Riforma pensioni, ultimissime: ripristinare requisiti Opzione donna é una priorità
In questi giorni abbiamo sentito parlare moltissimo di opzione donna, anche il virtù del fatto che il 14 febbraio la Ministra Calderone ha ricevuto le rappresentanti del Movimento Opzione Donna aprendo con loro un confronto e ha assicurato, che proseguirà nel tempo. L’Ansa infatti riportava a seguito dell’incontro, ripredendo le sue parole: “È stato un incontro molto cordiale: il mio impegno è quello di dare una risposta certa prima possibile In ogni caso, oggi è partito un confronto con il Movimento che continuerà nel tempo perché Opzione Donna pone una questione molto più ampia che è la possibilità di andare in pensione per le donne tenendo conto di una carriera contributiva che non può essere parificata a quella degli uomini”.
Questo ha generato non poche polemiche con le donne del Comitato Opzione donna Social che avevano in programma di incontrare la Ministra ma la data non é purtroppo ancor stata ufficializata, Orietta Armiliato, amministratrice e fondatrice del CODS, confida di poter essere ricevuta prossimamente al fine di poter ribadire la priorità per le donne: ripristino dei vecchi requisiti di opzione donna per almeno tutto il 2023, come promesso in campagna elettorale. Vediamo le ultime considerazioni di Armiliato:
Riforma pensioni 2023, ultime da Armiliato: ripristino requisiti opzione donna, una priorità
“Dalla nota pubblicata sul sito istituzione del Ministero del Lavoro, così rubricata: “Ministro Calderone avvia interlocuzione stabile con il Movimento Opzione Donna” leggo ed estrapolo questo passaggio:
“Al centro del confronto, oltre alla proroga di Opzione Donna, anche una riflessione sulla questione dell’accesso al lavoro e quindi alla pensione da parte delle donne in vista del riordino del sistema pensionistico in corso”.
Ora, chiediamo cortesemente alla Ministra di non stornare l’attenzione dal tema per il quale le donne chiedono ADESSO un’interlocuzione. La nostra istanza, OGGI, é circoscritta, puntuale ed unica e rappresenta un bisogno reale al quale non sta corrispondendo una paritetica altrettanto reale capacità dell’Esecutivo di elaborare soluzioni.
Possiamo pensare che ci possa essere la stessa circoscritta, puntuale ed unica attenzione, temporale si intende, volta alla risoluzione di questa vertenza in tempi ragionevolmente brevi?
Riforma pensioni 2023, prima opzione donna poi parità salariale, lavoro di cura, accesso al mondo del lavoro
Poi prosegue Armiliato: “Poi, la riflessione sull’accesso al lavoro, alla parità salariale, al riconoscimento e la valorizzazione del lavoro di cura domestico ordinario e, conseguentemente, alla pensione declinata al femminile che sappiamo perfettamente essere materia pregnante e sulla quale riflettere ed impegnarsi per farsí che diventi finalmente parte integrante dell’auspicata riforma, si farà e la faremo, e sosterremo ogni sforzo che andrà in quella direzione ma, è altra questione, quella è un’altra partita ed é da condurre al tavolo con le Organizzazioni Sindacali che sono gli unici a conoscere, tramite le loro organizzazioni all’interno delle aziende ed i propri centri di studio ed analisi e che hanno, quindi, una visione ampia e completa di tutte le implicazioni sociali nonché di tutte le problematiche connesse, oltre ad essere gli unici organismi deputati ufficialmente a rappresentare le lavoratrici, per concertare quelle azioni che genereranno norme condivise, da sottoporre al Legislatore. #opzionedonna#unaprioritá.
Cosa ne pensate delle considerazioni di Orietta Armiliato , le condividete?
Pensionipertutti.it grazie alla sua informazione seria e puntuale è stato selezionato dal servizio di Google News, se vuoi essere sempre aggiornato sulle nostre ultime notizie seguici tramite GNEWS andando su questa pagina e cliccando il tasto segui.
