Riforma pensioni e crisi di Governo ultime da Durigon e Salvini su Quota 100

Riforma pensioni, ultime oggi: Quota 41 post quota 100, intervista esclusiva a Durigon

Pensioni per tutti: Onorevole, in vista della prossima Legge di bilancio, l’argomento pensioni ed efficacia della quota 100 restano sempre al centro del dibattito, ci si interroga ora, su quali provvedimenti, magari strutturali questa volta, potranno essere messi in campo post quota 100 giacché dal 1 gennaio 2022 si andrà incontro al famoso ‘scalone’ di 5 anni, che riporterà più in vita che mai la Riforma Fornero. Molti sostengono non solo non sia mai stata abolita, ma che sia stato tutto sommato un ‘flop’. Cosa ne pensa delle critiche che sono state mosse alla Quota 100? Ultimamente ad esempio il Prof Cazzola ha fatto presente, partendo dai dati Inps, come subito dopo il boom iniziale la misura abbia perso appeal ed oggi più che mai a causa del Covid l’utilizzo della Cig e dello smartworking stiano rendendo svantaggioso l’uso della quota 100. A dimostrazione che anche gli aventi diritto in realtà si ‘guardano bene’ dall’usarla.

Claudio Durigon: Guardi le rispondo volentieri perché resto sempre perplesso leggendo alcune interpretazioni sul bacino e le adesioni a quota 100, le analisi mi sembrano sempre tendenziose e prive di fondamento. Come tanti sanno collegata ad una legge previdenziale vi é poi sempre il capitolo che analizza le coperture finanziare ed i numeri di quanti pensionati potrebbero aderire alla misura. Quando si parla, dunque, in modo improprio di boom iniziale e poi di arresto delle istanze presentate per la quota 100, sarebbe sufficiente vedere queste previsioni di copertura e capire che nel primo anno era previsto dalla ragioneria che uscissero 290 mila persone, che sarebbero salite a 327 mila nel 2020, compresi quelle dell’anno precedente, fino a 356 mila del 2021, comprese le persone uscite nei due anni prima di sperimentazione. Quindi era già previsto che il bacino degli aventi diritto sarebbe stato inferiore negli anni successivi. Dunque non é che la misura sia stata un flop o stia perdendo appeal. Poi perdonatemi se definisco una vera banalità chi dice che lo Smart working, meglio descritto in Italiano come “lavoro da casa” , non faccia scegliere alle persone di andare in pensione, chissà perché…”

Pensioni 2021, quali misure in legge di bilancio post quota 100?

Pensioni per tutti: A suo avviso quindi cosa bisognerebbe fare, ora che il mercato del lavoro sta affrontando un cambiamento anche legato al contesto pandemico in atto, al fine di ‘invogliare’ o, forse sarebbe più corretto dire, permettere alle persone di accedere alla quiescenza senza dover rinunciare ad una parte dell’assegno ultimo?

Claudio Durigon: Come giustamente ha fatto notare Il mercato del lavoro é in pieno cambiamento ed a maggior ragione avremo nei prossimi anni un cambiamento totale delle mansioni, quindi è necessario abbinare strumenti nuovi, per agevolare la fuoruscita e il ricambio generazionale. Già durante la mia esperienza governativa, quando rivestivo il ruolo di sottosegretario al Ministero del lavoro, si era creato uno strumento di uscita noto come “solidarietà espansiva”, che permette alle aziende di formare, assumere i giovani ed aiutare al contempo il pensionamento dei lavoratori più anziani.

Riforma pensioni 2021, che fine ha fatto quota 41?

Pensionipertutti: Quando eravate al Governo si era parlato di quota 41, poi purtroppo le risorse scarse hanno portato anche la Lega a dover scegliere per una misura differente, la famosa quota 100, appunto, che ha permesso sì a molti lavoratori di accedere alla quiescenza ma ha tagliato fuori, di fatto, in quanto anagraficamente troppo giovani per accedervi, i lavoratori precoci con alle spalle già 41 anni di contributi. Si era loro detto, ed i lavoratori non lo hanno certo dimenticato, specie ora in vista della nuova legge di bilancio, che la quota 41 sarebbe stato il prossimo obiettivo della Lega post quota 100. E’ ancora così, vi batterete per questa promessa o le priorità in campo prevideziale sono altre?

