Riforma pensioni, ultime Prof. Cazzola: programmi a confronto e verità nascoste
In questi giorni abbiamo a lungo parlato dei programmi elettorali e del capitolo pensioni, ci siamo confrontati con differenti esperti ed esponenti politici per comprendere quanto a loro avviso siano fattibili per il 2023 le promesse annunciate e quanto vada preso ‘con le pinze’ e sia probabilmente frutto di una buona campagna elettorale che avrà però poca possibilità di realizzazione dati i tempi e le risorse a disposizione.
Quest’oggi vogliamo ringraziare il Prof Giuliano Cazzola che a seguito della mia domanda su quale programma credesse più veritiero e più fattibile tra quelli elettorali fin qui presentati non si é sottratto ad un confronto ed anzi ha scritto un elaborato in cui esprime chiaramente la propria opinione con la solita onestà intellettuale che lo contraddistingue. Vi lasciamo alle sue parole relativamente al tema che, come dice il Professore, ‘ossessiona gli italiani’, ossia le pensioni:
Riforma pensioni, Prof Cazzola: programma elettorale convincente Terzo Polo, non ne parla
Per quanto riguarda le pensioni il programma elettorale che mi convince di più è quello del Terzo Polo, per un motivo molto semplice: nelle 68 pagine del documento il tema che ossessiona gli italiani viene affrontato in modo marginale, confermando la mia opinione che non si tratta di una priorità e che dal 1° gennaio dell’anno prossimo si può tornare nel percorso tracciato dalla riforma Fornero dopo i danni provocati (e ancora operanti) in questi ultimi anni di follia.
Nel testo dell’alleanza tra Calenda e Renzi ho trovato solo questi riferimenti:
1) il trattamento a livello pensionistico è peggiore di quello del lavoro dipendente;
2) la proposta di programma di incentivazione all’attivazione di piani di previdenza complementare per gli under 35, con un regime fiscale più favorevole allo scopo di consentire un montante contributivo più elevato.
Per quanto riguarda il primo punto si tratta di una constatazione, in parte discutibile; il secondo contiene invece una proposta condivisibile, in linea con i regimi fiscali previsti negli altri paesi, nei quali le agevolazioni fiscali riguardano i versamenti, mentre da noi sono state rimandate sulle prestazioni.
Non leggere i consueti luoghi comuni sulle pensioni contro i quali combatto da una vita (con maggiore intensità dal 2012), è stata per me una piacevole sorpresa, come se finisse un incubo. P
Per questo motivo credo che voterò per la lista Calenda: un gruppo dirigente che ha il coraggio di NON parlare di pensioni in un programma elettorale, merita il mio appoggio, perché si sottrae alla più grande mistificazione che si è impadronita del Paese.
Riforma pensioni, Cazzola: altri partiti e i loro programmi a confronto
Invece, nei programmi degli altri partiti e coalizioni, anche quando non si percorre – come nei testi unitari e distinti di quelli di centrodestra – la strada dei passi perduti dei trattamenti minimi elevati a mille euro mensili, si fa ampio sfoggio – con maggiore o minore cautela – sia alla flessibilità in uscita, a partire da una età da ‘’giovani anziani’’ sia alla c.d. pensione di garanzia per i giovani, senza rendersi conto – in questo caso – del ridicolo a cui ci si espone, con la pretesa di assicurare ai giovani una tutela per quando saranno anziani come se fosse impossibile per loro procurarsi una normale pensione lavorando.
In generale, ho l’impressione che sulle pensioni – con l’eccezione della sparate dei mille euro – stia crescendo una maggiore ragionevolezza. L’unico partito che mantiene la solita damnatio memoriae (ovviamente non ci prendiamo cura della frattaglie dell’ultrasinistra) è la Lega. ‘’La pensione è un diritto non negoziabile per chi ha lavorato una vita – è scritto nel programma-. La profonda necessità di una revisione pensionistica in Italia è un’esigenza non più rimandabile. Nel nostro Paese coesistono differenti criticità legate al mercato del lavoro e del sistema di previdenza post professionale. I temi sono direttamente e strettamente correlati. Ritardare l’accesso alla pensione, crea ripercussioni sui giovani e sull’intero mercato del lavoro, rallenta il cambio generazionale’’.