Mi sembra che sta andando un po’ troppo per le lunghe,:” per Opzione donna”, devono rimettere i requisiti del 2021 come promesso in campagna elettorale….in attesa di riforma delle pensioni. È il minimo che possono fare per le donne che si dividono fra lavoro , casa, e genitori anziani. Siamo stanche anche noi.
In Europa, per dirla in termini calcistici, siamo cittadini che si ritrovano in promozione. Leggendo il sentire dei lavoratori italiani mi rendo conto di come siamo costretti a subire una discriminazione continua da parte di tutti i governi che si sono succeduti all’euro in poi.
Donne o non donne ritengo che la legge previdenziale in questo paese è un vero attacco alla dignità umana. La mia necessità non è opzione donna perchè avendo messo al mondo tre figli ufficialmente i miei contributi hanno poco meno di trent’anni, ma opzione donna è un’ingiustizia comunque perchè a fronte di ben 35 anni di contributi la decurtazione dell’assegno pensionistico è vergognosamente alto, i lavoratori che ci hanno preceduto sono stati tutelati dalle leggi favorevoli e noi siamo qui a non sapere cosa sarà del nostro futuro di onesti lavoratori……in tutto questo i sindacati??????????
Non pervenuti…tristezza profonda tristezza.
Io vorrei sapere cosa dobbiamo ancora fare noi donne esodate a 59/60 anni con più di 35 anni di contributi versati… morire di fame, andare a rubare, ditecelo voi che ci governate è Vergognatevi di trattarci in questo modo!!!!
Opzione donna è un fenomeno che esiste solo in Italia. Negli altri paesi occidentali uomini e donne, giustamente, vanno in pensione alla stessa età. In Francia a 62 anni. Ma siccome noi italiani siamo, come recita la nota canzone, il “paese dei cachi“, dobbiamo sempre distinguerci dagli altri. In peggio. Ricordo che l’Italia è sotto procedura di infrazione da parte dell’Unione europea per discriminazione verso gli uomini proprio in tema pensionistico.
Bravo!
Tu ricordo inoltre che abbiamo le pensioni più basse, l’età pensionabile più alta, le ritenute fiscali sulle pensioni più alte, la pressione fiscale più alta…e potrei continuare
Caro Francesco,sei un uomo poco sensibile e poco onesto.Quanto lavora ogni donna più di un uomo?Fai un esame di coscienza!Non riconos ci il lavoro di una vita di tua madre,sorella o moglie?Comunque ti auguro buona serata
Quanto lavora molto di più una donna nei confronti di un uomo!? lo vada a chiedere a quel marito rimasto vedovo a crescersi da solo i figli! La media aritmetica non esiste cara signora! esistono casi individuali che meritano attenzione! e per questo è necessaria una flessibilità per tutti! I governanti delle altre nazioni mi creda non sono più cretini dei nostri, anzi, hanno solo più senso di giustizia!
Buonasera! Spero che la Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, incontri al più presto il CODS e dia risposte certe a tutte le donne. Mille grazie a tutti!
Grazie come sempre ad Orietta ed Erica per il focus sul punto cruciale: 20.000 donne che hanno maturato i requisiti nel 2022 in base alla legge vigente ante ultima LdB sono di fatto “esodate”: inutile divagare sulla futura riforma, i tempi non sono compatibili. Occorre che venga gestito il pregresso con la proroga dei vecchi requisiti per il 2023. Le coperture, peraltro modeste rispetto a quota 103, si possono e debbono trovare.
È ora il tempo di avere una risposta.
Io voglio ringraziare Orietta Armiliato ed Erica per continuare a sperare e tenerci informati sono mesi che attendiamo con ansia una risposta definitiva non si può più aspettare bisogna concentrarsi subito per il progetto donna dopo di che si può pensare alla vera riforma pensionistica grazie.
Concordo con i commenti precedenti e con la posizione di Orietta Armiliato:
basta con i temporeggiamenti; l’esecutivo che ha prodotto questa stortura si riabiliti attraverso la proroga di OD “vera” per il 2023. Le riforme pensionistiche hanno bisogno di tempo e la proroga è l’unico modo per partire con il piede giusto, senza criticità pregresse.
