Riforma pensioni ultimissime al 15 dicembre

Riforma pensioni, ultime: quota 100 senza paletti come patto tra generazioni

In questi giorni si é tornato a parlare di riforma pensioni, abbiamo avuto modo di confrontarci sia con Domenico Proietti (Uil) quanto con Roberto Ghiselli (Cgil) che hanno espresso il primo perplessità sull’esclusione del capitolo previdenziale dal piano Colao e la necessità di puntare tutto sulla flessibilità in uscita al fine di consetire anche il giusto ricambio generazionale, il secondo ha illustrato la nuova proposta del sindacato da discutere col Governo ossia una misura ‘universale che accompagni alla pensione prima del raggiungimento degli attuali requisiti. Anche l’esperto Claudio Maria Perfetto nei giorni scorsi si era espresso negativamente circa alcune mancanze del piano Colao, facendo notare come risultassero grandi assenti sia la riforma fiscale quanto la riforma pensioni.

Abbiamo deciso dunque di comprendere maggiormente con il dottor Claudio Maria Perfetto, già autore di una rubrica settimanale che si occupa di previdenza sul quotidiano online ‘Il Valore Italiano’, quali misure pensionistiche, a suo dire, potrebbero dare vita al rilancio dell’Italia. Incuriositi anche dal suo ultimo elaborato in cui é tornato a parlare proprio della quota 100 e della sua importanza al fine di ottenere i fondi europei.

Riforma pensioni 2020, Quota 100 consente il ricambio generazionale

Così ha scritto nel suo ultimo editoriale pubblicato venerdì sul portale ‘Il Valore Italiano’, destando la nostra curiosità : “ L’Italia ha una forza lavoro vecchia e stanca. L’Italia dovrà realizzare progetti di grande respiro che necessitano di una forza lavoro giovane e fresca. L’Italia ha bisogno del ricambio generazionale. Quota 100 consente il ricambio generazionale e quindi la realizzazione dei progetti indicati da Bruxelles.” Il dott Perfetto nella lunga disamina che ha prodotto per noi

Poi ancora: “In conclusione, è pur vero come dice Cottarelli che i fondi europei non ci consentiranno di avere un’altra Quota 100. Ma è anche vero che senza Quota 100 avremo difficoltà nel ricevere i fondi europei per attuare i progetti. Perché non saremo in grado di realizzarli nei modi e nei tempi come “l’Europa ci chiede” di fare“. Abbiamo dunque chiesto al Signor Perfetto ulteriori specifiche circa le sue teorie sulla bontà della misura sperimentale quota 100 in scadenza in 31/12/2021, e ne é uscita una disamina molto accurata, in cui l’esperto sostiene che la soluzione più immediata nel breve periodo potrebbe essere, per garantire un ricambio generazionale, dati i tempi stretti dettati nel piano di rilancio, quella di andare incontro ad una quota 100 senza paletti. Eccovi le sue considerazioni al riguardo, in esclusiva per il nostro sito.

Quota 100 senza paletti: le considerazioni di Perfetto

“Nel tuo piano citi la necessità di ridurre la burocrazia, di rendere più efficiente il settore pubblico, di proteggere le opere pubbliche dalle mire della criminalità organizzata. La competenza e la qualità dell’amministrazione pubblica italiana saranno fondamentali affinché si possano spendere al meglio le nuove risorse di Next Generation EU.” Sono le parole che la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha rivolto al Presidente del Consiglio Conte alla seduta inaugurale della consultazione nazionale italiana degli Stati generali dell’economia del 13 giugno 2020.

La Next Generation EU è un nuovo strumento per la ripresa da 750 miliardi che rafforzerà il bilancio dell’UE con nuovi finanziamenti raccolti sui mercati finanziari per il periodo 2021-2024. Dello strumento fa parte il Recovery fund che è stato definito da von der Leyen “un patto intergenerazionale”. I fondi del Recovey fund destinati all’Italia consistono in 80 mld di sussidi e 90 mld di prestiti e andranno impiegati per attuare riforme e investimenti in specifiche aree indirizzate dalla Commissione europea.

