Pensioni 2024 l’ editoriale: non si parla più di riforma?

L’argomento pensioni sembra che dopo i botti, negativi, di fine anno sia improvvisamente uscito dai radar della comunicazione e dai dossier governativi. Fino alla Legge di Bilancio, approvata come al solito tra Natale e Capodanno, le forze di opposizione insieme ai due sindacati CGIL e UIL hanno tenuto viva l’attenzione almeno per quanto riguarda Quota 103 e Opzione Donna poi, tornati dalle feste, una volta letta la legge ci si è accorti che anche il contratto di espansione non era stato prorogato con un ulteriore peggioramento rispetto all’anno 2023.

Riforma Pensioni 2024: tutto in stand by

Ci si sarebbe aspettati subito all’inizio di quest’anno una ripresa delle contestazioni invece l’argomento per il momento è andato in stand by. Purtroppo, in Italia viviamo in perenne campagna elettorale e le prossime elezioni di giugno, dove ricordiamolo vale ancora il sistema proporzionale e ogni partito corre per conto suo, ha raffreddato le proteste con ogni gruppo parlamentare che vuole aspettare per vedere quanto conta realmente sia sul piano nazionale che su quello internazionale e per verificare se cambieranno gli assetti geopolitici che potrebbero portare ad una nuova maggioranza nell’EU. La Meloni in particolare non ha nessun interesse, per il momento, a disturbare i vertici della EU da sempre contrari ad ogni modifica della legge Fornero che ormai è diventata, secondo loro, la legge argine ai costi spropositati della previdenza in Italia.

Gli stessi sindacati sembrano disorientati e incapaci di prendere decisioni forti col rischio di perdere il ruolo da protagonisti che ormai si sono conquistati nel teatrino della politica, ormai molto divisi con CGIL e UIL contrari al governo da una parte e CISL e UGL che sembrano più possibilisti e che danno ulteriore fiducia a questo esecutivo.

Ci sono, poi, le questioni delle due guerre in cui siamo indirettamente coinvolti, adesso abbiamo la protesta dei trattori che riempiono i telegiornali, la questione Salis, la questione Sgarbi e in continuazione situazioni che un Governo deve risolvere immediatamente e che invece diventano sempre incontri di boxe con fazioni contrapposte che stanno dividendo sempre più il popolo italiano con la conseguenza che l’argomento pensioni che dovrebbe interessare tutti viene, incredibilmente, fatto deragliare su un binario morto.

Pensioni 2024: problemi da risolvere, i fondi non sono il problema

Eppure, il problema non è assolutamente risolto ed anzi col nostro sistema a ripartizione (per il futuro bisognerà pensare ad un sistema misto ripartizione /capitalizzazione), con una denatalità record e con una spesa assistenziale di oltre 100 miliardi l’anno (ma si vorrà finalmente scorporare l’assistenza dalla previdenza?) che è aumentata del 40% in quindici anni, è necessario intervenire immediatamente anche per elevare gli importi delle pensioni che di anno in anno per effetto del sistema contributivo scendono costantemente.

Non è una questione di fondi. Le entrate tributarie del 2022, dati del MEF, sono aumentate del 9,8% rispetto all’anno 2021 con un incremento di 48 miliardi raggiungendo i 544 miliardi e i dati del 2023 (fino a novembre) evidenziano che c’è stato un ulteriore aumento del 6,3% di oltre 31 miliardi. Perfino i dati comunicati dall’Agenzia delle Entrate sul fenomeno evasivo sono molto positivi con un record di incassi derivante da contrasto all’evasione di circa 24,7 miliardi con un aumento di 4,5 miliardi rispetto all’anno 2022. I dati sull’occupazione sono in aumento, la borsa viaggia a gonfie vele, lo spread è stabile su valori bassi e gli interessi sul debito inferiori a causa di un’inflazione che sta rallentando.

Se poi analizziamo i dati sulla previdenza notiamo che il costo della stessa epurato dall’assistenza e dall’IRPEF è inferiore a 190 miliardi a fronte di versamenti contributivi di oltre 220 miliardi. Lo spazio e i fondi per una riforma strutturale e duratura esistono, si tratta di metterci mano seriamente dedicando tempo e trovando soluzioni valide per tutti. Bisogna impegnarsi da subito e non avere sempre dei finti ostacoli da mettere come priorità, è necessario mettere da parte le faziosità tra schieramenti perché la previdenza è di tutti i cittadini italiani e tutti prima o poi, soprattutto i giovani, rischiano di pagarne il conto dopo una vita di lavoro

31 commenti su “Pensioni 2024 l’ editoriale: non si parla più di riforma?”