In sostanza il gruppo dirigente della Lega continua a propagandare – attraverso la manipolazione dell’età pensionabile – l’obiettivo per cui i prepensionamenti determinino il ricambio generazionale, nonostante che proprio l’esperienza di quota 100 abbia dimostrato che questa corrispondenza non esiste. In ogni caso, anche il partito di Salvini ha moderato i toni. Nel 2018 impose all’alleanza la parola ‘’azzeramento’’; in questa campagna elettorale si avvale di definizioni più corrette politicamente: ‘’Questo è l’obiettivo che abbiamo in mente: dobbiamo superare la legge Fornero con Quota 41’’. Fino ad ora nessuno è riuscito a farsi spiegare che cosa la Lega pensa per chi non arriva a questa anzianità contributiva: situazioni a cui provvede l’ordinario trattamento di vecchiaia. Il programma comune del centrodestra è ancora più evasivo in questa delicata materia. L’età del pensionamento deve diventare flessibile, ma l’asso di briscola viene giocato sulla pensione minima a mille euro mensili per 13 mensilità. Che poi è il vero strappo della coalizione.
A parte i costi, la pensione a mille euro garantiti avrebbe delle ricadute notevoli sull’intero sistema pensionistico. Al di sotto di questo importo vi è oggi il 67% dei trattamenti in essere (parliamo di pensioni e non di pensionati). Non è malafede ritenere che se questo fosse il livello della prestazione comunque assicurata a prescindere dai contributi versati, sicuramente sarebbero favoriti gli evasori.
Persino il M5S usa una cautela inattesa e imprevista, nel senso che affronta, nel programma, il problema dell’età pensionabile sulla via dei passi perduti dei lavori disagiati che costituiscono la soluzione individuata dal governo Draghi a fianco di Quota 102. E’ sicuramente più giustificato consentire l’anticipo della pensione per chi si trova in condizioni personali, famigliari e lavorative difficili (a parte che costoro si potrebbero avvalere anche dell’Ape sociale); l’importante però e non esagerare nell’individuare le mansioni ritenute meritevoli di tutela.
Nel programma del Pd non vi sono recriminazioni per il passato, ma vengono indicate soluzioni per i futuro non dissimili – come impostazione – da quelle indicate da Mario Draghi, il 20 luglio, al Senato. Siamo dunque sul terreno del ‘’politicamente corretto’’. ‘’Vogliamo favorire – è scritto – una maggiore flessibilità nell’accesso alla pensione, a partire dai 63 anni di età, da realizzarsi nell’ambito dell’attuale regime contributivo e in coerenza con l’equilibrio di medio e lungo termine del sistema previdenziale. Va inoltre introdotta, per le nuove generazioni, una pensione di garanzia, che stanzi fin da subito le risorse necessarie a garantire una pensione dignitosa a chi ha carriere lavorative discontinue e precarie. È necessario consentire l’accesso alla pensione a condizioni più favorevoli a chi ha svolto lavori gravosi o usuranti o lavori di cura in ambito familiare, anche rendendo strutturali l’APE sociale (da estendere agli autonomi) e Opzione donna. È necessario rafforzare la previdenza complementare e gli strumenti che possono favorire il ricambio generazionale e la gestione delle crisi aziendali’’.
Si tratta di obiettivi non incompatibili con il rientro nei canoni della riforma Fornero (anche perché quando si recano dei danni al sistema pensionistico come quelli del 2018, i postumi rimangono per decenni), sempre che l’anticipo sia condizionato al calcolo col sistema contributivo anche per le quote ora in regime retributivo“.