Piano di rilancio, manca ricambio gnerazionale, quota 100 soluzione

Il Piano di rilancio che il governo Conte ha presentato agli Stati generali si raccorda con gli indirizzi indicati dalla Commissione europea: Paese completamente digitale, con infrastrutture più sicure ed efficienti, in linea con il Green Deal, con un tessuto economico più competitivo, con un piano di sostegno alle filiere produttive, con una Pubblica Amministrazione alleata di cittadini e imprese, con investimenti nella istruzione e nella ricerca, con una riforma fiscale in concomitanza con la lotta all’evasione fiscale.

Il Piano di rilancio del governo Conte non è pervaso, però, da quello stesso spirito che permea la Next Generation EU: il patto tra generazioni. Un patto da intendersi come impegno non tanto delle generazioni correnti verso quelle future quanto tra generazioni correnti (quella dei sessantenni e quella dei trentenni). Il Piano di rilancio del governo Conte, pur con i fondi europei, non potrà essere attuato con la forza lavoro attualmente impiegata: questa non è idonea a costruire quel Paese completamente digitale con un tessuto economico più competitivo di cui il Piano parla.

Quota 100 senza paletti: soluzione immediata ed efficace

Le rilevazioni Istat relative al terzo trimestre 2019 riportano che su 23 milioni di occupati vi sono: 1 milione di occupati nella fascia di età 15-24 anni, 4 milioni nella fascia 25-34 anni, 9 milioni e 400 mila nella fascia 35-49 anni e 8 milioni e 800 mila nella fascia di 50 anni e più. In termini di tasso di disoccupazione, vi è il 17,8% di disoccupati nella fascia di età 15-34 anni, l’8,7% nella fascia 35-49 anni e il 5,5% nella fascia di 50 anni e più (una media di circa il 10%, pari a circa 2 milioni e mezzo di disoccupati).
Le statistiche Istat evidenziano una percentuale bassa di disoccupati nella fascia di età superiore ai 50 anni, mentre evidenziano una percentuale alta di disoccupati nella fascia di età compresa tra i 15 e 49 anni. Questo nel 2019. Nel 2020 le previsioni indicano che ci sarà un incremento del tasso di disoccupazione che potrà arrivare all’11% (probabilmente accadrà non appena il governo rimuoverà il divieto di licenziare). La forza lavoro attuale necessita di un ricambio generazionale per poter attuare il Piano di rilancio.

È necessario ridurre la forza lavoro nella fascia di età superiore ai 50 anni e aumentarla nella fascia di età 25-34 anni. Ciò potrà essere attuato consentendo ai sessantenni di andare in pensione per permettere ai trentenni di inserirsi nel mondo del lavoro. Governo e Confindustria sono concentrati sui fondi europei e sembrano sottovalutare il fatto che quei fondi non serviranno a nulla se il governo non riuscirà a spenderli semplificando la burocrazia e se le imprese non riusciranno ad impiegare una forza lavoro nuova con la quale rinnovare l’Italia innovando. Per impiegare questa forza lavoro nuova sarà necessario attuare una riforma delle pensioni che consenta quel rinnovo generazionale che porterà, attraverso un nuovo patto tra le generazioni italiane, alla Next Generation IT (IT per Italia) realizzabile, con i tempi stretti indicati nel Piano di rilancio, solo con Quota 100 senza paletti.

Ringraziamo Claudio Maria Perfetto per il tempo dedicatoci e gli spunti di riflessione forniti e ricordiamo a chiunque volesse riprenderne i contenuti che é tenuto a citare la fonte.

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38 commenti su “Riforma pensioni, ultime: quota 100 senza paletti come patto tra generazioni

  1. Guardate gli anni di contributi non l’età uno che ha lavorato in fabbrica per 41 anni di contributi versati sono più che sufficienti per andare in pensione continuano a raccontarci sempre favole a discapito di chi paga

  2. INTANTO CONTINUANO AD ESSERE PENALIZZATE LE DONNE CHE HANNO PENSATO ALLA FAMIGLIA. A 60 lavorare fuori, in casa e magari aiutare i nipoti…. perché? per poter pagare le pensioni d’oro? I politici hanno i diritti acquisiti e non si possono toccare e noi? Lavorare fino alla morte.

