura, era la 41xtutti, si poteva e doveva andare con gradualità che avrebbe comportato lo stesso risultato finale e la stessa spesa economica. L’ansia di prestazione e l’avvicinarsi delle elezioni europee hanno fatto si che si producesse un pastrocchio. Mandare in pensione chi ultrasessantenne aveva perso il lavoro e si trovava in condizioni disperate, senza sostentamento economico alcuno, era cosa giusta e sacrosanta, mandare in pensione chi ha lavorato meno anni e versato meno contributi mentre un lavoro e uno stipendio lo aveva ancora è invece, per le persone che hanno un minimo di quoziente intellettivo, una cosa incredibile e incomprensibile, oltre il limite della sconcezza politica.

          • @Claudio Maria Perfetto
            La professoressa ha scelto (di rimanere) fino a 70 anni. Ma il suo mestiere non è… usurante, anzi è molto gratificante.

          • @Franco Giuseppe
            1. “ricordo che la Fornero era una legge tremenda”
            Scusa, l’hai mai letta? La sapresti riassumere in termini di (i) allungamento dell’età di pensionamento; e (ii) risparmio di spesa al 2060.
            2. “Si, il governo gialloverde poteva scegliere visto che il fine ultimo sull’argomento, nella loro legislatura, era la 41xtutti”
            È vero. Ma per scendere a 41 anni, Salvini ha nascosto che non è sufficiente abolire la Riforma Fornero.
            3. Sul seguito sono pienamente d’accordo.

      • @Salvatore (Primo)
        1. Le imposte, come ha già scritto Riccardo, sono uguali.
        2. Le imposte sulle pensioni in Italia sono le più alte in ambito OCSE (i principali 35 Paesi), ma nei calcoli vengono analizzate al lordo (il che dal punto di vista tecnico-contabile è un errore marchiano, poiché per lo Stato si tratta di una partita di giro: l’INPS paga gli assegni al netto e “gira” le imposte allo Stato/Regioni/Comuni), sopravvalutandole di 3 punti percentuali di Pil.
        3. È falso che sia “l’uscita Fornero”. I 67 anni sono di SACCONI, e Fornero non c’entra; anche dei 42 anni e 10 mesi per gli uomini, 1 anno e 3 mesi sono di SACCONI e 1 anno e 7 mesi sono di Fornero; dei 41 e 10 mesi per le donne, 1 anno e 3 mesi sono di SACCONI e 7 mesi sono di Fornero, che li ha anche ridotti di 6 mesi per gli autonomi maschi e femmine, allineandoli a tutti gli altri.

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        • In ogni caso signori rimango della mia idea: chi può se la dia a gambe levate perché del “del doman non v’è certezza” diceva il poeta.
          Vero che ogni situazione fa storia a sé, comunque nel mio caso a 63 anni di età e 40 di contributi il risultato è quello che ho scritto: 10 euro in meno sul netto mensile.
          Poi è vero che al lavoro avevo una quota annuale di obiettivi che mi erogava mediamente altri 6.000 Euro lordi all’anno, ma appunto non era pro-stipendio (e nemmeno certa, visto che era legata ai risultati per i quali, detta con un francesismo, mi facevo il culo!)

          Ovvio che questo risultato l’ho raggiunto grazie al regime misto, come del resto sarà applicato a tutti coloro che possono attivare la Quota 100. Per cui non è vero nel presente che la pensione è del 75% rispetto all’ultimo stipendio. Lo diventerà, anzi molto meno, ma per ora…
          Io credo che molti si siano allarmati leggendo tabelle sui giornali (principalmente giornali allineati a sinistra/amici di Fornero) nel leggere riduzioni fino al 30% per cinque anni di anticipo. Ma questa perdita in percentuale è calcolata sulla pensione di vecchiaia, non sull’anzianità.

          In ogni caso, comunque la pensiate, io vi consiglio di andare da un caf e farvi fare i conteggi. Poi deciderete.

          PS: continuo a constatare con sorpresa e stupore come le persone che per qualche motivo normativo non possono lasciare il lavoro, si scaglino contro chi ha potuto farlo. Gente: dovete battervi contro chi vi impedisce di andarci in pensione, non contro chi c’è andato!

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