Voi cosa ne pensate delle considerazioni del Prof. Cazzola, sebbene spesso dica cose che i lavoratori, futuri pensionandi, preferiscono non sentire, reputate che le sue considerazioni siano, purtroppo, corrette? Ossia che il capitolo previdenziale in realtà non rientri tra le priorità del Governo per il 2023? Fatecelo sapere nell’apposita sezione commenti del sito. Chi, invece, volesse riprendere le dichiarazioni del Prof. Cazzola é pregato di citare la fonte.
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Subito dopo le votazioni tutti i partiti l’unica cosa che faranno è prorogare quota 102, opzione donna e ape sociale. Ancora una volta i nati del 1960 pur avendo più di 38 anni di contributi non centreranno la pensione. Secondo me hanno fissato un paletto tutti i nati dal 1960 in poi pagheranno per tutti: tutto contributivo pur avendo versato di più di quelli che sono andati con quota 100 e 102 che hanno vinto un terno al lotto. Anche la lega promette quota 41 ma come? Io ne ho 40 e 62 anni cosa devo aspettare ancora? Mi sono vista superare da chi aveva versato meno di me ma aveva qualche mese anagrafico in più! Sono sconfortata! almeno si potrebbe pensare temporaneamente ad una quota 102 flessibile dando la possibilità a chi ha versato di più di andare in pensione.
So che con questo mio commento non attirerò simpatia e qualcuno si risentirà, me ne dispiace e però lo ritengo doveroso. Lungi da me difendere le posizioni di Cazzola che esprime le sue considerazioni e la sua posizione, trovo però scorretto additarlo al pubblico ludibrio come ex sindacalista ed esperto “già pensionato e con tutte le agevolazioni del passato” o come la “solita manfrina fatta da chi è già in pensione”. Il Sig. Cazzola si è pensionato con le regole vigenti nel momento in cui ha presentato domanda, nello stesso identico modo in cui qualcuno, che oggi dispensa opinioni e proposte su questo sito, si è pensionato con le norme vigenti nel momento della sua domanda di pensione con la quota 100. Ricordo che questi ultimi sono andati in pensione, lecitamente ma anticipatamente, con una norma ultra favorevole e senza penalizzazioni. Oggi però approvano o propongono un anticipo con penalizzazioni. Che differenza c’è tra l’ agevolazione della pensione di Cazzola e le agevolazioni della quota 100 ? Sempre di agevolazioni si tratta ma, mentre a Cazzola vengono contestate su altri agevolati preferiamo chiudere un occhio se non tutti e due. Assolutamente scorretto.
Tutte belle chiacchiere da chi ha preso una Pensione molto prima di quando ci vogliono mandare noi il sig. Cazzola e Draghi. Che gli si abbassi la Pensione ai suddetti grandi lavoratori a 5/600 € come prendono purtroppo molte persone che vivono nel mondo reale e poi vediamo come ragionano questi Fenomeni
Per il Prof. Cazzola così come per i politici nostrani il pensionamento riguarda la vita delle persone e pertanto è considerato un argomento di nessun conto, un’inutile e stupida ossessione dei lavoratori!
A questo punto sarà già un successo riuscire mantenere l’attuale Legge Fornero (ogni cambiamento ipotizzato finora da politici e sindacalisti è peggiorativo soprattutto per quelli hanno lavorato onestamente per una vita intera ai quali verrebbe tolto molto con il passaggio immediato al tutto contributivo, vero obiettivo di tutti i partiti). Constatare poi che nessun partito ha almeno la decenza di proporre l’abolizione della vergognosa finestra di tre mesi dopo quasi 43 anni di lavoro rafforza il mio proposito di non andare a votare per non essere complice di questi personaggi
Ci risiamo in Italia ci sono i Soldi per tutti e per tutto, tranne per Chi lavora da oltre 40 Anni, questo Paese non Cambierà mai..
Sul sito Orizzonte Scuola è comparso uno dei tanti articoli “pensioni dal 2023 torna la legge Fornero” senza nessun punto ?, praticamente come una certezza e di fianco le facce sorridenti e soddisfatte della fornero e di draghi, come mai non hanno messo anche quella di Cazzola?