  3. Quota 100 senza paletti, e immagino si intenda una quota dove somma di età e anni di contributi faccia 100, senza altri vincoli nè di età minima nè di contributi minimi, è certo meglio di quella attuale ma NON E’ POI UN’IDEA COSI’ BUONA.

    Basti vedere quanti pochi lavoratori sono andati in pensione con Quota 100 a 62 anni, avendo 38 anni di contributi.
    Ricordo di aver visto l’istogramma di chi l’aveva sfruttata, nel primo anno, e due terzi di loro andava in pensione da 64, 65 e perfino 66 anni.

    Perciò una Quota 100 “senza paletti” farebbe restare la “pensione possibile a partire dai 62 anni” (un’idea proposta da molti, l’ultimo Ghiselli della CGIL) un MIRAGGIO per quasi tutti, perchè pochi arrivati a quell’età hanno già 38 anni di contributi.
    In altre parole, sarebbe quasi una variante di quella “quota 41 per tutti”, che in realtà è “Quota 41 per quasi nessuno”, dato che va bene SOLO per i precoci, per i ricchi che si possono permettere di riscattare la laurea e praticamente per nessun altro.

    Anche “Quota 100 senza paletti”, perciò, in realtà dei paletti CE LI HA!

    Molto meglio l’idea, pur generica, di Ghiselli su una flessibilità a partire dai 62 anni, senza vincoli (e con Quota 41 come provvedimento rigorosamente a parte).
    Poi, se uno va in pensione a 62 anni avrà qualche penalizzazione (anche solo per i minori anni di contribuzione) rispetto a chi ci va a 65 o 66.

    1. Ma come per nessuno?
      Io e tutti i miei amici tutti 60 anni e 41 di contributi. Potrei fare elenco di centinaia di persone . Nessun precoce nessuno ricco nessuno laureato. Tutti stanchi del lavoro e di dover come minimo aspettare quota 105 (62 + 43) .
      Fate bene i calcoli!!!!!

      1. I calcoli sono semplici: per avere 60 anni e 41 di contributi bisogna aver cominciato a lavorare sui 18-19 anni, non più tardi.
        Mi è chiaro che dei suoi conoscenti “nessuno è laureato” perchè altrimenti, avendo cominciato a lavorare sui 24 anni, i 41 anni di contribuzione se li sognerebbero (a meno di non essere ricchi e riscattare gli anni di laurea)!
        Avrebbero (se sono stati FORTUNATI come carriera continuativa!) 36 anni di contribuzione e con “Quota 100 senza paletti” arriverebbero a maturare il diritto alla pensione a 62 anni (62+38), ESATTAMENTE come nella “Quota 100 con paletti” attuale!
        Con la quale, guarda caso, ben pochi riescono ad andare in pensione già a 62 anni perchè pochi (laureati o discontinui) a quell’età hanno già versato 38 di contributi.

        Di fatto, la “Quota 100 senza paletti” NON CAMBIA NULLA per una marea di persone e il problema della “Quota 41”, che è sacrosanto, va risolto A PARTE (come dice Ghiselli della CGIL).
        Un conto è la FLESSIBILITA’ in uscita, un altro è il mandare in pensione comunque chi ha 41 anni di contributi.

        Vanno fatte ENTRAMBE e SENZA MESCOLARLE, perchè si rivolgono a due platee di lavoratori COMPLETAMENTE DIVERSE.
        Mescolarle sarebbe, per esempio, come voler risolvere il problema degli esodati e la flessibilità in uscita con una sola norma: non c’entrano nulla, sono entrambi problemi ma vanno affrontati e risolti separatamente.

