Pensioni, intervista a Ferrari (Cgil): No misure tampone, ok quota 41 ma non basta

Pensioni, Riforma pensioni, pensioni anticipate sono tra le ricerche più gettonate in questi giorni associando le parole programmi, caduta Governo, proposte. Insomma moltissimi colleghi stanno cercando di dare un quadro di insieme di quello che potrebbe essere il fronte previdenziale post elezioni, elencando le varie posizioni e le misure proposte in questi giorni. Mentre i nostri lettori, prossimi pensionandi, e futuri elettori cercano di comprendere quale potrebbe essere la loro sorte a seconda del partito che andranno a votare, cercando chiaramente di carpire, memori delle elezioni precedenti, ove vi é unicamente propaganda e ove potrebbero esserci poi misure realizzabili.

Abbiamo, a dir il vero, scorto una maggiore prudenza da parte dei nostri lettori che vogliono andare più a fondo e pongono domande, proprio per aiutarli a fare il punto ed evitare facili illusioni, abbiamo deciso di intervistare Christian Ferrari, segretario confederale della Cgil, che dalla sua ha fatto un bel sunto oggettivo della situazione attuale, di quelle che saranno le loro proposte come sindacato al futuro Governo, facendo notare anche alcuni limiti della quota 41, che resta comunque uno degli obiettivi da raggiungere per la Cgil, passando infine per tutte le tematiche altrettanto importanti che andrebbero affrontate in quanto strettamente affini al mondo previdenziale. Ferrari é stato preciso e meticoloso nelle sue analisi, ragion per cui l’intervista verrà struttutata in due parti, la seconda potrete leggerla sul sito domattina. Eccovi nel mentre la prima parte.

Pensioni 2022-2023, ultime news Ferrari: evitare l’ennesima “giostra” di slogan e misure tampone

Pensionipertutti: In questi giorni, dicono i nostri lettori, pare essersi aperta già la campagna elettorale relativamente alla previdenza alcuni hanno rilanciato il superamento della Legge Fornero con interventi mirati come Quota 41 ed uscita anticipata. A suo avviso sono opzioni concretizzabili o rischiano di essere solo promesse pre-voto che non potranno poi trovare accoglimento?

Christian Ferrari, Cgil: È la terza campagna elettorale in cui si promette, da più parti, il superamento della Legge Fornero. Finora non è andata bene, agli annunci non sono mai seguiti i fatti. La Previdenza sta diventando sempre di più un terreno di propaganda, e il risultato rischiamo di vederlo tra una manciata di mesi: il 1° gennaio 2023, se nel frattempo non ci saranno interventi adeguati, tornerà a regime proprio quella legge che quasi tutti i partiti – a parole – hanno sempre garantito di voler “cancellare”.

La nostra posizione è nota: si può e si deve costruire una riforma strutturale del sistema previdenziale per correggere storture e iniquità evidenti, e per renderlo sostenibile sia dal punto di vista degli equilibri della finanza pubblica sia – ed è quello che manca – dal punto di vista sociale. La prima cosa che le forze politiche dovrebbero fare è avanzare una proposta seria e compiuta, ed evitare l’ennesima “giostra” di slogan e misure tampone.

Nelle ultime elezioni era “quota 100”, e poi abbiamo visto come è andata a finire (platea molto ristretta, rimedio parziale e temporaneo, sostanziale conferma del sistema attuale). Ora si rischia la stessa cosa con “quota 41”. Mi spiego: noi siamo stati i primi, da anni, a chiederla. Ma il punto è che, da sola, non basta: sarebbe un provvedimento necessario ma non sufficiente, perché non si rivolgerebbe alle donne, ai giovani, ai lavoratori poveri, precari, discontinui.

Per queste condizioni sociali e per alcuni settori produttivi, la sola “quota 41” non darebbe alcuna risposta. Per questo non ci si può fermare lì, serve un’idea di riforma più complessiva, che affronti tutte le condizioni, a partire da quelle più fragili, senza limitarsi al solo target del “lavoratore standard”: stabile, uomo, del pubblico impiego o dell’industria più strutturata, che si concentra solo in alcune aree del Paese.

Pensioni, ultime da Ferrari: i punti che proporremo al futuro Governo, serve riforma strutturale

Pensionipertutti: Come Cgil, quali punti proporrete al Governo? Quali aspetti, giunti a questo punto, risultano assolutamente non rinviabili?

Christian Ferrari:Riproporremo al futuro Governo esattamente la stessa Piattaforma e le stesse richieste, condivise con Cisl e Uil, che abbiamo avanzato ai precedenti. Una riforma strutturale e organica del sistema: flessibilità in uscita a partire da 62 anni, 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica, pensione contributiva di garanzia per i lavoratori precari e discontinui, riconoscimento del lavoro di cura e delle donne, valorizzazione dei lavori gravosi, superamento delle rigidità dei requisiti che non hanno più senso in un sistema sempre più contributivo, tutela del potere d’acquisto delle pensioni in essere.

