QUesta mattina si è tenuta la grande manifestazione a Roma dei sindacati
per sostenere la proposte unitarie su crescita, sviluppo, lavoro, pensioni e fisco e chiedere al governo di aprire un confronto di merito e cambiare la politica economica.
Maurizio Landini ha rilasciato un’intervista sul sito ufficiale della CGIL, Rassegna.it ecco i suoi passaggi principali su pensioni e su quota 100 e gli obbiettivi per il futuro.
Pensioni quota 100 ultime oggi 9 febbraio: Landini attacca il Governo
Nella prima parte il segretario della CGIL spiega cosa non va nella riforma voluta dal Governo Lega-5 stelle: “Povertà e riforma della legge Fornero sono due problemi centrali e devono essere affrontati, ma occorrono misure concrete. Quelle approntate dal governo non aboliscono la Fornero e mescolano lotta alla povertà con provvedimenti contro la disoccupazione. Le nostre obiezioni sono di merito.Rassegna Partiamo allora da quota 100.
Poi si sofferma sulla quota 100 e spiega: “Landini Se grazie a questa misura qualcuno potrà andare in pensione prima, siamo naturalmente contenti. Ma questo non significa aver modificato la legge Fornero. La misura introdotta dal governo ha due paletti rigidi: bisogna avere 62 anni di età e 38 di contributi. Se non si rispettano entrambi questi due requisiti, in pensione non ci si va. La contraddizione palese sta nel fatto che se una persona ha 60 anni d’età e 40 anni di contributi, e cioè ha lavorato per più tempo rispetto ai paletti previsti da quota 100, in pensione non può andarci. Dopodiché, noi stiamo chiedendo non di bloccare i 62 anni di età con i 38 di contributi, ma di avviare una trattativa per cambiare davvero la riforma Fornero su vari aspetti. Chiediamo un sistema che guardi ai giovani, alle donne, che preveda meccanismi anche per chi ha avuto carriere discontinue, di separare la previdenza dall’assistenza e riconoscere realmente le diversità che esistono, ai fini previdenziali, tra i diversi lavori.
Pensioni oggi sabato 9 febbraio: Landini su cosa succederà dopo la manifestaizone
Landini spiega poi cosa succederà dopo oggi 9 febbraio e quali sono gli obbietti futuri della CGIL: “Il nostro obiettivo è aprire un tavolo di trattativa vero con l’esecutivo per portare a casa dei risultati. Vogliamo cambiare i provvedimenti sbagliati e aprire una fase di discussione in cui la riforma delle pensioni, la riforma fiscale, la ripresa di un piano straordinario di investimenti non siano più soltanto parole, ma risultati da realizzare. Siamo consapevoli che nessuno ha la bacchetta magica e che le cose non si cambiano in pochi giorni, ma oggi questo è il nostro obiettivo. E se dopo il 9 il governo non dovesse darci segnali, è chiaro che insieme a Cisl e Uil e insieme ai lavoratori dovremmo decidere le modalità con cui continuare questa battaglia, che non è fine a se stessa. Non a caso la mobilitazione si basa su una piattaforma condivisa da migliaia di persone.
Abbiamo discusso e detto al governo cosa vogliamo e, siccome non ci ha risposto, abbiamo deciso di andare in piazza. Direi comunque che sono due i temi urgenti con cui fare i conti: da un lato, l’Europa che vogliamo e la necessità di un cambiamento delle politiche continentali; dall’altro, il rilancio della politica degli investimenti a partire dal Mezzogiorno e dai diritti delle persone. La Cgil, come noto, ha depositato in Parlamento una legge per la Carta dei diritti universali del lavoro. Ecco, noi vogliamo cambiare le leggi e vogliamo fare in modo che un nuovo Statuto dei lavoratori diventi un orizzonte concreto di conquista per tutti, a partire dai giovani e da quelli a cui i diritti sono stati tolti”.
I licenziati attraverso gli accordi collettivi disoccupati da lunga data e salvaguardati devono poter accedere all’ape social anche se non hanno 30 anni di contributi proprio perché licenziati e con l’istanza di salvaguardia accolta dal ministero del lavoro. Invece a costoro viene innalzato l’accesso alla pensione di vecchiaia introdotto con la riforma fornero anche nei casi in cui il licenziamento è avvenuto prima della riforma stessa.
Leggo con piacere dell’elezione di Landini a Segretario della CGIL; persona che stimo e considero sinceramente rispettosa del mondo del lavoro e dei lavoratori e pensionati, ultimamente ridotti, di fatto, “sul lastrico” e depredati dei loro strapagati diritti, ideologicamente e materialmente.
Però, quando Lo sento esordire, parlando di pensioni, dicendo che per il diritto a pensionamento “NON TUTTI I LAVORI SONO UGUALI”, inizio a preoccuparmi del fatto che, sicuramente in buonissima fede, stia anche Lui cadendo nel tragico errore di ragionare con la logica che viene dal 2011 in poi e che vorrebbe che, in pensione, dopo essersela strapagata, ci si vada NON per realizzare i progetti che si erano fatti da giovani e da realizzare, finalmente, al pensionamento ma solo quando, di fatto, non puoi più lavorare perché non ti reggi in piedi e ti sdrai su un letto ad attendere la morte…
Caro Landini, “per il bene che ti voglio”, spero di sbagliare nel ricevere l’impressione, da questa dichiarazione, che anche Tu, non volendo, sia preda, e TI PREGO DI USCIRNE SPEZZANDOLA E RIVOLUZIONANDOLA, della logica reazionaria che, dal 2011 in poi, ricevo l’impressione abbia sfruttato una – eventuale – crisi per quella che a me sembra essere stata una rivincita ideologica di destra contro il mondo del lavoro e delle sue conquiste strapagate con decenni di lotte sindacali.