        1. Non era cosi impossibile fine anni 70, primi anni 80, che molti abbiano iniziato in regola a lavorare a 16-17 anni. Erano anni di grande espansione e possibilità. Oggi queste persone sono troppo giovani per la quota 100 (62 anni), ma hanno già 42 anni di lavoro e sudore sulle spalle e ……. sono ancora li. E vedono andare in pensione persone che hanno lavorato meno e versato meno. C’è chi ha 66 anni ma solo 37 e chi ha 61 anni e 11 mesi ma 43 di contributi. Questi sono lavoratori che ancora si alzano al mattino alle 5. Chi ha 62-38 oggi già dorme sonni tranquilli. Gli altri si devono sorbire fino a 5 anni chi più .. chi meno. E’ il famoso scalone del gennaio 2022. E intanto per tre lunghissimi anni tutto è bloccato causa quota 100. Tre anni sono tanti per chi conosce il lavoro vero. Immaginatevi tre anni di metropolitana, autobus, treni, pieni zeppi alle 6 del mattino tutti i giorni solo perchè sei ancora soggetto alla Fornero. Figuratevi che i quota 100 si sono, a scelta, potuti risparmiare fino ai 67 della vecchiaia o i 43,1 dell’anticipata. La Fornero nella sua forma di legge punitiva, aveva almeno il pregio di non fare figli e figliastri, era punitiva per tutti indistintamente. Equamente punitiva. La quota 100 ha favorito pochi e punito tanti.

    2. Sig. Carlo lei ha inteso correttamente ciò che intendo per “Quota 100 senza paletti”, e precisamente (sue parole) “una quota dove somma di età e anni di contributi faccia 100, senza altri vincoli nè di età minima nè di contributi minimi”. Vuol dire che con Quota 100 può andare in pensione chi ha 62 anni di età anagrafica e 38 anni di contribuzione, ma anche chi ha 59 e 41, oppure 58 e 42.
      Resta inteso che “Quota 100 senza paletti” non è la soluzione ottimale, ma è il punto da cui partire per arrivare al seguente obiettivo: realizzare il ricambio generazionale massimo possibile.
      Lei, sig. Carlo, ritiene migliore l’idea di una flessibilità a partire dai 62 anni e senza vincoli (con Quota 41 a parte). Il nostro problema è la stagnazione dei consumi. I consumi non ripartiranno tagliando tasse e Iva e né tagliando il cuneo fiscale a favore delle imprese. Se si riducono tasse ed Iva il consumatore tenderà ad accantonare i risparmi (visto il clima di enorme incertezza che investe il mondo del lavoro), mentre lo Stato andrà incontro ad altre perdite. Se si taglia il cuneo fiscale a favore delle imprese queste non aumenterebbero la produzione e quindi l’occupazione, dal momento che non vedrebbero prospettive di vendere i loro prodotti a causa dei consumi stagnanti.
      Per aumentare i consumi occorre far lavorare i giovani, e per farli lavorare occorre favorire il ricambio generazionale mandando in pensione quanti più over 50 possibili, anche incentivandoli a lasciare il lavoro. “Quota 100 senza paletti” è la formula che rende possibile un maggiore ricambio generazionale rispetto alla formula “Quota 100 con 62 anni di età e 38 anni di contribuzione”.
      “Quota 100 senza paletti” è il punto da cui partire per una Riforma delle pensioni socialmente valida per i tempi che viviamo.

      1. La cito: “Per aumentare i consumi occorre far lavorare i giovani, per farli lavorare occorre favorire il ricambio generazionale mandando in pensione quanti più over 50 possibili, anche incentivandoli a lasciare il lavoro.”
        Sono d’accordissimo, mai stato più d’accordo.
        Costringere gente avanti con l’età a restare al lavoro fino a 67 anni, mentre i giovani non hanno lavoro, è un’operazione di immensa miopia, che fa danni sociali terribili ad ogni generazione, portata avanti da quella stessa categoria di liberisti-aziendalisti miopi alla Sacconi, alla Fornero, all’Ichino, alla Cazzola ecc., che guardano solo ai costi immediati senza vedere i benefici a medio termine.
        Gente che ha già fatto anche troppi danni.

        Il problema è che con la “Quota 100 senza paletti” c’è tanta gente che NON potrà lasciare il lavoro non solo a 60 ma neanche a 62, 63 o 64 anni, tutti quelli che non hanno avuto una carriera continuativa, tutti quelli che hanno fatto l’università e non erano di famiglia tanto ricca da riscattare gli anni di laurea a suo tempo ed anche adesso difficilmente se lo possono permettere ecc.