Queste sono le priorità strutturali – per ridisegnare il sistema in prospettiva – che solleveremo e che chiederemo di affrontare e discutere da subito. In questo contesto, ci sono poi gli interventi più immediati e urgenti, a partire dalla scadenza di alcuni strumenti vigenti, che sono destinati ad esaurirsi il prossimo 31 dicembre 2022 e che devono essere, non solo confermati, ma rafforzati e allargati: l’Ape social – che rappresenta l’attuale via di uscita a 63 anni per disoccupati, gravosi, invalidi e “care givers” – Opzione donna e la fine di “quota 102”, che si è rivelata una misura assolutamente inutile (come avevamo previsto, e come hanno confermato i dati Inps) che ripropone – qui e ora – la necessità ineludibile di definire una maggiore, e più efficace, flessibilità in uscita.

Iniziamo col ringraziare Christian Ferrari per la sua disponibilità al confronto e ricordiamo a chiunque volesse riprendere parte delle sue dichiarazioni che tratatndosi di intervista in esclusiva é tenuto a citare la fonte. Nella giornata di domani potrete leggere la seconda parte dell’intervista.

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22 commenti su “Pensioni, intervista a Ferrari (Cgil): No misure tampone, ok quota 41 ma non basta

  1. Forse quello che scrivo non passa ,perché come si sa la verità non la vuole nessuno…continuate a parlare di quote, di contributi, anni di lavoro, requisiti ecc ecc ..ma dove sta il problema, che si arriva sempre la , al denaro. Non facciamo prima a capire come funziona ABC della moneta..cosi finiscono questi discorsi inutili ipocriti , una volta capito quanta ricchezza si puo creare dal nulla che senso ha parlare di pensioni, vita buttata via per giustificare un reddito che una truffa un reato…il sistema monetario è un crimine all umanità, Informatevi sono nati per sostituirsi al baratto non per fare schiavi moderni .vi invito alla visione del venus proget del ingeniere futuristico Jacque Fresco

  2. Io continuo a trovare incredibile che il partito che dovrebbe sostenere i diritti dei lavoratori (PD) si dimostri più determinato a finanziare l’acquisto di monopattini elettrici o l’invio di carri armati in Ucraina piuttosto che il riconoscimento di una decorosa pensione (possibilmente prima del ricovero in una casa di cura per anziani) a chi ha lavorato e pagato contributi per oltre quarant’anni

  3. Salvini è un raccontatore di balle conclamato, compulsivo e seriale, come l’84enne unto dal signore e il senatore semplice ex-pd, ex…, ex…, ex…, il 26/09 speriamo ex-parlamentare.

    LA QUOTA 41 PER TUTTI NON ESISTE
    LA QUOTA 41 PER TUTTI I LAVORATORI PRECOCI NON ESISTE
    E’ UN TRUCCO SEMANTICO PER AFFERMARE UNA COSA E FARE ALTRO

    Peraltro insegue illustri predecessori: 84enne unto del signore, lo specializzato in ex-pd ecc. ecc. attualmente ancora italo-vivente che per affermarsi in politica hanno usato le risorse dello stato italiano.