  1. La sua proposta di riforma (con UTP) continua ad essere una delle più equilibrate, sostenibili e realizzabili in circolazione.
    Sono convinto che di riforma delle pensioni il governo non ne parlerà fin dopo le elezioni (regionali ed europee) che si terranno quest’anno.
    Hanno già fatto troppi danni solo con delle piccole modifiche (perdendo parecchio credito tra la gente), provate ad immaginare il disastro che potrebbero fare con una riforma strutturale…
    Un saluto a tutti

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  2. Visti i numeri esposti lo spazio per una riforma c’è . Ma il governo attuale non la vuole semplicemente attuare . Anzi. Lasciando le cose come stanno si possono usare le entrate contributive per coprire le uscite assistenziali . ll problema attuale dello stato è tamponare le uscite di quanti nati negli anni 60 ancora al lavoro. Troppi . La quota 100 poi ha dato un impulso alle uscite e un aumento di spesa previdenziale che deve essere riassorbito. Ora siamo arrivati alla quota 103 contributiva . Possiamo sperare in una 104 mista ? Come è sempre accaduto in Italia quelli che vengono dopo devono pagare i privilegi di chi è venuto prima. E chi è venuto prima è intoccabile perchè sarebbe anticostituzionale toccare i diritti acquisiti ( Grande balla ) . Grazie ai gestori del sito per la liberta di scrittura .

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  3. E cosí i conti fatti in maniera manipolatoria accorpando elementi contabili discreti in quanto tra previdenza, assistenza e tassazione non vi è nulla che giustifichi la composizione in una unica voce contabile, chi lo fa non è certo un improvvisato in materia, forniscono elementi ai fustigatori dell’istituto pensionistico con la complicità dei piagnistei sindacali che giustamente lamentano povertá per le future generazioni ma, nulla piangomo sulle povertá e le ingiustizie in prospettiva per le attuali. Poi nulla si dice a rimedio della eccesiiva precarizzazione, del calo demografico, delle repellenza alle competenze elevate e si tace diffusamente sui casi di imprenditoria illuminata che comunque ci sono. Grazie per la lucidità, la perseveranza e l’autenticità politica.

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  4. Prof. Marino, nel suo editoriale ha toccato, secondo il mio modesto parere, quello che è il fulcro del problema. Finché non verrà scorporata l’assistenza dalla previdenza possiamo fare tutti i commenti e suggerire tutte le soluzioni possibili, ma non troveremo mai la soluzione. I contributi versati da noi lavoratori vengono destinati per scopi totalmente differenti da quelli che dovrebbero essere. E penso anche che per questo motivo, difficilmente si riuscirà a vedere sanata questa anomalia tipicamente italiana.

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    • Caro Andrea, non sono Prof. e nemmeno Dott. Sono semplicemente una persona che da anni cerca di comprendere i problemi della previdenza e come fare per risolverli.
      Grazie
      Un caro saluto

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  5. Mi si affaccia una presunzione, che è addirittura una certezza: sinistra, destra, centro, alti, bassi, magri, grassi, belli e brutti…nessuno vuole mettere mano concretamente al tema della previdenza per i cittadini in modo equilibrato.
    Condivido, come sempre, i contenuti dell’editoriale del dott. Marino.

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    • Ci stanno mettendo le mani eccome ! Applicano il modello Finestra di Overton…. piccoli passi per togliere, ridurre diritti acquisiti da decenni…

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    • Infatti, tutti aspettano un nuovo governo tecnico a cui affidare il compito. Così è stato con la Monti -Fornero che tutti hanno votato, nessuno si è opposto, il tutto condito da un silenzio assordante dei sindacati.
      Questa è la verità.

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  6. si attaccano sempre a scuse della serie, è l’europa che lo chiede, e a mancanza di fondi, quando continuano a trovarne per armi, guerre altrui, digitalizzazione e cavolate varie… Sottolineo che in europa oltretutto l’età pensionistica è dappertutto inferiore a quella che vige in Italia, conferma della presa in giro.
    Questo governo oltretutto è riuscito a peggiorare la legge Fornero, aumentando pure le finestre di uscita, scandaloso, vergognoso è dir poco.

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    • ma è mai ossibile che l’europa non ci chieda di rivedere gli stipendi dei parlamentari? Le loro pensioni? i loro Benefit?
      Ci chiede sempre e soltanto di tagliare le pensioni? Bho qualche dubbio mi sorge spontaneo.

