Pensioni 2023 la manovra frena: taglio indicizzazioni, no quota 41 e aumento minime

Il Governo è tornato al lavoro con il Consiglio dei Ministri di ieri, e si è scontrato nuovamente con la triste realtà: le risorse a disposizione sono poche e per la manovra sarà necessario effettuare delle scelte su alcune priorità e tagliare i costi da qualche parte. Il Governo non vuole rinunciare al taglio del cuneo contributivo per i lavoratori dipendenti e sta pensando alla detassazione delle tredicesime (soprattutto per redditi bassi). Serve quindi risparmiare da altre parti, e le pensioni sono il capitolo su cui recuperare risorse.

Riforma Pensioni 2023 e indicizzazione: possibili tagli in manovra?

Nelle ultime ore gira un ipotesi scritta su Repubblica dalla giornalista Valentina Conte che spiega come per fare cassa il Governo potrebbe attingere dalle Pensioni. L’idea è quella di rivalutare solo parzialmente le pensioni in base all’andamento dell’inflazione, costituendo così un’opzione che il governo Meloni sta valutando per il secondo anno consecutivo. Questo accade poco prima dell’approvazione di una legge di Bilancio che si prospetta complessa, specialmente per quanto riguarda la questione delle coperture finanziarie.

Nel corso del 2022, questa decisione ha comportato una riduzione di spesa nel settore previdenziale pari a 10 miliardi di euro nell’arco di tre anni, con un impatto cumulativo che si estende a quasi 37 miliardi di euro nel corso del decennio. Per il prossimo anno, se fosse effettuata questa misura, si prevede un possibile recupero che ammonta al 5,7%.

Pensioni 2023 ultime notizie: in manovra solo proroga quota 103 e Ape social, niente quota 41 e minime

Le questioni relative alle pensioni si rivelano essere fonte di tensione crescente tra i vari partiti politici che compongono la maggioranza, con Forza Italia, guidata da Tajani, che sta perseguendo l’obiettivo di incrementare gli importi minimi delle pensioni (portandoli a 600 euro). Al contrario la Lega, sotto la guida di Salvini, non ha abbandonato l’idea di implementare la riforma anti-Fornero attraverso il meccanismo di Quota 41. Quest’ultima proposta potrebbe essere inizialmente sostenuta con risorse limitate, con l’intenzione di completare l’attuazione di tale misura nel corso della Legislatura.

Attualmente, a causa delle scarse risorse disponibili per la previdenza però, Giorgia Meloni potrebbe decidere di toccare il meno possibile e come detto ieri al massimo confermare la misura di Quota 103 per un ulteriore anno (con un requisito di 62 anni di età e 41 anni di contributi), mantenere l’opzione di Ape Sociale per i lavoratori usurati e apportare alcuni aggiustamenti all’Opzione Donna al fine di estenderne la copertura a un pubblico più ampio. Difficile pensare che il Governo possa fare di più, viste le altre priorità in manovra. Voi cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti!

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55 commenti su “Pensioni 2023 la manovra frena: taglio indicizzazioni, no quota 41 e aumento minime”

  1. Cosa leggo nell’articolo? Leggo che “Il Governo non vuole rinunciare al taglio del cuneo contributivo”.

    Il Governo non vuole rinunciare al taglio del cuneo fiscale?!

    Il taglio del cuneo fiscale (a mio avviso, s’intende) è un grave errore. Anzi, un orrore. Un orrendo orrore di una orridezza orrenda.

    La Politica Fiscale del Governo, qualora fosse condotta bene, potrebbe sostituire integralmente la Politica Monetaria della BCE, anche in merito al controllo dell’inflazione.

    Ma cosa si prefigge il Governo col taglio del cuneo fiscale? Salvaguardare il potere di acquisto dei salari? Giustissimo.

    E quindi si vuole permettere ai lavoratori di continuare a consumare come facevano prima? Benissimo.

    E quindi si vuole che la domanda per consumi non diminuisca, e che si unisca alla crescita dei prezzi causata dall’aumento dei costi delle materie prime spingendo il livello dei prezzi, e quindi l’inflazione, ancora più su? Malissimo!