        I dati di “Quota 100 con paletti” sono lì a mostrarlo. Tanto che le adesioni sono state meno del previsto, nonostante la marea di gente che vorrebbe andare in pensione.
        Eppure, già la Quota 100 originale consente di andare in pensione a 62 anni, che di per sè è un’età ragionevole. Ma i 38 anni di contributi per fare 100 sono rari da ottenere.
        Un mio conoscente, che ha avuto la fortuna di avere una carriera quasi continuativa, si è dovuto “svenare” riscattando alcuni anni di laurea, per riuscire ad andarci a 63 anni.

        Per cui, certamente “Quota 100 senza paletti” è meglio che “con paletti” ma DE FACTO sarà difficilmente avvicinabile per i sessantaduenni tanto quanto lo era quella “con”.
        Perciò, DE FACTO cosa cambierà?

        E, per carità, non prendiamola (come già vedo qualcuno esaltarsi) come una scorciatoia per arrivare all’equivalente di una “Quota 41 per tutti” che in realtà NON è per tutti.
        La “Quota 41 per tutti” è sacrosanta ma va separata dalla FLESSIBILITA’ in uscita, perchè per arrivare a 59 anni con 41 di contribuzione bisogna aver cominciato a lavorare a 18 anni spaccati e non avere avuto interruzioni.
        In pratica, nella maggior parte dei casi vuol dire essere un impiegato pubblico, perchè con i chiari di luna degli ultimi vent’anni (almeno) nel privato …
        Per non parlare delle donne che hanno ancora più spesso carriere spezzettate.

        Per quelli dei 59+41 ci vuole davvero una “Quota 41” indipendente dall’età (così si consente anche di anticipare ai precoci che altrimenti avrebbero 58+42 o 57+43), ma ciò non c’entra nulla con “Quota 100”, nè “con” nè “senza” paletti.

        Per cui, se si vuole VERAMENTE mandare in pensione gli anziani (possibilmente prima che muoiano sulla scrivania) per far posto ai giovani occorre far sì che sia il LAVORATORE stesso (se già non ricade in Quota 41) a poter decidere, stante un’età MINIMA ragionevole (60? 61? 62?), QUANDO staccare, accettando penalizzazioni o intrinseche (dai minori contributi versati) o magari imposte (a patto che siano ragionevoli, come per esempio il 2% in meno proposto da Damiano, non di più).
        E questo anche se il lavoratore ha solo 30 anni di contributi: ne ha pagati di meno, prenderà di meno di pensione. Dov’è il problema?
        Però DECIDE LUI, non un “paletto” esplicito come nella “Quota 100 con” o implicito come nella “Quota 100 senza”.
        Questa è la FLESSIBILITA’ che ci serve.

        1. In pratica, sig. Carlo, lei propone una “Quota 90” con età minima (diciamo) 60 anni e contribuzione minima di 30 anni. Se i politici fossero disponibili a parlarne, introdurrebbero certamente la penalizzazione (diciamo) del 2% per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 anni della Fornero, equivalente quindi al massimo al 14% di penalizzazione (si parlerebbe dunque di “pensione anticipata”, lasciando che la “pensione di vecchiaia” si attesti stabilmente sui 67 anni). Il lavoratore avrebbe la possibilità di decidere della sua vita, si favorirebbe il ricambio generazionale e si realizzerebbe quella flessibilità da molti lavoratori auspicata. Mi sembra una buona idea alternativa ad altre sulle pensioni, e migliorativa in termini di flessibilità. Mi auguro che in tempi come questi governo e sindacati possano prenderla seriamente in considerazione.

    3. Se fosse una cosa per così poche persone non ci sarebbe tutto questo problema economico tremendo a farla …non trova? Tutta la classe dei nati nel 59 60 61 62 e 63 potrebbe andare con quota 100 senza paletti. E si figuri se a Roma non hanno fatto i conti di quanti lavoratori laureati e non che hanno cumulato tutti i periodi , compreso il militare, esistono in quelle classi!! Un esercito di sessantenni con 40 anni di contributi .