    PENSIONE CON QUOTA 41 DI CONTRIBUTI PREVIDENZIALI
    CHE COS’È
    Lavoratori “precoci” possono chiedere all’INPS la certificazione per poter accedere alla pensione anticipata con il requisito contributivo ridotto, pari a 41 anni di contributi nel 2022.
    A questa tipologia di pensionamento si applica la “finestra mobile” di 3 mesi.
    A CHI È RIVOLTA
    Sono lavoratori “precoci” coloro che hanno svolto attività lavorativa prima del compimento dei 19 anni di età, per almeno 12 mesi effettivi, anche se in modo non continuativo.
    La certificazione può essere richiesta:
    • dai lavoratori e dalle lavoratrici dipendenti del settore pubblico e privato,
    • dai lavoratori e dalle lavoratrici iscritte presso le gestioni speciali dei lavoratori autonomi (Artigiani, Commercianti e Coltivatori diretti, Coloni e Mezzadri),
    purché, in entrambi i casi, possano rientrare in una delle categorie meritevoli di tutela, così come indicate dalla legge e di seguito specificate.
    REQUISITI
    La certificazione può essere richiesta da:
    • i soggetti in stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale nell’ambito della procedura di cui all’art. 7, Legge n. 604/1966, e che abbiano concluso integralmente la prestazione per la disoccupazione loro spettante da almeno tre mesi;
    • i soggetti che assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi dell’art. 3, co. 3, Legge n. 104/1992. Dal 1° gennaio 2018, rientrano in tale categoria anche i soggetti che assistono, un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i settanta anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.
    • i soggetti che abbiano una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74 per cento;
    • i lavoratori dipendenti addetti alle c.d. attività gravosee che svolgono tali attività da almeno sette anni negli ultimi dieci o da almeno sei anni negli ultimi sette prima del pensionamento, ovvero siano lavoratori che soddisfano le condizioni di cui all’articolo 1, commi da 1 a 3 del decreto legislativo n. 67/2011 (c.d lavori usuranti).
    Possono accedere alla pensione anticipata con il requisito contributivo ridotto, pari a 41 anni di contributi nel 2022. anche i componenti le forze armate, i carabinieri, la polizia, la guardia di finanza, i vigili del fuoco operativi e qualche altra categoria aggregata ma non pubblicizzata.
    A questa tipologia di pensionamento si applica la “finestra mobile” di 3 mesi.
    Fin dall’inizio dividi et impera e chi maneggia armi per professione è meglio non farseli nemici.
    SE FANNO QUOTA 41 PER TUTTI SOLO CON IL CALCOLO CONTRIBUTIVO E’ UNA FREGATURA VUOL DIRE: UNA PENSIONE RIDOTTA ALMENO DEL 30% RISPETTO AL CALCOLO MISTO RETRIBUTIVO-MISTO.
    ATTUALMENTE E GENERICAMENTE GLI ANNI RETRIBUTIVI POSSONO ESSERE NON PIU’ di 15-16 ANNI.
    Montanelli Indro affermava gli italiani non hanno memoria.
    Poi è stato statisticamente provato che gli italiani leggono poco e capiscono ancora meno.
    Berlusconi è sceso in campo nel 1994 ed in precedenza aveva commissionato un sondaggio.
    Risultato: Il livello d’istruzione e culturale dell’uomo medio italiano e pari a quello di un bambino di 2^ media. Berlusconi si è adeguato: Presidente del Milan calcio, barzellette, corna e cu-cu agli incontri internazionali e con o senza pd (finto avversario) è stato al governo per lustri.
    Gli effetti “dinamici” della riforma previdenziale Lg214/2011 sono stati “compresi” nel 2013-2014-2015-2016-2017 sostanzialmente quando sono stati di fatto applicati.

    ALTERNATIVE FINO AL 31/12/2026 SALVO MODIFICHE

    PENSIONE “ANTICIPATA” altro trucco semantico
    41 anni e 10 mesi per le donne di contribuzione previdenziale
    42 anni e 10 mesi per gli uomini di contribuzione previdenziale
    Denominarla anticipata è un trucco semantico.
    Partono dal linguaggio per farti accettare ……. le prese per i fondelli e tre anni in più di lavoro, rispetto alla situazione pre-2012.
    La differenza tra maschio e femmina è illegittima (unico ambito previdenziale dove c’è differenza tra maschile e femminile sottolineo di un anno = 12 mesi)
    Occorre rimodulare le uscite partendo da chi oggi ha più versato e 42 anni di contribuzione previdenziale da lavoro (ancor più se dipendente) sono una vita.

    ALTRA ALTERNATIVA 67 ANNI DI ETA’.

    I PARAMETRI SOPRA DESCRITTI SONO PER ORA CONGELATI (vedi speranze di vita) FINO al 31/12/2026.
    CONGELAMENTO AVVENUTO AL TEMPO DEL CONTE 1 – E DI MAIO MINISTRO DEL LAVORO nel 2019.
    Detto congelamento poteva avvenire prima durante i governi a maggioranza piddina dell’allora presidente del consiglio, vincitore di primarie piddine e dell’immobile gentilone 2013-2018
    Forse i parametri sarebbero stati meno duri e quindi più accettabili, specie per gli uomini.

