Riforma pensioni, ultime: ‘Il Titanic delle pensioni’: considerazioni sul libro di Sergio Rizzo

Sergio Rizzo, giornalista e fino al 2021 vicedirettore di Repubblica, ha da poco pubblicato un testo molto evocativo sia per immagine di copertina che per titolo relativamente al nostro sistema previdenziale, che si intitola: ‘ Il Titanic delle pensioni perché lo stato sociale sta affondando’, e porta in calce proprio l’immagine di una nave che affonda. Il testo come si evince dalle poche parole che lo descrivono fa un excursus delle politiche pensionistiche e del lavoro che sono risultate piuttosto fallaci per garantire la sostenibilità del sistema previdenziale, se a questo scenario, politiche errate dei Governo dal 92 in poi, si aggiunge un contesto demografico profondamente in mutazione, pochi nati a fronte di molti morti, si comprende facilmente come il rischio evidenziato nel titolo sia sempre più imminente, mancando la forza lavoro attiva che versi i contributi

Molti ‘mali’ sono derivanti, specifica, anche da eccessive concessioni, assurdi privilegi, che hanno accompagnato alcune categorie, creando non pochi problemi nella sostenibilità attuale e ancor più ai giovani che probabilmente mai avranno modo di godere della pensione, a meno che non si attivino per una previdenza complementare, pur essendo tenuti a versare i contributi, dato il sistema a ripartizione che caratterizza il nostro sistema previdenziale.

Leggendo la panoramica del libro si legge:  “Correva il 1992 quando il governo di Giuliano Amato prese atto che il sistema pensionistico rischiava di fare crac. Da allora, invece, ogni governo ha fatto di tutto per mettere a rischio la sostenibilità della previdenza, mentre l’aumento dei posti di lavoro, l’unico vero antidoto, è rimasto pura propaganda elettorale. Il risultato è che già ora i contributi di chi lavora non riescono a coprire l’intera spesa. Il numero delle pensioni pagate è ormai pari al numero dei lavoratori attivi. E il buco si allarga sempre di più anche a causa di dinamiche demografiche preoccupanti: in tre anni l’Italia ha perso un milione di abitanti, mentre il numero dei morti ha ormai doppiato quello dei nuovi nati. Per non dire della sopravvivenza di assurdi privilegi per alcune categorie protette. A cominciare dai parlamentari e dai consiglieri regionali, ai quali continuiamo a regalare la doppia pensione con i contributi figurativi pagati dalla collettività. E poi i benefici incomprensibili per i militari, i dipendenti della Regione siciliana, i piloti e gli assistenti di volo, le decontribuzioni a pioggia per accontentare tutti. Fino all’esercito dei finti disoccupati agricoli e dei falsi invalidi civili. Stime ottimistiche dicono che nel 2046 la voragine delle pensioni arriverà a 200 miliardi. Una somma superiore all’intero gettito Irpef.

Rizzo dice ancora non nascondendo un certo allarmismo: ‘Non ci vogliono dire che i nostri figli e nipoti non sapranno che cos’è una pensione, perché quando toccherà a loro avremo già mangiato tutto noi. Non ci vogliono dire che presto la baracca non reggerà più, schiacciata dal peso enorme dei privilegi distribuiti a poggia per decenni’ e ancora ‘ La sostenibilità della previdenza del nostro Paese è messa a grave rischio; già oggi i contributi di chi lavora non riescono a coprire l’intera spesa. Il numero delle pensioni pagate è pari ormai al numero dei lavoratori attivi. Lo scenario è terribile: se non si interviene in modo serio, fra vent’anni i soldi per pagare le pensioni non ci saranno più. La via d’uscita è una sola e obbligata. Rivoluzionare l’intero sistema. E in fretta”.

E se questa via d’uscita obbligata passasse per la tassazione dei Robot, e dunque attraverso la proposta di Perfetto, Armiliato e Gibbin?