    4. Quando si fanno riforme che avvantaggiano qualcuno e penalizzano altri e sempre una pessima legge e la quota 100 ha proprio fatto questo. Paradossalmente la Fornero era più equa, penalizzava tutti allo stesso modo.

  4. E’ una soluzione talmente equa, semplice, salutare per il paese e per l’essere umano lavoratore nonchè per le famiglie che non verrà mai e poi mai fatta. I ben pensanti troveranno mille appigli di impossibilità economica o veti europei. Meglio portare nei ricordi il male fatto da una legge Fornero e lasciare marcire anziani a lavoro e giovani a casa.

  5. Quota 100 senza paletti lascerebbe fuori molte donne che non arrivano con la contribuzione, se non sbaglio opzione donna era già in programma da gennaio, perché non prorogano quello che avevano già in mente di fare?

    1. Concordo.
      Quota 100, con o senza paletti, non serve per nulla ai tantissimi che hanno buchi di contribuzione.
      Le donne sono spesso una di queste categorie.

  6. Quota 100 , solo degli egoisti menefreghisti, e gente che non ha mai lavorato seriamente in vita sua, poteva pensarla. 40, 41 anni per tutti è la soluzione equa. Con qualsiasi età.

  7. QUESTO GOVERNO DEVE CAPIRE CHE CHI LASCIA IL LAVORO CON QUOTA 100, LO LASCIA PERCHE’ PENSA CHE UN GIOVANE PRENDE IL SUO POSTO, INVECE NON E’ VERO, IO HO LASCIATO DA UN ANNO IL LAVORO DOPO 41 ANNI PER DARE POSSIBILITÀ’ A UN GIOVANE DI LAVORARE, CIO’ NON E’ STATO, LA COLPA E’ DEL SIG. DI MAIO, ALLORA MINISTRO DEL LAVORO, CHE NON HA FATTO NIENTE PER I GIOVANI. BASTAVA COPIARE LA LEGGE GIOVANILE 285/78, LEGGE CHE OGNI REGIONE D’ITALIA HA INSERITO AL LAVORO CENTINAIA DI MIGLIAIA DI GIOVANI, CHE OGGI IL 90% HANNO LASCIATO AL LAVORO PER FAR POSTO A MOLTISSIMI GIOVANI DISOCCUPATI CHE ATTENDONO DI INSERIRSI AL LAVORO DA MOLTO TEMPO. LE MIE RESTANO, PURTROPPO, PAROLE INASCOLTATE, PERCHE’ AGLI ORGANI DEL GOVERNO DI STATO NON INTERESSA. SI LAVANO LA BOCCA CON I DISOCCUPATI, MA NON PRENDONO MAI UN PROVVEDIMENTO. HO CAPITO CHE TUTTI I BUROCRATI POLITICI DI STATO PENSANO CHE CHI E’ ANDATO E VA IN PENSIONE CON LA QUOTA 100, E’ UN VAGABONDO. LO SPIRITO DELLA LEGGE QUOTA 100 E’ QUELLO DEL CAMBIO DELLA GENERAZIONE CON LO SVECCHIAMENTO DEGLI UFFICI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, CHE ANCORA NON E’ AVVENUTO. VI CONSIGLIO DI ANDARE IN PENSIONE, PERCHE’ SECONDO LORO, NON SIAMO PERSONE, MA SOLO NUMERI. SALUTI E AUGURI A TUTTI.