    Ma abbiamo visto cosa sta accadendo con i prezzi della benzina? Certamente, c’è anche la speculazione di mezzo! Ma al Governo questo non interessa affatto, perché sta incassando tanti di quei soldi con le accise per fare una Legge di Bilancio per la quale sta incontrando difficoltà insormontabili.

    E con una Legge di Bilancio in forte difficoltà, ci si permette di ridurre il cuneo fiscale?!

    Certo, il Governo potrebbe dire: ma è proprio con l’incremento delle entrate fiscali dovuto alle accise che possiamo permetterci il taglio del cuneo fiscale!

    Beh, se questo è il meglio che il Governo riesce a fare, faccia pure come meglio crede!

    Se, per un momento, mettiamo da parte la Politica Monetaria, e quindi non interveniamo sul tasso di interesse, il Governo potrebbe controllare l’economia attraverso la Politica Fiscale: quando l’economia tira, il Governo aumenta IVA e tasse per frenare consumi e investimenti al fine di non surriscaldare l’economia; quando, invece, l’economia non tira, il Governo riduce l’IVA e le tasse per stimolare consumi e investimenti. La BCE fa leva sul tasso di interesse, il Governo fa leva sulle tasse. Tutto qua. È proprio difficile capire questo ragionamento?

    Ora cosa sta accadendo? Da una parte, il Governo, attraverso l’aumento dei salari mediante il taglio del cuneo fiscale, permette la stabilità dei consumi (che invece dovrebbero diminuire in condizione di inflazione sostenuta, cosa che per la verità in parte già avviene); dall’altro, la BCE frena i consumi e gli investimenti attraverso l’aumento del tasso di interesse (cosa inutile perché investimenti e consumi vengono già ridotti a causa dell’aumento dei costi delle materie prime e dei prezzi dei beni) .

    Ma la BCE e il Governo italiano non si rendono conto di questo “strabismo economico” tra Politica Monetaria e Politica Fiscale?

    BCE e Governo italiano non si rendono conto del cattivo uso che stanno facendo della Politica Monetaria e della Politica Fiscale?

    Ma forse sono io a vedere l’economia in maniera strabica.

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  2. Per prepararmi moralmente a quella che sarà la manovra economica del governo, sono andato a rivedermi su you tube, l’ imitazione del comico Guzzanti quando parodiava il ministro dell’economia e finanze Tremonti nel famoso governo Berlusconi che ci portò dritti dritti al quasi default economico finanziario. Vi invito a rivedere lo scketch sul cetriolo globale e farvi quattro risate finchè siete ancora in tempo. Tagli alle pensioni, riforma pensioni rinviata, tagli al RdC e alla fine il cetriolo finisce tutto nel cu..neo fiscale.

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  3. Rivalutare solo parzialmente le pensioni per fare cassa?!? Commento: aberrante!! Speriamo resti solo un’ipotesi.
    Tagliare drasticamente di qui e di là, anche nel campo della previdenza, per racimolare fondi, è un buon esempio della pessima qualità dei nostri governanti. Forse si farebbe davvero poca fatica a trovare qualcuno che sappia fare meglio. Ma tant’è, in Italia sarebbe fatica sprecata!

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  4. Sembra la parodia di Fantozziana memoria: Robin hood che ruba Il denaro ai “ricchi’ per darlo ai ‘poveri’. Al momento dell’ incasso i poveri diventano ricchi e Robin Hood ritorna a riprendersi il malloppo.

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    • Il personaggio fumettistico (Alan Ford- gruppo TnT) che rappresenta meglio la realta’ odierna e’ Superciuk, noto “benefattore” dei ricchi…

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  5. Bertrand russel diceva i politici hanno un vantaggio verso I propri elettori, sono più stupidi di loro. Mark Twain disse tutto il male del mondo e il denaro. Visto che Viviamo in un mondo di ipocrisia, di finti valori predicati e non praticati. Viviamo dietro maschere fatte di apparenza e niente sostanza. Dietro scuse e bugie che usiamo pur di pararci il culo di fronte a un’evidenza! Quanto costa oggi essere se stessi! Dire quello che è GIUSTO non CONVENIENTE per noi.Troppo e spesso ecco che si preferisce mentire! Vogliamo affrontare tutti I problemi del mondo dobbiamo pensare in modo tecnico non attraverso partiti politici movimento di denaro. Tutto quello che avete dai beni e servizi ecc e tecnologico non politico, l unica cosa che deve fare un politico, si riprenda la sovranità monetaria e con un a sensibilità umana si risolve tutto. Basta essere servi di questi banchieri che creano denaro dal nulla. Informatevi.

