Pensioni 2023, il Governo andrà verso Quota 41, Opzione donna? Oggi ‘svela’ le carte

Ieri abbiamo pubblicato la prima parte dell’elaborato del Dott. Claudio Maria Perfetto in cui il nostro esperto sotto nostra richiesta ha provato ad immaginare cosa accadrà quest’oggi al tavolo tra Sindacati e Governo, ossia come si relazionerano tra loro gli attori principali con quali richieste, i primi, e con quale possibile replica potrebbe rispondere il Governo. Ieri dopo una premessa in cui il Dott. Perfetto faceva notare come i rumors degli ultimi giorni, in primis le dichiarazioni del Ministro Giorgetti, molto caute nei confronti di qualsiasi riforma, hanno in parte portato le persone ad entrare nell’ottica, qualora quest’oggi non vi fosse un esito positivo, del ‘si sapeva, si era capito’. Già perché le persone prossime alla pensione, stanno da tempo seguendo le notizie e spesso queste non sono state buone, anche se in cuor loro chiaramente continuano a sperare che il Governo ‘si metta una mano sulla coscienza’ come dicono in molti e ci ripensi. Sono soprattutto donne e precoci a sperare ‘nel miracolo’. Dal canto suo il Dott. Perfetto se ieri ha parlato delle possibili richieste dei sindacati, abbastanza note, oggi prova ad ipotizzare quale potrebbe essere la replica della controparte per motivare il ‘no’ alle misure richieste da lavoratori e parti sociali. Di seguito le sue parole:

Riforma pensioni, ecco cpme potrebbe replicare il Governo alle richieste dei sindacati: Parla Perfetto

“Cosa potrebbe replicare la Controparte governativa ai Sindacati? (Ieri ci eravamo lasciati con questa domanda), di seguito la possibile risposta:

La Controparte governativa ha l’“ordine di scuderia” chiaro e perentorio del Ministro Giorgetti: frenare i costi delle pensioni, usare le risorse per la crescita.

Il Ministro Giorgetti ha una roadmap ben precisa da seguire, una roadmap dettata dalle priorità, e in cima alla lista delle priorità ci sono innanzitutto gli interventi per sostenere i redditi medio-bassi: “Certamente dovremo intervenire a favore dei redditi medio-bassi, come abbiamo fatto, con la decontribuzione, perché l’inflazione riduce enormemente il potere d’acquisto”, afferma in video il Ministro Giorgetti, parlando in maniera colloquiale, privilegiando i contenuti al posto della struttura delle frasi. Si nota che l’espressione “come abbiamo fatto” (indicante un’azione passata) non segue la consecutio temporum, la concordanza temporale, rispetto all’espressione “dovremo intervenire” (indicante un’azione futura), cosa che lascerebbe pensare che la decisione di intervenire sui redditi medio-bassi tramite la decontribuzione sia stata già presa.

C’è forse un legame tra l’intenzione (da attuare) di frenare i costi delle pensioni e la decisione governativa (già presa) di tutelare il potere di acquisto dei salari? Certamente sì, il legame c’è, ed è pure molto stretto.

Facendo ancora riferimento all’enciclopedia online Treccani, con il termine “decontribuzione” si indica una “disposizione legislativa che stabilisce una riduzione dell’importo dei contributi previdenziali e assistenziali relativi alle retribuzioni dei lavoratori.

La decontribuzione (o taglio del cuneo contributivo, che è parte del cuneo fiscale) può essere sia a favore dei datori di lavoro (la si applica con l’intento di rendere le aziende più competitive), sia a favore dei lavoratori (la si applica con l’intento di aumentare i salari). La decontribuzione di cui parla il Ministro Giorgetti giova a favore dei lavoratori. Ma c’è chi rileva una contraddizione: si versano meno contributi, ma si paga più IRPEF”.      

Pensioni 2023, quali conseguenze sulle pensioni potrebbe avere il dare priorità alla ‘decontribuzione’?

La prima conseguenza che scaturirà dall’applicazione della decontribuzione sarà quella che si verseranno meno contributi per poter finanziare le pensioni (a parità di numero di pensionati). Ne deriva, a cascata, che non ci sarà margine di manovra per aumentare il numero dei pensionati, nemmeno se si volessero applicare penalità su penalità, perché, mandando in pensione i lavoratori che assieme al datore di lavoro versano il 33% della retribuzione lorda in contributi, pure applicando lo sgravio contributivo a beneficio del lavoratore, diciamo il 5%, allo Stato verrebbe a mancare il 28% di quota contributiva del lavoratore che va in pensione.