Raff.60; perchè ti sorprendi? certo che sarà così; ma è così da 1 anno; quando eravamo in piena estate e i sindacati non venivano mai convocati ; e quando erano convocati dicevano sempre le stesse cose e il governo diceva: stiamo valutando; poi quando l’ordinanza per le pensioni del personale scolastico, invece di uscire a dicembre come al solito, è uscita a ottobre per andare in pensione tra 10 giorni ; le regole erano legge fornero o quota 100 ma non per noi gli inc. del 1960 oppure RITA se hai pensione integrativa; poi quota 102 con i 64 anni; e poi? tutto quello che dice l’uE; tutto a favore della legge Fornero; quindi? qualcosa faranno entro il 31 dicembre per far andare in pensione 3 gatti; e sicuramente non i nati nel 1960 salvo che abbiano i requisiti della legge fornero; tutto chiaro adesso raff. 60? poi se avvengono i miracoli ma i miracoli non avvengono; saluti a te e ai gestori del sito
Non ci sono parole e non si possono fare commenti, è evidente non si potrebbero neanche pubblicare. Saluti
Bisogna essere corretti e onesti intellettualmente: La proposta Damiano andava bene quando era stata progettata e cioè nel lontano 2013. Oggi persino quella proposta, quasi ragionevole, è stata superata e oserei dire annichilita, da norme astruse, inconcepibili, idiote, che hanno reso quasi impossibile trovare una soluzione che risulti equa. Oggi tutti i lavoratori si aspettano lo stesso trattamento riservato a chi ha centrato le quote senza nessuna penalizzazione, tutte le altre formule sono penalizzate economicamente sia dal minor numero di contributi e sia dalle penalizzazioni previste. Va da se che, chi si è pensionato con la quota 100 ha un assegno calcolato sulla base dei contributi versati, chi si pensionerà in futuro avrà l’assegno calcolato sui contributi versati e in aggiunta anche la penalizzazione per l’anticipo. Questo si traduce in un meno 8% rispetto ad un quotista e nella realtà sarà una somma che si aggirerà intorno ai 120 euro in meno rispetto ad un quota 100. Quanti potranno permetterselo ? Peggio andrà se le promesse astutamente vaghe si trasformeranno in un contributivo puro. Si salvi chi può. Farsi abbindolare una volta può accadere, due ……. ma allora siete proprio de coccio !!!!! Oggi su Repubblica c’era una foto di un pensionato greco, seduto per terra in lacrime, a fianco del bancomat della sua banca. Sono passati 12 anni dal disastro Greco. Una scena che mi auguro di non vedere in Italia prossimamente.
L’idea del terzo polo di aumentare la detrazione fiscale per i depositi in favore della pensione integrativa, va nella direzione che avevo più volte auspicato anch’io da queste pagine.
Tuttavia la limitazione “under 35” è il solito trucco all’italiana: -“sì lo facciamo però… che non costi troppo…”.
Limitare all’età massima di 35 anni per avere questo ipotizzato “incremento della detrazione” è molto limitativo perché moltissimi under 35 non hanno una dichiarazione IRPEF che permetta grandi recuperi fiscali. Lavori precari e saltuari, difficoltà di entrare nel mondo del lavoro prima di una certa età, salari bassi, mancanza di altri beni tassabili come le proprietà immobiliari, etc… determinano di fatto per la stragrande maggioranza della coorte la possibilità di godere appieno della detrazione.
Comunque è abbastanza sconcertante che la sinistra pd-essina non consideri il tema degno della massima attenzione.
Il sistema di quota 102 o a 62 anni non va’ bene perche’ chi ha avuto sempre un posto di lavoro garantito come statali o lavoratori di grandi aziende non e’ come i lavori a tempo determinato che si perdono periodi vuoti di contributi gli tocca aspettare i 67 anni per la pensione! Come mia moglie che ha compiuto 67 anni il 10 giugno 2022 ha fatto domanda i primi di giugno ancora la deve prendere! E’ uno schifo!