Le riflessioni del Dott. Perfetto

Pensionipertutti: Dott. Perfetto questo testo mi pare vada nella direzione che voi descrivete, ossia condizioni generali e demografiche completamente mutate e necessità di lavorare ad una riforma che rivoluzioni davvero l’intero sistema, cosa ne pensa delle considerazioni di Rizzo e come potrebbe sposarsi con la vostra proposta?

Dott. Perfetto: “È difficile immaginare il nostro sistema previdenziale privo di quelle “distorsioni” che lo caratterizzano. Mi riferisco agli “assurdi privilegi” che Sergio Rizzo cita nel suo libro, ai privilegi dei parlamentari e a quelli dei consiglieri regionali; mi riferisco alle “decontribuzioni a pioggia per accontentare tutti”. Sono cose che il senso comune ci fa percepire come “distorsioni previdenziali”, che gettano una pesante ipoteca sulla sostenibilità della previdenza del nostro Paese, ma che sono tuttavia consentite dalla legge.

E allora, per correggere o per lo meno attenuare tali distorsioni previdenziali, si presentano due scenari immaginabili: o si cambiano le leggi per eliminare i privilegi e trattare tutti i lavoratori con equità (cosa che si è tentato di fare con l’introduzione della Riforma Monti-Fornero, e lo ha affermato la Prof.ssa Fornero stessa le cui parole sono state fedelmente riportate in un articolo di Pensionipertutti); oppure si introducono nuovi elementi senza toccare l’esistente, e quindi convivendo con le distorsioni previdenziali.

La Proposta di Riforma Previdenziale flessibile e strutturale di Perfetto, Armiliato, Gibbin si inserisce nel secondo scenario, ma, a differenza di quanto suggerisce Sergio Rizzo in merito alla necessità di “rivoluzionare l’intero sistema”, non rivoluziona il sistema previdenziale, e, anzi, lo estende a elementi nuovi, che sono i robot e l’Intelligenza Artificiale.

Robot e Ai colmano il vuoto dei non-nati (risolvendo quindi il problema della denatalità) e prendono il posto dei futuri lavoratori mancanti (versando quindi i contributi che altrimenti verrebbero a mancare), divenendo, al tempo stesso, quell’“antidoto” al rischio della sostenibilità della previdenza cui si riferisce Sergio Rizzo.    

Il Titanic delle pensioni potrebbe effettivamente affondare nell’oceano delle promesse non mantenute, dei privilegi distribuiti a pioggia, dei “politici con doppia pensione in regalo”. Ma occorre considerare che sul Titanic ci sono anche “loro”, chi promette e non mantiene, chi gode di privilegi che altri non hanno, i politici che percepiscono la doppia pensione. E allora, saranno proprio “loro”, forse i più interessati a mantenere i propri privilegi, a mantenere anche a galla il Titanic delle pensioni

A cura di Erica Venditti e Claudio Maria Perfetto

39 commenti su “Riforma pensioni, ultime: ‘Il Titanic delle pensioni’: considerazioni sul libro di Sergio Rizzo

  1. Il primo problema che deve affrontare lo stato italiano si chiama debito pubblico . Come giustamente è stato scritto il titanic non è delle pensioni ma il TITANIC è lo stato italiano che sta affondando sotto il peso del DEBITO . E affondando lo stato affondano previdenza, assistenza, sanità, scuola e tutto quanto fa parte del pubblico . I nostri politici non fanno altro che cercare di mantenere a galla il TITANIC anno dopo anno . NESSUNO affronta il problema su come cercare di fare ricominciare a navigare il TITANIC cercando di abbassare il debito pubblico in modo da potere finalmente ricominciare a finanziare l’economia . Siamo ingessati in questa situazione che peggiora anno dopo anno . Io non credo che la soluzione sia aumentare le tasse perchè ormai siamo a livelli che un ulteriore aumento di tasse in qualsiasi settore porterebbe ad un ulteriore rallentamento dell’economia , a mio parere si tratta di intervenire su tutto ciò che “funziona economicamente male” e comporta uscite non coperte da entrate . Può essere un discorso semplicistico ma se applicato a tutti i campi dell’economia statale forse il TITANIC può ripartire . Parlo dello stato perchè i privati per sopravvivere tutti i giorni devono avere più entrate che uscite , il privato non si può permettere di tassare i dipendenti . Grazie ai gestori per la libertòà di espressione .