La seconda conseguenza che scaturirà dall’applicazione della decontribuzione sarà l’adeguamento solo parziale degli importi pensionistici all’inflazione, al fine di compensare il mancato versamento dei contributi da lavoro (per esempio pari al 5% della retribuzione lorda) derivante dallo sgravio contributivo. Volendo ragionare sul filo del rasoio semantico, non si tratterebbe di una “riduzione” degli importi pensionistici, ma di un loro “mancato aumento” (un mancato aumento che riguarderebbe le pensioni da un determinato importo in su e “informato a criteri di progressività”).   

Il “mancato aumento” di pensioni medio-alte servirà per aumentare i redditi medio-bassi (salari e pensioni).

I Sindacati siederanno al tavolo delle Pensioni, al quale siederà pure il “Convitato di pietra” (questa figura invisibile ma tuttavia presente nella Controparte) che sostiene che occorre “utilizzare le risorse che sono a disposizione per promuovere la crescita, per promuovere e premiare chi lavora, chi in qualche modo accetta di ingaggiarsi, siano essi imprenditori, siano essi lavoratori”. In altre parole: priorità a salari, non a pensioni.

I Sindacati diranno di no, e minacceranno scioperi d’autunno. Di nuovo, niente di nuovo sul fronte sindacale.

Concludendo, cosa uscirà dall’incontro del 5 settembre tra Governo e Sindacati?

Non siamo in grado di dirlo con certezza. Ma è molto probabile che si dirà: “che finiva così, lo si sapeva già”.

Come si può osservare dalla seconda parte della disamina del Dott. Perfetto, purtroppo non ne emerge un quadro roseo, é probabile, dice il nostro esperto previdenziale, che poco o nulla si farà anche a questo tavolo, e considerando che é uno degli ultimi, il timore é che poco si farà in generale sul fronte previdenziale per quest’anno. Non ci resta che aspettare l’esito dell’incontro di oggi pomeriggio per comprendere se il Dott. Perfetto ha previsto in modo corretto quanto emergerà, dal canto nostro pur avendo il sospetto che il copione sarà più o meno quello da lui descritto, confidiamo che qualche ‘carta’ buona ancora possa essere messa sul tavolo. Voi siete più pessimisti o ottimisti sull’esito dell’incontro di oggi? Opzione donna e quota 41 saranno verranno prese in considerazione secondo le richieste dei lavoratori e dunque dei sindacati, ripristino della prima con vecchi requisiti e concessione della seconda senza limiti anagrafici, oppure saranno ‘rilanciate’ solo con eventuali vincoli e paletti?

Ringraziamo come sempre il nostro esperto previdenziale per questi preziosi spunti di riflessione pre incontro Governo- sindacati. Vi aspettiamo nella sezione ‘commenti’ se vi va di proseguire il confronto.

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17 commenti su “Pensioni 2023, il Governo andrà verso Quota 41, Opzione donna? Oggi ‘svela’ le carte”

  1. Si hanno svelato le carte…. il nulla.. Non hanno nessuna idea in proposito. Questo governo è il peggiore in assoluto. Non fanno Nulla. Non hanno idee, programmi, niente di niente, l’unico scopo occupare le sedie e portarsi a casa la loro pagnotta. Dimenticavo una cosa l’hanno fatta “si sono aumentati gli stipendi”.

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  2. Il popolo italiano mi sembra avere lo stesso atteggiamento dei bambini Pompeiani che inizialmente giocavano con le pietre pomice che cadevano dall’alto. Benedetta ingenuità.