Riprendo le parole di Cazzola: nessuno è ancora riuscito a farsi spiegare che cosa pensa la Lega per chi non riesce ad arrivare a Q41, ovvero situazioni a cui provvede l ordinario trattamento di vecchiaia (leggasiLegge Fornero).
Orbene mi pongo anch’io la stessa domanda e la passo ai gentili gestori del sito, così appena ne hanno l occasione la rivolgono a un esponente della Lega
Grazie e saluti
cosa dire al prof. cazzola? da sempre è stato favorevole alla legge Fornero e quindi non è una novità; nessun partito affronta il tema pensioni ma è chiaro; vogliono i soldi del pnrr e l’uE ha detto chiaramente che dà i soldi a patto che non si tocchi la legge Fornero; delle migliaia di morti sul lavoro perchè la gente non ce la fa più se ne fregano; chi comanda alla fine dice: io mi godo la mia pensione anche elevata, che i sacrifici li facciano altri; saluti ai gestori del sito
E’ insopportabile sentire politici, sindacalisti ed esperti già felicemente pensionati con tutte le agevolazioni del passato, parlare di come dovrebbero essere le future pensioni (affinché il sistema regga e … chi è felicemente pensionato possa continuare a godere in pace la propria o addirittura le proprie pensioni).
Se deve esserci ricalcolo contributivo, deve valere per tutti, pertanto proporrei di RIVEDERE TUTTE LE PENSIONI IN ESSERE E CON I SOLDI RISPARMIATI FINANZIARE LE FUTURE PENSIONI.
Grazie per l’opportunità di sfogo.
Sono perfettamente d’accordo con lei Anna ! SIGNOR CAZZOLA INIZIATE DA VOI STESSI AD ATTUARE LA “FLESSIBILITÀ” CHE TANTO DECANTATE, DIVENTATE UGUALI A “NOI” ! ALTRIMENTI È TUTTO STRIDENTE, ALTRIMENTI È TUTTA “FUFFA” ! DATE L’ESEMPIO, RINUNCIATE PRIMA AI VOSTRI LAUTI PRIVILEGI AI VOSTRI DIRITTI ACQUISITI, A CIÒ CHE PER VOI È DOVUTO E PER NOI INACETTABILE E INOPPORTUNO ! ANZICHÈ SENTENZIARE SUL FUTURO DI CHI PER LA QUARTA VOLTA SI VEDREBBE CAMBIARE LE CARTE IN TAVOLA .. LIBERATE DA QUESTO VERGOGNOSO E INCIVILE “STROZZINAGGIO” CHI ORMAI DA TROPPO TEMPO AUTOCRATICAMENTE VIENE SOTTRATTO DENARO E VITA. COSTRETTI A OLTRANZA A PAGARE LE MALEFATTE DI TUTTI QUESTI ANNI, COMPRESE “LE VOSTRE” RICCHISSIME E INTOCCABILI PENSIONI ! UN SEGNALE PER LA SOSTENIBILITÀ, L’ EQUITÀ, LA FLESSIBILITÀ, LA NORMALITÀ , LA RECIPROCITÀ ! L’EQUILIBRIO !
Peccato non ci sia un quarto polo che proponga l’uscita dal lavoro con 80 anni di età o 60 di contributi,avrebbe senz’altro il voto del professore Cazzola immagino.
Complimenti, se un pensionato ed ex sindacalista battezza come “ossessione degli italiani ” quello che per lui è stato un diritto acquisito, cosa possiamo aspettarci ? Che dica che rinuncia a tutto quello che noi non potremo avere.
La solita manfrina vergognosa fatta da chi poi è già in pensione come il dott. Cazzola. Ritengo che giunti ad una certa età, 62/63 anni, la pensione sia un diritto indipendentemente da quanti anni una persona abbia lavorato. Mi spiego non deve essere un diritto ma una scelta avendo la pensione che una persona ha maturato con i suoi versamenti. E’ vergognoso che in Italia ci siano bonus e soldi per tutti (bonus vacanze, bonus bici elettriche, bonus psicologo, superbonus 110%, reddito di cittadinanza, ecc.) e non si trovino i soldi per abbassare l’età pensionabile. In Europa la legge Fornero è quella che fa andare in pensione più tardi di tutti gli altri paesi europei. E’ importante che il lavoratore possa scegliere in base anche ai contributi versati, se poi a pure una pensione integrativa, e decida lui se subire una decurtazione in percentuale. Libertà di scegliere e non imposizioni.