Credo fermamente che oggi più che mai il lavoro fragile debba prevedere sempre più forme di uscita dal mercato del lavoro. Ecco perché dalla nostra Noi come Lega depositeremo la nostra proposta di legge quota41, non abbiamo affatto cambiato idea e rimaniamo convinti che dopo 41 anni di contributi versati, indipendetemente dall’età anagrafica, sia un sacrosanto diritto poter andare in pensione e lasciare, dunque, spazio ad una nuova leva. I lavoratori sono stanchi, ce ne rendiamo conto, ed oggi più che mai provati dal contesto sanitario e psicologico che stiamo vivendo, ecco perché dalla nostra manifestiamo massima solidarietà a quei lavoratori che, avendo a lungo versato i contributi ed avendo una carriera lavorativa quarantennale, meriterebbero oggi di potersi ritirare dal mercato del lavoro, rientrando per giunta in quella fascia d’età considerata anche più a rischio contagio.

Ringraziamo l’onorevole Claudio Durigon per il tempo dedicatoci e questa preziosa intervista in esclusiva e ricordiamo a chiunque volesse riprenderne parte che é tenuto a citare la fonte.

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19 commenti su “Riforma pensioni, ultime oggi: Quota 41 post quota 100, intervista esclusiva a Durigon

  1. L’occasione la avete avuta peccato che non è stata sfruttata non avete fatto ciò che tutti chiedevono abolire la fornero non quota cento o 41.

  2. Ma quale quota 41 dovete abolire la fornero cosî come è stata fatta un paio di giorni al massimo.abolitelaaaaaaaaaaaaaaa.

  3. Buongiorno si sa benissimo che 41 per tutti è il tassello mancante per scavalcare la Famigerata legge Fornero,e per il vero ricambio generazionale…

  4. Buongiorno, ma alle donne nessuno pensa? lavoro discontinuo…stipendi inferiori ai maschi…famiglia… maternità… e tanto altro.. E PENSIONE???? A 67 ANNI..
    Anche con penalizzazione..PENSATECI

    1. Adesso la maternità non è più un “regalo straordinario” per una donna e diventa una disdetta?
      Comunque si consoli signora Roberta: riceverà la reversibilità del marito che nel frattempo avrà accompagnato nell’ultimo viaggio…

    1. Grazie. Magari avrò sbagliato l’accento ma credo che sia più importante e comprensibile il contenuto del mio commento. Su quello avrei gradito delle risposte, se ritenuto interessante.

  5. 290, 327, 356
    Finalmente una persona che espone in modo chiaro dei numeri.
    Per quelli del flop quota 100 , per i sig Cazzola, ricordatevi quei numeri, memorizzateli .. sono numeri addirittura forniti durante la progettazione della legge..se a fine 2021 arriviamo invece che a 356 a 300 finitela una volta per tutte di parlare di flop.
    Riusciamo perfettamente a comprendere che già ora non è un flop.
    Poi se pensate al flop per il fatto che quota 100 è iniqua è un’altra cosa, ma allora potevate tutti darvi da fare affinchè fosse una quota 100 vera, senza paletti di età e contributi , proponendo qualche soluzione di penalizzazione per rientrare con i conti.
    Ma anche qui tanti flop.

  6. Il problema non è lo smart working, il problema è una legge giusta sulle pensioni, per una manciata di mesi non potrò accedere a quota 100 e ho lavorato in smart working. Nel mio lavoro ho delle scadenze da rispettare, dei controlli da parte di enti statali a cui far fronte e delle responsabilità a cui attenermi. Lavorando da casa accendevo il pc alle 6.30 ed ero sempre raggiungibile fino ad oltre le 19. Tutto questo sollievo non l’ho visto e tutto questo a quasi 63 anni di età. Quindi, per favore, non cadiamo nelle super…Cazzole…che servono solo a deviare il problema. Evidentemente qualcuno si può permettere di stare in vacanza “lavorando” da casa, non è il caso di tutti.