  8. Spero che la fanno senza limiti per gli interessati ,però consiglio che a chi aderirà a quota 100 di mettere in conto che dovrà essere molto paziente, e avere soldi per potere campare fino a quando l’inpis non salderà la pensione, e gli arretrati di eventuali mesi di ritardo di pagamento.Altrimenti vi potrebbe finire come me? Che per riscuotere il primo mese di pensione ho dovuto aspettare al quattordicesimo mese di pensione, e se io non avessi avuto un po di soldi da parte, mi avrebbero fatto morire dalla fame. Considerando che anche il mese di Luglio e stato emesso il cedolino della pensione e mancano gli arretrati. Praticamente a distanza di 16 mesi di diritto a quota 100 ancora aspetto che mi saldano la pensione arretrata DAL MESE DI APRILE 2019 AL MESE DI APRILE 2020, strano ma vero. E la cosa che più mi fa arrabbiare, e che questi non sono soldi che mi devono regalare con il reddito di nullafacenti, ma sono soldi che ho pagato profumatamente, con sacrifici di 42 anni e 1 giorno di contributi versati ,quindi non capisco perchè non me li danno, a chi aspettano? qualcuno e cosi gentile di consigliarmi a chi mi devo rivolgere per essere pagato prima? E meglio un avvocato? oppure scrivere a fuori del coro? Visto che il patronato CISL mi ha detto che per essere pagato degli arretrati devo aspettare i comodi dell’inps grazie.

    1. Sig. Agostino Vallelunga, potrebbe fare quello che farei io al suo posto qualora capitasse anche a me ciò che sta capitando a lei (in luglio 2020 inoltrerò anch’io domanda per Quota 100).
      Ebbene, se non riceverò la pensione entro il periodo da me indicato e dall’Inps accordato (diciamo tra l’1 gennaio 2021 e il 31 marzo 2021) proseguirò nel modo seguente:
      1. solleciterò l’Inps attraverso il portale Inps;
      2. se non riceverò risposta contatterò via mail (PEC) Pasquale Tridico con in copia conoscenza l’Inps (PEC);
      3. se non riceverò risposta, contatterò via mail (PEC) la Presidenza del Consiglio con in copia conoscenza Pasquale Tridico e l’INPS (PEC);
      4. se non riceverò risposta, contatterò la Presidenza della Repubblica tramite il sito del Quirinale (c’è una pagina chiamata La Posta) e poi invierò il contenuto che ho inviato alla Presidenza della Repubblica, via mail (PEC) alla Presidenza del Consiglio con in copia conoscenza Pasquale Tridico e l’INPS (PEC);
      5) se non riceverò risposta, contatterò, tramite tecniche di yoga avanzate, direttamente Dio (lui ha il dovere di pensare alle persone che abitano la Terra).
      6) sono certo che la pensione mi giungerà.
      Forse lei, sig. Agostino Vallelunga, non possiederà una PEC (Posta elettronica certificata). Non si scoraggi. Usi pure una normale mail (quella che lei utilizza per lasciare i suoi commenti su questo sito).
      Forse, lei, sig. Agostino Vallelunga, non crederà in Dio. Non si scoraggi. Dio crede in lei.

      1. Egregio signor Claudio Maria Perfetto le sono molto grato per la sua gentilezza ,e grazie nel consigliarmi. No gli nascondo che dopo tante telefonate fatte all’inps, con l’ultima telefonata avevo detto che se non si sbloccava la situazione, ero propenso a scrivere al presidente della Repubblica. Difatti anche se non sono molto praticante però credo in Dio, e molto probabilmente sarò stato miracolato, perchè l’impiegato dell’inps sentendomi dire che avevo parlato con diversi suoi colleghi con esiti negativi.Anche se mi dicevano che se la sbrigavano loro a sollecitare il caso, in effetti non succedeva nulla. Molto probabilmente il buon Dio ha intenerito il cuore di questo impiegato, che mi ha risposto di non preoccuparmi, e di non scrivere al presidente della Repubblica, perchè se l’avrebbe sbrigata lui parlando con il responsabile dell’inpis. Difatti dopo neanche 10 giorni entrando nel sito inps, avevo visto che mi avevano avevano messo in pagamento la pensione. E i vari mesi arretrati che mi sarebbero stati pagati in seguito, cosa che a distanza di 3 mesi ancora non vedo.

        1. Bene, sig. Agostino Vallelunga, dopo tanto penare è riuscito a sbloccare la sua pratica Inps! A questo punto, visto che la macchina burocratica si è sbloccata, dovrebbe vedere risolta definitivamente la sua situazione entro pochi giorni.