E infine: è vero che per le donne del comparto scuola questa attesa è uno stillicidio visto che le circolari inps e del ministero consentono di inoltrare la domanda solo a coloro che hanno maturato i requisiti con la nuova formula.
Opzione Donna dovrebbe essere la priorità del governo poiché era stato promesso il rinnovo così com’era! Pensare che oltre alla proroga avevano promesso di renderla perfino strutturale. Però a quanto pare solo in campagna elettorale, non lo sapevano prima che non c’erano i fondi?
Ci hanno solo preso in giro e continuano a farlo.
Grazie a Erica e a Orietta.
La Ministra divaga con altre questioni e invece, deve rispondere a TUTTE LE DONNE, del mancato ripristino di “opzione donna” con i vecchi requisiti, una promessa fatta in campagna elettorale, sostenuta dalla Presidente Meloni quando era all’opposizione …..
Ora dai Loro scranni hanno scelto gli agnelli sacrificali, ma e’ sotto gli occhi di tutti l’evidente ingiustizia perpetrata dal Governo nella proposta discriminatoria con requisiti assurdi e paletti insostenibili
#ilcodsnondemorde
#rinnovoopzionedonna
#opzionedonnavecchirequisiti
Non ci sono e non ci possono essere priorità nella Riforma delle Pensioni. Ora, più di ieri, che ci sono le Risorse dopo l’abolizione del Superbonus edilizio, bisogna immediatamente abolire la LEGGE FORNERO e consentire a Tutti ma proprio a Tutti di andare in Pensione da 62 anni in poi. Abolendo qualsiasi Opzione, Ape, Quote 100, 101, 102 o 103. Solo così e senza paletti si può ora fare la Vera e Giusta riforma delle Pensioni.
Scusa Sergio, perché dai 62 anni? Chi lo stabilisce che questa sia l’età giusta? I sindacati forse? Non potrebbe essere 60? O magari anche 58?
Io terrei buono il range proposto da Dini dai 57 ai 65, per me questa è una scelta più giusta. Accontenterebbe anche le signore che stanno combattendo per opzione donna. Ed inoltre un disoccupato di lungo corso che magari ha 58 o 59 anni e non ha più probabilità di trovare un lavoro potrebbe ricevere una pensione per i contributi che ha versato senza dover aspettare i 67 della fornero.
Ok, ok Emilio si potrebbe, ora che Le risorse ci sono, fare una flessibilità in uscita anche dai 60 anni in poi ma basta che decidano subito se no saranno sempre premiati quei pochi che hanno avuto la fortuna oppure la raccomandazione del posto fisso o Statale, per questo motivo bisogna fare in fretta!
si, hai ragione Emilio; per un disoccupato ti do ragione; infatti la RIta prevede l’eccezione di fino a 10 anni prima in caso di disoccupazione oltre i 2 anni; perchè 62? diciamo che si tengono bassetti tenendo conto che per qualcuno anche i 67 non bastano come idea; i 60 anni? c’erano prima ancora della legge fornero; e i 57? ricordo i numeri 35 e 57; parliamo di 17-18 anni fa; tieni duro Emilio; saluti a te e ai gestori del sito
Paolo vorrei approfittare della tua conoscenza sulla RITA per porti alcune domande. Tralasciando il discorso per i disoccupati che appunto prevede la possibilità di chiederla fino a 10 anni prima della pensione di vecchiaia, mi pare negli altri casi si possa chiedere a 5 anni rispetto alla vecchiaia, quindi ora a 62 anni, è corretto? Ma tecnicamente come funziona il meccanismo? Tu dai le dimissioni dal tuo posto di lavoro e successivamente chiedi l’assegno al tuo fondo pensione a cui aderito, è corretto? E ufficialmente tu come risulti presso l’INPS? Come un disoccupato? E la causale di dimissioni prevede una specifica clausula per RITA o sono diciamo “semplici” dimissioni volontarie?