    IL CONTE 2 – E CATALFO MINISTRA DEL LAVORO AVEVANO ALLO STUDIO CORREZIONI MINIME IN PARTICOLARE PER TUTTI I LAVORATORI PRECOCI, POCO MA MEGLIO DEL NULLA, UN SEGNO.
    Poi è arrivato di nuovo lo specialista seriale di posizioni ex che ha fatto cadere il governo Conte II: L’ex-sindaco, ex-presidente di provincia (Firenze) che ha fatto chiudere, ex-vincitore seriale di primarie pd, ex-segretario del pd, ex-presidente del consiglio non votato, ex-distributore risorse a pioggia e non ha tutti € 80,00 costo annuale 10 miliardi euro prima delle europee 2014-pd 40%, ex-perdente referendum per abolizione senato che alla maggioranza degli italiani non interessava, che quasi tutti gli esperti sconsigliavano, ex-senatore semplice del pd con i voti del pd-2018-pd 19%, ex-pd – per ora italo vivente con 2/3 dozzine di parlamentari ex-pd, vedremo il 25 settembre 2022, forse diventerà ex-senatore.
    Grillo nei suoi incontri con il rottamatore di segretari piddini e di governi l’aveva inquadrato subito ancora nel 2014.
    ED E’ ARRIVATO MARIO II°, pensionato INPDAP dal 2006 con 40 anni di contributi e 59 anni di età, CHE DELLA LEGGE N. 214/2011 È STATO UNO DEI MANDANTI PIÙ O MENO OCCULTO (la più volte citata lettera della BCE).
    MARIO I°, pluripensionato e senatore a vita, NE’ E’ STATO L’ISTIGATORE ULTIMO SVENTOLANDOLA COME UNO SCALPO E ANCORA SE NE VANTA.
    Le votazioni della legge n. 214/2011 sono tuttora in rete.
    Detta legge passò con i voti favorevoli di quasi tutto il pdl (poi forza italia e fratelli d’italia) ed idem per il pd. Sarebbe interessante conoscere l’estratto contributivo di questi parlamentari e verificare quanti contributi hanno versato prima e dopo i 19 annI.

    LA FORNERO MI LASCIA PERPLESSO PRIMA PIANGENTE POI IN CONTINUA ESPOSIZIONE MEDIATICA. Forse si fosse dimessa allora ed avesse spiegato perché………

    RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI
    Qualche settimana prima che si formasse il governicchio monti (nominato appositamente da re giorgio I, senatore e mantenuto a vita) per fare il lavoro sporco che il governo berlusconi non aveva la capacità e forse nemmeno ì numeri in parlamento per farlo (la lega pur con pochi voti 20/30 si era opposta).

    Inoltre l’allora presidente del consiglio si era fatto notare ai vari incontri internazionali, facendo le corna, nel parlamento europeo a dare del kappo a Schulz (socialdemocratico tedesco), a fare cu-cu alla Merkel e scendendo con il cellulare all’orecchio simulando una conversazione con Erdogan intanto che la stessa Merkel l’ho attendeva al termine del tappeto rosso mi sembra a Berlino per un incontro internazionale in ripresa tv in diretta, cose che nemmeno Cetto la Qualunque avrebbe pensato. Poi guarda caso lo spread dei titoli italiani (rispetto ai tedeschi) si è impennato fino ai 700/800 punti base, con buona pace del debito pubblico italiano ed in contemporanea si è conclamata la crisi greca.
    Peccato che qualche anno o mesi prima (pre legge monti-fornero)
    la stessa lega aveva contribuito alla approvazione della legge che stabiliva che nel corso degli anni successivi, quindi successivamente all’approvazione di legge ….. ma mesi o anni dopo … per andare in pensione si doveva statisticamente calcolare “l’aspettativa di vita”, provvedimento firmato da sacconi, che rincorso negli anni successivi dai giornalisti dava l’idea di non sapere cosa aveva firmato come probabilmente altri suoi sodali, farfugliando che si doveva applicare solo per le pensioni di vecchiaia e non per le pensioni legate ai contributi …. e invece (che di fatto sono passate in otto anni da 40 anni di contributi per ambo ì sessi, ai 42 anni di contributi per il sesso femminile e 43 anni di contributi per il sesso maschile hanno trovato un modo per dividi et impera e le chiamano pensioni anticipate ….ì precoci “normali” di fatto è stata la categoria più bastonata da sacconi prima e dalla fornero-monti poi) in contraddizione con il principio di legge e le statistiche ISTAT che ci propinano, dove in ogni caso, risulta che le donne vivono di più dei maschi….aspetto sottolineato anche da organismi UE….. aspetto sotto taciuto e infine silenziato…….sacconi la legge l’ha firmata, ma la mente e l’anima posseduta che l’ha scritta è probabilmente un compagno di merende e/o cene eleganti di sacconi, e poi votata da berlusconi allora anche da meloni, razzi…et altri umanoidi piccoli, piccoli …. forse l’energumeno tascabile di dalemiana memoria, quello che recentemente ha deriso il lavoratore dipendente tappezziere, ripetendo al microfono con in stile sgarbi: si metta in proprio, si metta in proprio, si metta in proprio, …..premio nobel mancato e raccoglitore di pensioni pre 2012 e vitalizi parlamentari. Ad una competizione elettorale per Sindaco di Venezia….. ha perso dando poi la colpa alla Lega.
    ps….
    a) si dovrebbe fare una legge “popolare” con referendum per vietare l’erogazione deì vitalizi a deputati senatori consiglieri regionali e provinciali prima dei 70 anni di età, (mi sembra che ora il limite sia 60/65 anni) calcolati solo con il metodo contributivo e reversibile solo per il/la coniuge se sposata/o da almeno 20 anni …
    b) altra legge popolare … stesso referendum …chi sparla in particolare deputati senatori consiglieri regionali e provinciali, giornalisti e sindacalisti o ex- …..in televisioni, giornali, social ….di aspetti previdenziali deve presentare prima ….. il proprio conto contributivo-previdenziale … dove è specificato … quanti contributi ha pagato, chi ha pagato, quali e quanti sono i contributi figurativi ….
    ripeto introduzione …..
    Qualche settimana prima che si formasse il governicchio monti (nominato appositamente da re giorgio I, senatore e mantenuto a vita) per fare il lavoro sporco che il governo berlusconi non aveva la capacità e forse nemmeno ì numeri in parlamento per farlo (la lega pur con pochi voti 20/30 si era opposta….. ma tardi)
    • la fornero intervistata da RADIO PADANIA, alla domanda: prof fornero secondo lei 40 di contributi previdenziali sono sufficienti per andare in pensioni?
    • risposta: per me sì, ma nell’attuale situazione economica italiana …..ecc, ecc, forse se la persona ha attualmente accumulato almeno 20 anni di contributi…..
    risposta di buon senso, meno dei 41…. e/o 42-43 …. inoltre la monti-fornero è del 2011… coloro che allora avevano almeno 20 anni contributi …. oggì ne hanno almeno 29/30/31…. ma fosse stato stabilito invece di 40, 41 …. pur con qualche mugugno, anche gli interessati avrebbero capito, e/o con almeno almeno 25/30 anni di contributi già accumulati
    Invece poi la conferenza stampa congiunta monti/fornero:
    (l’algido mantenuto a vita e fornero piangente)
    Monti, infatti, incassa due pensioni. Per un assegno prossimo ai 20mila euro (lordi) mensili. Per metterlo insieme servono 40 vecchietti con la pensione sociale. Di questi quasi 20mila euro, circa 9mila gli arrivano da Bruxelles, in veste di ex commissario europeo (ce lo mandò Berlusconi). Il resto gli arriva dall’Inps per il lavoro svolto come docente universitario: è stato anche rettore della Bocconi. Da notare che l’assegno che riceve è calcolato con il sistema retributivo, e non contributivo. INOLTRE incassa 25mila euro (lordi) mensili di vitalizio quale senatore e mantenuto a vita. TOTALE MENSILE PERCEPITO DA MONTI 45mila euro (lordi) € 45.000.00 AL MESE.