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  6. L Italia ha bisogno di politici seri e lungimiranti che propongono nuove misure per il futuro di questa società.
    Purtroppo abbiamo politici che guardano solo i loro interessi.
    Fate la riforma pensioni ….somari…….tra poco busseranno alla porta tutti i baby boomer…..e saranno guai seri !!!!!
    Bankitalia è stata chiarissima, denatalità sta a innalzamento età pensionabile come cacio sta a maccheroni.
    Aprite gli occhi e affrontate il problema togliendo risorse alle armi , investendo sui giovani e sui ex giovani che da 40 si spaccano le ossa.
    Questo governo ci porterà al collasso, mettono la testa sottoterra come gli struzzi.
    Poveri noi.

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  7. La Meloni ha definito “suo amico” Zelenskyj.
    Fanno cassa coi poveri. Meglio spendere per l’Ucraina e il ponte sullo stretto. Roba da manicomio. Forse non tutti quelli che scrivono su questo forum si rendono conto della tremenda gravità della situazione.

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  8. Penso che questo governo non si renda conto di quello che sta facendo ai pensionati, riguardo i tagli di adeguamento, perché quando si va a fare la spesa al supermercato, i prezzi degli articoli sono comprensivi dell’inflazione, mentre gli aumenti delle pensioni li tagliamo e facciamo le fasce !!
    I PENSIONATI NON SONO IL BANCOMAT DEL GOVERNO !!
    Che si tagliassero loro gli stipendi se hanno il coraggio. Perché è bello gestire i soldi degli altri, vero ?

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  9. Penso che questo governo sta rompendo un po’ troppo i coglioni ai pensionati, per i tagli di adeguamento :
    I PENSIONATI NON SONO IL BANCOMAT DEL GOVERNO !!
    Che si tagliassero loro gli stipendi se hanno il coraggio.
    Perché è bello gestire i soldi degli altri, vero Meloni ?

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  10. Le aziende si trasferiscono, per i costi di produzione, la tecnologia avanza, disoccupazione tecnologica, gli artigiani chiudono per tanti motivi ecc e questi politici parlano ancora di lavori, come il loro fosse un lavoro o quello dei sindacati o delle varie professioni inutili. Cerchiamo di usare il QI non il QR. Possiamo risolvere tutti I problemi del pianeta, basta che ogni stato “umano” che abbia a cuore problemi del popolo, si riprenda la sovranità monetaria. Non confondete mai l’istruzione con intelligenza. Puoi avere un dottorato ed essere ancora un utile idiota.

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  11. qualcuno mi può spiegare che differenza c’è tra un 62enne con 41 di contributi e un 58enne con gli stessi 41 di contributi? al primo danno la pensione all’altro no.chi lo dice che il 58enne campa di più?anzi per l’incazzatura campa meno

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    • la differenza sono 4 anni di età; la differenza è quota 99; la differenza è che a 58 anni andavano in pensione prima della legge fornero; quella più importante è che sei considerato giovane per la pensione; chiaro Ale? con la legge fornero ti lasciano andare; con quella legge; poi magari ti dicono: tutto contributivo se vuoi andare prima ma secondo me non conviene; saluti a te e ai gestori del sito

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  12. be’ se neanche procedessero con la proroga 103 per il 2024 e con un programma di riforma per il 2025, credo che sara’ per il governo un autunno con molte problematiche di rivolta sociale. Probabilmente qualcuno scendera’ nelle piazze e poi sappiamo bene che ci si infilano dentro anche chi ama mettere a ferro e fuoco le citta’. I sindacati inermi e conniventi con i vari governi che si sono succeduti starebbero alla finestra come al solito:il lauto stipendio che percepiscono(magari anche qualche extra?)per rimanere inermi a loro non lo tira via nessuno.