  2. Qui parliamo di robot……ma abbiamo i records di mafia ed evasione fiscale. In Italia hanno ammazzato i preti in chiesa. Ma di che cosa stiamo parlando?

    1. Venanzio stiamo parlando di robot quando io sarò già morto e i miei figli e probabilmente i miei nipoti dovranno lavorare per pagare i nostri politici.Fac59

    2. Ma di che stiamo palando, ci dice Venanzio, …!
      Parliamo del fatto che la AI e i Robot non saranno in grado di sostituire la pressoché totalità dei lavori in quanto nessuno lo ha, ad ora, ancora dimostrato; ma che si possa ragionevolmente supporre, in base ad alcuni studi interdisciplinari condotti, che questi avranno un impatto sul mondo del lavoro e dunque sulle pensioni.
      Ne parliamo per queste ragioni, per l’urgenza di disciplinarne: “uso e abuso” in quanto possibile fattore d’incremento delle disuguaglianze; la dove le economie avanzate ne hanno già dato prova, ad esempio, con le delocalizzazioni.
      La zappa ce la hanno tolta dalle mani ormai da 80 anni mentre ci hanno portato dall’industria artigiana fino a quest’ultima estremamente tecnologica.
      Ci hanno coinvolto in un girotondo tra chi entra e chi esce dal mondo del lavoro e nei tentativi di occidentalizzare il mondo intero anche a nostre spese.
      Dopo aver diffuso tecnologia avanzata in tutti gli anfratti del pianeta temono il rischio di dire addio alla superiorità tecnologica.
      Pertanto se ora noi – inteso come lavoratori – non vogliano rischiare di passare dalla padella alla brace, o di ritrovarci chiamati a risolvere: “vecchio stile” la questione, vediamo almeno di chiarirci le idee in fatto d’impiego di “Robot” come qui li definisci.