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  3. ….sarebbe bello che questi incontri fossero registrati e messi a disposizione di chi volesse sentire con le proprie orecchie le argomentazioni messe sul tavolo dal governo e dai sindacati (…. tavolo che purtoppo non è piu’ da tempo quello della trattativa).
    Come sempre la Cisl uscirà soddisfatta ( non si sa di cosa) mentre gli altri proporranno una manifestazione per i prossimi mesi…..
    Da come posso immaginare da comune mortale nell’incontro ognuno avrà a disposizione un tempo limitato per i propri interventi e non ci saranno ne risposte ne contraddittorio ne decisioni perchè sempre in attesa di conoscere le disponibilità economiche del governo.
    Arriveremo alla pubblicazione della Manovra Economica per il 2024 che uscirà di venerdì 29 Dicembre 2023 con le decisioni prese dal governo senza alcuna trattativa mediatrice tra le parti……. quel giorno sapremo chi saranno i vincitori della LOTTERIA ITALIA PENSIONI per il 2024.
    Un saluto a tutti

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    • Notizia di poco fa …… pare che ,come volevasi dimostrare , l’incontro è finito e nulla è successo, così come tutti noi abbiamo pensato e detto- quindi prendiamo atto di un’altra presa in giro di tutti noi lavoratori, senza che il sindacato abbia messo in mora il governo, mettendo in atto la mobilitazione che urge più che mai- d’altra parte lo sapevamo che le forze sindacali non hanno alcuna intenzione di mettersi di traverso ed il governo saprà ricompensare il capi sindacali- quindi a questo punto, dopo l’ennesima presa in giro e l’ennesimo tavolo andato in fumo, o ce ne facciamo una ragione e subiamo passivamente, o ci organizziamo e facciamo casino per le strade- chi è disposto a guidarci?

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    • Purtroppo temo che tu abbia completamente ragione. Così come e’ l impressione che si stia destrutturando un tipo di stato x crearne un altro. Decontribuzione e’ da brividi. Uno stato sociale azzerato e sostituito con provvedimenti che “premiano” il precariato, a previdenza complementare , la sanità privata..e purtroppo noi siamo la generazione che, in questo bagno di sangue, ci si troverà a”nuotare”

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      • Sig.ra Claudia Casula, se me lo permette vorrei rivolgerle una domanda personale. Forse lei è imparentata con la Dott.ssa Consuelo Casula , Psicoterapeuta, Consulente e Formatrice nel campo della comunicazione interpersonale e dell’evoluzione professionale? La ricordo ancora oggi con grande simpatia. Condusse un corso di formazione per Quadri aziendali Olivetti al quale partecipai anch’io.

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  4. E’ un copione già scritto; grazie dott. Perfetto; speriamo che lei si sbagli ma sono sicuro di no; saluti a lei e ai gestori del sito

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    • Sig. Paolo Prof, lei non può immaginare quanto anch’io speri di sbagliarmi! Il cuore ha ragioni che la ragione non conosce. Ma se anche le conoscesse, qualcosa mi dice che la ragione di questo Governo non sarebbe disposta a seguire il cuore.

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      • Dott. Perfetto buongiorno! Nel ringraziarla per le sue preziosissime informazioni volevo chiederle cosa ne pensa della “vecchia” proposta Tridico e soprattutto se sia economicamente sostenibile.
        Grazie per l’attenzione e saluti!

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        • Sig. Diridero, penso che la “vecchia” Proposta Tridico sia una buona Proposta. Per quanto riguarda la sua sostenibilità economica, lo stesso Tridico diceva che era sostenibile, e ci sarebbe da prestargli fede. Oggi, però, che i dati macroeconomici sembrano essere peggiorati rispetto al periodo in cui Tridico formulò la sua Proposta, rimane l’incertezza sulla sostenibilità della Proposta Tridico. L’incertezza dominante è il motivo per cui il Governo guida a “vista d’occhio” (anno dopo anno).

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  5. Desidero richiamare l’attenzione sulla seguente affermazione del Ministro Giorgetti: “Certamente dovremo intervenire a favore dei redditi medio-bassi, come abbiamo fatto, con la decontribuzione, perché l’inflazione riduce enormemente il potere di acquisto”.

    Come si legge nell’articolo, mi ha colpito il fatto che l’azione passata espressa da “come abbiamo fatto” non collima con l’azione futura “dovremo intervenire”. Ho attribuito questa discrepanza temporale al fatto che l’intenzione di intervenire a favore dei redditi medio-bassi sia una decisione già presa.

    Ma potrebbe esserci un’altra interpretazione riguardo a quel “come abbiamo fatto”. Si potrebbe intendere che il Governo Meloni è “già” intervenuto a favore dei redditi medio-bassi (quindi l’espressione “come abbiamo fatto” che io trovo ambigua dissolverebbe la sua ambiguità se venisse sostituita con l’espressione “come abbiamo già fatto”).