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  13. Una domanda e una considerazione: 1) qualcuno mi sa indicare l’ultimo anno che c’è stata una legge di bilancio non complessa, semplice, ricca di risorse economiche e coperture tali da accontentare tutti?
    2) L’ipotesi (che spero resti tale) di fare cassa rivalutando parzialmente le pensioni si commenta da sola: è semplicemente aberrante! E’ da “geni” della buona amministrazione! Chi non sarebbe capace di tagliare in quel modo per racimolare fondi?!

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  14. Quante sono in Italia le persone che hanno meno di 62 con 41 anni di contribuzione?
    Mi piacerebbe saperlo…….
    Quelli con tanti anni di contribuzione sotto i 60 possono sfruttare la Fornero con 42 e 10 mesi……ma di cosa parliamo !!!
    Occorre flessibilità per le persone che hanno problemi , gravosi e usuranti.
    Ape sociale rinforzata con abbassamento dell’ età senza nessuna decurtazione.
    Poi …fare cassa sui pensionati italiani o sui futuri pensionando è come sparare alla croce rossa.

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    • hai ragione e te lo dice uno con 61 anni di età e 41 di contributi in completamento dopodomani.
      Bisogna dare opportunità anche agli over 60 disoccupati di poter accedere alla pensione.

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    • Caro Giovanni, ti spiego la filosofia di chi comanda: per loro esiste praticamente solo la legge Fornero; se una persona va in pensione a 60 anni con la legge fornero loro hanno ottenuto lo scopo; con i 41 anni ti lasciano anche andare in pensione a patto che tu abbia un’età; quale? se mantengono i 62 anni è un mezzo miracolo; poi cambiano ogni anno e adesso pare che l’idea sia minimo 41 quando fino all’anno scorso bastavano i 38 anni; il loro obiettivo è fregare la gente; ultima chicca: non rivalutare a pieno le pensioni; per i gravosi e usuranti ti dicono che la legge esiste ma non l’ho studiata bene e potrei dirti cavolate ma credo che anche lì ci sia il trucchetto per non farti andare in pensione; forza e coraggio e in bocca al lupo; saluti a te e ai gestori del sito

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      • Elio, tieni duro; diciamo che tra 1 anno ti godi il meritato riposo; e non fare come quelli che dicono: farò piccoli lavoretti; goditi la pensione; saluti a te e ai gestori del sito

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  15. Per aumentere i loro vitalizi di 1300 euro mensili i soldi c’erano!!! I politici saranno pure tutti uguali ma questi sono il peggio del peggio.Saluti

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      • sono in grande maggioranza evasori
        se solo si sapesse quante figli di imprenditori e professionisti fatturano con flat tax al 5% ai propri genitori che deducono da imposte al 30/40% gia si capisce la logica di questo governo.
        Aumentare le pensioni indicizzate all’inflazione è giusto fino ad un certo punto, la alte sono anche il doppio degli stipendi attuali che non si rivalutano per un caxxo, le basse sono quelle di chi non ha versato contributi, in particolare degli evasori su menzionati.
        L’italia è una nazione immorale e profondamente ingiusto

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    • Forse molti non lo sanno ma il ripristino dei vitalizi è passato in commissione con il voto favorevole di un ex movimento 5 stelle e l’astensione di quello del PD….rimpiangere chi ci ha governato precedentemente è ridicolo. Fosse x loro altro che flessibilità sulle pensioni…voglio ricordare che il giustamente criticato Salvini x il fatto che ha detto di voler eliminare la Fornero pur sapendo sia impossibile ha bloccato l’aumento del 42 e10 mesi fino al 2026 quando si inventò la famosa quota 100 altrimenti saremmo già oltre i 44 anni di contributi x andare in pensione….quindi prima di rimpiangere i governi precedenti riflettiamo un attimo…

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      • Personalmente se guardo i personaggi che sono al governo adesso e quello che hanno fatto in un anno di legislatura ,allora si rimpiango qualche governo che li ha preceduti.Saluti

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      • Ma lascia perdere Salvini, che parla a vanvera dal Milan ai massimi sistemi e si è fatto per urlare da un sindaco di un paesino polacco.. va la..per favore

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    • D’accordo con te, questi sono i peggiori che si siano mai visti al governo- vogliamo continuare ad essere ostaggio di questo branco di lupi feroci? Quando la smettiamo di fare le pecorelle? Qualcuno ci porti in piazza , altrimenti non avremo scampo!