Caro Landini, spero che il “Divide et impera”, la guerra tra poveri, che tanto evidente e tanto malaugurato successo ha avuto finora da chi ricevo l’impressione abbia in odio il mondo del lavoro e i suoi diritti, il mettere i “privilegiati” pensionati contro le “future generazioni”, da questi “depredate del loro futuro”, e questo metodo di odio sociale di “tutti contro tutti” non sia ora arricchito, non volendo, a fin di bene, anche dal tuo “non tutti i lavori sono uguali!”.
Basta con l’ideologia dell’”ospedale da campo” e dell’”eterna emergenza” e della “coperta corta” che ti fa scoprire alcuni se vuoi coprire altri; scopriamo i “padroni” e gli evasori per 110 miliardi annui e, LA CRISI, FACCIAMOLA PAGARE A LORO!
E, in pensione, TUTTI, andiamoci da vivi, e presto, e tutti con le stesse buone regole, UGUALI PER TUTTI, di una volta; E PER DIVERTIRCI DA ANZIANI MA VIVI, E NON IN ATTESA DELLA MORTE IMMINENTE E SOLO PERCHE’ ORMAI NON C’E’PIU’ NULLA DA SPREMERE…!
Con immenso rispetto e stima ti faccio i migliori auguri di una gestione che ripristini IL DIRITTO ALLA VITA VITA, E AL PIACERE DELLA VITA, CONQUISTATO COL LAVORO! E NON CON L’ELEMOSINA DI STATO!
Saluti comunisti,
Giuseppe C.
In passato esisteva una trasmissione dal titolo emblematico, si chiamava NON E’ MAI TROPPO TARDI. Peccato che questa frase simbolo non possa essere associata alla recente manifestazione sindacale, arrivata, dopo una lunga attesa e specifica INERZIA di tutte le organizzazioni fin dalla bufala del tavolo tecnico, più volte rinviato e mai concretizzatosi sin dal lontano 2017. Troppo asserviti (i sindacati) al precedente governo e poco inclini a contestarlo, oggi si trovano in mezzo al guado, e malgrado le parole forti di Landini, dovranno convincersi che hanno pochi spazi di manovra. Non serve minacciare nuove manifestazioni e/o scioperi, ormai gli animali sono usciti dalla gabbia e sarà difficile recuperali. Forse la cosa più difficile da fare è RECUPERARE UNA CREDIBILITA’ che è andata “PERDUTA” e da lì, ripartire in un modo diverso (con modi diversi e più equi nei confronti dei lavoratori tutti e per pochi eletti). Allo stato attuale non vedo sbocchi e le vigenti richieste rimarranno lettera morta.
Caro Landini e Camusso, dove stavate quando la legge Fornero è stata fatta?
Non avete fatto nemeno una manifestazione di protesta contro il governo.
Adesso che il governo ha fatto qualcosa per i lavoratori , manifestate contro i lavoratori !!!!!
Buona sera,
Veramente persona di grande lucidità e dignità, un uomo di grande valore morale, avrebbe dovuto essere lui il Presidente del Consiglio,
Molto efficace, bravo anzi molto bravo LANDINI. Lapidario in tutti i sensi…
Ne avremmo bisogno di qualche centinaio di persone con questa lucidità mentale,, Veramente bravo..
Un fiume di persone, tanti da ogni dove i presenti, e credo con molta modestia che siano queste le azioni che bisogna fare, per far capire ai signori che danno i numeri che il popolo c’è…e vivo e ti controlla…
Bisogna continua su questa strada..
Complimenti sinceri a tutti..
Cordiali saluti,
Luigi Napolitano
Certo che, se le promesse per l'”abolizione” della legge Fornero le fece l’Onorevole Salvini, ora Ministro dell’Interno e, poi, per una suddivisione di Ministeri SUCCESSIVA ALLE ELEZIONI, tali promesse le porta avanti il Ministro Di Maio, essendo Ministro dello Sviluppo economico e Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Ministro che, io ricevo l’impressione, ad altri obiettivi sia interessato (reddito e pensione di cittadinanza, economicamente distraenti soldi ai pensionati, confondendo? Previdenza ed Assistenza) invece che a quota 100 e 41 e che, ricevo l’impressione, le pensioni dichiara di compiacersi di “tagliarle” considerandole, molte, in genere quelle che i versamenti SE LI SONO STRAPAGATI, “PRIVILEGI” il risultato non può essere “ottimo”, per usare un eufemismo, per pensionati e pensionandi.
Poliziotto buono e poliziotto cattivo?
Certo che, se “quota 100” sarà un successo il merito andrà automaticamente a Salvini; se fosse un flop, la colpa, automaticamente, andrà al Ministro del Lavoro, Di Maio?