    La fornero intervistata, da soggetti diversi, in seguito e più volte, sottolineava I seguenti aspetti:
    a) la legge che porta il mio nome è stata formata in 20 giorni in una situazione politico-economica per l’Italia pesantissima , spread a 500-600 e più punti, (peraltro pilotato e non vigilato dalla BCE, su input di Germania, Olanda et altri ndr);
    b) dall’allora ministero delle finanze (ad interim a monti), continuavo a ricevere telefonate di fare presto e di tagliare il più possibile;
    c) premesso che la fornero nel governo monti era in quota pd, lei ha dichiarato che in quel periodo si è sentita sola, il pd allora era a guida bersani, che a parte le sue metafore zoofile, mai una parola sulla riforma pensioni passata con i voti pd,un silenzio assordante, escluso Damiano del pd, che insieme ad altri/e confezionò una proposta di legge, prima del 2018 con quota 41 et altri elementi di flessibilità in uscita per i pensionandi mai considerata/o (la legge e damiano stesso) dai governi del sereno enrico, del ex vincitore seriale di primarie piddine, dall’immobile ed ineffabile gentilone, piddini come Damiano.

    Quindi:
    Signora fornero tutto ciò premesso non sarebbe stato più lineare dimettersi da ministro, viste le sue posizioni iniziali e da allora spiegarci il perché?
    Salvini, in alternativa allo sproloquio inutile, citando continuamente il nome dell’ex-ministra, che non era parlamentare e non ha votato, quella legge, cerca nei magazzini di radio padania, la cassetta dell’intervista, o ha fatto la fine dei 49 milioni di euro?
    Poi basterebbe ascoltare la cassetta e chiedere a fornero chiarimenti!

    L’UNICA VERA RIFORMA:
    Si basi l’uscita dal lavoro sulla effettiva contribuzione, sganciandola dall’età, se questa consente una pensione d’importo dignitoso e congruo.
    Si pensi a rivedere i criteri relativi alle aspettative di vita perché ad oggi è apparso chiaro che individuare per legge come e quando si può vivere, non lo può certo decidere la politica con una legge ed un algoritmo da ridiscutere nel merito e nel metodo (come già fatto in parte nel 2018 ed i cui effetti sono stati congelati, per ora, fino al 31/12/2026 e frenati rispetto alle previsioni dal covid) ma bensì una unica legge che sovrintende tutti indistintamente.