          1. Sig.Claudio Maria Perfetto, si certo la macchina si è messa in moto ma che si sistemerà in pochi giorni non ci credo. Visto come sono andate le cose mi sentirei fortunato se mi salderebbero in Agosto? Ma conoscendo i polli, credo che l’ avrebbero tirata ancora alla lunga. E non gli nascondo che per cercare di riuscire ad avere la pensione prima possibile, mi è toccato pure di rinunciare a una domanda di riscatto di 70 settimane fatta un 15 anni fà, che insieme al pagamento di 10 mesi di contributi volontari arrivavo hai 42 anni e 10 mesi di contribuzione . Di conseguenza potevo prendere di pensione qualcosa in più e anche prima, visto che mi veniva calcolata nel 2019 con un indice di coefficiente superiore a quello del 2020. Ma non potevo aspettare di prendere la pensione verso Maggio del 2021 anche se ovviamente mi venivano pagati 6 mesi in più di arretrati in confronto a quota 100. perchè i mesi di arretrati partivano dal mese di Ottobre 2019 mentre quota 100 dal mese di Aprile 2020.Praticamente riprendevo i soldi pagati per i 10 mesi mancanti, ma visto che non potevo pagarli tutti insieme ma scaglionati in 4 rate di 3 mesi. Praticamente pur pagando i contributi, mi toccava prendere la pensione a 68 anni più lontano di quella di vecchiaia, quindi consapevole di perderci qualcosa non ho voluto rischiare più, visto che la domanda di quota 100 la prendevono in mano e la trasferivano, ma dove non c’èra scritto fatto ripetuto una diecina di volte come risulta nei documenti inps esito domanda quota 100. Ma senza destinazione e senza darmi spiegazioni del motivo, forse perchè non avevano voglia di lavorare?

          2. Correggo ho sbagliato a scrivere la data Ottobre 2018, invece quota 100 aprile 2019

  9. Quota 100 integrale è una soluzione ottimale e soddisfacente sia per i pensionandi che per i giovani , speriamo che ne apprezzino l’utilità

  10. Mi sembra una proposta concreta e condivisibile quella di Quota 100 senza paletti.
    Ma non credo che i liberisti di governo e di opposizione la sosterranno mai.
    Loro se ne fregano di anziani sessantenne stanchi e sfiduciati e dei giovani schiavizzati o disoccupati.
    Poi parlano di efficienza nella pubblica amministrazione, ma se gli anziani non sanno usare le nuove tecnologie, mentre i loro figli trentenni sono a casa disoccupati.

  11. E’ SEMPRE STATA LA SOLUZIONE PIU’ SEMPLICE, PIU’ LOGICA, PIU’ EQUA E AGGIUNGO IO PIU’ GIUSTA. AVREBBE RISOLTO TANTE INIQUITA’ UNA SU TUTTE I LAVORATORI PRECOCI. ED INVECE SI SONE SEGUITE LE VARIE SIRENE DEI DISTINGUO PER LA PAURA CHE UN TALE PROVVEDIMENTO PORTEREBBE LE CASSE DELLO STATO ALLA ” ROVINA “. AD ESSERE SINCERI ERA LA PROPOSTA SBANDIERATA IN CAMPAGNA ELETTORALE E SOLO DOPO AD ELEZIONI TERMINATE SONO SORTI I PALETTI ( 62 + 38 etc. ) OLTRE A QUELLO ANCORA PIU’ SCANDOLOSO DEI 64 ANNI COME ETA’ MINIMA CHE PER FORTUNA NON HA AVUTO SEGUITO.
    ABBIA IL CORAGGIO IL PARLAMENTO DI CANCELLARE LA LEGGE ” MONTI FORNERO” IN TEMA PENSIONISTICO E LEGIFERARE CON DELLE REGOLE SEMPLICI QUALE A MIO AVVISO E’ LA QUOTA 100 LIBERA

  12. Quota 100 senza paletti è un’ottima soluzione, la mia preferita da sempre… Avrei voluto questa soluzione già nel passato governo.
    Siccome è intelligente non la faranno mai…

  13. Sarebbe la soluzione migliore se. Venisse approvata.. Un ricambio generazionale che darebbe la possibilità ai giovani di poter entrare nel mondo del lavoro e di svecchiare questo paese

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