Bravissimo Stefano.
Sono d’accordo con te.
Spero, dall’alto,leggano le tue giuste considerazioni
Vede, sig. Stefano, le spese che lei ha elencato (bonus vacanze, bonus bici elettriche, bonus psicologo, superbonus 110%, reddito di cittadinanza) vengono finanziate con risorse provenienti dalla fiscalità generale (tasse), oppure con prestiti.
I soldi per abbassare l’età pensionabile vanno trovati invece con risorse provenienti dal lavoro, aumentando il cuneo fiscale (ovvero far versare più contributi ai lavoratori e alle imprese), oppure aumentando il volume dell’occupazione (facendo lavorare più gente).
Lei cita l’Europa. Ebbene, tra i Paesi dell’eurozona quelli che hanno il rapporto “debito pubblico/PIL” più elevato sono nel 2020 (in ordine decrescente): Grecia (206%), Italia (155%), Portogallo (135%), Spagna (120%). Insomma, sono i cosiddetti Paesi “PIGS” (https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/finanza-pubblica-ue/2021-finanza-pubblica-ue/statistiche_FPE_03122021.pdf).
Il debito pubblico italiano è una palla al piede che impedisce all’Italia di camminare liberamente. A questo si aggiunge la scarsa credibilità dell’Italia nei confronti dei partner europei. La vita media di un Governo italiano è di poco più di 2 anni. Cosa può fare un Governo in 2 anni? La sola cosa che può fare è privatizzare tutto ciò che riesce a privatizzare in 2 anni per poter rimborsare i creditori e quindi abbassare il livello del debito pubblico.
Privatizzeranno anche l’INPS? E chi lo sa…
È importante, sì, che il lavoratore possa scegliere in base anche ai contributi versati. Ma per fare questo è necessario che il Governo (qualunque colore esso abbia) sia anch’esso libero di scegliere in che modo riformare le pensioni. C’è un solo modo per farlo: evitare che i cespugli facciano cadere i Governi.
Scusate Cazzola.
Penso che le considerazioni del dottor Cassola non siano sbagliate!
Vuoi perché in fatto di pensioni quando decisero d’innalzarle a 1 milione di vecchie Lire l’effetto fu limitato da palini e paletti vari, mentre i 1.000 Euro di oggi li vedo fuori luogo tra le diverse proposte in un mondo di pensioni, ahimè, sempre più contributive.
Che i 5 Stelle siano cauti lo “impone di necessità fare virtù”, perché come sostenuto da Calenda, trascorsi 5 minuti dal risultato del voto volendo potranno ricongiungersi nuovamente al PD senza temere di essere smentiti.
Per quanto riguarda il PD mi domando: dove è stato ad ieri?
Che proposte ha fatto il suo ministro Orlando al sindacato fintanto che il governo non ha ritenuto opportuno dimettersi?
Ha mai rinnegando l’ordinamento attuale delle pensioni (legge Fornero) del quale e da sempre è stato pressoché quasi unico sostenitore in accordo al volere dell’Europa.
Cosa si propone con Damiano oggi e cosa proponeva l’altro ieri; ma anche in questo caso si “‘impone di necessità fare virtù”.
Di tempo per fare o chiarire le promesse ne resta ancora molto per tutti.
Se questo resta il mondo della politica italiana, come cittadino, mi domando se la soluzione migliore non sia immaginare di poter stanare questi “vecchi volponi della politica” attraverso il presidenzialismo o qualcosa di simile che mi permetta di scegliere un nome che poi mi convinca, nel bene o nel male, se sia stata anche colpa mia.