  3. “Non ci vogliono dire che i nostri figli e nipoti non sapranno che cos’è una pensione, perché quando toccherà a loro avremo già mangiato tutto noi.”
    Non ci sto a venire colpevolizzato e massificato in modo strumentale. Ho versato 43 anni ed un mese di contributi e sto in pensione come sono ben contento di avere pagato pensioni, istruzione sanità ecc. ai miei concittadini e di essere cittadino del miglior sistema al mondo, ………. se chi lo gestisce è capace ed onesto.
    Non ho letto e non leggerò il libro di Rizzo perchè questa volta da quanto sopra mi lascia perplesso. Lo stato è un sistema jn un mondo di fatto globalizzato e gli errori pregressi non riguardano solo il mondo delle pensioni ma anche della sanità, della scuola, della politica industriale della gestione del territorio, della demografia ecc., tutti mondi caratterizzati da significativa interdipendenza che il mondo della politica deve essere in grado di gestire e quindi no alla politica del capro espiatorio. Comunque privatizziamo da domani tutte le pensioni perchè costano troppo, bene ma il problema demografico riguarda tutto lo stato che è tutto a ripartizione e non ha abbastanza soldi per le sue spese che di anno in anno paga con le tasse prese. Poi, le maggiori risorse liberate non cadranno vittima dell’abitudine ad “assurdi privilegi per alcune categorie” di volta in volta in grado di fare lobbing in modo efficace? Poi ancora, il maxi costo della previdenza addotto per giustificare tagli e penalizzazioni soprattutto in capo a chi ha i contributi più alti ed ha contribuito maggiormente al gettito IRPEF generando un flusso significativo, questo maxi costo quando avrà prodotto ad esempio la privatizzazione dei 16 milioni di pensionati avrà liberato lo stato dei costi di 8,5 milioni di pensionati. Ma i costi dei 7,5 milioni restanti, in toto o parzialmente assistiti, si ribalteranno sulla finanza pubblica perchè tutti soggetti non in grado di pagarsi una assicurazione privata a meno chè lo stato sociale non abbia chiuso, che poi ridiamo.
    E’ la solita analisi all’italiana, e ora pare anche all’europea, fortemente influenzata dalle conclusioni precostituite: vogliamo far girare i soldi delle pensioni in mani private e quindi calcoliamo assistenza + previdenza + supertassazione e magari anche una pensione di cittadinanza invece di un reddito così finalmente il sistema salta! Poi parliamo dei privilegi e il registro cambia. Guarda caso è solo un problema etico ma di scarsa rilevanza ponderale come se tutte le popolazioni statistiche omogenee non potessero essere artificiosamente frazionate in sotto insiemi irrilevanti, roba che se lo fai ad un esame universitario di statistica o di qualunque corso of Economics or Business and Economics magari alla University of Turin ti prendono a calci nella terga.
    Dimenticavo, i problemi del sistema pensionistico sono iniziati prima del 1992, le pensioni baby hanno visto la luce nel 1981 e non parliamo di quanto alla l. 336/1970 che prevedeva benefici per gli ex combattenti ma solo se dipendenti pubblici. Rizzo, il Titanic è lo stato non una delle sue scialuppe!

  4. Buonasera,
    In Italia,ci sono circa 4 milioni di lavoratori in
    Nero, secondo statistiche fatte l’80% nel settore turismo e ristorazione,tutti sanno benissimo a cominciare dal governo dove
    Si annidano miliardi di € di contributi previdenziali,Iva e IRPEF evasi,ma nessuno fa niente….per fortuna nessuno si azzarda più
    a dire che è colpa del reddito di cittadinanza,che i giovani non hanno voglia
    Di lavorare ecc…Cominciamo a fare controlli a tappeto su queste attività; recuperare l’evasione del lavoro sommerso è una priorità,
    Per pagare pensioni, Sanità e altri servizi che
    Altrimenti ricadono nella collettività!!
    Saluti

    1. Buongiorno Fabio, vero!
      Suppongo che tra questi, qualcuno, lo faccia anche per poter sopravvivere … purtroppo, per lui.
      Per il resto … dobbiamo forse immaginare che a questa piaga darà soluzione il mondo dei ROBOT … oppure che grazie a loro sarà sempre peggio?

    2. La lotta all’evasione (quella seria, s’intende!), è uno di quei settori dove lo Stato s’inchina al “vorrei ma non posso”. O meglio, per dirla tutta: “non voglio e non posso!”. Un po’ come per le pensioni…

  5. Quello che non vuole dire l illustre Rizzo e’ che dovrebbero separare l.assistenza e poi vedremo se il sistema Inps regge. Come al solito si fa propaganda

  6. Sul Messaggero di oggi: “Meno nascite, Italia in affanno. Pensioni e scuola sono i settori più toccati. Dovrà aumentare l’età per l’uscita dal lavoro.” A voi i commenti. Buona Pasqua a tutti voi!

    1. Buongiorno Marina, mi preoccuperei al momento più di questi titoli del loro contenuto.
      Roberto Cingolani: “La Storia su un piano inclinato. Dobbiamo difendere la pace, l’Europa esca dall’immobilità”.
      Buona Pasqua a tutti.

      1. Caro Wal, ha perfettamente ragione, è ovvio che adesso è più importante la pace. Ma essendo questo un portale in cui si parla di pensioni, volevo solo segnalare una notizia inerente.