  7. Basta !! Onorevole Durigon, Basta con le menzogne.
    1) Prima delle elezioni del 2018 si sapeva che soldi per allargare a dismisura le maglie di accesso alla pensione erano di difficile reperimento e nonostante tutto la la Lega e il M5S avevano promesso la 41 xtutti e moltissimi elettori vi hanno votati per quello, prendendo quindi voti sia dai possibili 41isti sia dai quota 100 che si sarebbero comunque anche loro risparmiati di non arrivare ai 43 della Fornero. Ribadisco: Nonostante si trovassero in una condizione economica di gran lunga migliore del 2011 della Fornero, hanno partorito una misera quota 100 che è ormai appurato ha fatto contenti solo chi ci è potuto rientrare.
    2) I 6000 esodati sono rimasti ancora esodati e se la Fornero aveva sbagliato è ancora più grave che a distanza di anni anche il governo gialloverde se ne fregasse.
    3) I 41isti, dopo aver dato il loro voto a chi gli aveva promesso la pensione, sono rimasti fregati e anzi, han visto andare in pensione chi ha lavorato meno e versato meno contributi. Nei tre anni della quota, moltissimi lavoratori sono comunque andati con la Fornero. Che vantaggio hanno avuto costoro dall’aver votato Lega ? Nessuno, solo umiliazione. In questi tre anni migliaia e migliaia di lavoratori sono stati ancora soggetti alla legge Fornero che non è mai stata cancellata ed è l’unica legge in vigore perchè la quota 100 non è una legge ma un’opzione per pochi fortunati.
    4) Sig. Durigon, mi spiega il vostro modo di governare? Prima promettete e poi scoprite che soldi non ce ne sono ma nello stesso tempo siete convinti che il futuro sarà roseo e potrete fare quello che avete promesso tre anni prima. Salvo scoprire poi che il futuro non è poi così roseo, anzi siamo in piena pandemia con un cataclisma economico senza precedenti e Lei vuole ancora abbindolare gli elettori promettendo quello che non siete riusciti a mantenere in una situazione economica nettamente migliore ? Non siamo proprio tutti, tutti, dei calamari. Un pò di decenza e di orgoglio personale insomma. E’ indecente prendere in giro chi sta peggio di Lei.

  8. Spererei sinceramente che la proposta di quota 41 che menzionava l’On. Durigon si regga ancora col sistema misto e non tutto contributivo. Altrimenti paradossalmente a conti fatti sarebbe penalizzante rispetto all’attuale pensione anticipata (42 e 10 mesi.. Fornero) che nonostante tutto, viene calcolata inglobando il sistema misto.
    Grazie mille, del servizio che fornite.

  9. Almeno ha le idee chiare: quota 41 sia il “paletto” con relative penalizzazioni ma non troppo punitive!
    Comunque anche Cazzola ha ragione: se mi danno lo smartworking (leggi: sto a casa senza fare una beata), chi me lo fa fare di precipitarmi alla quota 100?
    Tanto il diritto l’ho acquisito e se nel 2022 finisce lo smart (e la pacchia) il mio diritto a pensione lo faccio valere!

    1. Salvatore io lavoro in smartworking e direi che lavoro eccome e come me molti altri, dunque evitiamo le solite generalizzazioni. Grazie e perdoni l’appunto!

      1. Ok. Generalizzare è sempre sbagliato, lo ammetto.
        Tuttavia chieda un attimo in giro se non ho ragione. Tanto è vero che chi riceve “il regalo” dello smart working poi fa carte false per non perderlo.
        Io ho avuto collaboratori che facevano telelavoro. Di alcuni non ebbi mai nulla da eccepire, anzi, ma per altri devo dire che invece che non si facevano mai trovare al telefono e non rispondevano alle email se non dopo ore. Ovviamente la prima cosa che ti arrivava non era la soluzione del problema o comunque un discorso sul lavoro da fare, ma la scusa per non aver risposto e ti assicuro che “la nonna malata” non era poi così assente!
        Dal momento che il mio compito era distribuire il lavoro e valutare i risultati provai anche a sollecitare la Direzione per un richiamo: apriti cielo! I sindacati si scatenarono all’unisono!

        1. Guarda un pò, io ritengo che uno che di pestiere fa e/o faceva il “distributore” e “valutatore” di lavoro altrui, sia in una posizione di gran lunga piu’ “oscura” di chi lavora da casa………

          1. Provaci!
            Non so che esperienze tu abbia, ma il lavoro più difficile che ho fatto nella vita è la gestione dei collaboratori. Non devi essere semplicemente presente e disponibile sempre ma devi fare anche lo psicologo, mediare i conflitti, ricavare da ciascuno il meglio delle sue possibilità.
            Sei poi fra l’incudine (la Direzione aziendale) e il martello (i collaboratori) e devi cercare continuamente una mediazione accettabile per quanto riguarda il carico di lavoro e i risultati.
            Comunque, se sto a quanto mi hanno riferito i miei collaboratori dopo il mio ritiro dal lavoro (e quindi senza condizionamenti opportunistici) il mio lavoro l’ho fatto bene, anzi: meglio di ogni altro nella mia stessa posizione.
            Quindi le tue “critiche” mi lasciano indifferente. Ti auguro un felice prosieguo della tua carriera lavorativa e un soddisfacente ritiro dal lavoro quando sarà il tuo turno di fare il bilancio.

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