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  7. Certo la porcheria di far la quota 103 tutta contributiva è enorme comunque vorrei ricordare che prima di sparare 10 20 x cento in meno consiglio a tutti di fare i conti con persone addette perché la percentuale in meno con il contributivo dipende da quanti anni si ha antecedentemente il1996 il percorso avuto in quegli anni se costante o ad intermittenza…..e sopratutto a quanti anni uno va in pensione…..ricordo che uscire a 58 63 64 anni la differenza è sostanziale con 41 di contributi……questo non toglie l’incazzatura enorme contro questi politicanti da strapazzo….condivido in pieno l’ analisi del dott.Mauro

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    • esatto Giuseppe; al di là del sistema misto contano 2 cose: il numero di anni di retributivo e come già detto fa differenza 5 anni o 10 anni; conta moltissimo anche l’età di uscita; a 60 è una cosa, a 63 è un’altra e a 67 è un’altra ancora; mi hanno calcolato una buona pensione ma con l’inquadramento di ins. di scuola media superiore all’ultima fascia di stipendio ma con quella di vecchiia ma fino ai 67 anni non mi danno nulla; saluti a te e ai gestori del sito

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  8. Continuo a leggere strali e lamentele sulle pensioni come fosse questo governo l’origine del male. La prima picconata alle pensioni risale al 1992, governo Amato, poi è arrivato Dini e poi la Fornero è poi lo status quo e interventi ad hoc per poche migliaia di persone ( vedi Ape Social e precoci con paletti vari).Una semplice domanda , preferite lavorare qualche anno in più e avere una sanità decente oppure buttare tutto sulle pensioni? È inutile girarci attorno, se metti i soldi sulle pensioni , devi tagliare sanità e scuola.Conosco poi chi mi farà l’obiezione, ma questo governo aveva promesso alle elezioni quota 41 ecc.Rispondo con una massima cristiana ‘ chi è senza peccato scagli la prima pietra”.Qualcuno conosce qualche politico, destra sinistra o centro, che ha mantenuto le promesse negli ultimi anni?

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    • E perchè non agire immediatamente sugli sprechi partendo proprio dai compensi dei politici e relativi benefit? Politici tutti a partire da quelli che stanno a Roma per poi arrivare in regione, provincia, e singoli comuni.

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  9. La proposta Tridico era veramente sensata, basata sulla conoscenza dei numeri reali ma, purtroppo, non è mai stata presa in seria considerazione.
    Invece avrebbe offerto quella necessaria flessibilità in uscita, senza eccessive penalizzazioni per gli aspiranti pensionati e con costi assolutamente sostenibili per le casse dell’INPS.
    Dott. Marino, cosa ne pensa?
    Un cordiale saluto.

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    • Caro GiuseppeNep,
      la proposta Trofico era interessante ma veniva da un esponente del M5S e quindi neppure presa in considerazione. Nell’articolo faccio riferimento proprio a questo. È ora di dire basta alle contrapposizioni e tutti insieme operare per un futuro migliore. Ma conoscendo la politica come si fa in Italia (per questo non ho mai voluto farvi parte) temo sia impossibile.
      Un caro saluto

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        • Si, bisogna dividere previdenza da assistenza. Chi per tante ragioni non ha i parametri per accedere alla pensione deve essere assistito dall” assistenza pubblica, derivante dalle tasse di tutti i cittadini e non dai contributi pensionistici…. Cosi’ come’ e’ un pozzo senza fondo ….

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  10. A loro sta bene la legge Fornero, ormai l’hanno dimostrato coi fatti e tutto sommato hanno peggiorato le altre uscite anticipate senza nessun problema di sorta, ed alla fine è ciò che ci meritiamo!

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  11. Il problema è solo politico. Col contributivo si può fare tutto a costo zero o ragionevole. Che qualcuno lo faccia sapere ai cervelloni del Governo.

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    • Cosa si può fare con il contributivo? Se tutti quelli che ho visto andare in pensione negli ultimi sei anni con assegni di 1200 ÷1300 €/mese dopo 43 anni e un mese di contributi non avessero avuto il misto, sarebbero a 1000 €/mese. In molte parti d’Italia in condizioni normali non vivi.

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    • Precisiamo: costo zero per governo, TUTTO A CARICO DEI LAVORATORI.
      Esempio 1700 stipendio netto e 42 anni di lavoro, calcolo misto 2024 = 1350, calcolo tutto contributivo = 1080.

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      • Cara anna, è una questione matematica: quasi 30 anni fa fecero apposta a modificare i calcoli: salvarono coloro che avevano 18 anni di contributi nel 1995 e non siamo noi e buttarono a mare noi; dovevano incentivare le pensioni integrative; ora il tutto contributivo è il sistema per dirti: vuoi andare via prima? ti tolgo soldi e poi decidi; scordati che ti faccio andar via con i 35 anni di contributi come opzione donna; anche così la pensione te la devo dare e a quell’età non voglio dartela; comunque fatti fare calcoli precisi da più persone sul calcolo della pensione ma dipende anche da che età te la danno; saluti a te e ai gestori del sito

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    • Caro Venanzio, dici che la soluzione è il contributivo? anche no; o meglio se lo sai 10 anni prima ti premunisci, se lo sai all’improvviso come ne esci? questo è il problema; adesso lo fanno apposta perchè non vogliono mandare in pensione al di fuori della legge fornero; saluti a te e ai gestori del sito

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  12. Parole sante! Purtroppo a questi governanti di m…a nulla importa di noi. Confido che il Diavolo se li porti via il più in fretta possibile! Maledetti

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