        1. Vedi Marina, mi hai anticipato su questo discorso; parlavo di 400 mila nascite, sono ancora meno; e cosa fa il governo? praticamente stravolge la fisiologia umana; tiene a lavorare le persone anziane oltre misura pensando di risolvere il problema; ma non funziona così; una proposta intelligente, pratica , innovativa come quella del dott. Perfetto e altri firmatari diciamo pure che auspico che la tenga in considerazione ma ho tanti dubbi; speriamo in bene; auguri di buona pasqua a tutti

          1. Bravo Paolo. Ottima la chiave di lettura dello stravolgimento. Abitudine riscontrabile nei criteri contabili statistici in gioco per cui si sommano spese disomogenee per favorire complementarità che poi non copriranno l’importo dell’assistenza. O si analizzano in modo separato alcune categorie di beneficiari di privilegi così da mostrarli come esigui dal punto di vista dell’impatto finanziario.

    2. Nessuna novità Marina che la stampa e TV siano allineati su questa litania è risaputo peccato che non spingano su uno dei fattori più importanti e che farebbero un minimo di chiarezza distinguere tra assistenza da previdenza…troppo semplice e scontato…poi da lì si ragiona

      1. Caro V, ci manca solo? è già deciso; in questa fase no, ma dipende da quanto ti manca; parlavo con una persona di 52 anni; lei calcolava i 69 anni; e tieni conto che i coefficienti di trasformazione della parte contributiva cominciano ad essere generosi solo attorno ai 66 anni e buoni a 71; purtroppo non è un pesce d’aprile; saluti a te e ai gestori del sito

  7. La vedo dura applicare l’ IRPEF ai robot che vengono acquistati dalle aziende proprio per evitare i costi del lavoro degli operai dovuti anche alla previdenza.
    Mi auguro che ciò accada ma dovrebbe essere una regola mondiale perché ci sia una reale par condicio sui costi della mano d’opera meccanica, se ciò non dovesse avvenire rimarrebbe sempre una differenza di costo del lavoro notevole con i Paesi asiatici soprattutto.
    Per quello che riguarda le pensioni dei parlamentari e dei membri delle giunte regionali, credo che da alcuni anni ci sia anche per loro il calcolo contributivo, se ci sono altri privilegi è meglio toglierli se non altro che per una questione etica più che di sostanza, perché a livello globale va a incidere comunque poco.
    Poi ci sono privilegi per altre “caste” e anche qui bisogna che le leggi valgano per tutti alla stessa maniera, non è possibile che per qualche categoria di lavoratori la pensione venga calcolata sull’ultimo stipendio (generalmente gonfiato di proposito) e non sulla totalità degli anni di contribuzione.
    Si certamente, una riforma complessiva che calcoli tutte queste variabili, e magari incentivi di più anche la previdenza integrativa andrà fatta possibilmente con la collaborazione di tutte le forze politiche, senza ideologie e pregiudizi ma guardando pragmaticamente la situazione della previdenza italiana.

    1. Sig. Emanuele Nazzi, oggi i Supermercati (ma non solo loro) stanno aprendo sempre più casse automatiche. Il passo successivo sarà la completa automazione, ovvero ci sarà solo il cliente e nessun dipendente.

      Tassando l’automazione, lei davvero ritiene possibile che Esselunga, PAM, Bennet, Carrefour, Iperall, Aldi, Lidl si ritirino dal mercato italiano? No. Non lo faranno. Al più, sarebbero tentati di ribaltare la tassa relativa all’automazione sui prodotti, aumentando i prezzi dei prodotti (cosa che peraltro già fanno, mantenendo gli stessi prezzi ma riducendo la quantità del prodotto nelle confezioni).

      Lo stesso discorso vale per i ristoranti, che, anche per il fatto che non trovano camerieri, “assumono” robot. Lei davvero ritiene possibile che i ristoratori lascino l’Italia per andare ad aprire i ristoranti in Cina allo stesso modo in cui i cinesi aprono i ristoranti in Italia? No. Non lo faranno. Al più, sarebbero tentati di ribaltare la tassa relativa all’automazione sui coperti.