    Occorre rimodulare le uscite partendo da chi oggi ha più versato e 42 anni di contribuzione previdenziale da lavoro (ancor più se dipendente) sono una vita.

    Il lavoro dipendente ed il tempo lavoro regolarmente retribuito e contribuito (vedi l’ultima recita a favore di telecamere e microfono dell’energumeno tascabile di dalemiana memoria che ha strapazzato assurdamente un lavoratore dipendente solo per il fatto di esserlo) è stato ed è ancora disprezzato, sfruttato, compresso e sommerso dal dopo guerra fino ad oggi.

    Salvini con quota 100 ha fatto il contrario ha ridotto l’età anagrafica da 67 e 62 anni e gli anni di contribuzione addirittura sotto i 40 anni di contributi (38) e solo per tre anni. Poi aveva promesso i 41 anni di contributi per tutti. Quel poi non è ancora arrivato e forse non arriverà mai. Infatti la Lega alle Europee 2019 aveva almeno il 30% adesso nei sondaggi ha il 14%.

    Chi ha o aveva 41-42 di contributi previdenziali e 59-60 o 61 anni è stato/è costretto a lavorare ancora anche se spesso sono lavoratori precoci, e magari i primi anni non gli sono stati pagati i contributi previdenziali, non sono abbastanza invalidi, non sono abbastanza malati e negli ultimi 10 anni non hanno svolto lavori gravosi perché hanno cercato di migliorare nel tempo la loro occupazione e non hanno parenti invalidi, non hanno diritto alla naspi, non possono farsi licenziare e non sono militari.

    Morale:
    Non credo alle reiterate promesse elettorali QUOTA41 contributi per tutti, un feticcio ed un ennesimo scalpo da sventolare.
    SE FANNO QUOTA 41 PER TUTTI SOLO CON IL CALCOLO CONTRIBUTIVO E’ UNA FREGATURA VUOL DIRE: UNA PENSIONE RIDOTTA ALMENO DEL 30% RISPETTO AL CALCOLO MISTO RETRIBUTIVO-MISTO.
    ATTUALMENTE E GENERICAMENTE GLI ANNI RETRIBUTIVI POSSONO ESSERE NON PIU’ di 15-16 ANNI.
    Se ci fosse ancora il governo mario II° avremmo ancora meno speranze.

    I fatti:
    Tutti i tre governi a guida piddina dal 2013 al 2018 hanno fatto solo Quota41 per una parte di lavoratori precoci ed in particolari situazioni “sfortunate”, sostanzialmente delle minoranze a parte i lavoratori in divisa e non tutti (che vanno con i 41anni di contributi nominali, ma 36anni di lavoro reale) evidentemente chi maneggia armi per lavoro fa paura ai nostri strapagati politici.
    Quindi a parte il governo Conte 1 ed il governo Conte 2 detronizzato dal rottamatore seriale ex-senatore semplice del pd, i precedenti ed il successivo (governo/i) hanno visto i pensionandi “anticipati” come soggetti da suicidare subito o morti di fame poi (e come diceva Guccini … ed è una morte un po’ peggiore).

    Se proponi una riforma od una parte di riforma deve essere realizzabile e durare almeno cinque anni.
    Quota 42 per tutti come in Francia. Anche per i militari.

    Per le donne cambia poco (attualmente 41 anni e 10 mesi) e magari con parte del tfr pagarli i due mesi di contributi mancanti o più mesi a scelta dell’interessata.

    Per gli uomini sono 10 mesi di lavoro e di contributi in meno, e pensioni relativamente ridotte, non cinque anni come la Quota 100.
    QUOTA 42 anche per i militari
    I militari che in pratica ora vanno con i 41anni di contributi nominali e i 36anni di lavoro reali.

    Non credo difficile da concretizzare i costi dovrebbero essere contenuti e sostenibili ed aumentando di un anno i contributi necessari per i militari i costi forse sarebbero inesistenti o minimi ed i militari passerebbero a 42anni nominali di contributi a 37anni di lavoro effettivi e per persone che per lavoro dovrebbero essere ben allenate ed in forma non dovrebbe essere un grosso problema un anno in più ed inoltre avrebbero economicamente qualcosa in più di pensione.

    Ma non illudiamoci, come gli ex-presidenti del consiglio piddini, meloni, salvini e l’italo forzuto 84enne, non hanno il coraggio di imporre alla casta militare un anno di contributi in più e di lavoro in più (37) o = agli altri e ancora meno hanno la capacità di fare QUOTA41 per tutti.