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  16. Tagliare piuttosto gli armamenti, i soldi per le pensioni li abbiamo accantonati noi con i versamenti mensili dovuti alle trattenute in busta paga. È un furto bello e buono che si dica che non ci sono le coperture.

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  17. Nell’articolo si legge: “Il Governo non vuole rinunciare al taglio del cuneo contributivo per i lavoratori dipendenti e sta pensando alla detassazione delle tredicesime (soprattutto per redditi bassi). Serve quindi risparmiare da altre parti, e le pensioni sono il capitolo su cui recuperare risorse”.

    Nell’articolo si legge anche che gira un’ipotesi scritta su Repubblica dalla giornalista Valentina Conte che spiega come il Governo potrebbe fare cassa attingendo alle pensioni: “L’idea è quella di rivalutare solo parzialmente le pensioni in base all’andamento dell’inflazione, costituendo così un’opzione che il governo Meloni sta valutando per il secondo anno consecutivo”.

    Che le pensioni vengano finanziate dal lavoro lo sapevamo già. Ma che il lavoro venga finanziato dalle pensioni questa è davvero una “chicca intellettuale”. È la causalità circolare che prende corpo, diventa viva, infiamma l’animo d’ardente ardore.

    Se avessi voce in capitolo mi piacerebbe candidare l’ideatore di questa chicca intellettuale al Premio (IG)Nobel di economia.

    Lavoro e pensioni sono senz’altro affetti da causalità circolare, ma non nel modo ignobile come quello che mi pare di catturare nell’articolo, ovvero di coprire il mancato versamento dei contributi da lavoro con la riduzione degli importi pensionistici.

    Il Governo pensi, piuttosto, a valutare l’ipotesi più razionale sotto il profilo della disciplina economica di agganciare le pensioni all’andamento dei salari piuttosto che all’andamento dell’inflazione.

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    • Buongiorno Dottor Perfetto mi allaccio alla sua chiosa ovvero: il governo pensi piuttosto a valutare l’ipotesi più razionale sotto il profilo della disciplina economica…..ora mi sorge spontaneo porle due domande, la prima è, con questa chicca io la definirei ironicamente perla di saggezza del grande economista, con l’aggravante in secondo luogo della forma mentis politica che esprime chiaramente il pensiero, a noi “governanti”del popolo interessa molto poco dei futuri pensionati ancora meno come si può pensare che il governo valuti le alternative a queste nefandezze? Conosce già la mia visione sull’essere “umano” presumo che il suo punto di vista sia più complesso e tecnico e meno arrendevole rispetto a quello del sottoscritto. Un caro saluto.

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      • Sig. Luigi, ci sono cose che mi colpiscono più di altre profondamente.

        In qualche altro mio commento ho riportato che ho dato l’esame di Economia Politica studiando sul libro “Economia” di Paul Samuelson e di William Nordhaus (due premi Nobel per l’Economia). Considero tale libro universitario (ne conosco altri 6) tra i migliori per gli studi universitari di Economia.

        Il libro di Samuelson e di Nordhaus (Zanichelli, 1990) ha 900 pagine. Nel Glossario e nell’Indice di questo libro non si trova la parola “pensioni”. Nemmeno quando si parla di Spesa Pubblica si trova la parola “Spesa pensionistica”.

        Anche il libro “Macroeconomia” (Zanichelli, 2015) di Gregory Mankiw, Professore di Economia alla Harward University, non riporta nell’Indice la parola “pensioni”, ma ne accenna quando si parla della teoria del ciclo di vita di Franco Modigliani (Premio Nobel per l’Economia dopo essere stato naturalizzato americano). Si accenna al pensionamento perché si fa riferimento al consumo della ricchezza accumulata, consumo che va dal momento del pensionamento al momento di fine vita.