      Se l’applicazione della tassa sull’automazione dovesse portare all’aumento dei prezzi, le entrate governative aumenterebbero sia per l’applicazione della tassa sull’automazione, sia per la maggiore riscossione dell’IVA sui prodotti venduti.

      Ovviamente, si porrebbe il problema di come recuperare il potere di acquisto dei salari e delle pensioni a fronte dell’inflazione. Ma credo che su questo fronte i Governi abbiano maturato sufficiente esperienza da poter individuare le opportune soluzioni.

      Mi piacerebbe molto poter sottoporre all’Intelligenza Artificiale la domanda su cosa pensa della tassa sui robot e sull’AI.

    2. Buongiorno Emanuale.
      Spero sia di suo interesse.
      Titolo dell’articolo:
      Capire l’Artificial Intelligence non è più un optional. Eccola spiegata.

      https://www.paolobarnard.info/intervento_stampa.php?id=2081

      Mentre il virgolettato seguente è tratto da libro “Silicio” – ed Mondadori – di Federico Faggin.
      …“Il vero pericolo dei progressi della robotica e della intelligenza Artificiale non è quello di creare macchine che prendano in sopravvento sull’umanità perché saranno più perfette di noi.
      Il vero pericolo è che uomini malvagi possano causare danni seri all’umanità e all’ecosistema controllando computer e robot sempre più potenti soltanto per il loro interesse.
      Questa è una grande sfida che la società dovrà affrontare il più presto possibile.
      Ma allora sarà l’uomo, non la macchina, a causare il problema”…

      Saluti.

  8. Mi permetto di dire che ho letto recentemente di una spesa per pensioni al 12% del Pil che è pagata interamente dai contributi dei lavoratori, mentre con l’assistenza arriviamo al 17% del Pil, e qui cominciano i problemi. I lavoratori non possono pagare tutto quindi le risorse si possono e devono trovare dall’evasione fiscale, dalle banche lasciate a lucrare sulla pelle delle persone. La politica deve smettere di sprecare le risorse con gli amici e conniventi e prendersela con chi aspetta di andare in pensione con assegni sempre più ridotti. Basta pensioni alte e ingiustificate, basta i Brunetta di turno con incarichi e ulteriori emolumenti, se solo volessero ci sarebbero le risorse per fare giustizia. E basta con la scusa dell’Europa, bisogna smettere di RUBARE e fare come il buon padre di famiglia.

    1. Condivido e mi stupisce che Rizzo non rilevi la modalità di calcolo anti contabile del costo delle pensioni. I problemi addotti per il welfare poi valgono per tutto il sistema non solo per quello pensionistico. Le pensioni baby poi mi risulta che siano state varate molto prima del 1992 e non sono un danno trascurabile. Insomma, da quanto in articolo nel libro cose giuste e altre da precisare molto meglio. Il rischio Titanic è più generale è la trattazione parziale è rischiosa.