    Finiamo con Totò: Italiani! Italiani, votate! Votate: Antonio La Trippa!
    Votate sì, ma prima fate mente locale, leggete, leggete e ricordatevi, poi votate.
    A dirla elegantemente un voto informato e consapevole …..
    Sarà pretendere troppo dall’italiano medio?

    1. Buongiorno Kartesio (Virgilio) avrebbe voglia di scrivere per noi un elaborato spiegando cosa fa nella vita e tutti i limiti attuali delle varie misure e di quelle proposte, dicendoci poi quale dovrebbe essere la giusta riforma pensioni per lei? Mi pare sia informato dei fatti ed abbia una buona proprietà di linguaggio, se ha piacere di farlo mi mandi il suo elaborato a erica.venditti@yahoo.com, può partire anche da quanto su scritto l’importante che si resti intorno ai 2500-3000 caratteri (2/3 cartelle insomma) e che non vi sia copia incolla da altri siti ma sia farina dle suo sacco o che citi sempre le fonti qualora prendesse citazioni o spunti da altri giornali. resto in attese di sue, Erica.

  4. Gentilissimo Dott. Ferrari, il “lavoratore standard” da lei così poco considerato è quello che ha lavorato duramente per oltre 40 anni pagando tasse e contributi fino all’ultimo centesimo e spesso come nel mio caso pagando anche la tessera sindacale! Risultato? Stipendi sempre più bassi (il nostro è l’unico Paese dove negli ultimi decenni sono scesi), sempre meno diritti sul posto di lavoro, riforme delle pensioni sempre più punitive con pochi fortunati che azzeccavano l’ambo e la stragrande maggioranza del lavoratori beffati da continui incrementi dei requisiti per accedere alla pensione con sindacati e partiti della sinistra che si giravano dall’altra parte facendo finta di non vedere! Ora ci sarà l’ennesima fregatura per gli inc. del 60: quota 41 con sistema contributivo (dobbiamo favorire chi non ha lavorato per pochi anni è il vostro mantra) e contestuale abolizione dell’anticipata Fornero per far tornare i conti ( e si parla di 43 anni e 1 mese di lavoro grazie anche ad una scellerata finestra che non avete mai contestato!!) con la conseguenza che dopo una vita di lavoro per non essere ridotti a vivere con una pensione che sarà la metà dello stipendio dovremo aspettare i 67 anni di età!
    Un sentito ringraziamento da parte di tutti i lavoratori onesti!

    1. Condivido in pieno, Matteo, non capisco perché a 62 anni devo continuare a pagare i contributi ad altri che sono stati pensionati più giovani di me. Tra l’altro sembra una colpa essere “lavoratori standard”, ci vuole fortuna ma NON SOLO per avere una vita contributiva continuativa. Buona giornata

  5. Mi sa invece che il tampone ce lo ritroviamo eccome, altro che le barzellette che raccontano, è una vita che parlano e promettono quota 41 ,ma poi si tratta solo di promesse elettorali. Io ,come tanti altri ,ci sono cascato, ma questa volta non mi fregano più, dall’altra parte a sinistra,non pensano nemmeno minimamente ai lavoratori e non meritano di essere considerati.
    Mi fa veramente male e fatico a dirlo :speriamo non peggiorino la legge fornero.

  6. Una volta tanto sono d accordo con un sindacalista, vero che Q41 non basta, infatti da sola è una opzione indirizzata unicamente ha chi raggiunge tale parametro, rivolto al lavoratore standard che inizia a lavorare a 20 anni e, fortunato lui non si ferma più.
    Viceversa per tutti gli altri resta e resterà in vigore la Fornero.
    Ciò detto è chiaro che per tutta la platea degli esclusi da Q41 (giustissima) bisogna dare l opzione della flessibilita in uscita nelle forme di cui si è gia parlato nei mrsi scorsi (Tridico etc). Saluti

  7. A me andrebbe bene ancora la Fornero a sto punto x lo meno i 42 e 10 mesi li farò ad aprile. A meno che qualcuno spieghi la verità di come funzionerebbe la quota 41 x tutti senza penalizzazioni.

  8. Parlate sempre di 41 anni di contributi ma non specificate mai con sistema misto e non contributivo, volete fregarmi un’altra volta? Siate chiari quando parlate di quota 41 altrimenti se dobbiamo andare in pensione dopo 41 anni di contributi con una pensione da fame meglio la FORNERO

    1. Buon giorno forse non hai capito anche con la fornero con 42 anni e 10 mesi che poi diventano 43 anni di versamenti perche’ dovrai aspettare la finestra,e’ comunque chiamato anticipo pensionistico ed e’ li’ con queta dicituta che andiamo a perdere comunque 200 o 250 circa al mese di pensione.non si scappa come la metti la metti ci sara’ sempre una decurtazione.