        Nemmeno nel libro “Macroeconomia” di Olivier Blanchard, Alessia Amighini e di Francesco Giavazzi (ed. il Mulino, 2013), si trova la parola “pensioni” nell’Indice analitico, ma se ne fa accenno quando si parla della teoria del ciclo vitale di Modigliani. Tuttavia nel box di approfondimento dal titolo “Gli individui risparmiano abbastanza per la pensione?” si arriva alla seguente conclusione: “Questo è proprio l’obiettivo originario della previdenza sociale: fare in modo che gli individui dispongano di mezzi sufficienti per vivere dopo la fine della propria attività lavorativa” (Capitolo 17, pag. 436).

        Sono andato un po’ lungo, ma mi serve per mettere in evidenza due importantissimi aspetti riguardanti le pensioni.

        Ma prima di evidenziare questi due importantissimi aspetti, vorrei brevemente soffermarmi sulla caratteristica “umana” delle persone.

        Le persone credono ciò a cui vogliono credere. E questi sono gli elettori.

        Le persone danno lavoro agli amici e a familiari. E questo è naturale: si cerca di condividere il lavoro (ma anche i propri interessi) con le persone nelle quali si ripone la propria fiducia. Sono persone presenti nelle aziende, nella Pubblica Amministrazione, nel Governo. Insomma, dappertutto.

        Le persone fanno innanzitutto i propri interessi. Ci sarebbe da domandarsi: e quale persona non lo fa? Su questo aspetto ha molto riflettuto nel 1700 Adam Smith (considerato il padre fondatore dell’Economia). In poche parole, Smith affermava che ciascun individuo, facendo il proprio interesse, contribuisce, inconsapevolmente, a fare l’interesse della collettività.

        Il primo punto importantissimo sulle pensioni che vorrei evidenziare è questo: il pensionato non produce, e quindi, sotto questo aspetto, non è oggetto di indagine economica (detto fuori dai denti: il pensionato non interessa al Governo). Il pensionato, però, risparmia e consuma, e sotto questo aspetto è oggetto di indagine economica (detto con grazia: il pensionato interessa a Governo e Sindacati). I suoi risparmi gli servono anche per consumare, e questo per le casse dello Stato va bene. Ma il pensionato tende, man mano che l’età avanza, a far ricorso sempre più a medicinali e ai servizi sanitari, e questo per le casse dello Stato non va bene, anzi va malissimo. Lo Stato, quindi, è costretto a frenare la spesa sanitaria intervenendo in vari modi: riducendo le prestazioni, aumentando i ticket, esternalizzando le prestazioni ai privati.

        Il secondo punto importantissimo sulle pensioni che vorrei evidenziare è questo: con l’introduzione del sistema di calcolo totalmente contributivo l’importo pensionistico si riduce in maniera significativa rispetto all’ultimo stipendio, e questo potrebbe incidere sul tenore di vita della persona. Per garantire al lavoratore di condurre da pensionato un tenore di vita quanto più vicino possibile al tenore di vita che conduceva da lavoratore, si tende ad allungare l’attività lavorativa del lavoratore in modo che ci siano più versamenti contributivi e quindi un importo pensionistico più sostanzioso.

        Ovviamente, questo è solo uno dei motivi alla base dell’allungamento dell’attività lavorativa, e si raccorda con l’obiettivo originario della previdenza sociale: fare in modo che gli individui dispongano di mezzi sufficienti per vivere dopo la fine della propria attività lavorativa.

        Ma tutti questi ragionamenti, a dire il vero, servono a poco, non vengono assimilati dai lavoratori, perché essi hanno una sola ragione da far valere: “voglio essere io a stabilire se l’importo pensionistico mi sta bene oppure no”.

        Ma questa ragione, purtroppo, il Governo non è disponibile a riconoscere. Non perché non vuole, ma perché non può. Non ha i mezzi (“come fare”), non ha le risorse (“con che cosa”), non ha persone (“coloro che sanno come fare”).

        Il Governo è nella plancia di comando, ma non è lui a decidere la rotta. La rotta la decide la corrente di bilancio.