  9. Evocare.
    Termine adatto ai tempi attuali; non per richiamare alla mente l’arcinoto excursus pensionistico di scelte italiane raccontate in un libro che, presumo, mai leggerò.
    Ma da utilizzarsi per rileggere il contenuto di un altro testo pubblicato in Italia nel 2011 (che strana coincidenza) dal titolo: “Indignatevi!” di Stéphane Hessel.
    Evocare per indignarsi.
    Perché nonostante la tragica esperienza della seconda guerra mondiale al cui termine, in Francia, si pensava a una: “Sécuritè socialé“ necessaria al sostentamento dei cittadini abili o inabili al lavoro, tale da garantire anche: “Una pensione che consenta ai lavoratori anziani di avere una vecchiaia dignitosa”.
    Trascorsi poco più di 70 anni da quei fatti, i concetti esposti dal partigiano scrittore li ricordano in pochi.
    Cito: “l’interesse generale deve prevalere sull’interesse particolare, l’equa distribuzione delle ricchezze prodotte dal mondo del lavoro deve prevalere sul potere del denaro”.
    Una nozione semplice tra le molte dimenticate da evocarsi in quanto figlia di un vero paradosso per il quale, cito: “Hanno il coraggio di raccontarci che lo Stato non è più in grado di sostenere i costi di queste misure per i cittadini, ma com’è possibile che oggi manchi il denaro necessario a salvaguardare e garantire nel tempo tali conquiste, quando dalla Liberazione, periodo che ha visto l’Europa in ginocchio, la produzione di ricchezza è considerevolmente aumentata?”…
    Qui mi fermo lasciando a chi interessato di approfondire argomento e contenuto del testo.
    Questo nel mentre ci dicono che il “Titanic delle pensioni” affonderà (desiderano sia affondato) con buona pace e in buona compagnia della nostra, presunta, civiltà.
    Saluti.

  10. Quanto affermato da Sergio Rizzo lo sto dicendo in tutte le salse da molti anni ma la politica non ci sente ed ogni scusa è buona per rimandare il problema in eterno. Nel frattempo milioni di italiani vivono con pensioni inferiori a 1.000 euro al mese e parecchi con pensioni alte a cui non corrispondono adeguati versamenti
    contributivi.

  11. Piano piano cercano di instillare nelle persone la rassegnazione necessaria affinche’ possano distruggere quello che rimane delle pensioni cosi’ come le abbiamo conosciute fino a…. ieri

  12. Sergio Rizzo, un giornalista che chiedendo informazioni e conoscendo il passato delle riforme pensionistiche italiane, ha raggiunto facilmente delle conclusioni che erano ovvie anche ai meno informati. Ci sarebbe da chiedersi: Ma se a queste conclusioni ci arriva un bravo ma semplice giornalista, come è possibile che non ci arrivi la nostra politica e i nostri governi che hanno a disposizione un intero apparato di tecnici e ragionieri contabili con svariati uffici che si occupano della sostenibilità del sistema ? Forse nello Stato non erano a conoscenza che varando norme e leggi insulse e deprecabili, si sarebbe peggiorata una situazione che era già grave ? Leggo che già nel 92′, il governo Amato era consapevole di questa situazione e da quel momento, chi è succeduto al governo del paese, ha provveduto a varare leggi che frenassero l’emorragia finanziaria dell’INPS fino ad arrivare alla Legge Fornero, una legge dura, durissima, ma necessaria. Poi sono arrivati due geni della politica che hanno confermato il detto: ” Dove finisce la logica …….. cominciano Salvini e Durigon !!! “. Questi due con le quote hanno messo la pietra tombale ad ogni cambiamento immediato e per tutti. Adesso non ci resta che piangere e sperare che venga messa in cantiere la proposta Perfetto, Armiliato, Gibbin, che augura il pagamento di robot e AI. Leggo anche che con questo andazzo, tra vent’anni non ci saranno più soldi per pagare le pensioni. Da questo punto di vista mi ritengo fortunato perchè a quella data è probabile che non ci sarò più ed è altamente probabile che non vedrò approvata nemmeno la proposta di Perfetto e &. Cordiali saluti, Franco Giuseppe.
    P.S. I nostri politici con doppia pensione in regalo non sono assolutamente preoccupati. Stanno già godendo e accumulando oggi, ogni giorno, ogni mese, ogni anno, dei loro privilegi e dei loro enormi compensi. Non sono assolutamente preoccupati di cosa succederà loro tra vent’anni. La vita è adesso.

    1. L’asteroide o, più probabilmente, la Bomba toglierà di mezzo anche quei luridi infami! Magra consolazione, lo so, loro però bruceranno all’Inferno per l’eternità!