    Sono andato a rivedermi la Legge di Bilancio 2023 pubblicata il 30 Dicembre 2022 sotto il Governo Meloni entrato in carica il 22 ottobre 2022. Nella Legge di Bilancio 2023, pubblicata sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze (https://www.lavoro.gov.it/notizie/pagine/legge-di-bilancio-2023), si legge: “Taglio del cuneo fiscale per l’anno 2023. Incrementato (rispetto al 2022) al 2% per i redditi annui sino ad euro 35.000 e al 3% per quelli sino ad euro 25.000 l’esonero sulla quota dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori per i rapporti di lavoro dipendente ad eccezione di quelli di lavoro domestico”.

    Poiché nella Legge di Bilancio 2023 c’è un riferimento al 2022 (vi è l’espressione “rispetto al 2022”), sono andato a rivedermi la Legge di Bilancio 2022 pubblicata il 28 gennaio 2022 sotto il Governo Draghi rimasto in carica dal 13 febbraio 2021 al 22 ottobre 2022. Nella legge di Bilancio 2022, pubblicata sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze (https://www.mef.gov.it/focus/Legge-di-Bilancio-2022/#cont2_scheda), alla voce “Sgravi contributivi” si legge: “In tema di incentivi all’occupazione, si prevede una serie di sgravi contributivi, in particolare: l’esonero contributivo per le assunzioni a tempo indeterminato effettuate nel 2022 ai datori di lavoro privati che, nel medesimo periodo, assumono a tempo indeterminato lavoratori subordinati provenienti da imprese in crisi; proroga per il 2022 dello sgravio contributivo totale per i contratti di apprendistato di primo livello, riconosciuto in favore dei datori di lavoro che occupano alle proprie dipendenze fino a 9 addetti con contratto di apprendistato di primo livello; l’esonero dal versamento del 100 per cento dei contributi previdenziali complessivi a carico dei datori di lavoro, alle società cooperative che si costituiscono, a decorrere dal 1° gennaio 2022, nel limite di 6.000 euro su base annua, e per un periodo massimo di ventiquattro mesi dalla data della costituzione della società cooperativa”.

    Ora, chi si domanda perché non ci sono i soldi per le pensioni ha la risposta: i soldi per le pensioni, che derivano dal versamento dei contributi, non ci sono perché, a seguito di sgravi contributivi quale misura a sostegno dell’occupazione, non vengono versati i contributi previdenziali dai datori di lavoro e dai lavoratori.

    L’onere finanziario, che deriva dalle mancate entrate dovuto a sgravi contributivi, viene assunto dallo Stato.

    Il problema della decontribuzione era già sorto in tempi passati, al tempo del Governo Renzi ed intervenne persino la Corte dei Conti a dare l’allarme sulla decontribuzione, esprimendosi in questi termini a proposito del Jobs Act: “il mancato introito di risorse proprie per effetto della decontribuzione richiederebbe un ulteriore incremento di trasferimenti dal settore pubblico la cui provvista ricadrebbe sulla fiscalità generale”.
    (https://www.bollettinoadapt.it/wp-content/uploads/2016/02/Jobs-Act-e-decontribuzione-allarme-della-Corte-dei-Conti.pdf)

    L’allarme della Corte dei Conti sull’effetto negativo della decontribuzione sui conti pubblici viene ignorato oggi dal Governo Meloni, come fu ignorato ieri dal Governo Draghi, come fu ignorato l’altro ieri dal Governo Renzi.

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  6. Per oggi non mi aspetto niente di nuovo, le carte verranno scoperte ad Ottobre/Novembre, ma, se va bene secondo me, proroghe di Ape Sociale, Quota 103 e opzione donna con qualche modifica.

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    • All’orizzonte quindi solo nubi nere e nessuna speranza che almeno si apporti qualche variazione alla madre di tutte le vergogne, cioè quota 103, rendendola più umana per gli invalidi e chi ha almeno 64-65-66 anni, con addolcimento dei paletti – poi c’è sempre la proposta Tridico che darebbe quel minimo di flessibilità, a costi contenuti, aprendo un varco a chi non ce la fa più e sarebbe disposto a prendersi la quota contributiva fino a 67 anni, per poi ottenere la quota retributiva- oggi assisteremo all’ennesima farsa , coi sindacati a fare tappezzeria e noi con la bava alla bocca e le pive nel sacco ancora una volta- finirà mai questa lurida storia? Dipende anche da noi purtroppo!!!!!!

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