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    • In parole povere: Vorrebbero rivalutare al ribasso le pensioni, cioè dare una compensazione minore rispetto all’inflazione reale, e usare quei soldi per tagliare il cuneo contributivo, ( meno entrate contributive all’INPS). Tolgono quindi hai poveri pensionati per dare qualcosa ai poveri lavoratori. E’ una partita di giro dove lo Stato dovrebbe investire il doppio ma spenderà la metà, perchè l’altra metà ce la metteranno i pensionati che non riceveranno la quota dell’inflazione piena. In una famiglia può quindi succedere questo: Al marito pensionato daranno una rivalutazione dell’inflazione al 5% anzichè del 10% reale, e alla moglie che lavora ancora, daranno, per lo sgravio contributivo, quel 5% sottratto al marito. Non crediate che ci state guadagnando perchè in realtà vi stanno derubando. Sembra la finanza creativa di Tremontiana memoria.

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      • In effetti, sig. Franco Giuseppe, è proprio come dice lei: è una partita di giro tra lavoro e pensioni. Ciò che esce dal lavoro entra nelle pensioni, e ciò che esce dalle pensioni entra nel lavoro.

        Il Governo troverebbe altre interpretazioni per questa partita di giro, qualcosa vicino al “patto intergenerazionale” e si esprimerebbe grossomodo così: se oggi la generazione corrente contribuisce al pagamento delle pensioni della generazione precedente, la generazione precedente contribuisce al pagamento dei salari della generazione susseguente.

        In altre parole, la partita di giro tra lavoro e pensioni si identificherebbe con la “partita di giro” che avviene in famiglia: i genitori hanno cura dei loro figli (quando questi non sono autosufficienti), e i figli avranno cura dei loro genitori (quando questi non saranno più autosufficienti).

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        • La domanda è se il patto intergenerazionale può ancora funzionare con i cambiamenti economici che sono avvenuti negli ultimi 30 anni . Se tutti i paesi europei allungano l’età di vecchiaia per andare in pensione vuole dire che un lavoratore deve lavorare sempre di più per mantenere un pensionato . questo perchè :
          – gli stipendi sono fermi dagli anni 2000 e la ritenuta contributiva del 33 % non può aumentare se gli stipendi sono fermi e quindi le entrate INPS sono ferme.
          – lo stato non può + metterci una pezza perchè ha sperperato da sempre in caccia di voti e continua a sperperare soldi in altre priorità.
          – il numero dei lavoratori italiani è pressoche costante dagli anni 2000 .
          – le aziende NON adattano gli stipendi all’ inflazione che come già detto gli stipendi sono fermi !
          -nascite dal milione di bambini l’anno degli anni 60 ai 300000 attuali, gli estracomunitari che dovrebbero coprire il buco al momento non sono una risorsa ma sono un costo .
          Quindi il patto intergenerazionale non può più funzionare perchè non aumentano le entrate della generazione attuale e aumentano le uscite per la generazione precedente . L’età di vecchiaia e i contributi si devono spostare sempre + avanti per fare tornare il bilancio e si sente parlare di pensioni oltre i 70 anni . Peccato però che questo sistema blocca la produttività e l’innovazione perchè si usano delle macchine vecchie ( anziani ) al posto di macchine nuove ( giovani) . Il patto intergenerazionale è da modificare ed è su questo che i dotti medici e sapienti devono lavorare.

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          • Sig. williamW, come Lei, anche io sono profondamente confuso dagli esercizi economici che stanno attuando i governi che si succedono. Prendiamo ad esempio il discorso sulla denatalità: Si parla di incentivare le nascite e mi chiedo: ” A che pro “? Già oggi con gli stipendi che ci sono è difficile mantenerne uno e bisogna fare i salti mortali. E poi abbiamo già un’alta disoccupazione e come tutti sappiamo, l’automazione di molti lavori, hanno tolto il fabbisogno della presenza umana. A che pro quindi fare più figli ? Per aumentare il numero dei disoccupati creando così una massa di affamati che si contendono uno straccio di lavoro sottopagato come già accade oggi ? Ci si rende conto che la richiesta di manodopera è in diminuzione causa automazione dilagante, mentre il numero degli abitanti della terra è cresciuto a livelli esponenziali fino ad arrivare alla modica quantità di 8 miliardi di esseri viventi ? Tutti a raccogliere questi benedetti pomodori ? La terra non ha futuro, ma come cantavano i Nomadi……. “Noi non ci saremo”.