  9. Qualsiasi forma di flessibilità che non tiene conto dell’età anagrafica è una porcata. Il medico chiede quanti anni ho e non da quanti anni lavoro!

  10. Ragazzi non facciamoci infinocchiare come al solito, adesso i politici ne stanno sparando a raffica di boiate
    La flat tax al 23% per tutti, così i milionari risparmieranno una marea di soldi e la gente normale un centinaio di euro, quota 41 per tutti etc etc.
    Se i soldi c’erano l’avrebbero fatto anche prima i nostri grandi politici , ma non lo hanno mai fatto quindi……….
    Non illudiamoci , continuo a ripeterlo.

  11. dott. ferrari; facciamo un esempio; paragoniamo quota 41 a 2 pezzi di pane e lei dice giustamente; non bastano 2 pezzi di pane, almeno l’acqua, poca minestrina; ma se non vogliono concedere neanche 2 pezzi di pane di cosa discutiamo? della minestrina? anzi per correttezza quota 41 ce la concedono ma in che forma? tutto contributivo? con minimo 63 anni? no altrimenti non c’è più 3 v inc. noi del 1960? 64 anni; poi i miracoli possono anche avvenire nei nostri sogni; saluti a lei e ai gestori del sito

  12. Buongiorno
    OK a quota 41 a prescindere dall’età anagrafica, ok alla proposta di Christian Ferrari, ma, il Sig. Ferrari nella sua proposta ha dimenticato di parlare dei lavoratori precoci.
    Quale è la proposta del Sig. Ferrari per mandare in pensione i lavoratori precoci?

    1. claudio, facciamo 2 calcoli ma li ho già fatti altri volte ma te li rifaccio; partiamo dai 15 anni e arriviamo a 18; aggiungi mettiamo 41= 15 + 41 = 56; 18+41 = 59; chi riesce ad andare in pensione prima dei 60 anni attualmente? quasi nessuno; a 62 anni ci vai se hai pensione integrativa (sto facendo le carte); la pensione ufficiale la vedo nel 2027; dai 56 anni ai 60 anni ci saranno almeno 1 milione di persone; possono far andare in pensione 1 milione di persone? quindi? mi dispiace ma legge Fornero; poi se qualcuno ti promette quota 41 indipendentemente dall’età e tu ci credi sei libero di farlo ma………………………………..; dimenticavo; anche 10 anni prima con la RITA ma devi essere in situazioni estremi tipo inoccupato da oltre 2 anni; tutto chiaro? saluti a te e ai gestori del sito

  13. Buongiorno a tutti. Sempre il solito parlare ,sono anni , in simbiosi con la politica e elezioni.Saro’ molto sintetico: i soldi ci sono e sanno come fare ,fissare il limite di età per l’uscita a 62 anni ,per chi vuole ,chi esce percepisce l’assegno in base ai contributi versati senza penalizzazioni ,uscita anticipata senza penalizzazioni a 41 anni uomo, 40 donna con bonus di 1 anno per figlio ,max 3 .Smaltire quando prima tutti coloro che hanno raggiunto i 41 anni ,nel frattempo queste persone mentre si parla hanno superato già ampiamente questa quota ,liberando posti di lavoro e con le pensioni percepite più i nuovi lavoratori, si mette in circolo denaro rinvigorendo l’economia.
    Buon Lavoro ,buon Ferragosto e un saluto ai Sig.del Sito

  14. Certo che la quota 41 da sola non è sufficiente a coprire le esigenze dei lavoratori in uscita dal mondo del lavoro. Deve essere accompagnata da una bella flessibilità in uscita a partire dai 62 anni.
    Però adesso facciamola questa benedetta quota 41, sono tanti anni di contributi e non certo un regalo… Anzi!

    1. Sono d’accordissimo con Don62. Il punto é: sarà il primo provvedimento fra i tanti della prossima Finanziaria? O sti politici continueranno a fare propaganda per gli anni a venire? Ormai da anni sono diventato come San Tommaso non credo al santo finché non vedrò pubblicato in gazzetta la legge. Spero di salvarmi almeno un anno della Forneno e di potermi godere se Dio vorrà la mia tanto agognata pensione. Saluti ai gestori del sito.

    2. Concordo e comunque a 62 anni e 5 mesi io raggiungo i 43 anni e 1 mese di contributi oltre che di tasse varie, oltre ad avere il 50% di invalidità così lor signori stanno tranquilli che non peserò a lungo sulle “loro” risorse. E se è vero che nonostante la congiuntura si è riuscito a varare un decreto aiuti da oltre 14 miliardi senza incrementare il debito e ad avere la miglior crescita in Europa, nessun politico straprivilegiato mi parli di penalizzazioni che i fatti dimostrano che sono loro che devono imparare a governare e che il popolo italiano sa produrre.

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