Grazie
ti illustro il caso mio: ad agosto del 2021 sento, guarda caso da Draghi, come terminare a 62 anni e si parla di rita; domando al fondo pensione che nel mio caso è il fondo della scuola, come funziona; ci vogliono molti requisiti: 62 anni di età, almeno 5 di pensione integrativa, 20 anni di contributi e soprattutto aver terminato il lavoro; io a ottobre 2021 ho fatto la domanda per terminare al 31 agosto del 2022; tutti i documenti li invii dopo aver terminato, li esaminano e se è tutto ok la prima rata te la danno dopo 3 mesi ma dipende dal fondo; dimenticavo: lo stato si trattiene il 15 % di tasse; chiaramente tutto dipende da quanto una persona ha accumulato dato che se non fanno proposte alternative migliori uno deve aspettare i 67 anni; tutto chiaro? per l’inps non ho idea ma per loro la rita, almeno dove abito io, è un oggetto oscuro; saluti a te e ai gestori del sito
Si sta spostando l’attenzione esclusivamente sul problema pensione,che è più che giusto, dal problema or ora di opzione donna originale che doveva essere già in opera anziché quell aborto, partorito per chissà quale motivo!
La Ministra mantenga la promessa di un’azione al più presto pratica e concreta e si confronti con i nostri sindacati preposti per certe funzioni . Basta parole!
La risposta del ministro Calderone in merito al ripristino dei vecchi requisiti anche per il 2023, sta andando troppo per le lunghe. Dovrebbero con molta onestà pronunciarsi nel merito a breve. Parlo per il personale della scuola, che ha come termine per la presentazione della domanda di pensione il 28 febbraio corrente mese.
Si resta in attesa in un limbo di incertezze e il termine scade a breve. Noi personale della scuola rimarremo esclusi comunque, se non si interviene subito nei prossimi giorni.
Cara Vilma speriamo bene ma , non per scoraggiarti, i termini per quota 103 è una cosa, per opzione donna è un’altra; ripristinare quella dell’anno scorso? ormai la vedo come una mission impossible; se hai letto l’intervista alla Calderone su opzione donna i numeri dei prossimi anni sono di pochissime rispetto a prima ; parlano di 3-4-5000 persone all’anno; ormai con i 58-59 anni pochissime e con situazioni estreme; se per un uomo i 61 non bastano? 2 mie colleghe (tutti del 1960) vanno quest’anno; una con quota 103 ,l’altra con la legge fornero; tutto chiaro vilma? poi i miracoli fino al 28 febbraio potrebbero accadere ma sarebbe un miracolo; saluti a te e ai gestori del sito
Per quanto mi riguarda posso i lasciare la Fornero riducendo l’età e i contributi a di un anno. Tutto quello che hanno proposto si i ad ora sono modalità peggiorative.
Per quanto mi riguarda, nel luglio 2023 avrò 65 anni. Se mi propongono una decurtazione del3% annuo accetterei, rinunciando a circa 100 Eur. mensili.
Se finalmente entriamo nel facoltativo ognuno potrebbe decidere come vuole.
SE È POCO O TANTO LO DECIDO IO.
NON CERTO SINDACATI O POLITICI DA STRAPAZZO.
Se cominciamo a ragionare, risolviamo anche il problema dei disoccupati “vecchietti”.
Orietta Armiliato ha centrato perfettamente il punto, come sempre del resto!
È evidente il tentativo di stornare l’attenzione dall’argomento cruciale sul quale le donne attendono una risposta dalla fine di dicembre, senza contare le ansie generate durante l’iter della manovra che già avevano duramente provato chi, avendo maturato i requisiti per il pensionamento con opzione donna nel 2022, e tenuto conto delle reiterate promesse di tutti i partiti dell’attuale maggioranza, ha assistito a un reale sconvolgimento della propria vita.
Le donne in attesa hanno bisogno di risposte ora e visto il flop totale di adesioni a OD con i paletti imposti dalla legge di bilancio, il governo proceda a ripristinare i requisiti vigenti al 31 dicembre 2021.
Non si cambiano le carte in corsa.
Non si fa.