      • A rifletterci bene, sig. Franco Giuseppe, questa “partita di giro” è già presente nella nostra società: il figlio finanzia con i suoi contributi la pensione del genitore, e il genitore finanzia con la sua pensione una parte del salario del figlio per l’accensione di un mutuo.

        Il Governo potrebbe dire: vedete? abbiamo solamente codificato in legge quanto già avviene nella realtà. Né più, né meno.

        Rispondi
        • Tradotto: Una volta i figli ringraziavano i genitori per l’aiuto. Oggi invece devono ringraziare il governo che hanno impoverito i genitori per dare i soldi a loro. Della serie: Come prendersi i meriti altrui.

          Rispondi
        • Il governo dice: C’è la denatalità. Mettete al mondo più figli e con i vostri stipendi manteneteli fino a che non si trovano lavoro. A quel punto, dopo averli cresciuti e mantenuti, vi tagliamo le pensioni per pagare gli stipendi ai vostri figli. Mi sembra che l’idea non faccia una piega.

          Rispondi
          • Già, sig. Franco Giuseppe, l’idea non fa una piega!

            Non sarà mica che il Governo se la sia fatta suggerire da ChatGPT?!

            Anzi, non sarà mica che la Legge di Bilancio la stia facendo ChatGPT? Io non lo escluderei a priori, eh?

  18. se non ci sono risorse ma si vuole fare comunque la 41 a fine legislatura perché non abbassare di 6 mesi all’anno il tetto contributivo partendo dal 2024 ?

    Rispondi
    • Certamente non prolungare quota 103 per il prossimo anno sarebbe un vero autogol in vista delle elezioni europee.
      Inoltre, guardando più avanti, sarebbe interesse della maggioranza prolungarla fino al 2026 in modo di riutilizzare nuovamente lo slogan “Quota 41 senza se e senza ma a partire dal 2027 per tutti!!!” in campagna elettorale per le politiche.
      Passati gli anni la gente, purtroppo, dimentica e tanti ricadrebbero nel tranello delle promesse elettorali.
      Un saluto a tutti e un sentito grazie ai gestori del sito

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    • Siamo già affondati da tempo nel baratro, tra l’indifferenza dei sindacati che girano la testa altrove e con la complicità del Capo dello Stato che dovrebbe richiamare l’esecutivo sulla indispensabile correzione della Fornero e/o correzione della quota 103, senza i luridi paletti, per equilibrare un sistema che privilegia i pensionati baby e d’oro, massacrando noi lavoratori che per mantenere in piedi il baraccone, dobbiamo trascinarci fino a 67 anni- me la chiamate equità questa vergognosa situazione, questo schifoso andazzo, questa malefica azione di governo a scapito dei soliti noti ?????????

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  19. RISPARMIARE: quanti soldi (nostri) questo Governo, avrebbe risparmiato se non avesse contribuito alla spesa per comprare le armi a Zelensky ? Quanti soldi avrebbero risparmiato sia i Governi precedenti, sia questo, se non avessero sperperato denaro in corbellerie tipo RdC a chi non gli spetta; denari spesi in banchi a rotelle, bonus monopattino, ecc; ? Quanti soldi ci costano tutti questi “hotspot” che ospitano miglia di “poveri” migranti che ogni giorno arrivano a flotte, con la speranza di un futuro ? (ma quale futuro del cavolo). Quanti soldi letteralmente buttati nel cesso, per niente ??? Tutti soldi che per noi sessantenni invece non ci sono. 40 anni di duro lavoro malpagato e di contributi versati, per poi sentirci dire che non ci sono soldi e che il Governo deve risparmiare. La verità è che ci vogliono tenere “schiavi” fino alla fine dei nostri giorni, con la consapevolezza che tanto il popolo italiano, continua a soccombere e non si ribellerà mai. Ringraziamo come sempre i sindacati.

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    • Che dire di più?
      Nulla, ha già detto tutto lei Sig. Marco e molte sono le persone che la pensano allo stesso modo.
      Saluti a tutti!

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  20. Buongiorno.Io disoccupato 61anni e 41anni abbondanti di contributi riuscirò un giorno prima di morire ad accedere alla pensione???mah!mistero!!!

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