  13. E’ ora di togliere le provincie, di accorpare i comuni più piccoli nei comuni limitrofi più grandi, e’ ora di recuperare fondi dagli sprechi che ancora oggi ci sono e’ ora che questi assurdi privilegi descritti nell’articolo non siano minimamente più sopportabili ecc.
    Peccato che rimarrà tutto nel libro dei miei sogni ancora per molto tempo….

    1. Parole Sante! Ma se la gente non va a votare saremo sempre governati da chi non rappresenta il Paese. E se la Santanchè è ancora Ministro……..

    2. Caro Don, cosa vuoi farci? concentrati sulla tua pensione a breve; per il resto lascia perdere; non ci possiamo far niente; saluti a te e ai gestori del sito

      1. Buongiorno Paolo Prof, si ricorda che le avevo posto un quesito sulla scuola sperando di avere delucidazioni da lei ? Mi sto interessando alla questione del pensionamento di mia moglie, personale ATA operatrice scolastica, che il prossimo anno 2025 raggiungerà i fatidici 41,10 dell’anticipata Fornero donna, ma li raggiungerà a fine ottobre a scuola già iniziata. Mi sono sempre chiesto: “Ma se uno deve attendere obbligatoriamente la fine dell’anno scolastico, allora farà 11 mesi in più rispetto a qualsiasi lavoratore, compiendo cosi 43,9 se uomo e 42,9 se donna. Un’ingiustizia palese !!!! Navigando sul sito di Orizzonte Scuola però, mi sono imbattuto in un link, “orizzonte scuola, chiedilo a lalla, domande e risposte “, che mi ha indirizzato ad un video che è presente anche su you tube, che parla dei pensionamenti nella scuola 2023-24, con intervista question time a tale Sciandrone sindacalista della UIL, dove appunto si parla di requisiti pensionistici. Il video è del 2023 e ad un certo punto parlando dell’anticipata Fornero con 41,10 – 42,10, afferma che si può presentare domanda di pensione e andarsene con 41,6 – 42,6 perchè i restanti 4 mesi sono contributi ” virtuali “. Ha detto proprio così, contributi “VIRTUALI”. Facendo una ricerca sul web ho riscontrato che questo tipo di contributi esistono davvero e non sono contributi figurativi ma virtuali ma solo nel campo dell’edilizia. Lei ne sa qualcosa e cosa ne pensa ? Invito la direzione di Pensioni per Tutti ad approfondire questa questione che potrebbe interessare centinaia di lavoratori della scuola e dargli delle informazioni utili e importanti. Digitare su you tube – “pensioni scuola 2023-24 quali sono i requisiti question time con Sciandrone uil scuola”. Dal minuto 7,35 del video. Buona pasqua a tutti.

        1. Caro Franco Giuseppe, ti dico quello che dissero a me ancora a settembre del 2021; mi indicarono come data utile non i 4 mesi prima della data di pensionamento che per il personale della scuola è solo il 31 agosto di ogni anno; i 4 mesi prima si riferivano al personale ATA; per me, come docente l’applicata della scuola mi parlò di molto prima per cui feci la domanda a ottobre del 2021 per terminare il 31 agosto del 2022; la questione è molto tecnica e la risolvono gli uffici pensioni dei provveditorati agli studi; chiedere anche ai patronati e pure all’inps; sbrigarsi perchè se sono 4 mesi prima le domande scadono a brevissimo; augurerei a tua moglie di terminare al 31 agosto ma mi sa che dovrà farsi anche il prossimo anno; l’unica è chiedere ma immediatamente : ufficio pensioni del provveditorato, anche patronato e anche inps; al più presto; saluti a te e ai gestori del sito

  14. Ma che capitalismo è quello dove ci sono pochi ricchi e tanti poveri? E i ricchi si mangiano la fetta più grossa. Arridatece la prima repubblica.
    Senza giustizia sociale non si va da nessuna parte.

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